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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 30 maggio 2023

Archive 81 - Universi alternativi - Rebecca Sonnenshine

Presentazione di "Archive 81 - Universi alternativi"

Archive 81 - Universi alternativi è una serie televisiva davvero interessante, ch’è un vero peccato che sia stata interrotta, senza dare seguito alla seconda stagione, nonostante gli ottimi ascolti e il buon riscontro della critica.

Forse il motivo risiede nel fatto che non risultava utile a livello di propaganda e manipolazione, non presentando i classici elementi del globalismo e di Netflix, il suo principale alfiere nel mondo dell’intrattenimento.

Trama di "Archive 81 - Universi alternativi"

Andiamo alla trama di Archive 81 - Universi alternativi: Dan Turner è un giovane di colore che per lavoro si occupa di restaurare nastri danneggiati: videocassette, audiocassette e dintorni. A tal scopo, viene contattato da Virgil Davenport, un ricco uomo d’affari il quale, per motivi non spiegati, desidera restaurare una serie di nastri girati nel 1993, ossia alcuni decenni prima, da Melody Pendras, un’allora giovane donna la quale si era trasferita in un curioso condominio nell’East Village, a New York, nella speranza di trovare notizie sulla madre che l’ha abbandonata da piccola, e che a quanto pare tempo prima aveva vissuto lì per un lasso di tempo.

Se Melody indagava su un mistero, ne troverà uno ancora più grande, entrando in contatto con una sorta di loggia occulta la quale sta tentando di richiamare in questo piano di realtà un’antica deità oscura e pericolosa.

Mentre Dan restaura via via le videocassette, scopre quanto aveva scoperto Melody, e parimenti lo scopre lo spettatore, realizzando un curioso affiancamento. La cosa è doppiamente curiosa, poiché a volte la telecamera segue il punto di vista di Dan, a volte quello di Melody… e in alcuni momenti le due realtà temporali sembrano intersecarsi, suggerendo che la vicenda ha effettivamente qualcosa di soprannaturale, come Dan scoprirà dopo un po’.

Commento su "Archive 81 - Universi alternativi" 

Archive 81 - Universi alternativi è molto “onesto”: non punta a spaventare lo spettatore, né punta su elementi sensazionalistici o grossolani… anzi, è tutto ben ordinato e ben esposto, oltre che ben efficace.

La scenografia funziona, il cast di attori funziona, il comparto audio funziona, i dialoghi pure, l’atmosfera c’è. Un po’ cupa, certamente non gioiosa, ma nel suo genere va benissimo.

Non si fa fatica a spiegarsi il buon successo di pubblico… mentre si fa qualche fatica a comprendere l’interruzione della serie, cosa che mostra, per l’ennesima volta, che in quegli ambienti non vi è il minimo rispetto per gli spettatori (persino quando un prodotto ha un buon successo di pubblico!), i quali avrebbero diritto di vedere concluse le serie che vengono iniziate e diffuse.
Peccato.

Fosco Del Nero


Scheda di "Archive 81 - Universi alternativi"

Titolo: Archive 81 - Universi alternativi (Archive 81).
Genere: serie tv, drammatico, psicologico, fantastico.
Ideatore: Rebecca Sonnenshine.
Attori: Mamoudou Athie, Dina Shihabi, Evan Jonigkeit, Julia Chan, Ariana Neal, Matt McGorry, Martin Donovan, Daniel Johnson, Kate Eastman, Charlie Hudson III, Kristin Griffith, Johnna Leary, Eden Marryshow, Trayce Malachi.
Anno: 2022.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 23 maggio 2023

La famiglia Addams - Barry Sonnenfeld

Presentazione de "La famiglia Addams"

Da ragazzino La famiglia Addams, girato da Barry Sonnenfeld nel 1991, era uno dei miei film preferivi: univa intelligenza, originalità, umorismo e bellezza, nonché un certo senso dell’onore (qualità che spesso mancano alla gran parte delle produzioni cinematografiche contemporanee).

Il film, peraltro, si segnalava per diversi elementi: un cast che azzeccato è dir poco, la colonna sonora, la scenografia, ma anche i dialoghi.
Per alcuni attori, probabilmente, questa è stata l’interpretazione più importante della carriera: penso a Raul Julia e Anjelica Huston, ma anche a Christopher Lloyd e Christina Ricci, i quali, se hanno preso parte a svariate produzioni importanti, certamente sono stati “caratterizzati” anche dal presente film.

