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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 28 luglio 2009

Evolution - Ivan Reitman

Quest’oggi recensisco un film del regista di uno dei film più belli di tutti i tempi: parlo rispettivamente di Ivan Reitman e di Ghostbusters.

Sfortunatamente il regista canadese, dopo l’incredibile (e meritato) successo avuto con Gli acchiappafantasmi, non ha saputo ripetersi, andando di pellicola anonima in pellicola anonima.
Vediamo se questo Evolution fa eccezione.

Grossomodo, Evolution ripropone la ricetta del vecchio successo di Reitman, visto che, stringi stringi, si tratta di fantascienza unita ad umorismo.

Anzi, l’aspetto da commedia è qui decisamente prevalente, col film che, più che Ghostbusters, fa pensare a Men in black o persino Mars attack.

Il cast di attori è di discreta qualità: da David Duchovny (il mitico Fox Mulder dell’altrettanto mitico X-Files) a Orlando Jones (The time machine) da Julianne Moore (Magnolia, Il grande Lebowski), Seann William Scott (American pie, Fatti, strafatti e strafighe).

Ecco in breve la sintesi di Evolution: un meteorite cade in una piccola località dell’Arizona, portando con sé una forma elementare di vita aliena… che però si svilupperà a un ritmo incredibile…
I primi a scoprire la cosa sono il dottor Ira Kane (David Duchovny) e il professor Harry Phineas Block (Orlando Jones).
La scoperta, però, verrà velocemente tolta loro di mano, così come la possibilità di studiare il fenomeno, a causa dell’intervento dell’esercito, che affiderà la ricerca alla dotteressa Allison Reed (Julianne Moore).
In mezzo al tutto, il giovane Wayne Green (Seann William Scott), pompiere mancato e giovanotto più d'azione che non di cervello.

Il film, come detto, si sviluppa in modo brillante e vivace, certo non molto attendibile dal punto di vista scientifico, ma comunque denso di gag e spunti umoristici (un paio fanno morire dal ridere, anche grazie ai due personaggi principali, quello di Duchovny molto sarcastico e quello di Jones molto caricaturato), volutamente portati a un livello di grottesco divertissement.

Il tono spigliato e grottesco rende dunque Evolution un film gradevole e divertente, anche se i livelli di Ghostbusters sono onestamente molto lontani.
Da notare una piccola parte assegnata a Dan Aykroyd, per l’appunto uno dei quattro acchiappafantasmi.

Film da 6.5, non di più.

Fosco Del Nero



Titolo: Evolution (Evolution).
Genere: fantascienza, fantastico, commedia.
Regista: Ivan Reitman.
Attori: David Duchovny, Orlando Jones, Julianne Moore, Seann William Scott, Dan Aykroyd, Ted Levine.
Anno: 2000.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 26 luglio 2009

American pie 3 - Il matrimonio - Jesse Dylan

Dopo American pie e American pie 2, ecco il terzo film della serie: American pie - Il matrimonio.

Giacché ho rivisto il primo, infatti, ne ho approfittato per fare il tour completo, così peraltro ne approfitto per abbassare un po’ il tono del sito… ché non se ne poteva più di classici degli anni 60 o di film impegnati.

Tra l’altro, come ho avuto modo di dire in precedenza, non credo che il genere comico, nel cinema o nella letteratura, sia sinonimo di bassa qualità, e, anzi, ho visto e letto capolavori di umorismo e di satira, ben al di sopra di molti altri prodotti “seri” (un esempio su tutti: Guida galattica per gli autostoppisti, libro di Douglas Adams da cui è stato tratto l’omonimo film).

Mi accosto dunque ai film comici, e persino a quelli demenziali, con un approccio molto aperto, pronto tanto al divertimento quanto a eventuali frasi, concetti o situazioni profonde.

Oddio, in American pie non è che si discetti dei massimi sistemi, e certamente ciò che conta è più che altro il divertimento… e il divertimento c’è, a volte volgare e terra terra e altre volte (un poco) più sofisticato…

Per dirla in soldoni, da un lato abbiamo Stifler e dall’altro Finch, dicotomia particolarmente forte in questo terzo episodio della serie, American pie - Il matrimonio, in cui peraltro l’uno si traveste dall’altro e viceversa con l’obiettivo di conquistare una ragazza.

