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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 30 gennaio 2012

Cappuccetto rosso sangue - Catherine Hardwicke

Catherine Hardwicke è una regista specializzata in film per adolescenti. In tal senso, il suo curriculum parla chiaro, con film come Thirteen -13 anni, Twilight e, per l’appunto, Cappuccetto rosso sangue, che prende in prestito la storia di Cappuccetto rosso e la trasfigura facendone un Twilight senza vampiri ma con un licantropo come sfondo della storia.

Andiamo subito a vederne la trama: un piccolo villaggio isolato in una grande foresta è oppresso da anni dalla presenza di un lupo mannaro, talmente feroce che gli abitanti del posto, per placarne la fame e le ire, si sono rassegnati a offrirgli in sacrificio il bestiame migliore.

Un giorno, però, il lupo rompe l’accordo, e riprende a uccidere.
Per risolvere la situazione, viene convocato Padre Solomon, specializzato proprio nella caccia ai licantropi, che diventerà in breve una sorta di dittatore nel paese, arrivando a imprigionare e torturare i sospettati.

Nel mezzo di tutto ciò, la storia d’amore tra Valerie e Peter, resa difficile dall’umile lavoro di lui e dal desiderio dei genitori di darla in sposa invece al ricco Henry.

Il produttore di Cappuccetto rosso sangue è Leonardo Di Caprio, ma questo nome di grido, affiancato a quello di Gary Oldman (Dracula, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Interstate 60), non basta a fare di Cappuccetto rosso sangue un film degno di nota.

Se la scenografia e i costumi sono assolutamente notevoli e ben curati, occorre dire che la rivisitazione della storia di Cappuccetto rosso non convince: trama, personaggi e dialoghi sono piuttosto piatti, e gli stessi attori protagonisti non brillano, anch’essi bellocci messi davanti alla telecamera per attrarre orde di adolescenti appassionati di storie sentimental-orrorifiche.
In questo senso, il bel volto di Amanda Seyfried (Mean girls, Jennifer’s body) contribuisce al generale estetismo, ma all’ugualmente generale piattezza di contenuti e di profondità.

Insomma, la morale di fondo è questa: se volete un Twilight versione licantropia (compreso di triangolo amoroso), per quanto meno carismatico dell’originale (che non sarà un capolavoro del cinema, ma che per aver avuto tanto successo un qualche carisma lo deve pur avere), incerto persino nel genere cinematografico (amore, horror, fiaba, psicologico), Cappuccetto rosso sangue potrebbe piacervi.
In caso contrario, cercate qualcos’altro.

Fosco Del Nero



Titolo: Cappuccetto rosso sangue (Red riding hood).
Genere: fantastico, horror, sentimentale, drammatico.
Regista: Catherine Hardwicke.
Attori: Amanda Seyfried, Billy Burke, Gary Oldman, Shiloh Fernandez, Virginia Madsen, Lukas Haas, Max Irons, Julie Christie, Matt Ward, Michael Shanks, Michael Hogan.
Anno: 2011.
Voto: 4.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 23 gennaio 2012

Mi sdoppio in quattro - Harold Ramis

Mi sdoppio in quattro è un film del 1996 diretto da Harold Ramis, informazione che, a un grande fan di Ghostbusters quale io sono basta già da sola a esplicarne la visione: Harold Ramis era infatti uno dei quattro acchiappafantasmi (il cervellotico Egon Spengler!), nonché il regista di un altro capolavoro come Ricomincio da capo, in cui dirigeva il collega acchiappafantasmi Bill Murray e la bella Andie MacDowell, che guarda caso è anche la protagonista di questo Mi sdoppio in quattro, in cui accanto al protagonista Michael Keaton compaiono come comparse anche Brian Doyle-Murray, il fratello di Bill Murray (che guarda caso recita anche in Ricomincio da capo, Ghostbusters 2 e in S.O.S. fantasmi, altro film con Bill Murray), e Ann Cusack (sorella di John Cusack, da poco recensito in L'ultimo contratto, in cui recitava accanto a Dan Aykroyd, altro acchiappafantasmi).
Insomma, il cast non è casuale.

Il genere del film nemmeno, visto che siamo nel solito connubio tra commedia e fantastico… con risvolti moralistici o comunque formativi.
Se in Ricomincio da capo l’egoista e cinico Bill Murray imparava che le cose più importanti nella vita sono l’amore e la condivisione con gli altri, in Mi sdoppio in quattro il confuso Michael Keaton impara che famiglia e affetti contano più di lavoro e successo (entrambi, come detto, lo imparano avendo accanto Andie MacDowell, sorta di gradevole spettatrice degli apprendimenti altrui).

Ecco come si sviluppa Mi sdoppio in quattro: Doug Kinnsey non ha abbastanza tempo, dovendosi dividere tra lavoro, moglie e figli. Le ambizioni della moglie Laura, che si sente sacrificata a casa e vorrebbe riprendere a lavorare, provocheranno la chiave di volta per Doug, che accetta di clonare se stesso, ottenendo due cloni di se stesso, identici a lui nell’aspetto, ma ben diversi nel carattere, uno più macho e l’altro più sensibile-femminile (diciamo pure sull’orlo dell’omosessualità).

