Oggi siamo in compagnia di Captain Fantastic, diretto da Matt Ross nel 2016.
Nel momento in cui sono andato a vederlo, non mi ricordavo perché lo avevo selezionato, per cui ho iniziato a guardarlo privo di aspettative, “pulito” per così dire. E l’inizio mi ha folgorato per tutta la bellezza che il film mostrava: le bellezza della natura, la bellezza di una vita salubre per quanto un po’ spartana, la bellezza della lontananza dalla manipolazione mediatica e consumistica, la bellezza di una famiglia d’altri tempi, la bellezza della sincerità e del pensiero indipendente, la bellezza anche del cast, con i figli della suddetta famiglia, bambini e adolescenti, uno più bello dell’altra.
Tuttavia, a lungo andare il film si è come ritorto su se stesso, e anzi si fa portatore di un messaggio che è il contrario di quanto mostrato in apertura, giacché, per fare un piccolo elenco, chi vive in quel modo (in un modo salubre e lontano dalla violenza della società contemporanea):
- cade in depressione e si suicida,
- si dimostra squilibrato nel comportamento sociale,
- rischia di morire a quindici anni per via di incidenti stupidi,
- non riesce a spiccicare parola con le ragazze,
- mangia in un modo ma è comunque attratto dai cibi della società (tra la carne e la panna sulle torte),
- porta avanti certe pratiche (attività fisica, yoga, respirazione), ma dimostra di non averne mai acquisito i frutti, e alla fine si comporta come una persona normale,
- ci mette poco a fare marcia indietro, implicitamente affermando la superiorità dello stile di vita “tradizionale”.
In definitiva, il film è stato girato da qualcuno che ha voluto mostrare il contrasto tra il modo di vivere normale-americano e uno stile di vita alternativo, più duro e più vicino alla natura, nonché a certe pratiche e credenze: buddhismo, yoga, etc. Tuttavia questo qualcuno è un “esterno”, che non sa quali sono i raggiungimenti di certe pratiche e pensa che in fin dei conti si tratti di persone normali che semplicemente fanno cose diverse: questa è una differenza sul piano orizzontale, ma chi porta avanti certe discipline (introspettive, fisiche, spirituali, alimentari, etc) diviene letteralmente una creatura diversa, e su un piano verticale. La differenza dunque è di qualità, non di quantità; se non si è sviluppata tale verticalità allora si è rimasti sul piano delle mere pratiche… ma solitamente tali pratiche portano in una certa direzione, e quando si è allevati ed educati in un certo modo fin da piccoli la direzione è praticamente scontata.
Niente di questo si vede nel film, che anzi dipinge come più sagge e posate le persone normali e come fuori di testa quelli alternativi, come fossero un gruppo di hippy moderni (molto probabilmente il contrasto che si è voluto mostrare è questo più che lo stato interiore dei protagonisti).
Davvero un peccato, perché il film, col suo avvio di grande bellezza (uccisione a parte di un cervo… cosa che da sola mostra chi ha scritto il film), avrebbe potuto essere di ben altro spessore, mentre così rimane un film con contenuti validi, con momenti di grande bellezza, ma anche con il lato negativo che ho già evidenziato, nonché molti altri momenti melodrammatico-patetici… che piacciono tanto al pubblico medio (che immagino sarà quello verso la fine del film penserà: “Hai visto, non conviene essere diversi: meglio uniformarsi”).
Prima che me ne dimentichi, ecco la trama sommaria di Captain Fantastic: in un bosco della costa nord-occidentale degli Usa, Ben Cash (Viggo Mortensen; Il signore degli anelli, A history of violence, La promessa dell’assassino, Carlito's way) vive con la sua famiglia, composta da ben sei figli. Quanto alla moglie-madre, Leslie, sta in ospedale per curare una forma di depressione, ma si suiciderà, lasciando la famiglia monca. Ben porterà avanti il solito stile di vita, che comprende allenamento fisico, educazione, caccia, musica, ma ben presto la mancanza della madre si farà sentire, e qualche nodo verrà al pettine, anche per via della questione funerale: il padre della donna, infatti, disprezza Ben e il suo stile di vita e minaccia di farlo arrestare se si presenterà al funerale della figlia, cosa che Ben farà, dando il via a tutta una serie di conseguenze…
Assegno comunque a Captain Fantastic una valutazione positiva, perché come film è molto ben girato e come detto mostra tanta bellezza, per quanto a livello di energia di fondo di fatto sia diseducativo (oltre che disinformativo).
E non perché, lo sottolineo per chi non lo avesse capito dalle mie parole precedenti, gli alternativi facciano marcia indietro e finiscano per vivere in modo più normale, con casa, scuola, etc (il punto della questione non è questo), ma perché gli alternativi mancavano del tutto della serenità e della forza interiore che avrebbero dovuto aver sviluppato in quanto persone con alla base certe pratiche e un certo stile di vita (specialmente i giovani che non avevano vissuto che quello).
Come detto, peccato, anche se comunque il film rimane interessante da guardare da una visione personale, diciamo così, “non comune”.
Fosco Del Nero
Titolo: Captain Fantastic (Captain Fantastic).
Genere: drammatico.
Regista: Matt Ross.
Attori: Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Nicholas Hamilton,Shree Crooks, Charlie Shotwell, Trin Miller, Kathryn Hahn, Steve Zahn, Elijah Stevenson, Teddy Van Ee.
Anno: 2016.
Voto: 7.
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