Per il resto, i soliti personaggi, da Jim a Michelle, passando per Kevin, il padre di Jim, etc.
Sparisce invece dalla storia Oz, altrimenti noto come Gnoccbuster (in realtà l’unico che lo chiamava così era Steven Stifler).

Ad ogni modo, ecco la trama: Jim e Michelle, la nota suonatrice di flauto, decidono di sposarsi, con tutto quello che ne consegue: fidanzamento, addio al celibato, cerimonia di matrimonio, etc.

Protagonista centrale, decisamente più che negli altri episodi: lo Stiffmeister, vero tornado combinaguiai.

Che dire del film in sé?
A mio avviso American pie - Il matrimonio è un gradino sotto i due predecessori, forse perché eccessivamente confusionario, o perché, alla fine della fiera, propone per buona parte i cliché dei precedenti film.
Tuttavia, fa ridere abbastanza, che poi è quel che conta per un film comico.

Discreto, dunque.

Fosco Del Nero



Titolo: American pie 3 - Il matrimonio (American wedding).
Genere: comico, commedia.
Regista: Jesse Dylan.
Attori: Jason Biggs, Seann William Scott, Thomas Ian Nicholas, Eddie Kaye Thomas, Alyson Hannigan, Eugene Levy, Molly Cheek, January Jones, , Deborah Rush, Eric Allan Kramer, Amanda Swisten Fred Willard, Angela Paton.
Anno: 2003.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 24 luglio 2009

Miyuki - Mitsuru Adachi

Dopo Wingman, Kiss of voice e Sempre più blu, tutti un poco deludenti, ecco il quarto manga “numero uno” comprato a caso di recente per tentare la sorte.

L’autore è un mangaka molto conosciuto, essendo Mitsuru Adachi, notissimo anche in Italia, il creatore di Rough e Touch, due fumetti a metà tra sport e sentimenti.

Il manga recensito, tuttavia (preciso per dovere di cronaca, che il mio parere si limita al primo numero), è Miyuki, composto da dodici volumetti, disegnati tra il 1980 e il 1984… dunque abbastanza risalenti… ciononostante finora non ne avevo mai sentito parlare.

Miyuki si presenta abbastanza bene come estetica: il volumetto è curato dalla Star Comics, mentre il tratto grafico, per quanto sconti il tempo e non appaia particolarmente elaborato, si fa comunque guardare senza problemi (come stile ricorda, oltre che ovviamente gli altri fumetti di Adachi, Maison Ikkoku di Rumiko Takahashi).

Ad ogni modo, ecco in breve la trama di Miyuki: Masato Wakamatsu si trova a vivere con la sorella Miyuki, con la quale però non ha vincoli di sangue, ma solo legali.

Tra l’altro, i due vivono da soli, visto che il padre di Masato lavora molto lontano, mentre la madre è morta quando lui era piccolo… come è morta anche la donna con cui l’uomo si era poi risposato, madre per l’appunto di Miyuki.

Miyuki è una ragazza carina, sveglia e molto popolare nel liceo di Masato, e sviluppa con lo stesso fratello acquisito un rapporto un po’ ambiguo.

Problema nel problema, visto che Masato ha una sorta di quasi ragazza, che peraltro anch’essa si chiama Miyuki (Kajima di cognome). Tra i due vi è un interesse reciproco, che però pare incappare sempre in qualche contrattempo o equivoco… e spesso per colpa dell’altra Miyuki.

Insomma, il genere di storia lo avete capito: Miyuki è una commedia adolescenziale vivace e spigliata, che descrive il classico triangolo amoroso lei-lui-lei (che a quanto pare ai giapponesi piace molto più del triangolo lui-lei-lui, che probabilmente offre meno spunti; non a caso anche i classici Video Girl Ai e Kimagure Orange Road seguono il medesimo copione).

Probabilmente tra i numeri uno comprati Miyuki è quello che mi ha interessato di più, e che meriterebbe una conferma con la lettura di tutta l’opera… non a caso è il manga di un apprezzatissimo maestro del genere.

Fosco Del Nero



Titolo: Miyuki (Miyuki).
Genere: commedia, sentimentale.
Autore: Mitsuru Adachi.
Anno: 1980-1984.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

martedì 21 luglio 2009

Susanna - Howard Hawks

Quest’oggi recensisco un altro classico del passato, con protagonista un attore di cui recentemente avevo recensito un altro film: parlo di Cary Grant e del divertentissimo Operazione sottoveste.