Convivendo tutti nella medesima casa, per quanto i tre nascosti in una specie di sgabuzzino riadattato a depandance, e senza che Laura sappia nulla della cosa, tale situazione provocherà molti equivoci e gag.

In effetti, Mi sdoppio in quattro è una gag continua: alcune trovate sono davvero interessanti e altre proprio esilaranti.
Un po’ merito della sceneggiatura, un po’ merito del trasformismo di Michael Keaton (Batman, Quattro pazzo in libertà, Beetlejuice), ma anche della tenerezza suscitata da Andie MacDowell (nota soprattutto per il film Quattro matrimoni e un funerale).

In definitiva, Mi sdoppio in quattro di Harold Ramis è una commedia brillante che merita di essere vista, pur non risultando all’altezza dei quasi inarrivabili capolavori Ghostbusters e Ricomincio da capo.

Fosco Del Nero



Titolo: Mi sdoppio in quattro (Last contract).
Genere: commedia, fantastico, sentimentale.
Regista: Harold Ramis.
Attori: Michael Keaton, Andie MacDowell, Zack Duhame, Katie Schlossberg, Richard Masur, Eugene Levy, Harris Yulin, John de Lancie, Judith Kahan, Ann Cusack, Brian Doyle-Murray.
Anno: 1996.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 16 gennaio 2012

L’ultimo contratto - George Armitage

Di recente avevo voglia di vedere un film divertente e disimpegnato e ho optato per L’ultimo contratto, conosciuto per via della partecipazione in esso di Dan Aykroyd, uno dei mitici Ghostbusters.

L’altro protagonista del film, il principale a dire il vero, è John Cusack (Essere John Malkovich, 1408, Ombre e nebbia), accompagnato anche dalla sorella Joan Cusack (Una donna in carriera, In & out, School of rock) e da Minnie Driver (Will hunting - Genio ribelle).
Un cast di attori di secondo livello, dunque, e la stessa cosa può dirsi per il regista, George Armitage, autore di pochi film e nessuno di essi importante.

Quanto al genere, L’ultimo contratto è chiaramente una commedia brillante, con una venatura sentimentale e un’altra venatura d’azione, date le numerose sparatorie e risse.

Ecco la sua trama: Martin Q. Blank è un killer di professione, ma, pur avendo avuto un buon successo e altrettanti buoni guadagni, è insoddisfatto della sua vita, tanto da essere in cura presso uno psicanalista, che peraltro ha paura di lui e non lo vorrebbe come cliente.

Alla ricerca di una svolta positiva, il giovane torna a Grosse Pointe, sua cittadina natale, per cogliere l’occasione della riunione decennale dei compagni di liceo.
Nella cittadina, peraltro, ha anche un lavoretto da fare, oltre che un'ex fidanzata per cui è ancora fissato da rivedere…

L’ultimo contratto si muove dunque su un doppio binario: da un lato la parte d’azione-noir (dato lo stile della pellicola, dire thriller sarebbe esagerare, nonostante l’abbondanza di proiettili, bombe e omicidi), dall’altro quella più soft e tenera, relativa soprattutto al rapporto tra Martin e Debi.

Abbastanza convincenti le interpretazioni di John Cusack (che peraltro è anche coproduttore e cosceneggiatore) e Minnie Driver, mentre Dan Aykroyd è piaciuto più in altri film.
Completa il quadro la colonna sonora in stile anni "80.

Complessivamente, L’ultimo contratto, film che al tempo ebbe un notevole successo di pubblico, non mi è dispiaciuto: vi è un buon umorismo e qualche spunto di riflessione su società e stile di vita, anche se certamente non lo posizionerei nella classifica dei film imperdibili (come invece ha fatto una rivista americana inserendolo al ventesimo posto della classifica delle migliori commedie di tutti i tempi).

Fosco Del Nero



Titolo: L’ultimo contratto (Multiplicity).
Genere: commedia, azione, sentimentale.
Regista: George Armitage.
Attori: John Cusack, Joan Cusack, Dan Aykroyd, Minnie Driver, Alan Arkin, Jeremy Piven.
Anno: 1997.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 9 gennaio 2012

Sherlock Holmes - Gioco di ombre - Guy Ritchie

Avevo gradito molto Sherlock Holmes di Guy Ritchie, col regista inglese che finalmente era tornato a produrre un film di livello, dato che Lock & stock e The snatch cominciavano ad essere piuttosto lontani nel tempo.

Per questo non ho esitato nell’andare al cinema a vedere il suo seguito, Sherlock Holmes - Gioco di ombre.
Se la regia è la stessa, sono i medesimi anche gli attori principali, ossia Robert Downey Jr. (A scanner darkly, Tropic thunder) e Jude Law (Existenz, Gattaca, Sleuth, Alfie, Closer), nei panni rispettivamente di Sherlock Holmes e del dottor Watson. Per quanto, come illustrato nella recensione del primo film, in panni un po’ adattati rispetto ai personaggi dei racconti di Arthur Conan Doyle.

