Avevo visto L’esorcismo di Emily Rose molti anni fa, da ragazzo, e al tempo mi aveva discretamente impressionato, come peraltro era capitato, e in misura ancora maggiore, per il suo più famoso concittadino, ossia L’esorcista.
Me lo sono riguardato ora per vedere che effetto mi avrebbe fatto.
La sceneggiatura del film si rifà alle vere vicende di Anneliese Michel, una ragazza tedesca morta a 25 anni dopo alcuni anni di intensi drammi personali, che causarono grande eco e un procedimento giudiziario nel quale furono condannati per negligenza e omicidio colposo i genitori e i due sacerdoti che eseguirono l’esorcismo.
Ecco la trama de L’esorcismo di Emily Rose: Emily è una giovane ragazza che vive in una provincia piuttosto povera. Un giorno, riceve la bella notizia di una borsa di studio, con la quale potrà frequentare il college. Tuttavia, proprio al college, durante una notte, riceverà quello che col senno di poi identificherà come un attacco demoniaco, premessa della vera e propria possessione che comincerà di lì a breve.
Essendosi rivelati inutili medici e farmaci, Emily e famiglia decidono di rivolgersi a Padre Moore, il sacerdote della parrocchia locale, che comincia il rituale dell’esorcismo.
Il film, in verità, non è narrato in senso cronologico, e nemmeno propone l’unica linea narrativa della vita di Emily, ma mescola gli eventi del processo con i fatti che hanno portato al processo stesso, operando peraltro un curioso parallelismo, visto che all’avvocato che difende il sacerdote, Erin Bruner, capiteranno parimenti eventi e attacchi di qualche tipo, per quanto ben più lievi.
Il procedimento narrativo parallelo e secondo flashback si rivela piuttosto efficace, e parimenti efficaci sono ambo i due filoni, con quello orrorifico che, per forza di cosa, risulta più interessante e pregno di tensione e senso del terrore.
L’opera cerca di rimanere a cavallo tra le due interpretazioni del fenomeno, quella psichiatrica e quella spirituale, anche se, per ovvie esigenze cinematografico-spettacolari, pende dal lato della seconda.
Ne approfitto, in chiusura di recensione, per citare un paio di frasi tratte da L’esorcismo di Emily Rose.
“Lei è nel mezzo di una battaglia spirituale: le forze delle tenebre cercano di allontanarla dalla luce. Non glielo permetta.”
“Possessione è il termine che sta a indicare un’esperienza umana diretta riferita da un grandissimo numero di individui in ogni parte del mondo. Durante le mie ricerche ho incontrato tante persone che hanno avuto la sensazione di essere invase da entità soprannaturali.”
“In base alla mia analisi della documentazione, mi sono convinta che Emily Rose avesse doti da sensitiva: era una persona che entrava in contatto con quella che Carlos Castaneda chiama 'la realtà separata'. I sensitivi sono individui diversi da tutti gli altri: sono in grado di avere visioni del futuro o di vedere i morti, e sono più predisposti rispetto alle altre persone all’invasione di entità quali demoni e spiriti.”
Fosco Del Nero
Titolo: L’esorcismo di Emily Rose (The exorcism of Emily Rose.).
Genere: horror, drammatico.
Regista: Scott Derrickson.
Attori: Laura Linney, Tom Wilkinson, Campbell Scott, Jennifer Carpenter, Colm Feore, Joshua Close, Kenneth Welsh, Duncan Fraser, Jr Bourne, Mary Beth Hurt.
Anno: 2005.
Voto: 7.5.
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