Segnalo peraltro che questo fu il film di esordio, alla regia, per Barry Sonnenfeld, il quale negli anni seguenti diresse altri film di discreto-buon valore: Amore con interessi, La famiglia Addams 2, Get shorty, Men in black… non riuscendo però poi a confermarsi e scendendo via via di livello.

Trama de "La famiglia Addams"

Ecco la trama de La famiglia Addams: Fester Addams, l’erede della fortuna degli Addams, è scomparso da venticinque anni, cosicché la gestione della casa e del patrimonio è passata a Gomez, il quale vive con la sua assai affiatata famiglia: la moglie Morticia, i figli Mercoledì e Pugsley, la nonna Addams e il maggiordomo Lurch (senza dimenticare Mano).

Un dì, Gomez ritorna a casa, accompagnato da una dottoressa che afferma di averlo ritrovato, dopo essere scampato al Triangolo delle Bermude; in verità si tratta di una finzione, poiché i due, madre e figlio, progettano di derubare il forziere degli Addams.
Ma le cose non vanno come aveva progettato la finta dottoressa…

Commento su "La famiglia Addams"

Non lo nascondo: ho un debole per La famiglia Addams. Al netto delle bizzarrie e delle loro passioni per assassinii, veleni, torture, etc, il film si propone sempre pulito e gradevole. 
L’esatto contrario di molti prodotti d’intrattenimento odierni, film e serie tv, che trattano certi temi allo scopo di essere inclusivi, ma risultando sporchi e grossolani.

Qua, invece, vi sono originalità e buoni sentimenti.
E alcuni personaggi del film, Gomez, Morticia, Fester, Mercoledì, sono letteralmente memorabili. Come peraltro alcune scene: il ballo della mamushka, per esempio.
Poco valorizzati, invece, la nonna e il maggiordomo.

Il film fu un grande successo di pubblico, ottenne molti riconoscimenti e candidature nei premi di settore e col tempo è diventato un vero e proprio film culto. 

Magari mi rivedrò anche La famiglia Addams 2, che tuttavia mi ricordo essere di livello un poco inferiore.

Fosco Del Nero


Scheda de "La famiglia Addams"

Titolo: La famiglia Addams (The Addams’ family).
Genere: commedia, grottesco.
Regista: Barry Sonnenfeld.
Attori: Raul Julia, Anjelica Huston, Christopher Lloyd, Christina Ricci, Elizabeth Wilson, Judith Malina, Dan Hedaya, Carel Struycken, Paul Benedict, Christopher Hart, Dana Ivey, Jimmy Workman.
Anno: 1991.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui



mercoledì 17 maggio 2023

Lovecraft country - La terra dei demoni - Misha Green

Avevo trovato Lovecraft country consigliata in rete e, per questo, avevo deciso di vederla: oltre ad avere resoconti positivi, dura una sola stagione, di dieci episodi e, come recita il nome, è ispirata al lavoro di Lovecraft.

In verità, il nome di Lovecraft è solo uno specchietto per allodole per attirare utenti, e la serie va a parare su tutto tranne che sui miti di Cthulhu.

Inoltre, è talmente brutta, greve e direi anche disgustosa, che ne ho interrotto la visione dopo cinque episodi, persino interrompendo il quinto a un certo punto, per metterla da parte.

La recensione dunque si basa sui primi cinque episodi, e non su tutti e dieci, e intende essere un salvagente per coloro che la leggessero e fossero indecisi se guardare o meno Lovecraft country - La terra dei demoni: non fatelo.

Partiamo dalla trama sommaria: siamo negli Stati Uniti del 1950, quando ai neri era ancora impedito, per via della segregazione razziale, entrare in molti esercizi commerciali o pubblici, specialmente nelle zone di provincia, che in tal senso potevano risultare anche pericolose per gli incauti viaggiatori di colore.
Un dì, il protagonista Atticus, lo zio George e l’amica Letitia partono in viaggio per “testare” in chiave razzista/antirazzista alcuni paesi e alcuni ristoranti, in  modo da poterli “recensire” nella guida per i viaggiatori di colore (che ai tempi poteva letteralmente salvare la vita, o comunque risparmiare molti guai).
Troveranno ben peggio che il razzismo, ossia dei terribili mostri, nonché una comunità di bianchi avvezzi a tali mostri, e anzi avvezzi all’utilizzo della magia, tramite logge e sette di vario tipo.

