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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 30 settembre 2015

Dragon - La storia di Bruce Lee - Rob Cohen

Avevo già visto Dragon - La  storia di Bruce Lee, ma molto tempo fa, ben prima di aprire il blog Cinema e film. La recensione arriva dunque con questa nuova visione.

Come facilmente intuibile dal titolo, Dragon è un film biografico sulla vita di Bruce Lee, il celebre artista marziale, nonché attore e autore, che ha enormemente contribuito alla diffusione nel mondo tanto delle arti marziali, quanto di una certa filosofia di vita basata sulla forza interiore, ancor prima che su quella esteriore.

Il film, uno dei vari film relativi alla via di Bruce Lee, è tratto dal libro scritto dalla moglie di Bruce Lee, Linda Lee Caldwell, pochi mesi dopo la morte del marito, e quindi con ricordi ancora molto freschi. Ricordo inoltre che la morte di Bruce Lee è stata piuttosto misteriosa, e tuttora inesplicata, e ha sollevato molte domande… poi bissate dalla morte del figlio Brandon Lee, anche lui attore e anche lui morto durante le riprese di un film.

Curiosamente, Brandon aveva rifiutato di interpretare il padre in questo film, preferendo invece Il corvo, film che gli ha dato sia la fama che la morte.
Il ruolo di Bruce Lee è stato quindi assegnato all’ottimo Jason Scott Lee, che non è parente nonostante l'identico cognome e che, per la parte in questione, è stato allenato al jeet kune do da Jerry Poteet, uno degli allievi di Bruce Lee.

Non sono mai stato un appassionato di arti marziali (le ho però sempre rispettate dal di fuori, certo che rappresentino “pratiche antiche”), ma ho sempre avuto una certa simpatia per Bruce Lee, e anche per questo film, per cui provo una sorta di affetto.

La parabola della vita di Bruce Lee, benché corta dati i nemmeno 33 anni vissuti dall’uomo, ha una grande bellezza e una grande forza, e non può non colpire lo spettatore: nato ad Hong Kong, piuttosto vivace e ribelle di carattere, Bruce viene mandato dal padre in America, un po’ per sfuggire alla criminalità del posto, un po’ per cercare fortuna dall’altra parte dell’oceano. 

Dopo un periodo di ambientazione, Bruce trova la sua strada, mettendo a frutto il suo talento più grande: le arti marziali, per l’appunto, che lo vedranno prima insegnante di un piccolo gruppo, poi di un gruppo sempre più esteso, e infine proprietario di una palestra, autore di un fortunato libro, lottatore di grande fama, e infine attore di pellicole sempre più importanti.

Ma lo vedranno anche come amante e compagno (della futura moglie Linda, interpretata dalla bellissima Lauren Holly), come padre, nonché come persona qualunque con i suoi demoni da sconfiggere, ciò che ha dato al film anche una componente al contempo immaginifica e interiore.

In effetti, Dragon - La storia di Bruce Lee si destreggia molto bene nelle sue varie componenti, tanto che può essere visto sia come film biografico, sia come film d’azione, ma anche come film-storia interiore con dei valori importanti al suo interno.
Parlo della forza, del coraggio, dell’accettazione della diversità, del non giudizio, ma anche, più specificatamente, di concetti da vera e propria evoluzione spirituale, che mi sono segnato per proporli nella recensione, e che danno molto bene l’idea del collegamento tra arti marziali esteriori e arti marziali interiori, ossia la crescita personale, per l’appunto.

“Il kung fu non è solo abilità nel combattimento, ma è anche forza del pensiero. È la mente che si misura con l’avversario, in qualsiasi forma egli si presenti. Perché a volte l’avversario non è un comune essere umano.
Tutti dobbiamo affrontare i demoni che abbiamo dentro, e che si chiamano paura, odio e rabbia.
Se non riusciamo a sconfiggerli, ci appariranno come una tragedia; se ci riusciamo, un solo giorno di vita potrà essere un trionfo.”

