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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 30 giugno 2009

Martyrs - Pascal Laugier

Quest’oggi recensisco un film thriller-horror, e per la precisione un thriller-horror francese, diretto nel 2008 da Pascal Laugier, lo stesso regista del già recensito Saint Ange (del 2004).

Se Saint Ange era un film d’atmosfera, con un’ambientazione di tipo gotico-inquietante e una trama volutamente sottile e ambigua, Martyrs invece va dritto al punto, presentando fin da subito scene molto violente e visivamente d’impatto.

Non a caso, prima il film ha avuto molte difficoltà a uscire al cinema, e poi ce l'ha fatta solamente con un divieto ai minori di 18.

Ecco come inizia Martyrs: si vede come prima cosa una bambina che, insanguinata e decisamente maltrattata, scappa a perdifiato dal un luogo ameno, evidentemente in preda al panico.

La seconda cosa che si vede è l’interrogatorio di un’altra bambina, Anna, relativamente alla prima, Lucie… ma la reticenza è evidente, con i dubbi sulla situazione che rimangono.

La terza è un’altra scena di violenza, con Lucie, stavolta adulta, dopo circa 15 anni, che stermina una famiglia apparentemente senza motivo.

Poi i motivi verranno fuori, e saranno uno più “ragionevole” dell’altro…
Difatti, emergerà il triste passato di Lucie, nonché l’altrettanto triste futuro di Anna.

Da questo momento in poi il film è unicamente una lunga sequenza di sangue, violenza, massacro, cattiveria.

Giustificata da cosa?
Da niente?

In realtà, una giustificazione c’è, e avrebbe addirittura una valenza di tipo scientifico e persino governativo, visto che si intuisce da subito che dietro vi è un’organizzazione sofisticata e autorizzata.

La motivazione del tutto è però talmente stupida e flebile da non sorreggere affatto la costruzione filmica.
E il film, alla fine della fiera, sa molto di mera operazione commerciale, strutturata ad hoc per choccare lo spettatore a forza di sangue e mutilazioni (in tale ottica, si inserisce anche la scelta del titolo, "Martiri", che vorrebbe richiamare qualche spunto religioso, ma che anch'essa è assolutamente ingiustificata).

In questo senso, difficile persino commentare la prova delle due attrici protagoniste, Morjana Alaoui e Mylène Jampanoi, impegnate unicamente per tutta la durata del film a urlare, scappare o soffrire.

Da precisare inoltre che Martyrs, presentato come un horror, di orrorifico ha veramente poco, forse la sola qualità generale, mentre tecnicamente si tratta di un thriller psicologico (assai distante dagli horror psicologici d’atmosfera tipo The others o lo stesso Saint Ange).

Non a caso, il genere è denominato "torture porn", genere del quale alcuni rappresentanti sono Saw - L’enigmista, La casa dei 1000 corpi, Le colline hanno gli occhi.

Insomma, se vi piace il genere potreste anche farci un pensierino per vedere di che si tratta.
A mio parere, però, il gioco non vale la candela.

Fosco Del Nero



Titolo: Martyrs (Martyrs).
Genere: thriller, horror, psicologico, splatter.
Regista: Pascal Laugier.
Attori: Morjana Alaoui, Mylène Jampanoi, Catherine Bégin, Robert Toupin, Patricia Tulasne, Isabelle Chasse.
Anno: 2008.
Voto: 4.5.
Dove lo trovi: qui.

martedì 23 giugno 2009

Wingman - Masakazu Katsura

Finora ho recensito otto manga, di vario genere: da Maison Ikkoku di Rumiko Takahashi a Berserk di Kentaro Miura.
In tutti e otto i casi, si tratta di manga che ho amato, e che ovviamente ho letto interamente.

Tuttavia, di recente mi sono detto che avrebbero avuto una loro utilità non solo le recensioni sui miei manga preferiti, ma anche quelle su quei manga di cui, dopo aver letto il primo numero, ho deciso che non valeva la pena di proseguire la lettura.

Difatti, e per una questione dei tempo, e per una questione di costi (alcuni manga costano 6 o 7 euro ogni volumetto), è importante sia avere consigli positivi, sia averne di negativi.

Fatto questo inciso, ne faccio un secondo: qualche tempo fa ho comprato, praticamente a caso, i primi numeri di alcuni manga che non conoscevo minimamente, alla ricerca di qualche bella sorpresa.

Uno di quelli era Wingman.
Manga mai letto, ma autore ben conosciuto: di Masakazu Katsura difatti ho recensito finora Video Girl Ai e I’s, ma ho letto anche Dna2, Shadow Lady e Present from Lemon.