Fin qui, ossia sino al primo episodio, la serie pare anche interessante: la tematica razziale pare un po’ troppo calcata, ma è un peccato veniale.
Quel che diventa peccato mortale è che la serie peggiora rapidamente in termini di volgarità e grettezza, sino a livello quasi inqualificabili: possibile che all’umanità attuale piacciano tali cose?

Le cose divengono un po’ più chiare più avanti, quando si intuisce che Lovecraft country - La terra dei demoni non è altro che l’ennesimo prodotto d’intrattenimento di propaganda e, in ciò, rispetta tutti i canoni dell’agenda mondialista: vittimismo razziale, violenza, volgarità di ogni tipo, sessualità di livello bassissimo, manipolazione LGBT e dintorni, tanta confusione (certamente voluta) su esoterismo e occultismo.

In tutto ciò, dov’è Lovecraft?
Non c’è, se non in qualche libro citato e basta.
Almeno, nella metà della serie che ho visto: se vien mostrato qualcosa dopo, non so, ma rimane il fatto che i racconti e i romanzi di Lovecraft non hanno niente a che fare con omosessuali, transessuali, violenze sessuali, volgarità, razzismo, etc.

Nello scrivere la recensione, apprendo che l’opera è tratta da un libro, omonimo… in cui però non c’erano le sottostorie omosessuali e transessuali, e probabilmente altro ancora, come capita quasi sempre con le conversioni dei film e delle serie televisive recenti, di Netflix, HBO, Amazon e soci vari: prendono le storie e ci aggiungono la loro propaganda/manipolazione.

Davvero inqualificabile… nonostante tutti i riconoscimenti che l’opera ha ottenuto, probabilmente assegnati da personaggi facenti parte del medesimo entourage (un po’ come i premi nobel per la pace o l’Eurovision, assegnati a tavolino sempre nell’ottica dell’agenda mondialista).
Il risultato di pubblico, comunque, è stato che la serie è stata cancellata dopo una sola stagione, per carenza di ascolti. A quanto pare l'umanità non è ancora scesa così in basso, per quanto ci stiano provando a farla scendere.

Fosco Del Nero



Titolo: Lovecraft country - La terra dei demoni (Lovecraft country).
Genere: horror, drammatico, grottesco.
Ideatore: Misha Green.
Attori: Abbey Lee, Chase Brown, Aunjanue Ellis, Marcus A. Griffin Jr., Jonathan Majors, Wunmi Mosaku, Jurnee Smollett-Bell, Courtney B. Vance, Michael Kenneth Williams, Jada Harris.
Anno: 2020.
Voto: 2.
Dove lo trovi: qui.



martedì 16 maggio 2023

La figlia della sciamana - Kenneth Kainz

La figlia della sciamana mi è stato consigliato come film dai contenuti interessanti… e così è stato, per quanto l’elemento interessante si riduce esclusivamente alla sua idea di fondo.

Ecco la trama sommaria del film, girato in Danimarca nel 2015: il Re di Dunark è stato assassinato insieme alla sua famiglia, moglie e figlio piccolo. Il colpevole sembra essere l’altro figlio, il maggiore, Nicodemus Ravens, trovato ubriaco, con un coltello insanguinato in mano, mentre dormiva.
Nell’incertezza sul da farsi, viene convocata la sciamana Melussina Tonerre, la quale, avendo il dono di leggere dentro le persone e di vedere che cosa hanno fatto e di che cosa si vergognano, saprà dire per certo se il ragazzo ha assassinato o meno la sua famiglia.
Viene convocata anche la figlia Dina, la quale possiede lo stesso dono… tuttavia, per le due sarà difficile eseguire il compito loro assegnato, visto che si troveranno in mezzo ai giochi di potere di palazzo.

La figlia della sciamana, a livello di sceneggiatura e di scenografia, non è un film indimenticabile: è ben eseguito, ma non è nulla di trascendentale: né nella recitazione, né nei dialoghi o in altro. Tuttavia, si fa notare per l’idea che lo caratterizza: quella per cui alcune persone, le sciamane/streghe nello specifico, hanno il potere di far vergognare gli individui di sé stessi e delle loro debolezze.

