Quello che recensisco oggi è uno dei film che mi ha più colpito in assoluto, svelandomi peraltro un personaggio del passato grandemente celebre negli Stati Uniti, ma praticamente sconosciuto in Italia… se si esclude forse la notorietà datagli proprio da questo film.
Parlo rispettivamente di Man on the moon e di Andy Kaufman: il primo è il film dedicato da Milos Forman al secondo, controverso e innovativo showman americano, prematuramente morto nel 1984… anche se lo circonda una leggenda metropolitana per cui l’uomo avrebbe finto la sua morte, proprio come in vita aveva promesso che prima o poi avrebbe fatto e dopo che aveva architettato scherzi parimenti bizzarri e imprevedibili.
Secondo alcuni, peraltro, proprio chi lo ha interpretato su schermo, ossia il camaleontico Jim Carrey (che da sempre ha una fissa per il compianto showman, tanto da avere addirittura collezionato una serie di memorabilia e da essersi assai prodigato per avere il ruolo di questo film, per non parlare di molte curiose coincidenze, a cominciare dal medesimo giorno di nascita, il 17 gennaio), sarebbe l’indiziato numero uno per tale sparizione/sostituzione, anche se in realtà la prima apparizione televisiva di Carrey è precedente di un anno all’ultima di Kaufman, per cui tale teoria sembra priva di fondamento.
Di Carrey, tra le altre cose, ho già recensito i vari Ace Ventura - L'acchiappanimali, The Truman show, The number 23, Yes man.
Ma veniamo alla trama di Man on the moon, la quale di fatto coincide con la biografia di Andy Kaufman, sulla quale è stato fatto da Milos Forman e dai produttori del film (tra cui figurano anche l’attore Danny De Vito, il cantante dei Rem Michael Stripes, la cui canzone tra l’altro dà il titolo al film, e George Shapiro, il manager di Kaufman) un grande lavoro di ricerca per renderla la più fedele possibile, coinvolgendo anche i più intimi conoscenti di Kaufman, tra cui l’amico Bob Zmuda, che fa anche un cameo nel film, così come l’ex compagno di set Christopher Lloyd (attore noto soprattutto per la trilogia di Ritorno al futuro).
Ma veniamo alla trama di Man on the moon, la quale di fatto coincide con la biografia di Andy Kaufman, sulla quale è stato fatto da Milos Forman e dai produttori del film (tra cui figurano anche l’attore Danny De Vito, il cantante dei Rem Michael Stripes, la cui canzone tra l’altro dà il titolo al film, e George Shapiro, il manager di Kaufman) un grande lavoro di ricerca per renderla la più fedele possibile, coinvolgendo anche i più intimi conoscenti di Kaufman, tra cui l’amico Bob Zmuda, che fa anche un cameo nel film, così come l’ex compagno di set Christopher Lloyd (attore noto soprattutto per la trilogia di Ritorno al futuro).
Gli attori principali del film sono, oltre a Jim Carrey (Andy Kaufman) e Danny De Vito (il manager George Shapiro), Courtney Love (la moglie di Andy) e Paul Giamatti (l’amico e coautore Bob).
Andiamo subito a vedere la trama di questo rutilante film, veramente pieno di gag e situazioni non convenzionali: Andy fin da bambino ha manifestato una certa predisposizione per lo spettacolo e l’intrattenimento, anche se in forma un poco distorta, corrispondente al suo umorismo non proprio da uomo qualunque.
Per tale motivo, i suoi sketch non ottengono un grande successo sul palco, fino a che egli non si inventa il personaggio di Latka, un presunto immigrato da Caspiar (isola sul Mar Caspio che sarebbe affondata), nonché imitatore… pessimo, sulle prime, ma poi formidabile nel momento in cui imita Elvis Presley, il quale al tempo dichiarò che la sua imitazione preferita era proprio quella di Andy Kaufman… e che curiosamente ne ha condiviso il destino fatto di morte precoce e di leggenda metropolitana sul finto decesso.