Wingman è uno dei suoi primi fumetti, essendo datato 1983.
E, occorre dirla tutta, la data si vede, sia nei tratti piuttosto immaturi e grezzi (rispetto a quello che avrebbe poi prodotto il mangaka!), sia nella storia non particolarmente coinvolgente.

Punto in comunque con il suo capolavoro Video Girl Ai è il binomio tra commedia adolescenziale e spunto fantastico, oltre che qualche personaggio.

Ecco in breve la trama: Kenta Hirono sogna di essere un supereroe, tanto da fantasticarvi sopra parecchio e da disegnarsi costumi e armi speciali.
Il suo disegno definitivo è quello del supereroe Wingman, che ogni tanto impersona, specie a scuola, ovviamente senza effetto alcuno, se non quello di essere preso in giro da compagni e professori.

Un giorno, però, Kenta incontra Aoi Yume, principessa di un regno magico, che gli dona il suo dream note, con il quale è possibile fa diventare realtà le cose che in esso sono disegnate e descritte.

I due poi si impegneranno per salvare il regno di Botorem dalle mire del cattivo Rimeru, affiancati in questa impresa da Miku, amica d’infanzia di Kenta.

Abbiamo dunque:
- una commedia adolescenziale (con i soliti ammiccamenti al nudo e alle situazioni ambigue di Katsura),
- l’elemento fantastico,
- personaggi che ricordano i futuri Ai Amano, Yota Moteuchi, etc,
- un triangolo ragazza-ragazzo-ragazza.

Ritorno a precisare che di Wingman ho letto solo il primo numero (sui tredici totali), ma che, nonostante il manga non sembri malaccio, non ho intenzione di continuare la lettura, visto che completo solamente le raccolte dei manga che se lo meritano davvero.

In ogni caso, se vi ispira o se siete dei fan sfegatati di Masakazu Katsura, dateci un’occhiata.

Fosco Del Nero



Titolo: Wingman (Yume Senshi Wingman).
Genere: commedia, fantastico.
Autore: Masakazu Katsura
Anno: 1983-1985.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 21 giugno 2009

A qualcuno piace caldo - Billy Wilder

Quest’oggi recensisco un’altra storica commedia made in Usa, che ovviamente conoscevo di nome, ma che non avevo mai avuto il piacere di guardare: parlo di A qualcuno piace caldo, film del 1959 con Tony Curtis, Jack Lemmon e Marilyn Monroe.

Al grande successo di pubblico il film ha unito quello della critica, con varie nomination e vittorie negli Oscar, nei Golden Globe, nonché l’inserimento in diverse classifiche dei migliori film di tutti i tempi.

Dico subito una cosa: A qualcuno piace caldo mi è piaciuto, ma senza esagerare.
Giusto per dirla tutta, ho preferito altre commedie del passato viste di recente, da Hollywood party a Il dottor Stranamore, da Casino royale a Operazione sottoveste (le prime tre con Peter Sellers come protagonista).

Ad ogni modo, ecco la trama di A qualcuno piace caldo: Joe (Tony Curtis) e Jerry (Jack Lemmon) sono un sassofonista e un contrabbassista che, involontari testimoni di un omicidio di Al Capone nella New York del 1929, sono costretti a fuggire dalla città.

Lo fanno recandosi a Miami, sotto le mentite spoglie di due suonatrici donne, visto che quello era l’unico ingaggio disponibile al momento e loro erano al verde.

Così, i loro nomi si trasformano in Josephine e in Daphne, ma, soprattutto, così hanno l’occasione di conoscere Zucchero Kowalczyk (Marilyn Monroe), che attirerà ben presto le attenzioni dei due per la sua bellezza e la sua ingenua spontaneità.

Da tali premesse segue, e non avrebbe potuto essere diversamente, una commedia degli equivoci molto ricca di situazioni umoristiche, che inevitabilmente strizza l’occhio al sesso, che è stracolma di ambiguità e che, come peraltro intuibile fin dall’inizio, si conclude con un lieto fine in stile buoni sentimenti.

Da sottolineare, peraltro, la battuta conclusiva del film: "Well, nobody's perfect" (Beh, nessuno è perfetto), considerata una delle più efficaci battute del cinema Usa.

Ottime prove in recitazione dei tre attori protagonisti, Tony Curtis, Jack Lemmon e Marilyn Monroe.

In definitiva, A qualcuno piace caldo è un classico da vedere,vivace e divertente, anche se forse meno importante di quanto le “classifiche” lascerebbero intendere.

