Forse avevo già visto in passato Stay - Nel labirinto della mente: dal titolo mi pareva di sì, ma (ri) vedendolo non ne sono poi così certo.
A ogni modo, ho proceduto a questa visione dopo aver molto apprezzato il regista Marc Forster in Vero come la finzione… anche se, a dire il vero, assai meno in World War Z.
Apprezzando in generale il genere psicologico-surreale, ed essendo Marc Forster famoso per tale fattore, ho proceduto a vedermi (o rivedermi) Stay - Nel labirinto della mente, film con protagonista il bravo Ewan McGregor, che guardo volentieri dai tempi di Trainspotting. A fargli compagnia, Naomi Watts e Ryan Gosling.
Ecco la trama di Stay - Nel labirinto della mente, storia che oscilla tra il genere psicologico, quello surreale e il drammatico: Sam Foster (Ewan McGregor; Moulin Rouge, Sogni e delitti, Piccoli omicidi tra amici, L’uomo che fissa le capre, Big fish, Star wars 1 - La minaccia fantasma, The island, Angeli e demoni) è un giovane psichiatra, che giunge in uno studio come sostituto della titolare, indisponibile perché stressata, e si trova tra le mani il caso di Henry Letham (Ryan Gosling; Blue Valentine, Blade runner 2049), un ragazzo con problemi mentali, che sente voci, riesce ad anticipare le frasi degli altri, conosce eventi in anticipo, si sente colpevole della morte dei suoi genitori... e ha deciso di suicidarsi di lì a pochi giorni.
Anche la compagna del dottore, Lila (Naomi Watts; La promessa dell’assassino, Il velo dipinto, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, Mulholland Drive, The ring) ha tentato il suicidio tempo prima, salvata proprio dall’uomo, il quale si sente in dovere di fare la stessa cosa anche col ragazzo… finendo però per entrare in un vortice di eventi allucinatori simili a quelli che lamentava lo stesso ragazzo.
Non svelo il finale per non compromettere la visione di chi eventualmente non avesse ancora visto il film, ma non posso non sottolineare che, come genere, Stay - Nel labirinto della mente entra un po’ nel filone psicologico dei vari L’uomo senza sonno o Memento, o anche Fight Club, tutti film girati poco tempo prima, anche se il film da cui Stay - Nel labirinto della mente ha letteralmente rubato lo spunto di fondo è Allucinazione perversa. I contenuti e i generi son molto diversi, ma lo schema del film è il medesimo, tanto che, se non si tratta di plagio, quantomeno si tratta di una forte ispirazione, diciamo così.
Se l’idea di fondo è praticamente presa in prestito, e se il genere del film ormai non è nuovo, e anzi cavalca un filone in voga negli ultimissimi decenni, lo stile di Stay - Nel labirinto della mente è piuttosto originale: Marc Forster si conferma regista validissimo, tecnicamente in gamba e visionario nelle immagini e nel montaggio, riuscendo nell’intento di trasmettere il senso di confusione e di allucinazione dei protagonisti della storia.
Anche il cast è ottimo, ma è proprio la storia, paradossalmente, a non convincere del tutto: non innovativa, è anche incoerente nel senso che, narrata dal punto di vista dello psichiatra, seguito dalle telecamere passo passo, mostra invece allucinazioni che avrebbero dovuto, col senno di poi del finale, riguardare il solo Henry.
Va bene, nessun problema: non siamo troppo fiscali e guardiamo comunque il film; ci limitiamo a evidenziare che Stay - Nel labirinto della mente, pur assai valido da certi punti di vista, non lo è altrettanto da altri. Considerando tutto, si rivela un film ben fatto ma non un capolavoro.
A proposito del finale: che si trattasse di una questione veglia/sonno, coscienza/incoscienza, è stato largamente anticipato; non solo dalle scene allucinatorie, ma anche da quelle apparentemente normali, in cui sullo sfondo si vedevano passare persone identiche (simili d'aspetto e vestite allo stesso modo), tre per volta.
Anche le numerose convergenze tra lo psichiatra, la sua fidanzata e il ragazzo avevano evidentemente acceso una campanella: due potenziali suicidi, due anelli identici, due pittori, stesse frasi dette, etc.
Interessante la scena in cui il padre del ragazzo, teoricamente morto, appare come vivo e vegeto e, anzi, ha pure riacquistato la vista, da cieco ch'era, e dice due cose.
Prima: "Per la prima volta, vedo ogni cosa".
Seconda: "I buddhisti hanno sempre avuto ragione: il mondo è un'illusione."
Dunque, dalla morte alla vita, dalla cecità alla vista... e allora finalmente si vede tutto e ci si rende conto che l'esistenza materiale è illusoria.
Ultimo appunto: alcune frasi impreziosiscono l'opera, nel caso lo spettatore sia interessato a temi esistenziali: non poche, in verità, quasi tutte incentrate sul tema della coscienza e dell'ambivalenza tra realtà e irrealtà.
"Non esiste un'altra parte."
"C'è troppa bellezza per mollare.
C'è troppa bellezza."
"Chi sono io?"
"Andrò all'inferno?
O forse ci sono già... non lo so."
"Vedo ogni cosa.
Per la prima volta, vedo ogni cosa."
"I buddhisti hanno sempre avuto ragione: il mondo è un'illusione."
"Non so più cos'è reale ormai."
"Devo svegliarmi."
"Se questo è un sogno, c'è il mondo intero dentro."
Fosco Del Nero
Titolo: Stay - Nel labirinto della mente (Stay)
Genere: psicologico, drammatico.
Regista: Marc Forster .
Attori: Ewan McGregor, Ryan Gosling, Naomi Watts, Janeane Garofalo, Bob Hoskins, Elizabeth Reaser, Kate Burton, B.D. Wong, John Tormey, José Ramon Rosario, Becky Ann Baker.
Anno: 2005.
Voto: 7.
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