“Tutto deve scorrere, proprio come l’acqua.
L’acqua è la cosa più mobile del mondo, ma la puoi racchiudere in un recipiente. Sembrerebbe innocua, ma può frantumare una roccia.
Prendete l’acqua come modello.”

“Il vostro nemico è l’emotività. Se cedete all’emotività rischiate di perdervi.
Imparate a convivere con le vostre emozioni, come il corpo vive in armonia con la mente.
Qui non si tratta solo di vincere, ma di raggiungere la perfezione.” 

“È la concentrazione che ha importanza, non la forza.
Noi chiamiamo 'chi' l’energia dello spirito. Concentrandovi su di essa, dominerete l’avversario.”

“Sai, insegnare mi diverte. È un modo per cambiare le persone.
È chiaro che non le puoi cambiare con i pugni, questo l’ho capito bene. Chi vede una cosa un po’ strana, una cosa che non capisce, ne ha paura. Se gli insegni a vederne la bellezza la paura scompare, perché la cosa è diventata parte di lui.” 

“Se butti un sasso in uno stagno, si increspa l'acqua, e l'onda forma un cerchio sempre più grande.” 

“L’errore più grande è voler prevedere l’esito del combattimento.
La mente deve essere libera dell’idea della vittoria e della sconfitta.
Se la natura avrà il suo corso allora i movimenti saranno precisi ed efficaci.”

“La concentrazione su noi stessi è il maggior ostacolo alla giusta armonia tra pensiero e azione.” 

“La conoscenza che abbiamo acquisito non deve essere un peso che ci impedisca di muoverci con agilità.”

“La via per superare il karma passa per il corretto uso della mente e della volontà.” 

“L'arte del jeet kune do non insegna la violenza, ma apre la strada  ai segreti della vita.” 

“La calma interiore garantisce colpi più veloci e più potenti.
Il pugno è efficace solo se il braccio non è rigido.”

“Superstizione è il nome che gli ignoranti danno alla loro ignoranza.” 

“Non puoi arrenderti al tuo demone: c’è in ballo qualcosa di più della tua vita.
Il demone rappresenta le tue paure. Per quanti avversari tu possa mai sconfiggere, se non vincerai le tue paure di sempre, non potrai che trasmettere quel demone ai tuoi figli, come tuo padre ha trasmesso a te il suo demone. 
Devi affrontarlo e vincere.”

In definitiva, Dragon - La storia di Bruce Lee è un film che merita di essere visto, giacché propone bellezza a tutti i livelli

Fosco Del Nero



Titolo: Dragon - La storia di Bruce Lee (Dragon: the Bruce Lee story).
Genere: arti marziali, drammatico, sentimentale, azione, biografia.
Regista: Rob Cohen.
Attori: Jason Scott Lee, Lauren Holly, Nancy Kwan, Robert Wagner, Kay Tong Lim, Ric Young, Luoyong Wang, Sterling Macer Jr.
Anno: 1993.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 23 settembre 2015

Paranorman - Chris Butler, Sam Fell

Da sempre sono un fan dei film d’animazione, sia quelli giapponesi (ne cito tre di Miyazaki: Principessa Mononoke, La città incantata, Nausicaa della Valle del vento), sia quelli americani (cito Nightmare before Christmas, Coraline e la porta magica, Wallace & Gromit), sia quelli europei (cito Azur e Asmar, I figli della pioggia, Kirikù e la strega Karabà)… ma anche di produzioni meticce (cito il risalente L’ultimo unicorno).

Insomma, basta che siano belli e mi vanno bene… e con quest’intenzione mi sono avvicinato a Paranorman, film d’animazione dalle tinte gotico-orrorifiche, anche se ovviamente intinte in un tono da commedia, e da commedia destinata anche ai ragazzi.
In questo senso, il mix è simile a quello di Monster house o di Frankenweenie di Tim Burton, che in effetti ha qualche parentela con Paranorman, giacché i rispettivi registi si conoscono e hanno avuto modo di incrociare le loro strade (la tecnica è quella della stop motion, con cui per l’appunto hanno lavorato entrambi).