Fosco Del Nero



Titolo: A qualcuno piace caldo (Some like it hot).
Genere: commedia, comico, sentimentale.
Regista: Billy Wilder.
Attori: Tony Curtis, Jack Lemmon, Marilyn Monroe, Pat O'Brien, George Raft, Nehemiah Persoff, Joe E. Brown, Billy Gray, Joan Shawlee, Dave Barry, George E. Stone, Mike Mazurki, Beverly Wills.
Anno: 1959.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 19 giugno 2009

Ace Ventura - L’acchiappanimali - Tom Shadyac

Credo che avessi visto Ace Ventura - L’acchiappanimali circa sette volte in passato… questa è l’ottava, dunque, con la susseguente recensione.

Anticipo, come peraltro intuibile, che sono un grande fan di Jim Carrey, attore di grande talento e di grande elasticità… non a caso conosciuto per la sua mimica facciale davvero elastica, prestantesi in modo particolare ai film comico, come per l’appunto questo primo episodio di Ace Ventura (cui è seguito il secondo, Missione Africa).

Anche se Carrey non ha fatto solo Ace Ventura, The mask, Scemo e più scemo e affini, ma anche Man on the moon, The Truman show, Se mi lasci ti cancello, ossia fior fior di film più o meno drammatici e impegnati.
Da poco, peraltro, ho recensito anche il recente e ben fatto Yes man.

Quanto alla regia, essa porta la firma di Tom Shadyac, specializzato in commedie comiche: Bugiardo bugiardo, Il professore mattoUna settimana da Dio, etc.

Tornando a L’acchiappanimali, siamo di fronte a un eccellente film comico, eccellente da molti punti di vista: un personaggio centrale carismatico e divertente, una trama interessante e vivace, dei dialoghi brillanti e ironici, e ovviamente la straordinaria verve comica di Jim Carrey, praticamente inimitabile…

Ecco la trama dei film, per chi non la conoscesse ancora: Ace Ventura, di professione acchiappanimali, è contattato dal management dei Dolphins, forte squadra di football di Miami, per ritrovare la mascotte Fioccodineve, rapita proprio alla vigilia del superbowl.
Il suo referente è Melissa Robinson (Courteney Cox, la nota Monica Geller di Friends), mentre il suo alter ego è Lois Einhorn, tenente di polizia nonché donna (?) tutto d’un pezzo.
Ma in mezzo ci finiscono anche il milionario Riddle (Tom??), il giocatore di football Dan Marino, il direttore sportivo dei Dolphins Roger Podacter e svariati altri personaggi simpatici, tra cui un certo Ray Finkle

Come detto, la comicità di Jim Carrey la fa da padrone, e le gag comiche, verbali o visive, dell’attore non si riescono neanche a contare, dalla festa elegante di inizio film ai numerosi duelli verbali col tenente Einhorn.

Mi rendo conto che quella di Ace Ventura e di Jim Carrey è una comicità particolare, che può non piacere a tutti, ma personalmente non posso che apprezzare sia l’attore sia il film in questione, che, non a caso, quando lo rivedo mi fa sempre ridere, pur avendolo visto ormai numerose volte… in effetti, il film è piuttosto datato, essendo dell’oramai lontano 1994.

Ad ogni modo, personalmente non posso fare a meno di consigliare Ace Ventura - L’acchiappanimali a quei pochi sbadati che non lo avessero ancora guardato.

Fosco Del Nero



Titolo: Ace Ventura - L’acchiappanimali (Ace Ventura, the pet detective).
Genere: comico, commedia, giallo.
Regista: Tom Shadyac.
Attori: Jim Carry, Courteney Cox, Sean Young, Frank Adonis, Udo Kier, Mark Margolis, Tone Loc, Judy Clayton, John Capodice, Alice Drummond, Troy Evans.
Anno: 1994.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

martedì 16 giugno 2009

Le situazioni di Lui & Lei - Masami Tsuda

Negli ultimi mesi ho recensito un solo manga (per chi non lo sapesse, i manga sono i fumetti giapponesi, con la parola che significa “immagini in movimento”), ossia I’s di Masakazu Katsura, e ho quindi deciso di colmare la lacuna inserendone un altro in archivio (in cui già ci sono Video Girl Ai, Kimagure Orange Road, Berserk, Maison Ikkoku, Ushio e Tora, Appleseed e Slam dunk).

Stavolta la scelta è caduta su uno shojo manga, ossia un manga di tipo sentimentale, tradizionalmente accostato al pubblico femminile: Le situazioni di Lui & Lei.
Di esso, peraltro, forse avrete potuto guardare tempo fa la versione anime, che è circolata anche nelle tv italiane.

