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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 20 aprile 2022

Le mani sulla città - Francesco Rosi

Il cinema italiano è per certi versi sorprendente, o perlomeno lo era, prima della china che ha cominciato a discendere da un certo punto in poi.
Passo a illustrare il perché di questa mia considerazione: di recente mi son detto che avevo visto poco del cinema italiano dei decenni passati, e per rimediare ho ricavato da internet una lista dei film considerati di maggior valore degli anni “60 e “70: ne sono usciti fuori Io la conoscevo beneIl sorpassoIl boomL’ombrellone, C’eravamo tanto amati… e altri ancora, tra cui il film recensito oggi, Le mani sulla città, diretto da Francesco Rosi nel 1963.

La mia considerazione è legata al fatto che ognuno di questi film, non a torto considerati dei classici del cinema nostrano, è un film di denuncia sociale: ognuno a suo modo, ognuno col suo stile, ma indubitabilmente di denuncia sociale.
Abbiamo, in tale panorama, le persone che cercano divertimenti esterni ma che sono desolatamente sole e vuote interiormente, persone che cercano disperatamente di arrampicarsi socialmente, persone che hanno eletto il superficiale e il vacuo a loro obiettivo di vita, persone che tradiscono i loro ideali per i soldi o la carriera… e persone che per l’interesse personale non esistano a corrompere, distruggere, imbrogliare e persino sacrificare la vita altrui, ciò che per l’appunto è il tema centrale di  Le mani sulla città, film che forse più di ogni altro illustra come si sia arrivati alla situazione sociale, economica e politica attuale, in cui un intero popolo è stato venduto.

Amo molto il cinema di decenni fa anche per questo motivo: mostra con evidenza cosa c’era “in circolo” allora, e dunque come si è arrivati sino a oggi. I decenni scorsi sono i genitori della contemporaneità, e in questo senso sono ovviamente rilevanti.

Ma andiamo alla trama sommaria de Le mani sulla città: siamo a Napoli, nei primi anni Sessanta, quando un edificio abitato, accanto a cui una ditta stava effettuando dei lavori, crolla, provocando due morti, numerosi feriti e l’amputazione delle gambe di un bambino. La ditta è di proprietà di Nottola (un ottimo Rod Steiger), un personaggio alquanto influente nonché inserito nel forte partito di destra che amministra la città. Ciò provoca la reazione degli abitanti del posto, che rischiano l’evacuazione del circondario, nonché del consigliere comunale di sinistra De Vita (Carlo Fermariello), il quale chiede e ottiene una commissione d’inchiesta che indaghi sulle presunte irregolarità edilizie.
La crisi genera anche un dissidio tra Nottola e Maglione (Guido Alberti), fino ad allora amico e compagno di partito, che provoca una fuoriuscita del primo e di alcuni altri membri dal gruppo di destra, in favore del gruppo di centro guidato da De Angelis, che punta a divenire il nuovo sindaco nelle imminenti elezioni. Ciò mentre De Vita aveva egli stesso attirato alla sua causa alcuni esponenti del centro al fine di salvaguardare il comportamento morale del consiglio comunale.
Nottola, dal canto suo, punta al posto di assessore all’edilizia in modo da favorire ulteriormente i suoi interessi di costruttore, già facilitati dal progetto di espansione edilizia voluto dalla giunta comunale in contrapposizione al vigente piano regolatore.

Il film ha ottenuto fin da subito un certo successo, tanto da spopolare ai Nastri d’Argento e al Leone d’oro di Venezia di quegli anni.

Personalmente, non gradisco troppo drammi e storie molto accese e chiassose, ma Le mani sulla città, per il suo valore di rappresentazione di un certo fenomeno e di un intero periodo storico (evidentemente non ancora terminato), è un film che ha un notevole valore, tanto che gli ho accresciuto di uno la valutazione, proprio per premiare tale valore.

Ne approfitto per inserire qui la soluzione a corruzione, truffe e intrallazzi vari: occorre educare l’intera popolazione a livello di coscienza, giacché questi malcostumi sono possibili solo se la base è marcia. Il popolo ha sempre i rappresentanti politici che si merita, e questi difatti non fanno altro che “rappresentarlo”: se si cambia la base, in automatico si cambia anche l’altezza.
Per questo, personalmente, mi occupo di crescita interiore: perché essa è la cosa più importante tra tutte, persino dei beni e dei servizi materiali, giacché tutto discende a cascata da essa e dunque, occupandosene, ci si sta occupando in automatico di tutto quanto.
Quando questo concetto verrà compreso appieno, le cose cambieranno in  modo radicale, a livello educativo e non solo.

Nel mentre, ho deciso di vedermi anche un altro film di Rosi, piuttosto famoso ma che non ho mai visto, ossia Cristo si è fermato a Eboli.

Fosco Del Nero



Titolo: Le mani sulla città. 
Genere: drammatico, sociale.
Regista: Francesco Rosi. .
Attori: Rod Steiger, Guido Alberti, Marcello Cannavale, Alberto Canocchia, Salvo Randone, Dante di Pinto, Pasquale Cennamo.
Anno: 1963.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.



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