Ossia, esse fungono da specchio per i vari esseri umani che incrociano il loro sguardo, e che sono così “visti”: sono visti da fuori, ma al contempo si vedono da dentro, ossia in quel frangente sono costretti a fronteggiare le proprie debolezze e le proprie mancanze.
Praticamente è il principio speculare della letteratura spirituale o, comunque, qualcosa che ci va molto vicino: lo specchio del mondo costringe letteralmente le persone ad affrontare le proprie energie interiori e, se sono spiritualmente mature, ad autosservarsi (quelle non pronte, girano lo sguardo dall’altra parte e fanno finta di niente).

Ciò, da solo, per quanto mi riguarda rende il film meritevole di visione.

Cinematograficamente parlando, si situa poco più della sufficienza, a cui aggiungo un mezzo voto per l’idea di fondo originale e interessante.
In verità c’è un altro elemento interessante nel film: il cattivo di turno alleva draghi, ossia rettili simili a grandi coccodrilli, e ne beve il sangue, poiché ciò dona longevità e forza al di fuori del comune. Il fatto di bere sangue di creature viventi al fine di ottenere vitalità e longevità è un concetto che si sta facendo lentamente strada in vari modi.

Il film ha già avuto un seguito: La figlia della sciamana 2 - Il dono del serpente: dopo che si sono scontrati Corvi e Draghi, dunque, si profila l’inserimento di un altro animale.

In chiusura, segnalo alcune frasi del film.

“Quando guardi le persone, mostri loro tutte quelle cose che preferirebbero dimenticare, o tutto ciò di cui si vergognano: questo le spaventa.”

“Le persone vogliono dimenticare: ognuno ha qualcosa di cui  vergognarsi.”

“Le cose sono impossibili finché qualcuno non le smentisce.”

“Guarda dentro, guarda dentro te stesso.”

Fosco Del Nero



Titolo: La figlia della sciamana (Skammerens datter).
Genere: fantasy, drammatico.
Regista: Kenneth Kainz.
Attori: Roland Møller, Søren Malling, Jakob Oftebro, Allan Hyde, Maria Bonnevie, Olaf Johannessen, Joi Johannsson, Esben Dalgaard Andersen, Jim High.
Anno: 2015.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 10 maggio 2023

Wizards - Ralph Bakshi

Wizards è il terzo film di Ralph Bakshi che recensisco: i primi due son stati Fuga dal mondo dei sogniIl signore degli anelli. Stiamo parlando, in tutti e tre i casi, di film d’animazione… per quanto dai risultati assai differenti in termini di qualità.

Se Il signore degli anelli, film del 1978, si difendeva bene, e anzi si rivelava essere un coraggioso tentativo di mettere su schermo parte della trilogia di Tolkien (più o meno metà… e molti hanno rimpianto la metà mancante), Fuga dal mondo dei sogni viceversa si rivelava una sorta di scarso scimmiottamento di Chi ha incastrato Roger Rabbit,.

Ma veniamo a Wizards: il film racconta di un futuro molto lontano, post apocalittico e post nucleare, in cui gran parte del pianeta è inabitabile e in cui le forze della magia e le forze della tecnologia sono in conflitto tra di loro. Tale conflitto è incarnato dai due gemelli Avatar e Montagar, figli della regina delle fate Delia, il primo buono e altruista e il secondo cattivo e dispotico.
Passati molti anni, il secondo ha elaborato un piano per distruggere i suoi nemici e prendere il potere, utilizzando armi a tutto spiano… compresa una tecnologia per la manipolazione mentale. Affinché che il piano non si realizzi, agiscono il gemello Avatar, ormai vecchio, la bella Elinore, il guerriero Weehawk e il robot riprogrammato Peace.

L’impronta di Ralph Bakshi si vede, poiché lo stile visivo è assai simile a quello de Il signore degli anelli, come è simile anche il contesto fantasy, per quanto qua mischiato con la tecnologia e le armi.

Senza dubbio fuori contesto è l’inserimento del film di scene del periodo tedesco nazista: fuori contesto e molto demagogico… anche se è interessante che sia stato inserito l’elemento della manipolazione e della propaganda, che lo stesso cinema, oltre che la televisione, avrebbe in seguito incarnato in pieno.