L’autrice de Le situazioni di Lui & Lei è Masami Tsuda, della quale questo è proprio il manga più rappresentativo, disegnato in un arco di tempo molto lungo, dal 1995 al 2006 (in Italia è stato pubblicato in 21 volumi da Dynamic Italia).

Si tratta di sostanzialmente di un fumetto di tipo sentimentale, anche se comunque esso presenta altre due anime, entrambi molto forti: il lato umoristico e quello psicologico.

Per la prima, occorre dire che tutto il manga è pervaso da una certa ironia, molto leggera ma comunque gradevole, che lo rende leggibile con piacere laddove senza di essa probabilmente si sarebbe caduti nel patetico-noioso.

Per quanto riguarda il secondo, una grande attenzione ha dedicato l’autrice al dettaglio psicologico, a partire dalle figure dei due protagonisti, Yukino Miyazawa e Soichiro Arima, due sedicenni compagni di scuola e di classe, entrambi eccellenti nello studio e assai stimati sia dai professori sia dai compagni per i loro modi educati e impeccabili…

... che però non corrispondono al loro vero carattere, come si scoprirà ben presto anche grazie al loro incontro-scontro.

I due, nel loro vorticoso rapporto coinvolgono mezza scuola, col manga che segue dapprima solo loro e che poi divaga anche nelle storie dei coprotagonisti, abbastanza numerosi: abbiamo così Tsukino e Kano, le sorelle di Yukino, Tsubasa Shibahime, vecchia amica di Soichiro e di lui innamorata, Kasuma Ikeda, di quest'ultima fratellastro, Hideaki Asaba, amico fraterno di Soichiro, etc.
In realtà, i personaggi sono tanti, con le vicende che coinvolgono alternativamente l’uno o l’altro.

Lo stile grafico di Le situazioni di Lui & Lei segue il classico indirizzo shojo, per quanto attenuato da numerosissime scene deformed, che contribuiscono a renderlo digeribile e piacevole anche ai maschietti, mentre la trama rimane interessante per tutta la durata dell’opera, abbastanza sostanziosa.

Se devo essere sincero, tuttavia, dei manga fin qui proposti Le situazioni di Lui & Lei è quello che ho gradito di meno… anche perché finora ho recensito praticamente solo capolavori della produzione giapponese di manga.

In ogni caso, si tratta di un discreto manga, come detto mix tra amore adolescenziale, profondità psicologica e umorismo e, sempre come detto, più adatto al pubblico femminile che a quello maschile (Ma allora perché lo hai letto? - Perchè prima avevo visto l'anime ed era divertente!).

Fosco Del Nero



Titolo: Le situazioni di Lui & Lei (Kareshi kanojo no jijo).
Genere: manga, sentimentale, adolescenziale, commedia.
Autore: Masami Tsuda.
Anno: 1995-2006.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

sabato 13 giugno 2009

8 donne e un mistero - François Ozon

Quest’oggi recensisco un film che ho visto diversi anni fa, per puro caso, e che mi piacque parecchio, tanto che in seguito vidi altri film dello stesso regista o con le medesime attrici protagoniste.

E dico attrici, e non attori, posto che il film è recitato solo da donne, a cui si affianca poi il mistero di cui nel nome: parlo difatti di 8 donne e un mistero.

Tecnicamente, il film è un giallo, anche se la sua vocazione da giallo è sfumata grandemente nella commedia e nel musical, dal momento che 8 donne e un mistero è in realtà la conversione cinematografica di un musical per teatro, di cui difatti riprende alcune canzoni, cantate una a testa da ciascuna delle otto protagoniste.

Quanto alle attrici, si tratta di nomi assai noti in Francia e in Europa, per quanto non in Italia, a causa della nostra scarsa predisposizione per le opere straniere, specialmente se non americane e se non colossal multimilionari.

Ad ogni modo, facile trovare qualche nome noto tra la varie Catherine Deneuve (La mia droga si chiama Julie), Emmanuelle Beart (Mission impossible, La bella scontrosa), Fanny Ardant (Nessuna notizia da Dio), Virginie Ledoyen (Una top model nel mio letto, Saint Ange, The beach, Solo un bacio per favore), Ludivine Sagnier (Swimming pool), con queste ultime due le mie preferite, sia come attrici sia come personaggi nel film.