Cambiano invece gli sparring partner, sia in chiave negativa (col cattivo che non è Lord Blackwood come nel primo film, ma il professor Moriarty, il nemico storico di Holmes) sia in chiave collaborativa (non più l’amante Irene Adler, ma la zingara Madame Simza).
Da sottolineare inoltre la presenza del fratello di Sherlock, ossia Mycroft Holmes.

La storia è ambientata circa un anno dopo il primo film, non molto lontana dallo scoppio della prima guerra mondiale, che difatti Holmes e Watson si adoperano per evitare. Avendo successo nel breve, ma non nel lungo periodo, come sottolinea lo stesso Moriarty, col quale Holmes ingaggio un vivace duello intellettuale su diversi campi: morte, guerra, denaro, affetti.

Il risultato finale è un bel pareggio, questo in perfetto accordo coi racconti di Conan Doyle, con cui Sherlock Holmes - Gioco di ombre condivide il finale… o perlomeno così sembra sulle prime, ma con il rutilante Sherlock Holmes di Guy Ritchie non si può mai dire!

Nel complesso, Sherlock Holmes - Gioco di ombre mantiene la stessa vivacità del suo predecessore, ma, in omaggio al luogo comune per cui il secondo non è mai come il primo, perde qualcosa su diversi versanti, e questo nonostante questo secondo film sia più rappresentativo dei racconti originali di Conan Doyle: da un lato i dialoghi sono a mio avviso meno brillanti, da un altro manca un personaggio femminile affascinante, mentre sul piano dell’azione si sorpassa ogni credibilità, e persino in modo sfacciato, dando luogo a una storia più d’azione che non di raffinato intelletto (confinato in sostanza ai pochi e brevi momenti di duello con Moriarty).
Il risultato è sufficienza o poco più, ma non oltre.

Fosco Del Nero



Titolo: Sherlock Holmes - Gioco di ombre (Sherlock Holmes: a game of Shadows).
Genere: giallo, commedia, azione.
Regista: Guy Ritchie.
Attori: Robert Downey Jr., Jude Law, Jared Harris, Noomi Rapace, Stephen Fry, Rachel McAdams, Eddie Marsan, Kelly Reilly, Geraldine James, Wolf Kahler.
Anno: 2011.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 2 gennaio 2012

Subway - Luc Besson

Finora su Cinema e film sono passati tre film di Luc Besson: ad Angel-A, Adele e l'enigma del faraone e Arthur e il popolo dei Minimei si aggiunge ora Subway (curiosamente, mancano i più importanti film del noto regista francese: Nikita, Leon, Il quinto elemento, che ho sì visto, ma prima di aprire questo blog).

Subway è un film del 1986 che ebbe un grande successo all’epoca in Francia, facendo capolino anche al di fuori dei confini nazionali, iniziando a dare a Besson quella popolarità che gli avrebbe permesso poi di girare i suoi successi maggiori.

Interpreti di questo Subway sono Christopher Lambert (Highlander, Greystoke - La leggenda di Tarzan) e Isabelle Adjani (Adele H., una storia d'amore, il controverso e censuratissimo Possession), nei panni rispettivamente di Fred e di Helena.

Ecco la trama del film, che, come promesso dal titolo, si svolge interamente nella metropolitana di Parigi: Fred è un ladro di documenti compromettenti, che trafuga a scopo di riscatto. Gli capita di rubarne a un gangster, ma soprattutto gli capita di invaghirsi della di lui moglie, Helena.

I due cominceranno una sorta di gioco al rimpiattino per la metropolitana di Parigi e i suoi numerosi anfratti (c’è gente che ci vive, quanto pare), tra eventi e personaggi bizzarri.

Subway sa molto di anni “80 in praticamente ogni cosa: le pettinature (memorabile quella biondo platino di Christopher Lambert), la musica, il modo di muoversi, un senso di ribellione-disadeguatezza di fondo.

Forse la ragione del suo discreto successo sta proprio nell’aver colto questo spirito del tempo, e nonostante la pochezza sostanziale del prodotto: non c’è una trama vera e propria, i personaggi sono poco più che macchiette, si va per luoghi comuni, e la componente audio-visiva col senno di poi è quasi inascoltabile-inguardabile.

In tal senso i premi ricevuti (dal film, da Christopher Lambert per la sua interpertazione) sono più che altro emblematici di un periodo, e non di un grande prodotto, posto che il film a mio parere è assolutamente insipido, persino inutile.

Ergo, non ve ne consiglio la visione, a meno che non vogliate affacciarvi un poco nella metropolitana parigina del 1985.

Fosco Del Nero



Titolo: Subway (Subway).
Genere: commedia.
Regista: Luc Besson.
Attori: Christopher Lambert, Isabelle Adjani, Richard Bohringer, Jean-Hugues Anglade, Michel Galabru, Jean Bouise, Jean-Pierre Bacri, Jean-Claude Lecas, Pierre-Ange Le Pogam, Jean Reno.
Anno: 1985.
Voto: 4.
Dove lo trovi: qui.

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