Il film di oggi è viceversa Susanna, e in esso la partner dell’attore è Katharine Hepburn, altra esponente di spicco del cinema del passato (il film è del 1938).

Ecco la trama di Susanna: lo zoologo David Huxley (Cary Grant) è in attesa di tre eventi topici della sua vita:
- il matrimonio con la fidanzata, che poi è anche la sua segretaria,
- l’arrivo dell’ultimo osso che gli serve per completare il dinosauro del suo museo,
- il finanziamento di un milione di dollari che gli dovrebbe arrivare da una ricca signora.

Tutti e tre questi potenziali eventi vengono tuttavia mandati a gambe all’aria dall’incontro-scontro con Susan Vance (Katharine Hepburn), una donna bizzarra e vivace.
A dirla tutta, anche David è piuttosto bizzarro, e l’unione dei due causa gag e incomprensioni a non finire.

In effetti, Susanna più che un film è una serie ininterrotta di equivoci e situazioni umoristiche, comprendenti dei giocatori ci golf, dei leopardi, dei poliziotti, etc.

Il film al tempo non ebbe un grande successo di pubblico, tuttavia è stato apprezzato col tempo, tanto da essere inserito in alcune classifiche dei migliori film e commedie di tutti i tempi.

A mio avviso, ambo tali posizioni (lo scarso successo e il posizionamento tra i migliori) sono esagerate, posto che Susanna è un discreto film, abbastanza divertente e godibile, ma che a mio avviso lo è molto meno di altri film del passato più o meno remoto del cinema (quali lo stesso Operazione sottoveste, oppure A qualcuno piace caldo).

In definitiva, il giudizio è discreto, ma non di più.

Fosco Del Nero

p.s. Una curiosità: Susanna fu il primo film in cui, nella versione originale, fu usata la parola “gay”, nella versione italiana sostituita con “pazzo” (e in effetti...).



Titolo: Susanna (Bringing up baby).
Genere: commedia, comico.
Regista: Howard Hawks.
Attori: Katharine Hepburn, Cary Grant, May Robson, Charles Ruggles, Ward Bond, Barry Fitzgerald, Fritz Feld, Walter Catlett, Tala Birell, Virginia Walker, Leona Roberts, George Irving.
Anno: 1938.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 19 luglio 2009

American pie 2 - James B. Rogers

Da poco ho recensito il primo film di American pie, la notissima commedia umoristica diretta dai fratelli Weitz nel 1999.

Oggi è il turno del seguito, American pie 2, diretto viceversa nel 2001 da James B. Rogers.

Ora, non sto nuovamente a spiegare come la penso su film comici e persino comico-demenziali, visto che ne ho già parlato in passato a proposito dello stesso American pie, di Fatti, strafatti e strafighe, etc.

E non sto nemmeno a spiegarvi cosa sia American pie, presumendo che chiunque conosca, almeno per sentito dire il film (in caso contrario, leggetevi la recensione relativa).

Su American pie 2, in effetti, non ci sarebbe niente da dire, contando che i protagonisti sono i medesimi del precedente film (Jason Biggs, Thomas Ian Nicholas, Chris Klein, Eddie Kaye Thomas, Seann William Scott) e che si tratta dello stesso tipo di film, ossia una commedia umoristica dal forte contenuto demenziale e con un contorno di sentimenti.

Persino alcune gag o alcune battute verbali sono le medesime, riprendendo perfettamente lo stile del film campione di incassi che lo ha preceduto.

Tuttavia, occorre dire una cosa: American pie è un bel film (perché è un ottimo film comico) e American pie 2 è ugualmente un bel film (perché anch’esso è un ottimo film comico).

E su questo non si sfugge.
Poi, si può preferire la comicità sboccata di Stifler o quella più sofisticata di Finch, il personaggio di Jim o quello di Chris, ma il concetto non cambia: siamo di fronte a un buon titolo comico-umoristico-demenziale.

In questo secondo episodio, i quattri amici (più l’appendice Stifler), finito il liceo, sono alle prese con il primo anno di università, che decidono di celebrare con una megafesta al lago.
Tra i preparativi e la festa in sé, succede un po’ di tutto, come da copione.

Va da sé che non siamo di fronte a un film di Kubrick o a una dissertazione sulla filosofia di Cartesio, ma American pie 2 risponde pienamente alle attese di una commedia di questo tipo, e quindi non mancherà di soddisfare lo spettatore alla ricerca di un film leggero e divertente (ma non del tutto privo di contenuti, dietro la patina sboccata e disinvolta).