Ed ecco, in breve, la trama di 8 donne e un mistero: Suzon e Catherine sono le figlie di Gaby e Marcel, una coppia degli anni 50 di benestanti borghesi francesi, apparentemente ai vertici di una famiglia ideale, tra cognate, suocere e donne delle pulizie.
Apparentemente, per l’appunto, perché Marcel viene trovato ucciso… e, essendo rimasto in casa solo con le otto donne, deve per forza essere stata una di loro.
Inizia dunque una sorta di processo interno, fatti di Tizia che accusa Caia e discolpa Sempronia (se mi permettete questo latinismo al femminile), e tutto tra motteggi, canzoni e rivelazioni soprendenti.

Alla fine, è chiaro, ci attende il finale a sorpresa…

I punti forti del film sono:
- la recitazione delle protagoniste, alcune di loro a mio avviso attrici di spessore (non a caso pluripremiate),
- il commento musicale (alcune canzoni sono davvero orecchiabili),
- la scenografia e la fotografia del film (assai d’impatto a dispetto del fatto che il tutto si svolge nella stessa abitazione),
- la trama vivace e imprevedibile,
- i dialoghi coinvolgenti e spesso brillanti.

Credo che siano motivi sufficienti per vedere un film, giusto?
Eppure quanti conoscono 8 donne e un mistero?

Un vero peccato per un film che, nella sua particolarità, è un piccolo gioiello… voi non fate l’errore di ignorarlo.
In calce allego il video dello spezzone della canzone cantata da Virginie Ledoyen.

Fosco Del Nero



Titolo: 8 donne e un mistero (Huit femmes).
Genere: musicale, commedia, drammatico, giallo.
Regista: François Ozon.
Attori: Catherine Deneuve, Emmanuelle Beart, Virginie Ledoyen, Ludivine Sagnier, Isabelle Huppert, Fanny Ardant, Danielle Darrieux, Firmine Richard.
Anno: 2002.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 12 giugno 2009

Piccoli omicidi tra amici - Danny Boyle

Piccoli omicidi tra amici è il secondo film di Danny Boyle che recensisco, dopo la sua pellicola più importante, Trainspotting.

Peraltro, questo film lo precede, essendo del 1995, ossia il debutto del regista inglese.
Più tardi, invece, ci sono stati altri film di buon successo, da The beach28 giorni dopo, fino al recente The millionaire.

Boyle ha dunque dato prova di sé in diversi genere cinematografici, peraltro riuscendo a darsi uno stile particolare, soprattutto nel montaggio, spesso molto dinamico.

Piccoli omicidi tra amici comincia come una commedia, con i tre coinquilini di un appartamento di Edimburgo, Alex Law, Juliet Miller e David Stephens, che effettuano una serie di selezioni umoristiche per un quarto coinquilino.

Più che trovare un quarto elemento, difatti, il loro scopo sembra divertirsi alle spalle dei nuovi venuti… fino a che un quarto non lo trovano e scelgono davvero.

Ebbene, sconvolgerà loro la vita, anche se non da vivo; infatti, i tre lo trovano morto nella sua camera, insieme a una valigia strapiena di soldi.
Avvisare la polizia o tenersi i soldi, facendo sparire il corpo?

Comincia così Piccoli omicidi tra amici , che passa rapidamente da commedia a dramma e a thriller, con i tre impegnati e più fronti, e sempre meno in accordo tra di loro.

Tra i protagonisti, spicca Ewan Mc Gregor, che poi avrebbe avuto un grande successo in film come Trainspotting, Star wars, Big fish, Down with love, Moulin Rouge, Sogni e delitti, etc.

Che dire di Piccoli omicidi tra amici?

In questo film si intravede certamente un regista di buone potenzialità, per quanto certamente la pellicola sia assolutamente inferiore ai film prima citati (Trainspotting su tutti, ma anche The beach).

Se l’intreccio ha un suo interesse e coltiva quello dello spettatore per tutto l’arco del film, non si può dire che fotografia e montaggio (i pezzi forti e di maggiore originalità dei film sopra citati) siano di gran livello.

Inoltre, anche il livello psicologico dei personaggi pare tratteggiato in modo superficiale, specie nell’evoluzione della storia, con i tre che passano troppo repentinamente da amici per la pelle a nemici giurati.

In definitiva, Piccoli omicidi tra amici è un film discreto e curioso, ma che certo non rimane negli annali della storia del cinema.

