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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 23 febbraio 2022

Mirai - Mamoru Hosoda

Il film recensito quest’oggi è un film d’animazione: Mirai, diretto da Mamoru Hosoda nel 2018.

Negli ultimi anni ho considerato Mamoru Hosoda il vero erede di Hayao Miyazaki come vertice dell’animazione nipponica: film come La ragazza che saltava nel tempoWolf children, ma soprattutto The boy and the beast, mi avevano fatto decisamente propendere per tale ipotesi…

… tuttavia Mirai, il suo ultimo lavoro, mi ha fatto in parte ricredere: Miyazaki difatti non ha mai fatto un buco nell’acqua, oscillando tra “ottimo” e “capolavoro”, mentre il film oggetto della recensione odierna presta il fianco a varie critiche.

Come prima cosa, andiamo a tratteggiarne la trama: Kun, affettuosamente chiamato dai suoi genitori Kun-chan (immagino che "Kun-kun" risultasse un poco ripetitivo), è un bambino di quattro anni che si trova a dover fronteggiare la nascita di una sorellina, Mirai, e la susseguente perdita di attenzione da parte dei suoi genitori, ora concentrati maggiormente sulla neonata.
Per il bambino, evidentemente abituato ad avere la massima attenzione da parte della madre e del padre, è una cosa inattesa e molto sgradita, tanto che non tarderà a fare i capricci, piangendo e rotolandosi a terra… cosa che farà per buona parte del film.
Da quel momento inizia una sorta di elaborazione interiore della nuova situazione, la quale, in modo molto fantasioso, coinvolgendo il cane Yukko, la Mirai e il sé stesso adulti, nonché i bisnonni e altri parenti, lo porterà a una maggiore comprensione e accettazione dello stato di fatto.

Mirai, in definitiva, è un film sull’accettazione e sul rapporto tra i fratelli piccoli.

L’intento di fondo del film è buono, e peraltro anche le precedenti opere di Hosoda, come dichiarato da lui stesso, avevano un riferimento di tipo intimo-familiare: Wolf children, ad esempio, esplorava il rapporto tra una madre single e i figli, nonché il rapporto tra i fratelli stessi; Summer wars mostrava uno spaccato di una tradizionale famiglia giapponese; The boy and the beast partiva da problemi familiari e portava a una sorta di educazione-addestramento del protagonista da parte di una figura paterna "sostitutiva"; La ragazza che saltava nel tempo parla chiaramente di adolescenza-gioventù.

Tuttavia, Mirai cede il passo ai suoi predecessori da entrambi i punti di vista: quello tecnico, che onestamente non mi è piaciuto molto se non per rare scene, e quello interiore-contenutistico, piuttosto semplicistico e infantile.

Tra The boy and the beast o Wolf children e Mirai, per essere onesti, c’è un abisso di qualità in mezzo, esterna e interna.
Peraltro, rendere il protagonista centrale di un film, in verità praticamente l’unico, estremamente noioso e piagnucoloso non è un buon viatico per realizzare un’opera piacevole e brillante.

Mirai, dunque, si salva solo in alcune scene visivamente molto belle (come il cane-uomo nel giardino), nell’idea della casa a gradoni, con giardino in mezzo, nell’intento di fondo di realizzare un’opera didattica… purtroppo però realizzato solo in parte. Forse, in verità, il film è più adatto alla visione dei bambini, e magari dei bambini capricciosi in cerca d’attenzione (per mostrare loro come appaiono dall'esterno). Quanto all’antico e validissimo assunto per cui un’opera di qualità per bambini debba essere anche un’opera di qualità per gli adulti (lo disse C. J. Lewis, se ricordo bene), qua non ci siamo.

Confido in una pronta ripresa nel prossimo film di Hosoda… magari non più sull’elemento familiare, che pare aver sfruttato a sufficienza, e forse anche troppo.

Fosco Del Nero 



Titolo: Mirai (Mirai no Mirai). 
Genere: anime, animazione, commedia, fantasy.
Regista: Mamodu Hosoda. 
Anno: 2018.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.



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