Fosco Del Nero



Titolo: American pie 2 (American pie 2).
Genere: commedia, comico, sentimentale.
Regista: James B. Rogers.
Attori: Jason Biggs, Thomas Ian Nicholas, Eddie Kaye Thomas, Alyson Hannigan, Seann William Scott, Shannon Elizabeth, Chris Klein, January Jones, Natasha Lyonne, Tara Reid, Mena Suvari, Eugene Levy, Molly Cheek, Chris Owen.
Anno: 2001.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 17 luglio 2009

Feel 100% - Lau Wan Kit

Oggi recensisco un nuovo manga.
Tuttavia, non uno dei numeri uno presi in blocco e a caso giusto per vedere se ero fortunato e trovavo qualcosa di buono, ma uno dei miei manga preferiti…

… anche se purtroppo, per i motivi che poi vi dirò, non ne ho mai completato la lettura.

Si tratta di Feel 100%, manga scritto da Lau Wan Kit a partire dal lontanissimo 1992 e continuato fino al 2007.
Parliamo dunque di un manga ultradecennale, fatto che già da solo ne testimonia il grande successo in patria (Hong Kong, quindi Cina meridionale).

Sia aggiunga poi che dal tutto sono stati estrapolati quattro film e una serie tv… direi quindi che Feel 100% di pubblico ne ha conquistato parecchio.

Tanto che il fumetto era stato portato in Italia molti svariati anni fa… salvo poi essere interrotto dopo il numero otto a causa del fallimento della casa editrice

Ad ogni modo, ecco la trama del manga (per quello che ho letto): Paul Lee e Jerry Mat sono due ragazzi con due passioni in comune: il lavoro come pubblicitari e le ragazze.
In particolare, ogni volta che ne vedono una, devono per forza assegnarle un voto tramite l’esposizione di un cartello.

Mentre Paul corrisponde più al profilo del bravo ragazzo, Jerry invece ha fama e classe da seduttore.
I due si “scontreranno” per conquistare le grazie di Cherie, una ragazza da 100 punti vista per la prima volta da Paul.

Prevarrà, come prevedibile, il fascinoso Jerry, con Paul che invece diventa l’amico del cuore di Cherie.

In mezzo a tale triangolo, il lavoro, la provocante Eva, la vivace Jackie e anche una misteriosa ragazza nel passato di Jerry…

Ma soprattutto, nel mezzo, un bel tratto grafico, una storia e dei personaggi molto interessanti, tanta ironia e divertimento, e anche sentimenti e idee profonde.

Insomma, Feel 100% è un signor manga… la vergogna è stata che, a dispetto del largo successo mondiale, nessuno si sia degnato di proporlo interamente in Italia.

Fosco Del Nero



Titolo: Feel 100% (Feel 100%).
Genere: manga, commedia, sentimentale, comico.
Autore: Lau Wan Kit.
Anno: 1992-2007.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

martedì 14 luglio 2009

American pie - Paul Weitz, Chris Weitz

Come ho avuto modo di scrivere in altre recensioni, sono un discreto fan delle commedie comiche, anche quando essere sfiorano (o ci si avventurano proprio) il confine della demenzialità.

Uno dei film e una delle saghe più famose in questo senso è certamente American pie, il cui primo film è stato diretto nel 1999 dai fratelli Weitz.
In esso, come probabilmente molti si ricorderanno, quattro amici all’ultimo anno di liceo, stufi del loro insuccesso con le donne, fanno un patto solenne: dovranno tutti quanti perdere la verginità entro la serata del ballo di fine anno.

I quattro sono Jim Levenstein (Jason Biggs, visto anche in Anything else), Kevin Myers (Thomas Ian Nicholas), Chris Ostreicher (Chris Klein) e Paul Finch (Eddie Kaye Thomas).
Il primo è il protagonista centrale, che partirà con l’obiettivo di sedurre la bellissima Nadia, studentessa cecoslovacca che tenterà di mandare in diretta su internet tramite webcam, rimediando però solo una colossale brutta figura, e finirà con l’eccentrica suonatrice di flauto Michelle (Alyson Hannigan, la strega buona di Buffy).