In generale, i “cartoni animati” di Baskhi son vividi e crudi, certamente più adatti agli adulti che non ai bambini. Wizards non fa eccezione: guerra, uccisioni, violenza, donne (o comunque creature femminili) nude, prostituzione, colori cupi. La stessa tecnica di animazione, il cosiddetto "rotoscope", è cupa e spigolosa piuttosto che colorata e morbida.
In tutto ciò, il film ha comunque i suoi motivi di interesse.

Concludiamo con due citazioni, molto intense e attuali.

“Figli miei, l’unica vera tecnologia è la natura.
Tutte le restanti forme di tecnologia sono perversioni.”

“Gli antichi dittatori usarono la tecnologia per rendere schiave le masse”

Fosco Del Nero



Titolo: Wizards (Wizards).
Genere: animazione, fantastico, fantasy. 
Regista: Ralph Bakshi.
Anno: 1977.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 9 maggio 2023

La carica dei 101 - Wolfgang Reitherman, Hamilton Luske e Clyde Geronimi

Avevo visto quasi tutti i film d’animazione diretti da Wolfgang Reitherman e, tra i pochi ancora a mancarmi, c’era il classico La carica dei 101, che non solo non ho mai recensito su Cinema e film, ma che forse non avevo nemmeno mai visto da bambino… forse per la mia innata simpatia per i gatti.

A proposito di gatti, La carica dei 101 ha evidenti punti in comune con Gli aristogatti, film di nove anni successivo: in ambo i casi si forma una coppia di animali, maschio e femmina, i quali devono badare a vari cuccioli, difendendosi da una qualche presenza umana molesta.

Nel caso de La carica dei 101 la presenza è più che molesta e consiste nel personaggio di Crudelia De Mon, divenuto una sorta di emblema della cattiveria per il suo desiderio di realizzare una pelliccia con la pelle di cani dalmata (non che ci sia molta differenza con le pellicce di altro tipo, o con la sperimentazione sugli animali, o con l’allevamento a scopo macello: la speranza è che prima o poi se ne accorga la maggioranza umana).

Ecco la trama del film: il cane Pongo combina un incontro tra il suo amico umano Rudy Radcliffe, un musicista single che vive a Londra, e la bella signorina Anita, la quale peraltro vive con Peggy, cagna dalmata. 
Ecco che si formano due coppie e che, dopo un po’, nascono ben quindici cuccioli… ambiti da Crudelia De Mon, ex compagna di scuola di Anita. Non essendo i cuccioli in vendita (come se si potessero vendere delle vite: bambini, animali e coscienze), la perfida donna li fa rapire da due suoi scagnozzi, unendoli alla sua “collezione” di cuccioli dalmata, un centinaio, tutti destinati, al momento opportuno, a essere uccisi per realizzare una grande pelliccia di pelle di cani dalmata.
Pongo e Peggy, tuttavia, hanno messo in moto un passaparola tra animali, al fine di scovare i loro cuccioli rapiti (rapiti, non rubati, perché non sono oggetti).

La carica dei 101 risponde perfettamente allo stilema dell’animazione di quei tempi: un film breve, di circa 75 minuti, disegni puliti e colorati, dei protagonisti buoni e candidi avversati da un personaggio malefico, simpatia e buoni sentimenti.

C’è anche un poco di musica, ma non tanto: meno che in molti film d’animazione colleghi, come gli altri girati da Wolfgang Reitherman: La spada nella roccia, Il libro della giunglaGli aristogattiRobin Hood, La bella addormentata nel bosco.

Pur avendo gradito il film, La carica dei 101 è probabilmente quello che mi è piaciuto meno tra quelli citati… ma forse è perché preferisco i gatti ai cani (pur amando, in generale, tutte le creature viventi).

Fosco Del Nero


Titolo: La carica dei 101 (One hundred and one dalmatians).
Genere: animazione, commedia. 
Regista: Wolfgang Reitherman, Hamilton Luske e Clyde Geronimi.
Anno: 1961.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 3 maggio 2023

Stranger things - Duffer Brothers

Non avevo mai sentito nominare Stranger things sino a poco tempo fa, anche perché non frequento le normali programmazioni televisive, ma avendone letto in rete pareri assai positivi, ho deciso di provare, tanto più che il genere mi pareva a me congeniale.

