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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 3 novembre 2021

American gods - Bryan Fuller, Michael Green

Ero piuttosto curioso di vedere la serie tv American gods, per la convergenza dei nomi di Neil GaimanBrian Fuller.

Il primo è autore di grande successo e originalità, tra l’altro spesso convertito in film: si pensi a Stardust, Mirrormask, Coraline e la porta magica… e quando non è stato convertito un suo libro, ha scritto la sceneggiatura, come nel caso de La leggenda di Beowulf.

Il secondo invece mi è molto caro per aver firmato alcune serie tv particolarmente originali e brillanti… le quali, ahimé, non hanno avuto grande successo presso il largo pubblico e sono state quindi interrotte abbastanza presto: parlo del meraviglioso Wonderfalls, dell’intrigante Dead like me e del surreale Pushing Daisies. Era originale anche Mockingbird Lane, ma non gli è stato consentito di andare oltre il primo episodio; insomma, si tratta di qualcuno che sforna prodotti originali e tendenzialmente brillanti, ma poco adatti al largo pubblico.

O poco adatti a chi li produce mettendoci i soldi, visto che anche in questo caso a Bryan Fuller (e al suo collega Michael Green) non è stato permesso di continuare e dopo la prima stagione è stato rimpiazzato da Jesse Alexander, il quale è stato a sua volta liquidato alla fine della seconda stagione in favore di Charles Eglee, che condurrà la terza, non ancora uscita nel momento in cui scrivo la recensione, la quale dunque si basa sulle prime due stagioni.

Intanto, i produttori di un’opera di vasto respiro dovrebbero spiegare come ritengono che tale opera possa mantenere un corpo unico e coerente, se cambiano conduttore o regista in corso d’opera. Specialmente se qualche attore se ne va per solidarizzare con Bryan Fuller (Kristin Chenoweth, sua fedelissima dai tempi di Pushing Daisies) e qualcun altro se ne va probabilmente intuendo l’andazzo e preferendo altri progetti (Gillian Anderson, la Dana Scully di X-Files).

Altro punto critico: non ho letto il romanzo di Gaiman da cui è tratta l’opera televisiva, ma ho saputo che, se sulle prime la serie lo riproduce fedelmente, poi inizia a cambiare le carte in tavola, compresi i mutamenti forzati dovuti alla sparizione di certi attori, che si è scelto di eliminare a livello di personaggi piuttosto che farli interpretare da altri attori.

Ad ogni modo, ecco la trama sommaria di American gods: Shadow Moon esce di prigione dopo una condanna di tre anni per una rapina ad un casinò. Il lieto evento è però oscurato dalla notizia del decesso dell’amata moglie Laura, morta in un incidente d’auto. Le brutte notizie non vengono mai sole, e l’uomo scopre anche che la moglie aveva da tempo una relazione col suo migliore amico. Scosso da tutto ciò, e vicino alla deriva, Shadow conosce un misterioso uomo di mezz’età, che si presenta come Wednesday (ossia “mercoledì” in inglese), il quale si rivela tanto misterioso quanto scaltro, nonché sospettosamente troppo informato sulla vita di Shadow. L’uomo gli propone di lavorare come sua guardia del corpo e Shadow, più che altro per mancanza di alternative, accetta…
… scoprendo poi cose che non aveva mai immaginato, compreso il fatto che gli dei esistono, sono in lotta tra loro, e preparano una sorta di battaglia tra gli antichi dei e i nuovi dei, quelli che hanno soppiantato i primi e cancellato o quasi la loro memoria.

American gods è difficile da commentare… o meglio, è facile ma con qualche rammarico: difatti, è palese che se ne sarebbe potuto tirare fuori una serie-capolavoro, un vero e proprio cult, ma la direzione incerta, i cambi di rotta, nonché alcune scelte, fanno in modo che, per ora, si sia realizzato solamente un prodotto discreto, interessante per certi versi ma traballante per altri.

Visivamente, ci siamo: la serie è d’impatto e si difende molto bene.
Anche il casting è ottimo: fantastici nei loro ruoli Ian McShane (che avevo molto apprezzato nel suo pur piccolo ruolo ne Il trono di spade) e Pablo Schreiber (un ottimo leprecauno); menzione d’onore per Crispin Glover, indimenticabile protagonista di Ritorno al futuro.
La sceneggiatura pare avere qualche buco, e procedere a volte velocemente e a volte lentamente.
Un po’ troppo volgare per i miei gusti… ma forse Bryan Fuller, famoso viceversa per le sue opere pulite e ironiche, ha voluto orientarsi maggiormente al largo pubblico, così forse gli avrebbero finalmente fatto finire una serie… speranza vana, come detto.

In conclusione, probabilmente continuerò a vedere American gods quando usciranno le successive stagioni, ma sapendo che avrebbe potuto essere molto meglio.
Anzi, a questo punto mi interessa più il libro di Gaiman che non la serie televisiva di… chissà chi la dirigerà in futuro?

ADDENDUM del 13/03/22: alla fine ho concluso la visione della serie, che non è durata granché visto che ha chiuso i battenti dopo la terza stagione, per un totale di appena 26 episodi. Assai pochi, con la serie che ha registrato un clamoroso decremento della sua qualità, dopo l'abbrivio critico per certi versi ma generalmente intrigante. Evidentemente la conflittualità nella gestazione e nella conduzione non ha portato buoni frutti, com'era plausibile attendersi.
Non solo la qualità media è crollata, ma il prosieguo del prodotto in buona parte è propaganda verso i soliti interessi-programmi globalisti: violenza, omosessualità, sessualità grossolana e confusa, inganni, manipolazione collettiva, sacrifici umani... c'è quasi tutto il repertorio. Stanno diventando piuttosto banali e prevedibili, ormai.

Fosco Del Nero



Titolo: American gods (American gods).
Genere: serie tv, fantastico, drammatico.
Ideatore: Bryan Fuller, Michael Green.
Attori: Ian McShane, Ricky Whittle, Emily Browning, Pablo Schreiber, Crispin Glover, Bruce Langley, Yetide Badaki, Pablo Schreiber, Mousa Kraish, Demore Barnes,  Orlando Jones, Omid Abtahiin, Gillian Anderson, Kristin Chenoweth.
Anno: 2017-in corso.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.




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