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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

domenica 29 marzo 2009

Colpo d’occhio - Sergio Rubini

Colpo d’occhio è il terzo film di Sergio Rubini recensito su Cinema e film, dopo Il viaggio della sposa (1997) e La terra (2006).
I due precedenti li avevo decisamente graditi, specialmente il più risalente Il viaggio della sposa, film dal sapore molto particolare.

E, posto che stimo molto Rubini come attore e come regista, avevo buone aspettative anche su questo Colpo d’occhio… aspettative però parzialmente deluse, visto che il film non mi ha convinto del tutto.

In breve, ecco la trama: Adrian Scala (Riccardo Scamarcio) è un giovane scultore, alle prese con la difficoltà di emergere dei giovani artisti.
A una mostra, egli conosce Gloria (Vittoria Puccini), e tra i due nasce subito una forte intesa.
Gloria, però, è fidanzata con Pietro Lulli (Sergio Rubini), prima suo tutore, alla morte del padre di lei, e poi suo amante.

Adrian e Gloria fuggono insieme, ma Pietro torna nella loro vita, essendo un importante critico e organizzatore di mostre, tanto da diventare infine lo sponsor di Adrian… la cui storia d’amore con Gloria nel mentre vacilla…

Ecco cosa non mi ha convinto di Colpo d’occhio.
Intanto, la prima parte del film (ossia la più importante) è troppo rapida, e dà l’impressione di essere frettolosa, con l’incipit che non pare troppo solido.

Poi, le psicologie dei personaggi sembrano troppo mutevoli, con capovolgimenti di fronte che sanno molto di escamotage cinematografico, e non un'evoluzione spontanea dei personaggi stessi.

Ancora, ma questo è un parere personale, la coppia Scamarcio-Puccini sembra male assortita.

Interessante invece il personaggio di Sergio Rubini, che oscilla sempre tra il benefattore e il manipolatore, con quest’ultima sensazione che alla fine si dimostrerà definitiva.

In definitiva, Colpo d’occhio è un film che offre qualche spunto (buoni attori, esplorazione del mondo dell’arte, pericolosi incroci tra i personaggi, etc), ma che non si eleva al di sopra della sufficienza.

Sergio Rubini a mio modesto avviso può fare di meglio.

Fosco Del Nero



Titolo: Colpo d’occhio (Colpo d’occhio).
Genere: drammatico, commedia.
Regista: Sergio Rubini.
Attori: Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini, Sergio Rubini, Paola Barale, Richard Sammel, Emanuele Salce, Giorgio Colangeli, Giancarlo Ratti, Alexandra Prusa.
Anno: 2008.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 27 marzo 2009

Conversazioni con Dio - Stephen Deutsch

Il film che recensisco oggi è un po’ particolare, e non certo perché sia ispirato a un libro, di cui porta anche il nome, ma per il contenuto del libro stesso, nonché per la vita dell’uomo che lo ha scritto.

Sto parlando di Conversazioni con Dio, film tratto dall'omonimo e vendutissimo libro di Neale Donald Walsch.

Il film, diretto da Stephen Deutsch, ripercorre proprio la vita dello scrittore, nei suoi alti e bassi, nel momento della povertà e dei cassonetti e in quello della fama e del successo.
Fama e successo derivanti, peraltro, proprio dal suddetto libro.

Libro che probabilmente andrebbe letto prima della visione del film, il quale, in mancanza del suo gemello, avrà plausibilmente un sapore mezzano, se non proprio di incompiutezza.

Ad ogni modo, ecco la storia di Conversazioni con Dio: Neale (Henry Czerny) in un lampo perde tutto, lavoro, famiglia e casa, ed è costretto ad arrangiarsi, privo di denaro e di un luogo in cui abitare.
La sua vita da barbone, va da sé, gli sta stretta, ed egli, dopo un primo momento di scoramento, lotta per risollevarsi e risalire la china.
In un successivo e nuovo momento di delusione, giunge l’evento inimmaginabile: Dio gli parla, e lo fa con chiarezza.
Lui prende appunti e poi pubblica un libro con le parole di Dio.

Badate che questa è la vera storia di Neale Donald Walsch, col libro (di cui trovate le recensione qui: Conversazioni con Dio) che inevitabilmente è diventato un caso editoriale e ha fatto molto discutere.