Bene, a serie visionata (almeno, quanto finora prodotto, ossia quattro stagioni, su cinque totali), posso affermare che vi sono ottimi motivi per cui la serie ha avuto un notevole successo, dal momento che in Stranger things è tutto ben pianificato e congegnato. 

Letteralmente tutto: la sigla, la colonna sonora, la regia, il casting, la sceneggiatura, la tensione scenica, il mix di generi, i cliffhanger di praticamente ogni santo episodio. 
Insomma, si vede che l’opera è frutto di un lavoro certosino su tutti i versanti.

La trama: la fittizia città di Hawkins, nell’Indiana dei primi anni “80, sembra una cittadina come tante, se non fosse che il male è in agguato, sotto forma di pericolosi esperimenti umani e di sovrapposizioni tra la normale dimensione materiale e il cosiddetto “Sottosopra”, una sorta di versione parallela della realtà popolata da presenze malefiche… a quanto pare capaci di passare dall’altra parte, cosa che spiega la sparizione di alcuni bambini e ragazzi.
Il primo a sparire è Will, un bambino un po’ problematico molto amico di altri tre bambini un po’ imbranati e disadattati, con fama da nerd e da giocatori di giochi di ruolo: Mike, Dustin e Lucas. Proprio loro tre si imbatteranno in Undici, una bambina giunta da non si sa dove, la quale si dimostrerà centrale in tutti gli eventi che seguiranno.
Altri protagonisti importanti nella storia sono la madre e il fratello maggiore di Will, rispettivamente Joyce e Jonathan Byers, lo sceriffo Jim Hopper, la sorella maggiore di Mike, Nancy Wheeler, la futura ragazza di Lucas, Max Mayfield (nonché il di lei fratello violento Bill), e Steve, belloccio che dapprima figura come ragazzo di Nancy e poi come amico/fratello maggiore di Dustin, nonché collaboratore del gruppo di ragazzini.

Già da tale elenco è evidente che gli adulti, in Stranger things, rivestono un ruolo assai minoritario: togliendo scienziati ed esercito, ne rimarrebbero ben pochi, e farebbero comunque da tappezzeria, rispetto al ruolo da protagonisti dei ragazzini in questione.

In effetti, il primo termine di paragone, iniziata la visione della serie, è stato il film I Goonies
Stranger things è però una miscellanea di generi: c'è I Goonies, c’è Stephen King (ma senza le sue energie torbide e sporche), c’è Alien, oltre al filone dei bambini nerd c’è il filone liceale-adolescenziale e altro ancora.

La durata degli episodi è alquanto variabile: se ogni stagione propone otto o nove episodi, alcuni durano meno di 50 minuti, mentre uno addirittura arriva a 140 (due ore e venti di episodio!).

Se la scelta degli attori è stata efficace (a parte qualche elemento), non vi erano nomi già famosi, con l’eccezione di Winona Ryder, presente sin dall’inizio, Sean Astin e Paul Reiser, aggiuntisi poi. Nessun volto di grido, comunque e, anzi, molti son diventati noti proprio con la serie in questione.

A proposito degli attori scelti, va per forza notato uno dei difetti dell’opera: è una produzione Netflix, il che vuol dire propaganda mondialista, tra cui la propaganda omosessuale. Su una ventina di bambini/ragazzini presentati, ce n’erano quattro omosessuali (formalmente dichiarati o no): la percentuale ovviamente non è realistica, per cui è propaganda, ossia distorsione della realtà nella direzione desiderata (da chi intende confondere il genere umano a livello di energia sessuale, ciò che tende a confondere e disequilibrare tutto quanto).
Va comunque assai meglio rispetto ad altri prodotti Netflix che ho visto.

Nota positiva: la serie è molto citazionista relativamente agli anni “80: Ritorno al futuroLa storia infinita, La cosa… per non parlare delle numerose canzoni di quegli anni, che ogni tanto fanno capolino.

In conclusione: al netto di qualche mancanza (presenza ridicola degli adulti, molti dubbi sulla strumentazione tecnica, la propaganda/confusione sessuale di cui sopra), Stranger things si rivela un prodotto di prima classe, che non per niente ha ottenuto un grande successo sia di critica che di pubblico.

