Ovviamente avevo già visto Ladyhawke, il film fantasy classico degli anni “80, ma non da quando avevo aperto il blog Cinema e film, tanto che questa nuova visione vale a redarne la recensione, e una recensione matura, svicolata dall’adolescenza e dai decenni “80-“90, giacché capita che i film di quegli anni invecchino male… o bene, a seconda della qualità del film.
Partiamo dal curriculum: a dirigere il tutto c’è Richard Donner, che in quegli anni trasformava in oro qualunque cosa toccasse, e svariando in vari generi: oltre a Ladyhawke, abbiamo anche I Goonies, Omen - Il presagio, S.O.S. fantasmi, Superman, Arma letale. In effetti, Donner è stato uno dei registi che ha più caratterizzato la fine degli anni “70 e tutti gli anni “80.
Davanti alla macchina da presa, invece, abbiamo Michelle Pfeiffer (Stardust, Le streghe di Eastwick, Dark shadows, Madre!, White oleander, Scarface, Le relazioni pericolose), al tempo giovane e dalla bellezza abbacinante), Matthew Broderick (Wargames - Giochi di guerra, Il rompiscatole, Una pazza giornata di vacanza), al tempo ragazzino dall’aria un po’ guascona, e Rutger Hauer (Blade runner, The hitcher - La lunga strada della paura, La leggenda del santo bevitore), al tempo uomo bello e prestante.
Ecco la trama di Ladyhawke: siamo nel Duecento, nella provincia francese (per quanto il film sia stato girato quasi interamente in Italia), immersi nel Medio Evo, nella religione, nella superstizione e nell’uso della forza.
Il giovane Philippe Gaston, un ladruncolo imprigionato nella città di Aguillon in attesa dell’esecuzione per impiccagione, riesce a fuggirne passando per le fogne. Inseguito dai soldati, viene salvato dal forte e carismatico Etienne Navarre, ex capitano della guardia e in rotta col potente Vescovo di Aguillon... e per un motivo ben serio: il Vescovo, in un impeto di gelosia verso la bella Isabeau D'Anjou, ha ricorso alla magia nera e ha trasformato Etienne in un lupo e Isabeau in un falco.
Ma non perennemente: l’uomo diventa lupo la notte, per poi ridiventare uomo all’alba, e la donna diventa falco di giorno, ridiventando donna al tramonto. Di fatto, i due innamorati possono anche vivere insieme, ma senza mai incontrarsi come uomo e donna.
Il frate Imperius, che al tempo causò involontariamente la maledizione, cerca ora di porvi rimedio, aiutato dal ladruncolo Philippe.
Essenzialmente Ladyhawke è una fiaba fantasy, che ha sia carisma, che bellezza, che dolcezza: in effetti, non le manca niente, né visivamente, né come recitazione. Anzi, appartiene alla vecchia scuola cinematografica che si permette anche silenzi e spazi e punta sull’atmosfera, che il film possiede in abbondanza, più che sul dinamismo. Una cosa del film è tuttavia invecchiata male: la colonna sonora evidentemente in stile anni “80, la quale è quasi sempre fuori luogo e che sarebbe stato meglio evitare, magari in favore di qualcosa di più neutro (musica classica, musica d'atmosfera).
È un peccato veniale, comunque, all’interno di un film bello ed evocativo, contenente anche qualche spunto dal sapore nettamente esistenziale, cosa che non mi ricordavo (nel senso che senza dubbio molti anni fa non ero in grado di accorgermene).
A tal scopo, mi sono segnato alcune frasi interessanti, che riporto di seguito, le quali a dire il vero paiono abbastanza slegate dal contesto narrativo, e messe invece per conto proprio… il che, dal mio punto di vista, fa acquisire loro maggiore importanza e consegna al film una simbologia e una profondità ulteriori.
Tra l’altro il protagonista parla spesso con Dio, mentre dal lato dei cattivi è citato un patto col Diavolo, il che parrebbe evidenziare una tematica spirituale, per quanto secondaria rispetto a quella narrativo-fiabesca. D’altro canto, è evidente il simbolo della dualità: uomo-donna, giorno-notte, sole-luna, eclissi e superamento della dualità con la riunificazione delle due energie opposte (“una notte senza il giorno e un giorno senza la notte”). Tra gli altri dualismi, a ben vedere c'è anche quello “maestro-allievo”, anch'esso dal sapore molto esistenzial-spirituale.
A dirla tutta, col senno di poi considero tale valore aggiunto di genere esistenziale uno dei motivi per cui il film è diventato un classico.
“Forse sto sognando, eppure sono sveglio.
Vuol dire che sono sveglio e sto sognando di dormire, o piuttosto può essere che dormo e sogno di essere sveglio, e mi chiedo se sto sognando.”
“Stai sognando.”
“Non ho visto ciò che i miei occhi hanno visto; non credo ciò che la mia mente crede. Mio Dio, queste sono cose magiche, sono cose misteriose di cui ti prego, Signore, non rendermi partecipe.”
“Vi sono strane forze che agiscono nella tua vita, forze magiche che ti circondano.
Io non le capisco, però mi spaventano.”
“Ho detto la verità, Signore; come puoi chiedermi di comportarmi bene se continui a confondermi così?”
“Sempre insieme, eternamente divisi.”
“Un giorno conosceremo quella felicità che un uomo e una donna sognano.”
In chiusura, un ultimo appunto. Nel film la maledizione viene spezzata proprio nell’istante in cui il giorno e la notte si uniscono, il che sa molto di Tao e di riunione degli opposti, per l’appunto, e che da solo è un insegnamento evolutivo importante. Tale impresa riesce grazie alla forza di Volontà del guerriero, alla Compassione del ragazzino e alla Conoscenza del monaco… e anche questo è un insegnamento di una certa portata, per chi è in grado di vederlo (i tre livelli fisico, emotivo e mentale lavorano insieme in modo armonico per un bene superiore).
Fosco Del Nero
Titolo: Ladyhawke (Ladyhawke).
Genere: drammatico, fantasy.
Regista: Richard Donner.
Attori: Michelle Pfeiffer, Matthew Broderick, Rutger Hauer, Leo McKern, Donald Hodson, John Wood, Ken Hutchison, Valerie O'Brien, Venantino Venantini, Alfred Molina, Giancarlo Prete.
Anno: 1985.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.