Fosco Del Nero



Titolo: Piccoli omicidi tra amici (Shallow grave).
Genere: thriller, drammatico.
Regista: Danny Boyle.
Attori: Ewan McGregor, Kerry Fox, Christopher Eccleston, Keith Allen, Colin McCredie
Anno: 1994.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

martedì 9 giugno 2009

Operazione sottoveste - Il sottomarino rosa - Blake Edwards

Quest’oggi recensisco un altro grande classico del passato… talmente classico che fino ad ora non lo avevo mai visto…

Tuttavia, la sua fama e la sua qualità sono garantite dai nomi che vi hanno partecipato: Blake Edwards alla regia (Hollywood party, Victor Victoria, La grande corsa, Colazione da Tiffany), tra gli attori Cary Grant (Il diavolo è femmina, Arsenico e vecchi merletti), Tony Curtis (A qualcuno piace caldo, Spartacus, La grande corsa) e Dina Merrill (Una fidanzata per papà).
Oltre che, peraltro, dagli svariati premi vinti da Operazione sottoveste.

In sintesi, si tratta di una commedia brillante, densa di situazioni umoristiche e di dialoghi pungenti e divertenti, molto vecchio stile.
Laddove con vecchio stile intendo dire che questa è una commedia di classe, assai lontana dalle nostra vacanze in India, Miami, etc.

Ecco in breve la trama di Operazione sottoveste - Il sottomarino rosa: il Tenente Nick Holden (Tony Curtis, attore che conoscevo solo di nome e che ho scoperto piacermi molto, specie perchè spesso associato a ruoli guasconi e divertenti... in questo ricordandomi il nostro Terence Hill) viene imbarcato suo malgrado sul Sea Tiger, sottomarino comandato dal Comandante (nomina sunt consequentia rerum :p) Matt Sherman.

Tra i due, caratterialmente parlando, c’è un abisso: il primo, giovane, è vivace, spigliato, e pensa che le regole siano fatte per trovarne eccezioni ed in applicazioni.
Il secondo, invece, è un uomo tutto d’un pezzo, sempre serio ma capace di commenti irresistibilmente divertenti e ficcanti.

A questo proposito, da encomiare lo strepitoso doppiaggio italiano.
Io dico sempre che il doppiaggio ha la forza di rafforzare o demolire un film, al di là delle sue qualità intrinseche.

Ad ogni modo, le difficoltà della guerra, con il Sea Tiger presto oggetto delle attenzioni dei nemici giapponesi, porteranno a una bizzarra collaborazione tra Holden e Sherman, col film che, una trovata dietro l’altra, risulta spassosissimo.

Non a caso, le sue due ore passano piacevolmente… segno principale della qualitò di un prodotto.

E, sempre non a caso, Blake Edwards è lo stesso di altre commedie veramente azzeccate, come Hollywood party o Victor Victoria… oltre che del film culto Colazione da Tiffany, anch’esso pervaso dalla gradevole leggerezza che il regista sapeva trasmettere ai suoi film.

In definitiva, Operazione sottoveste - Il sottomarino rosa è una commedia di spessore, come raramente se ne vedono oggi.
Assolutamente da ripescare e da collezionare.

Fosco Del Nero



Titolo: Operazione sottoveste - Il sottomarino rosa (Operation petticoat).
Genere: commedia.
Regista: Blake Edwards.
Attori: Cary Grant, Tony Curtis, Dina Merrill, Joan O'Brien, Gene Evans, Dick Sargent, Virginia Gregg, Robert F. Simon.
Anno: 1959.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

domenica 7 giugno 2009

L’amore ritorna - Sergio Rubini

Tra un po’ questo diventerà un blog solo sui film di Sergio Rubini, visto che quello di oggi è già il quinto che recensisco del regista pugliese.

L’amore ritorna, difatti, è stato già preceduto da Il viaggio della sposa, La terra, Colpo d’occhio e L’anima gemella.

Dei quattro, quello che ho preferito è stato il più risalente, ossia Il viaggio della sposa, con attori principali lo stesso Sergio Rubini e una giovanissima Giovanna Mezzogiorno.

Non ho gradito tanto viceversa Colpo d’occhio, con gli altri due discreti ma non entusiasmanti, per quanto per motivi differenti.

L’amore ritorna mi è anch’esso piaciuto discretamente, ma senza esagerare.
Il primo punto di rilievo è il cast di attori, notevole: oltre allo stesso Rubini abbiamo il suo attore feticcio Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy (ex compagna del regista), Mariangela Melato e nuovamente Giovanna Mezzogiorno.
In una parte minore invece compare nel finale Michele Placido.

Ecco in breve la trama di L’amore ritorna: Luca Florio (Fabrizio Bentivoglio) è un attore di successo di mezz’età, che sta girando un film ma che, all’improvviso, si senta male, tanto da dover essere ricoverato.