In attesa della quinta stagione, quella che si rivelerà risolutiva del tutto (e già è successo molto).

Fosco Del Nero



Titolo: Stranger things (Stranger things).
Genere: serie tv, fantastico, horror, adolescenziale.
Ideatore: Duffer Brothers.
Attori: Millie Bobby Brown, Winona Ryder, David Harbour, Finn Wolfhard, Sadie Sink, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Noah Schnapp, Natalia Dyer, Charlie Heaton, Matthew Modine, Cara Buono, Joe Keery, Kevin Glen Kavanaugh, Sean Astin, Paul Reiser, Dacre Montgomery, Maya Hawke, Priah Ferguson, Brett Gelman.
Anno: 2016-2023.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 2 maggio 2023

L’ultimo esorcismo - Daniel Stamm

Mi ero segnato L’ultimo esorcismo non tanto per la fama positiva del film, che infatti non sussiste, ma per il genere, allo scopo di verificare se nel film vi fossero contenuti spirituali degni di nota (partendo dall’assunto per cui L’esorcista è un film didattico).

Tutto il contrario: L’ultimo esorcismo unisce la tecnica del finto-documentario con un approccio, almeno sulle prime, di tipo razionale-cerebrale, con tanto di reverendo protestante il quale non ha un briciolo di fede, pur provenendo da una genia di reverendi ed esorcisti…
… esorcisti finti, con tanto di effetti speciali e trucchi di vario tipo, portati avanti da un lato come fonte di guadagno e dall’altro per dare l’illusione alle persone che il problema che avevano fosse scomparso.

Essendosi tuttavia deciso a smettere con tale “lavoro”, il sacerdote in questione ha scelto di rispondere a un’ultima richiesta, effettuando così l’ultimo esorcismo del titolo, portandosi appresso, stavolta, una troupe di due persone le quali avrebbero filmato tutto quanto. 
L’intento è quello di mostrare che esorcismi e possessioni son tutti finti e che le persone coinvolte hanno bisogno di cure psichiatriche, e non di “trattamenti religiosi”.
È un po’ la posizione del famoso Padre Karras, portata all’estremo.

Va da sé, l’intera opera parte non solo dall’ignoranza spirituale, ma proprio da uno stato di coscienza piuttosto basso: raziocinio, paura, etc.

Curioso, con tali premesse, che il film termini con sette sataniche e sacrifici rituali.

Ecco la trama sommaria: il reverendo Cotton Marcus stabilisce di fare un ultimo finto esorcismo, con tanto di riprese video per testimoniare il tutto, e a tal scopo si reca a Ivanwood, in Louisiana, presso la casa del fattore Louis Sweetzer, la cui figlia Nell, a suo dire, è posseduta dal demonio. Anche il fratello Caleb non sembra messo molto bene, peraltro.
A prima vista il problema sembra legato a un certo degrado culturale, con connessa possessività del padre, il quale è sospettato anche di essere il violentatore della figlia, la quale a un certo punto si scopre essere incinta… ma poi vengono alla luce (anzi, al buio) elementi più inquietanti.

L’ultimo esorcismo non è un completo disastro: a livello cinematografico, è mezzo film e mezzo documentario, e propone una trama che sarebbe anche interessante, se non fosse per un esecuzione un po’ sempliciotta e pacchiana. 

Alla fine, si basa su due elementi: il cinismo cerebrale del reverendo e la realtà satanista che si scopre sul posto… senza che, a livello di trama, la cosa sia particolarmente solida (la comunità, la chiesa, gli avventori, i vicini, i giovani che sono stati avvicinati per le loro “feste”?).

Va da sé che il tutto è stato rapidamente pensato per suscitare ansia e/o paura nel pubblico generalista alla ricerca di facili stimoli.

L’esorcista è su un altro pianeta… ma anche altri film del medesimo genere come L’esorcismo di Emily Rose, Requiem e Il rito.

Fosco Del Nero



Titolo: L’ultimo esorcismo (The last exorcism).
Genere: horror.
Regista: Daniel Stamm.
Attori: Patrick Fabian, Ashley Bell, Iris Bahr, Louis Herthum, Caleb Landry Jones, Tony Bentley, John Wright Jr, Shanna Forrestall, Justin Shafer, Carol Sutton. 
Anno: 2010.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.



Il mondo dall'altra parte