Il secondo è quello che sembra messo meglio nella ricerca dell’ “amore”: Kevin infatti è fidanzato da tempo con Vicky (interpretata da Tara Reid, l'amica di Paris Hilton), che però non si sente ancora pronta per un rapporto sessuale.
Una piccola gaffe lo costringerà poi a ricominciare dal basso… letteralmente.

Il terzo, Chris, detto Gnoccbuster per il suo aspetto belloccio e muscoloso, avrebbe anche tutte le carte in regola per sfondare in campo amoroso, ma è ancora piuttosto immaturo, almeno fino a che non conoscerà Heather (Mena Suvari, la seducente biondina di American beauty).

Il quarto è il caso più strano: Paul Finch difatti è un ragazzo fuori dalle righe, colto, sofisticato, molto tranquillo e dalle manie bizzarre (non beve il caffè, non va nei bagni pubblici, etc).
Anche il suo destino amoroso sarà bizzarro…

Intorno ai quattro amici confluiscono molti personaggi, molti dei quali indimenticabili e grandemente caratterizzati: dal mitico Steve "Stiffmeister" Stifler (Seann William Scott), che fa ridere per ogni cosa che fa o che dice, a “Sherminator”, che fa ridere anch’esso ma per motivi diversi, dal padre di Jim alla madre di Stifler, a Jessica, una sorta di Finch al femminile (ma più sarcastica).

Insomma, gli ingredienti per un gran film ci sono, e non mi vergogno di dire che penso che American pie sia un film di valore: un film difatti, ma la stessa cosa vale per un libro, per un fumetto o per qualsiasi opera artistico-comunicativa, può essere di bassa o di elevata qualità al di là del suo genere.

E American pie è certamente un ottimo film comico per il semplice fatto che diverte, pieno zeppo com'é di spunti di vario tipo, visivi o verbali, nonché, come detto, di personaggi molto ben riusciti.
Anche la colonna sonora, peraltro, è all’altezza, riproducendo perfettamente lo stile goliardico, divertito e disinvolto della trama.

Fosco Del Nero



Titolo: American pie - Il primo assaggio non si scorda mai (American pie).
Genere: commedia, comico.
Regista: Paul Weitz, Chris Weitz.
Attori: Jason Biggs, Chris Klein, Thomas Ian Nicholas, Shannon Elizabeth, Mena Suvari, Seann William Scott, Tara Reid, Eddie Kaye Thomas, Eugene Levy, Natasha Lyonne, Jennifer Coolidge.
Anno: 1999.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

domenica 12 luglio 2009

Sempre più blu - Kou Fumizuki

Questo è il terzo manga che recensisco dopo averne letto il solo primo numero. Come preannunciato nella recensione di Wingman, infatti, ho deciso di recensire anche quei manga che, dopo la lettura del primo volume, ho deciso di non proseguire.

Difatti, una recensione negativa (o semplicemente non entusiastica) è utile tanto quanto una positiva: nel primo caso si sa cosa evitare e nel secondo cosa ricercare…

Ad ogni modo, il manga di oggi è Sempre più blu, di Kou Fumizuki, un altro dei numeri uno comprati a caso di recente (di solito faccio acquisti mirati, ma stavolta ho puntato sul grande numero, confidando di trovare qualcosa di buono sui dodici volumetti acquistati).

Ecco in breve la trama di Sempre più blu: Kaoru Hanabishi è uno studente liceale, che un bel giorno incontra alla stazione una bella ragazza vestita con un kimono (per chi non lo sapesse, il tradizionale abito femminile giapponese).

La ragazza, di nome Aoi Sakuraba, non è del luogo, per cui Kaoru si offre di accompagnarla all’indirizzo cui deve andare…
… che poi si scopre essere proprio la via dove vive Kaoru.

Vicino a dove vive il ragazzo, tuttavia, non vi sono altri edifici, e così egli, che vive da solo, invita la ragazza a casa sua…
… per scoprire poi che si tratta di una sua amica d’infanzia…

… peraltro tornata a Tokio unicamente per sposarlo in virtù di un accordo fatto quando erano bambini.

Un inizio di storia molto artefatto, che serve l’unico scopo di creare una commedia adolescenziale piena zeppa di fan service, ossia quelle situazioni sensuali-ambigue su cui puntano alcuni manga (di solito più si punta su quello, meno contenuti reali ha il fumetto).

Non che manchi qualche momento di simpatica o qualche risata, però è veramente troppo poco per suscitare l’interesse di un appassionato di manga.