Inevitabile anche che si formino i partiti dei pro e dei contro, tanto per il libro, quanto per questo film. Il quale, peraltro, se visto isolatamente non ha un grande senso, giacché non si distingue per virtuosismi cinematografici e anzi per una sceneggiatura un po' povera.

Tuttavia, come “completamento” del libro, pare avere un suo perché (o magari, al contrario, per indirizzare alcune persone al libro e in generale alla narrativa esistenziale).
Comunque, l'ordine migliore a me pare quello di leggersi prima il libro Conversazioni con Dio e poi, nel caso si desideri, l'omonimo film.

In chiusura di recensione, aggiungo alcune frasi estratte dal film... il quale a sua volta le ha estratte dal libro.

"Non ne hai avuto ancora abbastanza?
Sei pronto adesso?"

"Ogni singola libera scelta che voi fate deriva da un pensiero di amore o da un pensiero di paura.
Non esistono altre scelte."

"Invece di preoccuparvi di quello che la gente pensa di voi, concentratevi invece su quello che voi pensate di voi stessi: è questo che conta."


"Non esiste separazione tra benessere economico e spiritualità: le due cose in realtà possono coesistere. Non trovate strano che viviamo in una società che tende a svalutare le occupazioni più importanti? 
Non abbiamo problemi a dare a un allenatore di football cinque milioni di dollari a stagione o a un attore dieci milioni per un film, ma siamo convinti che chiunque abbia a che fare con la spiritualità debba vivere povero, celibe o in astinenza... o meglio, tutte e tre le cose.
Ora provate a immaginare un mondo in cui il denaro viene dato a tutti quelli che ci dispensano i doni più grandi: insegnanti, artisti, infermieri..."

"L'universo opera a nostro favore continuamente e in ogni modo, nonostante le circostanze e le apparenze."

"Noi siamo esattamente le persone che abbiamo aspettato."

"Sei sveglio o dormi?"

"Io sono qui perché ho perso il mio lavoro."
"Tu sei qui perché hai perso te stesso."

"E' il momento di diventare un uomo. 
Un vero uomo, intendo: non un predatore.
Quanto in basso dovrai cadere per capire che il tuo comportamento è un tentativo di distruggere te stesso?
Guarisci da questo e sarai libero."

"Io parlo con tutti, continuamente.
La domanda è: chi mi ascolta?"

"La risposta è l'amore.
L'amore è tutto ciò che esiste."

"Voi avete creato intorno all'amore una realtà basata sulla paura, e questa realtà basata sulla paura domina la vostra esperienza dell'amore."

"Siete voi a stabilire le vostre regole.
Siete voi a fissare le linee guida."

"Che cosa farebbe ora l'amore?"

"Vivete la vostra vita senza aspettative, senza il bisogno di risultati specifici.
Questa è la libertà."

"Voi siete costantemente nell'atto di creare voi stessi.
In ogni momento voi decidete chi e che cosa siete."

"La sofferenza non ha niente a che fare con gli eventi, ma con la reazione che ciascuno ha verso di essi.
Ciò che accade è solo ciò che accade, ma come noi lo percepiamo è un'altra questione."

"La tua richiesta è una dichiarazione che ti manca qualcosa, e il dichiararlo produce quella precisa esperienza: il senso della mancanza della tua realtà."

"Io sono qui.
Sono proprio qui adesso."

"Siamo tutti una cosa sola; non esiste separazione."

"Non dovete preoccuparvi di come andare avanti.
I veri maestri sono quelli che hanno scelto di vivere, non di sopravvivere."

"Va' avanti, fa' qualsiasi cosa che ami veramente.
Non fare altro.
Hai così poco tempo; come puoi pensare di sprecare anche un solo momento facendo qualcosa che non ti piace? Questo non è vivere, questo è morire."

"Non sentirti abbandonato, perché io sono sempre con te."