Il personaggio di Latka vale a Andy la rappresentanza del manager Shapiro, che gli apre palcoscenici fino a quel momento inimmaginabili, nonché un successo su scala federale.
Il bizzarro senso dell’humor di Andy tuttavia gli fa percorrere una sorta di anticipato viale del tramonto (un po’ per il grottesco "wrestling inter-genere", un po’ per l’altro personaggio che si inventa, l’aggressivo cantante Tony Clifton), ulteriormente anticipato dal tumore ai polmoni (elemento che dà sostegno ai sostenitori della leggenda della finta morte, dato che il cancro ai polmoni nei non fumatori al di sotto dei 50 anni è un’eccezione statistica).
Proprio la discesa verso l’ormai inevitabile, tuttavia, lo porta a concepire uno spettacolo d’addio memorabile con tanti ospiti e tanti colpi di scena, passato alla storia per il fatto che Andy offrì alle migliaia e migliaia di spettatori latte e biscotti. In questo spettacolo, inoltre, un personaggio moriva per finta, proprio come Andy avrebbe promesso di fare lui stesso e come alcuni pensano che abbia davvero fatto, cosa non impossibile per una persona così enigmatica e fuori dagli schemi come a quanto pare era Andy Kaufman.
Ma torniamo a Man on the moon: il film, a mio avviso, è strepitoso nella sua prima metà, per poi perdere colpi una volta subentrato il wrestling. La parte finale, tuttavia, ridona lustro all’opera, che lascia lo spettatore con gli occhi lucidi e anche un po’ scosso per lo spettacolo cui ha appena assistito… specialmente sapendo che si tratta di una biografia fedele e non di un’opera di fantasia.
L’ultima scena, tra le altre cose, sembra voler far pendere dal lato della leggenda metropolitana, dal momento che, un anno dopo il funerale di Andy Kaufman, si vede Tony Clifton sul palco, e contemporaneamente l'amico Bob (che a volte interpretava Tony al posto di Andy per confondere le acque presso il pubblico, ignaro della vera identità di Clifton) tra il pubblico, suggerendo quindi che fosse proprio Kaufman a interpretare il bizzarro cantante.
Nel complesso, Man on the moon è un film che amo, e che non a caso ho già visto svariate volte.
Memorabili in particolare le scene dell’imitazione di Elvis Presley, del pezzo musicale col labiale, dello spettacolo finale e del funerale.
In chiusura, riporto alcune belle frasi tratte dal film, nel quale, tra le altre cose, si accenna (seppur in modo volante) a: meditazione, visualizzazione, yoga, ricerca interiore, chakra, cristalloterapia, alimentazione naturale, profezie che si autoavverano, energia (positiva e negativa) e manifesting.
"Il mondo è un'illusione: non dovremmo prenderlo tanto sul serio."
"Non esiste un vero te."
"Mi sento circondato da energia negativa."
"Sei circondato da ciò che hai creato."
"Noi non siamo soli mai e la gioia è tra di noi.
Quanto amore c'è al mondo.
Non c'è nulla da temere."
In chiusura, riporto alcune belle frasi tratte dal film, nel quale, tra le altre cose, si accenna (seppur in modo volante) a: meditazione, visualizzazione, yoga, ricerca interiore, chakra, cristalloterapia, alimentazione naturale, profezie che si autoavverano, energia (positiva e negativa) e manifesting.
"Il mondo è un'illusione: non dovremmo prenderlo tanto sul serio."
"Non esiste un vero te."
"Mi sento circondato da energia negativa."
"Sei circondato da ciò che hai creato."
"Noi non siamo soli mai e la gioia è tra di noi.
Quanto amore c'è al mondo.
Non c'è nulla da temere."
Fosco Del Nero
Titolo: Man on the moon (Man on the moon).
Genere: commedia, drammatico.
Regista: Milos Forman.
Attori: Jim Carrey, Danny De Vito, Courtney Love, Paul Giamatti, Vincent Schiavelli, Gerry Becker, Marilu Henner, Christopher Lloyd, Judd Hirsch, Carol Kane, Jerry Lawler, Jim Ross.
Anno: 1999.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.