Prima di procedere con la descrizione e il commento della serie tv Messiah, partiamo dalle basi.
Il produttore è Netflix, piattaforma nota per le sue produzioni di basso livello umano e psichico; cosa che non sorprende, essendo uno dei bracci divulgativi del mondialismo. Non a caso, una delle prime cose che si vedono in Messiah è una croce capovolta: non certo un caso.
L’ideatore, Michael Petroni, è un nome poco noto: al suo attivo ha, come regista, quattro film praticamente sconosciuti, mentre hanno avuto sorte migliore alcuni film di cui ha scritto la sceneggiatura: Il rito, Storia di una ladra di libri, Possession, Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero, The dangerous lives of altar boys, La regina dei dannati.
Ci muoviamo dunque tra possessioni-dannazione e storie per l'infanzia: un connubio nemmeno tanto curioso, conoscendo certi ambienti.
Ancora, Petroni ha scritto una precedente serie, del 2003, intitolata Miracles, nella quale un ex seminarista indaga su presunti miracoli, tutti rivelatisi falsi, fino a imbattersi in un caso inquietante fatto di scritte di sangue. Anche in quel caso, proprio come per Messiah, la serie, che non conosco, ebbe una sola stagione e fu poi abbandonata.
Passiamo ora a Messiah, serie tv di appena 10 episodi di genere giallo-religioso, a seconda del lato da cui la si vuol guardare… lato dello spettatore ma anche dei vari protagonisti coinvolti.
In Siria, un dì, spunta fuori un giovane uomo che predica per strada: predica la legge di Dio e afferma che i malvagi verranno sconfitti. Dopo un clamoroso evento atmosferico che sembra attinente alle sue parole, e dopo quello che sembra un altro miracolo, egli si crea un nutrito gruppo di seguaci che lo segue fino al confine con Israele, dove l’uomo viene preso in consegna dalla polizia locale. Tuttavia, sparisce misteriosamente dalla cella in cui era rinchiuso e poco dopo appare negli Stati Uniti, dove ugualmente agisce in favore delle forze della natura: salva la vita di una ragazza da un uragano e l’unico edificio che rimane in piedi è la chiesa dove si trovava.
Il predicatore Felix Iguero, il padre della ragazza, si mette allora al servizio di colui che oramai, sia in Palestina che negli USA, è chiamato “il Messia”, il quale giungerà fino a Washington e alle televisioni nazionali, mentre gli agenti speciali iniziano a indagare sul suo conto, trovando notizie sul suo passato.
Sgombro subito il campo da ogni dubbio: la serie tv Messiah al massimo può essere definita di tipo “religioso”, ma non di tipo “spirituale”: non vi sono infatti in essa contenuti di genere evolutivo, se non qualche frase di luogo comune di stampo religioso-new age.
Data la produzione che c’era dietro, peraltro, non mi attendevo niente di diverso e, anzi, mi attendevo pure di peggio... ma quantomeno la serie tv è un buon prodotto televisivo. La sceneggiatura è interessante, la realizzazione è ottima, il casting eccellente (praticamente perfetto Mehdi Dehb nel ruolo del Mahdi… anche il nome lo conferma), la caratterizzazione dei personaggi è ben fatta, anche se leggermente stereotipata, e i dialoghi sono sufficientemente credibili, nonostante la mancata profondità esistenziale di cui sopra (che però si può permettere solo chi è arrivato a un certo livello coscienziale: non è dunque un discorso di essere buoni professionisti o meno in un determinato lavoro).
La serie, dopo la sola prima stagione, rimane monca, visto che non le è stato permesso di andare oltre, nonostante i buoni ascolti e il nutrito gruppo di fan, ma in ogni caso l’ultimo episodio realizzato dava quantomeno una risposta alla domanda di fondo, ossia “È un vero messia oppure un impostore?”.
Nel complesso, Messiah è un buon prodotto nelle sue singole componenti ma soprattutto nell’atmosfera che riesce a creare.
Fosco Del Nero
Titolo: Messiah (Messiah).
Genere: serie tv, drammatico.
Ideatore: Michael Petroni.
Attori: Michelle Monaghan, Mehdi Dehbi, Tomer Sisley, Fares Landoulsi, Jane Adams, Beau Bridges, Philip Baker Hall, John Ortiz, Barbara Eve Harris
Anno: 2020.
Voto: 7.
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