Fosco Del Nero



Titolo: Conversazioni con Dio (Conversations with God).
Genere: drammatico, spirituale.
Regista: Stephen Deutsch.
Attori: Henry Czerny, Vilma Silva, T. Bruce Page Zillah Glory, Ingrid Boulting, Jerry McGill, Abdul Salaam El Razzac, Michael A. Goorjian, Michelle Merring.
Anno: 2006.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 22 marzo 2009

Cresceranno i carciofi a Mimongo - Fulvio Ottaviano

Consigliatomi da un amico, Cresceranno i carciofi a Mimongo è una vera rivelazione.
Tanto da farmi sorprendere per il fatto che un ottimo film italiano come questo sia rimasto a me, ma suppongo a quasi chiunque, sconosciuto per ben molti anni (il film è del 1996), mentre altri film dello stivale, ben più scarsi, sono emersi dalla massa per chissà quale forza centrifuga.

Cresceranno i carciofi a Mimongo è un film assolutamente a basso costo, e peraltro si presenta con un bianco e nero d’altri tempi, tanto da ingannare sulla sua anzianità.
I volti di alcuni attori conosciuti, tuttavia (Valerio Mastandrea, Daniele Liotti, Rocco Papaleo, i primi due protagonisti e il secondo in una piccola parte), aiutano a inquadrarlo ancora prima di conoscere l’anno ufficiale di produzione.

Sostanzialmente, si tratta di una commedia con qualche venatura drammatico-esistenzialistica tipica del filone giovanile-adolescenziale. Per la precisione, i protagonisti sono dei giovani, in parte studenti e in parte lavoratori, in parte alla ricerca di un lavoro e in parte assolutamente dediti alla pigrizia e ad attività più triviali.
Sergio (Daniele Liotti), in particolare, cerca un lavoro, mentre suo fratello Enzo (Valerio Mastandrea) pare decisamente più attratto dal mondo femminile, nonché dal farsi mantenere dai genitori.

Nella vita di Sergio vi sono altre due presenze importanti: l’ex fidanzata Rita (la bella e brava attrice e cantante Francesca Schiavo), di cui è ancora innamorato ma che sta per sposare un altro, ed Ermanno Lopez, autore di una guida per chi cerca lavoro, che Sergio cerca di attuare punto su punto.
La voce fuori campo di Ermanno Lopez, peraltro, è quella di Piero Chiambretti, e dà un tono vivace all'intera storia.

Cresceranno i carciofi a Mimongo è questo, tra momenti tristi e momenti allegri.
Ma, al di là di eventi e definizioni, esso è un film che ha un sapore un po’ speciale, fatto di spontaneità e di semplicità, che si respirano per tutta la durata della pellicola.
Col senno di poi, è a dir poco curiosa la colonna sonora fatta con le le voci di Jovanotti e J-Ax, con i loro testi di critica all'uniformità e alle convenzioni sociali, poi divenuti simbolo di quella stessa omologazione e massificazione culturale (il primo che partecipa "a un summit segreto, privato, molto esclusivo, a cui erano state invitate le persone più importanti del pianeta per decidere il futuro" e il secondo che ormai è di casa in tv e che ha al suo attivo prestigiose collaborazioni come quella con Fedez).

In conclusione, pur senza essere un capolavoro, Cresceranno i carciofi a Mimongo è un bel film, dal sapore giovanile e un po' retrò.

Fosco Del Nero



Titolo: Cresceranno i carciofi a Mimongo (Cresceranno i carciofi a Mimongo).
Genere: commedia.
Regista: Fulvio Ottaviano.
Attori: Valerio Mastandrea, Daniele Liotti, Francesca Schiavo, Rocco Papaleo, Piero Natoli, Simona Marchini, Rocco Mortelliti, Christopher Buchholz, Francesco Siciliano, Patrizia Pezza, Francesca Ponziani.
Anno: 1996.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 20 marzo 2009

Il pianeta verde - Coline Serreau

Il film che recensisco oggi è decisamente particolare (ma ormai suppongo che i miei lettori si saranno abituati a recensioni di film un po’ particolari): parlo de Il pianeta verde.

Intanto, comincio col dire che si tratta di un film francese del 1996, diretto da Coline Serreau e di genere surreale-fantastico.
Non è certamente il primo film francese che compare su Cinema e film, e anzi ci sono già passati i vari La cena dei cretini, Una top model nel mio letto, Il favoloso mondo di Amelie, Lezioni di felicità, etc.

