Se sento dire “Francis Ford Coppola”, io immediatamente penso al suo Dracula di Bram Stoker, bellissimo film del 1992.
Tuttavia, nel blog finora il nome del regista statunitense, ma di ovvie origini italiane, non era mai comparso se non per l’episodio interno al film New York stories. Prima o poi verrà anche Dracula, molto più probabilmente de Il padrino, per citare un altro suo film famoso, ma per ora ci accontentiamo di Un’altra giovinezza, film del 2007 che segnava il ritorno alla regia di Coppola dopo dieci anni di assenza
Il film è l’adattamento dell’omonimo romanzo del filosofo e storico delle religioni Mircea Eliade… e già solo da tale elemento ci si può aspettare un film “impegnato”, come infatti è.
Curiosamente, Un’altra giovinezza ha diversi e importanti punti in comune con Dracula: l’ambientazione rumena in primo luogo, ma anche e soprattutto la tematica del tempo, che si cerca di travalicare, e che effettivamente alcuni amori riescono a travalicare, inseguendosi incarnazioni dopo incarnazioni (in ambo i film si presenta il tema della reincarnazione).
Ma ecco la trama del film: siamo in Romania nel 1938, quando Dominic Matei (Tim Roth) è un settantenne docente di linguistica il quale, deluso dal fatto di non essere mai riuscito a completare il suo libro sulle origini del linguaggio, nonché pieno di rimpianti per il mancato matrimonio con l’amore della sua vita, Laura, decide di suicidarsi col veleno. Tuttavia, un fulmine agisce prima di lui, e lo colpisce. Sarebbe dovuto morire o rimanere fortemente menomato, e invece non solo si riprende bene, ma addirittura il suo corpo inizia a ringiovanire, e così la sua mente, che trova nuova vitalità.
Sopravvissuto così al fulmine, alla lunga degenza in ospedale, ma anche alla Seconda Guerra Mondiale, alla bomba atomica e alla guerra fredda, Matei decide di portare a termine la sua opera sullo sviluppo del linguaggio in relazione al procedere delle epoche e del tempo.
Tale opera troverà un aiuto nella giovane e bella Veronica (Alexandra Maria Lara), incarnazione di Laura, morta molti anni prima, la quale in alcuni momenti di perdita di coscienza inizia a parlare in lingue antiche, egizio, sanscrito, babilonese, sumero… via via sempre più indietro nel tempo, fino a lingue di cui l’uomo moderno non ha notizia.
Tuttavia…
Un’altra giovinezza propone molto, e forse anche troppo: ci sono l’incidente e la riabilitazione, c’è l’ambientazione storica con la guerra mondiale e i nazisti, ci sono problemi vari, alcuni viaggi, e ci sono anche gli esperimenti eugenetici del Terzo Reich, la questione della metempsicosi, la questione delle anime gemelle, il doppio che emerge dentro Dominic e che intrattiene con lui veri e propri dialoghi, la trance con i linguaggi antichi di cui si è detto, e c’è la questione del personaggio che ringiovanisce anziché invecchiare… che essenzialmente è presa da Il curioso caso di Benjamin Button, o almeno dal racconto del 1922 da cui è tratto (racconto del jazzista Francis Scott Fitzgerald, nientemeno). E c’è anche dell’altro, finale compreso, che tuttavia non anticipo al potenziale spettatore.
Forse è troppo, nonostante il film si prenda i suoi tempi nell’andare avanti in modo lento e compassato, nel suo moto che si potrebbe definire circolare e ritorto su se stesso. Nel suo spessore onirico, inoltre, il film si presenta di non semplice visione, e anzi ricorda quasi più un Lynch che non un Coppola (almeno, il Lynch più moderato degli inizi, non quello scriteriato ch'è venuto fuori dopo).
In tutto questo bailamme di cose strane, la morale del film sembra ridursi alla scelta tra il proprio obiettivo di vita e l’amore per una persona, con le due cose in insanabile conflitto l’una con l’altra.
Rimane ferma una cosa: il film comincia evidenziando fin da subito la questione del tempo, con il suo inquadrare orologi (che viaggiano all’indietro, peraltro), e termina ugualmente con la questione tempo, allorquando il giro di lancette è tornato al punto di partenza, si potrebbe dire.
Altra tematica frequente nel film: le cose sono spesso capovolte rispetto a come dovrebbero essere: ciò si vede tanto in alcune inquadrature letteralmente a testa in giù, e poi in tanti elementi letteralmente capovolti e fuori contesto: 90enni in corpi di 45enni, il tempo che scorre all’indietro, persone che parlano lingue estinte, contesti che sembrano come fuori dal tempo.
Nel mentre, l'opera offre molta bellezza visiva (molto belle fotografia, montaggio e colonna sonora), ma d’altronde parliamo di un regista che sa il fatto suo da questo punto di vista, come anche bellezza e passione interiore.
Nonché qualche spunto interessante dal punto di vista esistenziale (principio circolare, reincarnazione, missione di vita, amore incondizionato, il principio del sogno e dell’addormentamento), per quanto come detto citato en passant e non approfondito.
Chiudo la recensione con alcune frasi dal significato interessante.
“La storia ricomincia da capo.”
“Sto sognando, e quando poi mi sveglierò avrò la sensazione che quello sia un sogno appena cominciato.”
“Io sono perfettamente consapevole che sto sognando. Come succede nella favola del re e della farfalla: narra di un re che sognava di essere una farfalla, che sognava di essere un re, che sognava di essere una farfalla…”
Fosco Del Nero
Titolo: Un’altra giovinezza (Another youth).
Genere: drammatico, fantastico, sentimentale.
Regista: Francis Ford Coppola.
Attori: Tim Roth, Alexandra Maria Lara, Bruno Ganz, Marcel Iures, André Hennicke, Adrian Pintea, Alexandra Pirici.
Anno: 2007.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.