In definitiva, dunque, il mio consiglio è di lasciar perdere Sempre più blu e di orientarvi altrove, magari sui classici (anni fa gli appassionati di manga dovevano faticare per trovare il loro fumetto preferito, mentre ultimamente si è assistito ad una proliferazione dei titoli presenti in libreria-fumetteria-edicola, tanto da rendere difficile trovare manga di qualità), per esempio Video Girl Ai, Maison Ikkoku o Kimagure Orange Road.

Fosco Del Nero



Titolo: Sempre più blu (Ai yori aoshi).
Genere: commedia, sentimentale, adolescenziale.
Autore: Kou Fumizuki.
Anno: 1998-2005.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 10 luglio 2009

Anything else - Woody Allen

Nuovo film di Woody Allen su Cinema e film: Anything else è il nono che recensisco, segno della grande stima che provo per il regista americano (decimo se contiamo anche Provaci ancora, Sam, non diretto da Allen ma basato su una sua commedia teatrale).

E, come ho avuto modo di dire in varie occasioni, soprattutto per il primo regista, quello vecchio stile tutto commedia e ironia (Manhattan, Amore e guerra, La dea dell’amore, Il dormiglione, etc); meno invece per il regista di tragedie sociali degli ultimi anni (Sogni e delitti, Match point, etc).

Ora, a dispetto della recente produzione (Anything else è del 2003), questo film appartiene decisamente al Woody Allen vecchio stile, tanto per tematica (è in sostanza una commedia sentimentale) quanto per umorismo (è pervaso di un’ironia dissacrante e vivace).

Il risultato era inevitabile: Anything else mi è piaciuto decisamente…

Anche, devo dirlo, per la presenza di due giovani attori (giovani allora, ma anche loro iniziano a invecchiare…) che stimo molto: Jason Biggs (quello di American pie e di American school) e Christina Ricci (quella di La famiglia Addams, Sirene, Il mistero di Sleepy Hollow).

Oltre che, va da sé, per la presenza dello stesso Woody Allen, attore incredibilmente caratterizzato oltre che ottimo regista.

Ecco la trama di Anything else: Jerry Falk (Jason Biggs) è un giovane scrittore che sta muovendo i suoi primi passi nell’ambiente come scrittore comico.
Fidanzato, e apparentemente prossimo al matrimonio, lui che è molto tranquillo e abitudinario, incontra Amanda (Christina Ricci), una ragazza spregiudicata a fuori dalle righe.
Persino troppo, tanto da apparire per alcuni tratti capricciosa e per altri letteralmente fastidiosa…

Oltre a lei, Jerry conoscerà anche David Dobel (Woody Allen), con cui coltiverà una bizzarra amicizia fatta di consigli e motteggi arguti.

Anzi, a dirla tutta le parti più gustose del film sono proprio quelle in cui la coppia di scrittori si scambia le proprie opinioni sulla natura della vita e dell’esistenza… opinioni naturalmente cosparse di umorismo e sarcasmo.

Completano il quadro Paula, la madre di Amanda, fastidiosa persino più di lei con la sua inopportuna presenza, e Harvey (Danny De Vito), l’agente di Jerry, che però più che l’agente di un artista sembra un venditore di tessuti…

E Anything else di questo è composto: di personaggi molto ben caratterizzati (non molti, peraltro), di battute e controbattute (queste molte, invece) e di una trama che si fa seguire bene.
Il vero Woody Allen… ovviamente consigliato.

Fosco Del Nero



Titolo: Anything else (Anything else).
Genere: commedia, sentimentale.
Regista: Woody Allen.
Attori: Jason Biggs, Christina Ricci, Woody Allen, Danny DeVito, Stockard Channing, Jimmy Fallon, Diana Krall.
Anno: 2003.
Voto: 7.5.

Dove lo trovi: qui.

    martedì 7 luglio 2009

    American school - Amy Heckerling

    Il film di oggi è American school, diretto nel 2000 da Amy Heckerling, con protagonisti Jason Biggs e Mena Suvari.

    Nomi che a me dicono tutti qualcosa, posto che si tratta, rispettivamente:
    1. Della regista dell’adorabile Ragazze a Beverly Hills (film del 1995 che io letteralmente adoro).
    2. Del protagonista di American pie.
    3. Di una protagonista di American beauty (presente peraltro anche in una parte secondaria in American pie).