In particolare, ho visto Il pianeta verde dietro suggerimento di un’amica… e il suggerimento si è rivelato azzeccato, posto che si tratta di un film al contempo profondo e divertente (la gestualità tipica del cinema francese, dal mio punto di vista, lo rende ancora più divertente).

Ecco in breve la sua trama: Mila è una giovane vedova che vive con i suoi cinque figli sul Pianeta verde, una sorta di oasi ecologica i cui abitanti vivono in pieno accordo con la natura e hanno raggiunto un livello di sviluppo mentale e spirituale notevole. Tra le altre cose, essi possono comunicare telepaticamente, con il semplice ausilio dell’acqua (utilizzata evidentemente come conduttore).
Una volta all’anno, e questa è la scena iniziale, la comunità si riunisce per fare il punto della situazione e per mandare i suoi inviati nei vari pianeti al fine di monitorarne lo sviluppo sociale e di effettuare scambi di conoscenze.
Sulla Terra, sfortunatamente, non ci vuole andare nessuno, data la fama negativa del posto: violento, sporco, invivibile, con la civiltà terrestre pesantemente in ritardo rispetto a quelle più evolute, tanto che non è insolito che i popoli finiscano per prendersela con quelli che vengono mandati per aiutarli (viene citato anche Gesù).
Alla fine, Mila si offre volontaria, e nella Parigi di oggi sarà protagonista di numerose scene divertenti, spesso giocate sull’ambiguità di ciò che per noi è realtà, mentre per Mila è un’assurdità incomprensibile.
Occorre dire che spesso le osservazioni della donna sono ineccepibili e in ciò il film si rivela estremamente didattico. Tra i vari elementi presi in esame, la follia dell'inquinamento urbano, la follia dell'alimentazione carnea, la follia del sistema sociale basato sulla ricchezza monetaria... nonché tante piccole scene che si rivelano piuttosto impattanti dati il loro semplice dire la verità (la scena del rossetto, per esempio) o interessanti dal punto di vista energetico-spirituale (per esempio, il fatto che le coscienze più evolute, interagendo con quelle più grossolane, ne influenzino lo stato coscienziale... per quanto nel film la questione sia esagerata a scopo umoristico).

Sostanzialmente, dunque, lo spunto del film è di tipo social-comportamentale, quasi spirituale (specialmente l’incipit del film tradisce tale vocazione), mentre la storia poi si evolve in una commedia godibile e spigliata.

In conclusione, Il pianeta verde è un ottimo film, che può essere visto sia come ironico atto di accusa alla società odierna, sia come divertente (molto divertente) intrattenimento cinematografico.
Buona visione.

Aggiungo, in conclusione, alcune frasi tratte dal film.

"Se parli con qualcuno, automaticamente questo mette in moto il suo livello di coscienza."

"Non è possibile... che cos'è, un'esposizione di cadaveri?
Ne taglia un pezzo e lo dà a una signora."

"Dopo l'era industriale, da noi ci sono stati i grandi processi.
Chi fabbricava prodotti nocivi per la salute degli umani, degli animali e delle piante è stato accusato di genocidio e crimini contro il pianeta. Le industrie agroalimentari e chimiche, i fabbricanti di armi, tabacco e alcol. Le industrie farmaceutiche e nucleari, i costruttori di automobili, gli architetti, medici e politici che si erano arricchiti lasciando fare."

"È stata la guerra civile... e poi il boicottaggio."
"Boicottaggio?"
"Tutto quello che era stato nocivo per la salute non si comprava più, o si buttava. Fu l'arma vincente: senza vendite, niente potere. L'esercito e la polizia erano impotenti."

Fosco Del Nero



Titolo: Il pianeta verde (La belle verte).
Genere: commedia, fantastico, surreale.
Regista: Coline Serreau.
Attori: Vincent Lindon, Coline Serreau, Philippine Leroy-Beaulieu, Marion Cotillard, James Thierree, Samuel Tasinaje, Catherine Samie, Claire Keim.
Anno: 1996.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 18 marzo 2009

Fuga dal mondo dei sogni - Ralph Bakshi

Fuga dal mondo dei sogni è un progetto un po’ particolare, prodotto da Ralph Bakshi nel 1992 e passato nel giro di pochi anni nel dimenticatoio per lo scarso successo avuto.