Ma andiamo subito alla trama di Paranorman: Norman Babcock è un adolescente un po’ strano, tanto strano da essere preso in giro a scuola per la sua stranezza, nonché criticato dai suoi stessi genitori per le sue uscite bislacche.
Tra queste, quella di dire che la nonna morta è ancora in salotto… giacché Norman vede i fantasmi, e ci parla pure.
Tra l’altro, il ragazzo è appassionato di tematiche horror, tanto da avere una sveglia horror, delle pantofole horror, poster horror, etc.

Come se non bastasse la stranezza di base, un bel giorno lo contatta un suo strano zio, che gli dice che spetta a lui salvare la città dalla maledizione della strega, e che in seguito gli darà maggiori dettagli.
Solo che lo zio muore poco dopo… e quindi poi gli appare come fantasma.

Norman allora si lancia nella missione salva-città, dapprima non capendoci molto, tra streghe e zombie, ma poi venendo man mano al bandolo della matassa, aiutato in questo dall’amico cicciotto Neil, dalla sorella cheerleader Courtney, dal bullo Alvin e dal culturista tontolone Casey.

Paranorman si lascia vedere abbastanza volentieri: visivamente è ben fatto, pur con uno stile un po’ peculiare che non è detto che piaccia a tutti, e narrativamente regge, pur non essendo trascendentale da nessun punto di vista. Inoltre porta avanti una morale di fondo che, per quanto anch’essa semplice, è comunque valida (non giudicare, non condannare, lasciar vivere in pace gli altri, non avere i paraocchi).
Insomma, il film la sua sufficienza se la guadagna, anche se non meraviglia.

Fosco Del Nero



Titolo: Paranorman (Paranorman).
Genere: animazione, fantastico, comico.
Regista: Chris Butler, Sam Fell.
Anno: 2012.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 16 settembre 2015

Questa ragazza è di tutti - Sydney Pollack

Il film recensito quest’oggi è Questa ragazza è di tutti, film del 1966.

Non mi ricordo perché mi ero segnato il film; forse per il regista, Sydney Pollack, che avevo apprezzato molto nel brillantissimo Tootsie (meno invece ne La mia Africa, film comunque ben fatto nel suo genere), o forse per la presenza di Mary Badham, attrice bambina che invece mi era piaciuta molto in un classico ancora più risalente: Il buio oltre la siepe (questo del 1962, col film che era ancora in bianco e nero, e che valse alla piccola Mary addirittura un Oscar).

Sta di fatto che me lo sono guardato, e mi è discretamente piaciuto.
Parto subito con la trama sommaria: siamo nel pieno della Grande Depressione (quindi grossomodo nel 1930) nel piccolo centro di Dodson, nei dintorni di Memphis, e veniamo a conoscere la pensione Starr, grande casa in cui Hazel Star, insieme alle sue due figlie Alva (Natalie Wood) e Willie (Mary Badham), affitta camere e intrattiene i suoi ospiti… che invariabilmente sono gli uomini che lavorano nel circondario, molti nelle vicine ferrovie, oltre che qualche viaggiatore sporadico.

L’aria di casa è piuttosto allegra e disinibita, tanto da poter essere confusa con un bordello. Non lo è in senso stretto, ma comunque tanto la madre Hazel quanto la figlia maggiore Alva, piuttosto affascinante, fungono da richiamo per gli uomini in cerca di compagnia.
L’obiettivo di Hazel è sistemare la figlia con un ricco e anziano uomo, in modo che tutte e tre e Starr possano lasciare quella vita così incerta.

L’imprevisto arriva sotto forma di uomo della compagnia ferroviaria, incaricato di licenziare alcuni lavoratori in esubero, cosa che ovviamente non piace ai suddetti uomini… anche perché pare che la bella Alva abbia un debole per questi, tale Owen Legate (Robert Redford; anche lui protagonista ne La mia Africa).

Il film peraltro è raccontato sotto forma di flashback da Willie, qualche anno dopo i fatti narrati. Essenzialmente Questa ragazza è di tutti è un film drammatico, drammatico sia in relazione alla storia di Alva, protagonista centrale del film, sia in relazione ai tempi difficili di allora, e a come uomini e donne cercavano di sbarcare il lunario.