La malattia, con parallela degenza, diventa uno spunto per riflettere sulla sua vita, e in particolare sul suo matrimonio fallito con Silvia (Margherita Buy), sui suoi rapporti con il paese di nascita, in cui ha lasciato genitori e sorella, con cui non è in ottimi rapporti (tra l’altro, il padre di lui è interpretato dal padre di Rubini, fatto che, unito alla storia del regista con la Buy, fa intendere che la storia del film abbia qualche elemento di attinenza con la realtà), con la sua attuale compagna, la giovane attrice Lena (Giovanna Mezzogiorno).

Questa trama di tipo drammatico-psicologico viene ravvivata da un elemento di tipo fantastico-surreale: Sisina, la cugina della madre di Luca, morta da giovanissima, appare a diverse persone, e pare voler comunicare qualcosa…

… tanto che appare allo stesso Luca.

È evidente una certa commistione di generi, in maniera non dissimile al precedente L’anima gemella, mix tra film drammatico, surreale e popolano.

Da sottolineare anche la portanza di alcuni personaggi, veramente ben caratterizzati e che rimangono a lungo nella memoria: dallo stesso Luca Florio (Bentivoglio è senza dubbio uno ei migliori attori italiani, benché non abbia mai sfondato... cosa che peraltro si può dire dello stesso Rubini, che pare sempre chiamato al definitivo salto di qualità, che però a mio avviso non ha ancora fatto) al suo amico Giacomo (Sergio Rubini).

Tuttavia, l’impressione che si ha è quello di un ottimo cast che regge da solo una storia con molti spunti, chiusi però in modo frettoloso o affatto conclusi (per esempio, la faccenda della cugina morta), e in cui, ad alcuni personaggi molto ben caratterizzati, ve ne siano altri al contrario poco convincenti (quello della Mezzogiorno o quello di Placido, per esempio).

Insomma, L’amore ritorna è un film discreto, ma che non va oltre tale valutazione.

Fosco Del Nero



Titolo: L’amore ritorna (L'amore ritorna).
Genere: drammatico.
Regista: Sergio Rubini.
Attori: Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Sergio Rubini, Giovanna Mezzogiorno, Mariangela Melato, Michele Placido, Antonio Prisco, Alberto Rubini, Eros Pagni, Simona Marchini, Umberto Orsini, Giorgio Barberio Corsetti.
Anno: 2004.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 5 giugno 2009

The descent - Discesa nelle tenebre - Neil Marshall

Era da un bel po’ di tempo che non recensivo un film horror, e dunque ho voluto porre rimedio a questa prolungata assenza della categoria, precisamente con The descent - Discesa nelle tenebre.

Tra l’altro, fin da ragazzino sono un grande appassionato di film horror, anche se, se devo essere sincero, tale passione si è molto affievolita negli ultimi anni, tanto che ormai ne vedo pochi… anche perché, sempre per essere onesto, negli ultimi anni ne sono stati prodotti pochi veramente di qualità.

Quello che vi presento oggi è uno di quelli che mi sono piaciuti più di questi ultimi cinque-sei anni, per i motivi che ora vi dirò.

Intanto, diciamo subito che né il regista né gli attori protagonisti (le attrici, in realtà, visto che è un film al femminile, per quanto sembri strano dirlo) sono dei big del cinema internazionale, e anzi non si fanno ricordare per altro se non per qualche sit-com di secondo piano.

Vi riporto subito la trama di The descent - Discesa nelle tenebre: un gruppo di sei amiche appassionate di speleologia decide di fare un’ “immersione” in una grotta nelle cave di Boreham, negli Appalachi.
L’idea è della vivace Juno, che la propone alle amiche anche per risollevare Sarah, che mesi prima aveva vissuto, causa un incidente stradale, il doppio lutto della perdita della figlia e del marito.
L’avventura di piacere, però, si trasforma in un incubo vero e proprio: ad attendere il gruppo di amiche, difatti, l’orrore in persona, sotto forma di esseri antropomorfi animaleschi, ciechi ma dall'udito finissimo, come si conviene a delle creature nate e vissute sempre nell’oscurità più totale (in realtà io mi sarei aspettato anche un olfatto iper-sviluppato, cosa che invece nel film non è).
Ed ecco che la “discesa” si trasforma in un’odissea dell’orrore alla Alien, in cui, dopo la prima fase preparatoria del film, si miete una vittima ogni dieci inquadrature… chi rivedrà la luce del sole?

The descent - Discesa nelle tenebre è un horror al contempo strano e semplice.
È strano in una decade di film horror che giocano tutto su trame complesse, effetti speciali milionari e cliché del genere.
È assai semplice, viceversa, nel senso che in esso vi è un solo elemento di rilievo: le creature animalesche.

Tutto il resto è ansia, angoscia, claustrofobia, paura, terrore… che poi è quello che dovrebbe produrre un buon film horror, no?