Tanto per cominciare, occorre dire che si tratta di un film a metà tra animazione e recitazione di attori in carne e ossa.
Tuttavia, non si tratta di un’alternanza quale ad esempio quella di Osmosis Jones, con le parti animate che seguono quelle recitate, etc, ma di una sorta di sovrapposizione tra le due, col risultato finale che dunque è molto meticcio.

Il referente dunque sarebbe più che altro Chi ha incastrato Roger Rabbit, film di grande successo che lo precede di quattro anni.

In sostanza, questo film ne rappresenta la versione adulta e sensuale.
Anche se, occorre dirlo, il suo regista già in passato, prima del successo di Roger Rabbit e amici, si era distinto in ambito animazione sperimentale, in particolare con la nota versione animata de Il signore degli anelli.

Ma veniamo a Fuga dal mondo dei sogni.

Dico subito che il mancato successo è meritato: la trama è zoppicante, i disegni animati non sono tanto belli e si mescolano in modo rozzo con la recitazione reale.

Non solo l’interazione tra reale e animato è carente, ma, soprattutto, la gran parte delle animazioni è del tutto fuori contesto, inserita forse per mettere in mezzo degli intermezzi ludici, che però:
- sono troppo frequenti,
- non fanno ridere per niente, e anzi sono spesso patetici.

Il genere del film è difficile da inquadrare: parte come un drammatico, prosegue come una commedia, ma spesso ricade sul triste e sul pesante.
Da non dimenticare, come dicevo, la sua componente sensuale, decisamente importante.

Ecco in breve la trama: Frank Harris (un Brad Pitt allora molto giovane) è un umano che, a seguito di un incidente stradale, si trova sbalzato in Mondo furbo (Cool world in lingua originale, parole che sono anche il titolo del film inglese), un mondo di cartoni animati, dove gli uomini (i “carnosi”) sono accettati ma non si possono unire ai cartoni animati. Laddove per unire si intende proprio fare sesso.
Ed è esattamente questa l’intenzione di Holli Would (un'ancora giovane e bellissima Kim Basinger), un cartone particolarmente sensuale, attraente e audace, che intende unirsi a un carnoso e diventare carnosa essa stessa.
Ci riuscirà col carnoso Jack Deebs (Gabriel Byrne), provocando però, così, gravi pericoli per entrambi i mondi…

In effetti, l’unico motivo di interesse di Fuga dal mondo dei sogni è proprio il personaggio di Holli Would, particolarmente riuscito nella sua versione animata (ma anche in quella “carnosa”)… tuttavia ciò è davvero troppo poco per un film ambizioso, che di fatto perde il confronto con Chi ha incastrato Roger Rabbit su tutti i fronti.

Per una volta, un film giustamente dimenticato dalla storia del cinema

Fosco Del Nero



Titolo: Fuga dal mondo dei sogni (Cool world).
Genere: animazione, fantastico.
Regista: Ralph Bakshi.
Attori: Kim Basinger, Gabriel Byrne, Brad Pitt, Deirdre O'Connell, Janni Brenn, Michele Abrams.
Anno: 1992.
Voto: 4.5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 15 marzo 2009

Perduto amor - Franco Battiato

Un altro film italiano su Cinema e film, e precisamente l’esordio cinematografico di Franco Battiato, noto e apprezzato cantautore: sto parlando di Perduto amor, film del 2003.

Conoscendo Battiato, sarebbe stato plausibile aspettarsi:
- un film colto e profondo,
- un commento musicale sofisticato,
- dei ritmi lenti e introversi,
- un’ambientazione regionale (Battiato è molto legato alla sua terra, la Sicilia).

In effetti, è esattamente quello che propone Perduto amor.

Perduto amor, nel dettaglio, narra la storia di Ettore Corvaja, prima bambino e poi ragazzo calato nella realtà della provincia siciliana degli anni 50.

Ettore è un ragazzo non comune, cha manifesta una certa introversione, unita a vaghe aspirazioni artistiche.
Tali aspirazioni lo porteranno poi a scegliere Milano e la musica al posto del sud e dell'università, anche se poi il ragazzo finirà per avere successo non come musicista, ma come scrittore.