In questo senso, il film ha un valore anche come testimonianza di un’epoca, o quantomeno come spaccato… e inoltre propone dei personaggi interessanti, Alva e Willie su tutti.
E, ancora una volta, la piccola Mary Badham buca lo schermo… peccato che di lì a breve abbia smesso di recitare.

Fosco Del Nero



Titolo: Questa ragazza è di tutti (This property is condemned).
Genere: drammatico, sentimentale.
Regista: Sydney Pollack.
Attori: Natalie Wood, Robert Redford, Mary Badham, Kate Reid, Charles Bronson, Alan Baxter, Dabney Coleman.
Anno: 1966.
Voto: 6.5
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 9 settembre 2015

Anche se è amore non si vede - Salvatore Ficarra, Valentino Picone

In diverse altre occasioni ho scritto che apprezzo molto il duo comico Ficarra e Picone, tanto nella loro veste prettamente comica, quanto nella veste recitativa.
Non a caso, mi sono già guardato tre loro film, ossia Il 7 e l’8La matassa, Nati stanchi, col primo che è quello che mi è piaciuto più di tutti.

Oggi arriva il quarto della serie, che peraltro è il più recente tra i film citati, nonché il primo diretto dagli stessi Ficarra e Picone, che nei casi precedenti o avevano solo recitato, o avevano co-diretto insieme a qualche regista più navigato.

Devo dire che il risultato è buono, e conferma la buona predisposizione filmica dei due siciliani.

Tra l’altro, questo è il loro primo film non ambientato in Sicilia, ma a Torino.
Ecco la trama in grande sintesi: Salvo (ovviamente Salvatore Ficarra) e Valentino (ovviamente Valentino Picone), amici fin dall’infanzia, gestiscono insieme un servizio di visita guidata in pullman della città di Torino, destinato a turisti stranieri, con tanto di traduttrice in inglese. Valentino è da ben otto anni fidanzato con Gisella (Ambra Angiolini, che ho appena visto nell’ottimo e sorprendente Viva l’Italia), cui è fedelissimo e con cui è dolcissimo… fin troppo, tanto che lei, nauseata all’eccesso, sta meditando di lasciarlo, e anzi ha incaricato proprio l’amico Salvo di riferirgli la cosa, approfittando di una settimana in cui sono lontani per lavoro (lei è hostess d’aereo, e ogni tanto è fuori per alcuni giorni).
Quello che sembra un triangolo si allarga a dismisura con tanti altri personaggi: l’amica comune Sonia, che vive negli Stati Uniti e sta con uno statunitense, Peter, che però sta meditando di lasciare, la bella e vivace Natasha, l’ultima assunta da Salvo per fare da traduttrice sul pullmino, e tanti altri personaggi secondari della cerchia di amici dei due.

Tanti personaggi, e tanti intrecci, col film che, proponendosi come commedia degli equivoci piuttosto “intensa”, non risparmia gag e cambiamenti di fronte.

Anche se è amore non si vede inizia in modo un po’ stentato, tanto che, sulle prima, mi sembrava il meno ispirato tra i film di Ficarra e Picone che avevo visto, ma dopo un poco prende slancio e non si ferma più letteralmente, e anzi, a conti fatti, forse si rivela il più gustoso e divertente tra i film del duo siciliano, in certi punti, molti, davvero ispirato.

Non si contano le scene surreali, ma d’altronde con Ficarra e Picone è quasi sempre tutto surreale, per cui ci si è abituati.

In conclusione, Anche se è amore non si vede è un altro centro, e non a caso il film ha ottenuto in Italia ottimi incassi, confermando ancora una volta la buona verve della coppia comica.
Bravi.


Fosco Del Nero



Titolo: Anche se è amore non si vede.
Genere: comico, commedia, sentimentale.
Regista: Salvatore Ficarra, Valentino Picone.
Attori: Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Ambra Angiolini, Diane Fleri, Sascha Zacharias, David Furr, Giovanni Esposito, Fabrizio Romano, Rossella Leone, Maria Di Biase.
Anno: 2011.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

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