    Tra l’altro, il titolo italiano del film fa il verso ai due successi cinematografici dei due attori protagonisti, mentre il titolo originale del film era Loser.

    "Loser", ossia perdente, parola che in inglese serve per identificare i ragazzi socialmente un po’ tontoloni…

    … proprio come Paul Tannek (Jason Biggs), ragazzo di campagna (il padre è interpretato dal mitico Dan Aykroyd, quello di Ghostbusters!) che si trova proiettato nella Grande Mela dopo aver vinto una borsa di studio universitaria.

    Il giovane si trova da subito a disagio nella frenetica vita dei ragazzi del luogo, tra studio, feste, alcol e ragazze, tanto da essere subito identificato come un “loser”.
    In tale contesto Paul conosce Dora Diamond (Mena Suvari), per cui egli si prende una cotta, non essendo tuttavia ricambiato per il semplice fatto che la ragazza non ha occhi che per il giovane professore con cui è segretamente fidanzata.
    Ma Adam, il suddetto professore (Greg Kinnear), più che altro si serve di lei, non essendo minimamente interessato a una relazione seria, come presto Paul verificherà.

    Non vi dico come prosegue American school, ma non è che vi sia una sorpresa da rovinare…

    Il genere: come intuibile, si tratta di una commedia giovanile a metà tra il comico e il sentimentale, decisamente intrisa di linguaggio e di contesti post-adolescenziali (e forse anche senza il post).

    Gli attori protagonisti, ossia i tre principali, personalmente non mi dispiacciono, e infatti la loro prova è discreta.
    I personaggi di contorno, tuttavia, non sembrano affatto all’altezza.

    Mediocre anche il tono dei dialoghi, piuttosto sciatti e banali… non basta un’ambientazione giovanile per non dover inserire in un film dei dialoghi efficaci.

    Quanto alla trama, è anch’essa mediocre, piuttosto banale e scontata.

    Il risultato finale è un filmetto innocuo, che si può tranquillamente seguire ma che certo non rimarrà imperituro nella memoria del cinespettatore.
    Alla resa dei conti, diciamo che American school è un prodotto di valore trascurabile.

    Fosco Del Nero



    Titolo: American school (Loser).
    Genere: commedia, sentimentale, comico.
    Regista: Amy Heckerling.
    Attori: Jason Biggs, Mena Suvari, Greg Kinnear, Jimmi Simpson, Greg Kinnear, Tom Sadoski, Dan Aykroyd.
    Anno: 2000.
    Voto: 5.
    Dove lo trovi: qui.

    domenica 5 luglio 2009

    Kiss of voice - Iori Shigano

    Come avevo preannunciato nella recensione di Wingman di Masakazu Katsura, d’ora in poi recensirò anche le opere, manga, anime o serie tv che siano, di cui ho visto solo il primo episodio o comunque che non ho visto nella loro interezza.

    Difatti, se è un’informazione utile sapere che c’è un manga (o una serie tv o quello che è) di valore, è altrettanto utile sapere che, viceversa, un manga non ha un grande spessore e che quindi è tranquillamente evitabile.

    Ebbene, tra i numerosi manga numero 1 che ho acquistato di recente, c’era anche Kiss of voice, di Iori Shigano.
    Preciso che non avevo mai sentito parlare né del fumetto, né della mangaka.

    Ad ogni modo, ecco in breve la trama di Kiss of voice: Hina Ayase è una giovane doppiatrice, e, per quanto inesperta, il suo sogno è quello di sfondare nel settore.
    L’occasione giunge propizia sotto forma di ingaggio per il doppiaggio di Vamp, un anime di grande successo.

    La buona notizia, però, è seguita da diverse difficoltà.
    Intanto, Hina è alle prime armi, e quindi ancora lontana dal professionismo.
    In secondo luogo, il fatto di avere ottenuto quell’incarico prestigioso le ha attirato le antipatie di molte altre colleghe di lavoro.

    Tant’è che Hina finisce col perdere il ruolo… fino a che la star della produzione, il doppiatore Yuki Hasumi, non afferma che vuole solo lei come partner lavorativa.

    Il lavoro, però, non è la cosa che interessa di più all’affascinante Yuki, che, con la scusa di dare lezioni private a Hina, ne approfitta per sedurla.

    Hina, attratta comunque da Yuki, è però già fidanzata, precisamente col famosissimo idol Takeru Shibusawa, che però non vuole che la loro storia sia di dominio pubblico.
    Ed ecco che così comincia il triangolo…

    Triangolo che, come detto, non continuerò a frequentare, per questi motivi.