Trama a parte, ecco gli estremi del film, in parte già anticipati.
È un film molto lento, che punta decisamente su aspetti sociali e culturali e non su azione o adrenalina.
La colonna sonora, come si poteva intuire, è assolutamente curata, come curato è il resto dell'opera (sceneggiatura, fotografia).

Tuttavia, Perduto amor, pur non dispiacendo, non decolla mai, rimanendo sulla sufficienza stiracchiata.
Più che di un bel film, appassionante e coinvolgente, sembra trattarsi piuttosto di un documentario storico sulla Sicilia di quei tempi, e non a caso il film è stato dichiarato di interesse storico-culturale.

Interessante, ma nulla più.

Fosco Del Nero



Titolo: Perduto amor (Perduto amor).
Genere: film drammatico.
Regista: Franco Battiato.
Attori: Corrado Fortuna, Luca Vitrano, Anna Maria Gherardi, Donatella Finocchiaro, Lucia Sardo, Manlio Sgalambro, Rada Rassimov, Gabriele Ferzetti.
Anno: 2003.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 13 marzo 2009

Atto di forza - Paul Verhoeven

Questa volta è il turno di un film ormai vecchiotto, posto che ha già diciannove anni sulle spalle, che ricordavo con affetto visto che lo vidi da ragazzino, e, da buon appassionato di fantascienza quale sono, mi piacque: parlo di Atto di forza, film girato nel 1990 da Paul Verhoeven e con protagonista il prestante Arnold Schwarzenegger, attuale governatore della California.
Tra gli altri interpreti del film, spicca Sharon Stone, all’epoca all’apice della sua bellezza.

Diciamo sin da subito quali sono le origini di tale pellicola, tratta da un racconto del grande Philip Dick, Ricordiamo per voi.

Ecco in breve la trama: Douglas Quaid (Arnold Schwarzenegger) è un operaio edile del 2084 che ha una particolare fissazione per Marte, colonia della Terra, tanto da sognarlo in modo ripetuto.
Nel suo sogno, c’è anche una brunetta… cosa che non piace molto alla moglie Lori (Sharon Stone).
Douglas cerca di convincere Lori a trasferirsi sul Pianeta Rosso, ma invano, anche per le loro modeste condizioni finanziarie… decide allora di supplire al vero viaggio con un viaggio finto, che gli impianterà la Rekall, società speciali zatta nella manipolazione della memoria, nella quale vengono inseriti dei “pacchetti ricordo”, secondo le scelte e i desideri dei clienti.
Douglas sceglie il pacchetto “Cieli azzurri su Marte”, ma qualcosa va storto, tanto che l’uomo si troverà sul vero Marte a combattere accanto alla brunetta dei suoi sogni, tale Melina, contro il governatore delle miniere del pianeta, Vilos Cohaagen, e al fianco della resistenza capitanata da Kuato, un mutante con poteri mentali.

Atto di forza si distingue per un discreto numero di colpi di scena e di capovolgimenti di fronte, posto che tratta proprio il tema del racconto originario di Dick, tema peraltro molto caro allo scrittore americano: la realtà e la concezione della stessa.

Tutto il film, difatti, porta avanti la danza tra presunta realtà e presunta immaginazione, col nodo che rimane sempre ambiguo e in definitiva non si scioglie mai.

Il film in sé è un buon film: coinvolge e tiene vivo l’interesse di chi lo guarda, per quanto mostri alcuni ingenuità narrative e appaia un po’ sbiadito agli occhi del tempo e dello spettatore smaliziato.

In ogni caso, Atto di forza è ormai un classico della fantascienza, per cui vale la pena vederlo se non lo si è ancora fatto.

Di seguito alcune frasi che testimoniano quanto detto sopra riguardo alla dicotomia realtà/finzione, veglia/sonno, consapevolezza/inconsapevolezza.

"La tua vita è soltanto un sogno"

"Se io non sono io, chi diavolo sono?"

"Tu sei figlio delle tue opere. Un uomo si definisce per le sue azioni."

"Apri la tua mente.
Apri la tua mente.
Apri la tua mente."

"Mi è venuto un pensiero terribile: e se fosse veramente un sogno?"