Ecco perché Discesa nelle tenebre è uno dei film dell’orrore migliori degli ultimi anni, se non il migliore in assoluto, semplice, essenziale ed efficace com’è.
Imperdibile per gli appassionati del genere, da vedere anche per chi ama guardare un film del terrore di tanto in tanto… a meno che gli spazi chiusi non vi diano fastidio…

Finale interlocutorio, non chiarissimo (nella versione europea, mentre la versione americana è più chiaro e positivo).

Fosco Del Nero



Titolo: The descent - Discesa nelle tenebre (The descent).
Genere: horror.
Regista: Neil Marshall.
Attori: MyAnna Buring, Natalie Jackson Mendoza, Craig Conway, Molly Kayll, Shauna Macdonald, Stephen Lamb, Oliver Milburn, Marcel Iures.
Anno: 2005.
Voto: 7.5.
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martedì 2 giugno 2009

Margot at the wedding - Il matrimonio di mia sorella - Noah Baumbach

Avevo sentito parlare bene di questo film, Margot at the wedding - Il matrimonio di mia sorella, e dunque avevo da tempo deciso di vederlo, anche per la presenza nel suo cast di due attori che, per motivi diversissimi, stimo molto: Nicole Kidman (The others, Moulin Rouge, Eyes wide shut) e Jack Black (School of rock, Tenacious D e il destino del Rock, Be kind rewind).

Presente peraltro anche l’attrice Jennifer Jason Leigh, protagonista del bellissimo Existenz di David Cronenberg.

Il fatto che Il matrimonio di mia sorella non fosse ancora approdato in Italia (è del 2007, ma ha avuto molte difficoltà di distribuzione in vari paesi) per me non era certo un disincentivo, e quindi mi aspettavo un buon prodotto.

Il quale, però, lo dico subito, mi ha parecchio deluso.

La prima cosa che salta all’occhio è una fotografia scialba e piatta, a dispetto di una location che avrebbe invece potuto regalare un'estetica migliore.

La seconda cosa evidente è che la sciattezza estetica viene accompagnato da quello umano, con una storia che di fatto è semplicemente un dramma familiare interpretato da personaggi contorti e disturbati…

… ma non nel modo astruso e brillante della genialità, o comunque di chi vive tra le nuvole o fuori dalle righe, ma nel modo fastidioso e patetico di chi è squilibrato psicologicamente.

E, in pratica, nel film non vi è un personaggio umanamente accettabile, posto che si va dalla donna isterica e insicura all’uomo depresso e con istinti da pedofilo.
Passando poi per persone violente o, semplicemente, noiose.

Intendiamoci, non è la stranezza che mi scoraggia, come facile intuire se si è lettori abituali del sito o se ci si dà pena di dare un’occhiata ai film già recensiti, ma, anzi, è proprio lo squallore umano e il pattume estetico e mentale che mi ha deluso, con la Kidman e Black che a mio avviso sono del tutto sprecati per un film del genere.

La prima per la sua classe di attrice, che meriterebbe di girare solo capolavori tipo o The others o Moulin rouge; il secondo per la sua verve comica, che è il suo talento principale e che deve essere sfruttata, pena il castrare il personaggio che è in lui.

Ad ogni modo, ecco la trama de Il matrimonio di mia sorella: Margot (Nicole Kidman) si reca dalla sorella Pauline (Jennifer Jason Leigh), con cui non parlava da lungo tempo per via di antichi dissapori, per il matrimonio di quest’ultima.
Con Margot viaggia anche Claude, il di lei figlio adolescente.

Ad attenderli, Pauline e il futuro sposo Malcolm (Jack Black), mentre farà una breve comparsata l’ex marito di Margot, Jim (John Turturro, già visto in Zohan - Tutte le donne vengono al pettine, Il grande Lebowski, Rounders - Il giocatore).

Come detto, a mio avviso Margot at the wedding - Il matrimonio di mia sorella non ha nulla di meritevole per essere guardato, ma, siccome i gusti son gusti, possibile che piaccia agli amanti ai fan sfegatati dei suddetti attori, o a chi si nutre di pane e drammi esistenziali e dunque gradisce molto questo tipo di storie.

Fosco Del Nero



Titolo: Margot at the wedding - Il matrimonio di mia sorella (Margot at the wedding).
Genere: drammatico.
Regista: Noah Baumbach.
Attori: Nicole Kidman, Jennifer Jason Leigh, Jack Black, John Turturro, Flora Cross, Ciaran Hinds, Barbara Turner.
Anno: 2007.
Voto: 5.
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