    Kiss of voice è uno shojo manga piuttosto immaturo, che si dedica a un banalissimo triangolo amoroso e che non introduce nessun elemento di originalità.
    Inoltre, il tratto grafico è anch’esso piuttosto anonimo, e non rimane certo nella memoria per qualità.

    Ma forse la cosa peggiore è che l’autrice scade spesso in scene un po’ spinte, e lo fa (è questo il problema) in contesti del tutto inverosimili e forzati (come la ragazzina che si fa dare “lezioni di doppiaggio”).

    Insomma, non me ne vogliano gli eventuali fan, ma Kiss of voice è un fumetto che poteva anche non essere disegnato, e che anzi avrebbe fatto meglio a lasciare il passo a qualcos’altro.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Kiss of voice (Sonna Koe Dashicha).
    Genere: sentimentale, adolescenziale.
    Autore: Iori Shigano.
    Anno: 2002-2003.
    Voto: 4.
    Dove lo trovi: qui.

    venerdì 3 luglio 2009

    Solo un bacio, per favore - Emmanuel Mouret

    Nel sito ho già recensito numerosi film francesi, da Una top model nel mio letto di Francis Veber, a Saint Ange di Pascal Laugier, a 8 donne e un mistero di François Ozon.
    Elemento in comune tra questi film: l’attrice Virginie Ledoyen.

    Guarda caso, anche nel film di oggi, pur’esso francese, la protagonista è proprio Virginie Ledoyen, attrice molto famosa e apprezzata in patria.

    Il film di oggi è Solo un bacio, per favore, commedia del 2007 diretta da Emmanuel Mouret, che peraltro è anche attore principale del film (in cui compare anche il nostro Stefano Accorsi, benché in una parte non primaria).

    Film di cui questa, in sintesi, è la trama.
    Emilie e Gabriel si incontrano per caso a Nantes; lei è in città per lavoro e lui le dà un passaggio.
    Poi i due passano insieme la serata, evidentemente attratti l’uno dall’altra.

    Gabriel cerca di baciarla, ma lei rifiuta il bacio sostenendo che non si sa mai dove possa portare un bacio, e che la storia della sua amica Judith lo testimonia.

    A questo punto, inizia il vero film, che è per l’appunto la storia di Judith (Virginie Ledoyen) e del suo amico Nicholas (Emmanuel Mouret), che le chiede un favore piuttosto bizzarro… tale favore trasformerà l’amicizia dei due, portando con sé effetti sostanziosi nelle loro vite.

    In sostanza, Solo un bacio, per favore è una commedia, che verrebbe spontaneo definire tragi-comica.
    La comicità risiede nel fatto che tutto è molto fittizio e poco realistico, visto che sembra fin dal principi di assistere a una pièce teatrale.
    Tutto, dalla trama ai personaggi, sa molto di surreale e di finto.

    Il senso del tragico è connesso invece al prosieguo del film, che in sostanza si conclude in modo triste, in perfetta linea con quanto annunciato all’inizio da Emilie.

    Nel mentre, poca roba, se non i due personaggi principali, cui poi si affiancano altri due secondari e una scarna scenografia, veramente ridotta al minimo (ricordando anche in questo il teatro).
    Alla fine della fiera, dunque, rimane solo lo spunto iniziale da cui poi deriva tutto il resto, laddove tutto il resto è in sostanza il dialogo continuo tra Judith e Nicolas.

    Solo un bacio, per favore è dunque scarno e anche prevedibile, per quanto mantenga una leggerezza che comunque lo fa percepire come gradevole.

    Se non lo guarderete, non vi perderete niente; ma se lo farete, guarderete un film appena decente… che anzi potrebbe perdere qualche ulteriore punto qualora voi non foste come me degli amanti della commedia, dei modi, dei dialoghi e della mimica tipica francese.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Solo un bacio, per favore (Un baiser, s'il vous plaît!)
    Genere: commedia, sentimentale.
    Regista: Emmanuel Mouret.
    Attori: Emmanuel Mouret, Virginie Ledoyen, Stefano Accorsi, Julie Gayet, Michaël Cohen, Mélanie Maudran, Frédérique Bel.
    Anno: 2007.
    Voto: 5.5.
    Dove lo trovi: qui.

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