Fosco Del Nero



Titolo: Atto di forza (Total recall).
Genere: fantascienza.
Regista: Paul Verhoeven.
Attori: Arnold Schwarzenegger, Sharon Stone, Ronny Cox, Michale Ironside, Rachel Ticotin, Marshall Bell, Michael Champion, Mel Johnson Jr., Roy Brocksmith, Ray Baker.
Anno: 1990.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

martedì 10 marzo 2009

La terra - Sergio Rubini

La terra è il secondo film di Sergio Rubini che recensisco, dopo l’ottimo Il viaggio della sposa, storia ambientata nell’Italia meridionale del primo 600 e con protagonisti lo stesso Rubini e Giovanna Mezzogiorno.
Trattavasi in quel caso di una commedia con venature sentimentali.

Decisamente lontana, dunque, da questo La terra, sorta di film thriller-drammatico-tragicomico in salsa pugliese, posto che tratta le vicissitudini di una famiglia di Mesagne, paese in cui è ambientata la storia e in cui ritorna Luigi Di Santo (Fabrizio Bentivoglio), l’unico dei fratelli Di Santo ad essere emigrato in cerca di fortuna al nord, fino ad essersi stabilito come professore a Milano.

E l’unico ad avere avuto davvero fortuna, posto che Michele (Emilio Solfrizzi) ha problemi sia coniugali che economici, Aldo (Massimo Venturiello), pecora nera della famiglia, pare in lotta col mondo intero, e pure il piccolo Mario (Paolo Briguglia) dimostra qualche squilibrio emotivo di troppo…

Anche se, alla fine della fiera, pure Luigi, si saprà col passare del tempo, ha avuto le sue brutte gatte da pelare…

Nel film anche Claudia Gerini e Giovanna Di Rauso in due parti di contorno, oltre che il regista-attore Sergio Rubini, negli inguardabili panni di Tonino, mezzo commerciante e mezzo criminale, nonché strozzino a tempo perso.

E proprio Tonino, in qualche modo, avrà un ruolo centrale nelle vicende della famiglia Di Santo…

La critica ha espresso pareri contrastanti nei confronti de La terra, considerandolo spesso un passo indietro rispetto al precedente L’anima gemella, che certamente attira più l’attenzione con la sua storia vivace e fantastica.

Anche questo La terra, comunque, ha un suo perché, e funziona.

Probabilmente merito dei suoi protagonisti, a cominciare dall’ottimo Fabrizio Bentivoglio, ma passando anche per Briguglia, Di Sauro e Solfrizzi...

A mio avviso, il film vale perché ben recitato, ben calato nella realtà pugliese (anche se si ha lì impressione che la trama del film si riferisca più in generale a un generico sud Italia), e perché la sua vivacità mantiene vivo l’interesse dello spettatore.

E, comunque, gusto soggettivo a parte, che può far propendere verso questo o quel film, raramente le opere di Sergio Rubini deludono…

Fosco Del Nero




Titolo: La terra (La terra).
Genere: drammatico.
Regista: Sergio Rubini.
Attori: Fabrizio Bentivoglio, Paolo Briguglia, Emilio Solfrizzi, Massimo Venturiello, Sergio Rubini, Claudia Gerini, Giovanna Di Rauso, Marisa Eugeni.
Anno: 2006.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

    domenica 8 marzo 2009

    Get her - Quello che gli uomini sono disposti a fare per una donna



    Evidentemente ci ho preso gusto...
    Dopo il video più visto su YouTube, quello del ballerino comico Jaison Apply, è il turno stavolta di un altro video, anch'esso molto divertente, in cui mi sono imbattuto di recente e che ho pensato di proporre anche ai miei lettori.

    Segnatamente, si tratta di un breve cartoon su quello che gli uomini sono disposti a fare per avere una donna... e viceversa...

    E' un po' truce e sanguinolento, ma fa ridere...

    Buona visione!

    Fosco Del Nero

    mercoledì 4 marzo 2009

    The machine girl - Noboru Iguchi

    Oggi recensisco un film giapponese che ho conosciuto proprio attraverso il web: si tratta di un thriller violento dalla spiccata tendenza splatter.

    The machine girl, questo il suo titolo, fa vedere subito di che pasta è fatto, ed è una pasta crudele, orrida e sanguinosa.
    Già dopo i primissimi minuti, infatti, si sono già visti sangue, morti e mutilazioni.

    Si tratta di un filone che va molto di moda nel lontano Oriente, tanto nei fumetti quanto nelle animazioni e nei film, che tuttavia, a mio modo di vedere, se non ben strutturato, si dimostra vuoto, o peggio ancora fastidioso.

    E, purtroppo, è proprio questo il caso di The machine girl, che oscilla tra l’essere ridicolo e l’essere disgustoso… e disgustoso lo è spesso, tra gole tagliate, teste tagliate, braccia tagliate, dita tagliate, dita mangiate, colli che sprizzano sangue, ragazzine violentate da morte, etc.

    Anzi, a dirla tutta, è un film piuttosto sadico, senza alcun contenuto se non la violenza.

    Quanto agli aspetti tecnici, la recitazione degli attori è sommaria, mentre il doppiaggio in inglese, lingua in cui l’ho visto, è anch’esso precario.

    La trama è di una banalità sconfortante (una gang di ragazzini, capitanata dal figlio di uno yakuza, provoca la morte di un loro coetaneo, con la di lui sorella che per vendicarsi diventa una specie di guerriera ninja, ovviamente fortissima) e anche l’ambientazione sociale non convince, con dei ruoli troppo caricati (i ragazzini bulli, i poliziotti corrotti, i genitori distanti, etc).

    In The machine girl non si salva niente purtroppo, nemmeno i personaggi principali, decisamente anonimi e poco memorabili.
    Forse la fotografia è la cosa più decente.

    A peggiorare le cose, giunge anche un finale sospensivo, che lascia presagire un sequel… sequel che di sicuro io non vedrò.

    Uomo avvisato...

    Fosco Del Nero



    Titolo: The machine girl (Kataude mashin garu).
    Genere: splatter, drammatico, thriller.
    Regista: Noboru Iguchi.
    Attori: Asami, Honoka, Kawamura Ryosuke, Yuya Ishikawa, Kishi Kentaro, Kijima Noriko, Nishihara Nobuhiro, Shimazu Kentar, Okamoto Ryoji.
    Anno: 2008.
    Voto: 3.5.
    Dove lo trovi: qui.

    martedì 3 marzo 2009

    Puerto escondido - Gabriele Salvatores

    Puerto escondido è il terzo film di Gabriele Salvatores che compare su Cinema e film, dopo Denti (film del 2000) e Marrakech express (del 1989).

    Stavolta il protagonista è Diego Abatantuono, affiancato da Claudio Bisio, Valeria Golino e Renato Carpentieri.
    In parti minori, viceversa, da segnalare Ugo Conti, Antonio Catania e Fabrizio Bentivoglio.

    L’anno di produzione è il 1992, e difatti siamo nel periodo del primo Salvatores, quello diventato famoso grazie a film come Mediterraneo, Marrakech express e, per l’appunto, Puerto escondido.

    In tutti e tre i film succitati, i focus centrali sono il viaggio, la diversità, la rottura di abitudini, la terra straniera.
    In tali storie, difatti, degli uomini normali, degli italiani veramente medi, si trovano a vivere all’estero per vari motivi.

    In Mediterraneo per la guerra, in Marrakech express per aiutare un amico nei guai e in Puerto escondido perché nei guai ci è finito lo stesso protagonista, Mario Tozzi (Diego Abatantuono), coinvolto suo malgrado in un omicidio commesso da un commissario di polizia, che inizia a dargli la caccia in quanto testimone oculare…

    Mario, allora, per sfuggire a tale pericoloso personaggio, decide di scappare in Messico, dove però è oggetto di un episodio sfortunato dietro l’altro.

    Conosce quindi Alex (Claudio Bisio) e Anita (Valeria Golino), italiani che vivono di espedienti (piccolo spaccio di droga, piccole rapine, lotta di galli, etc), e finisce per familiarizzare con loro, adattandosi a una vita assai diversa da quella cui era abituato a Milano.

    Fino a che…

    Per farla semplice, vi dico da subito che a questo film ho preferito Mediterraneo, il cui respiro è più ampio e coinvolgente.
    Ma, tra Puerto Escondido e Marrakech express, vince di un soffio il primo.
    Entrambi sono comunque gradevoli e gustosi, ma il film di quest’oggi si fa preferire per una trama più convincente e per la maggiore efficacia degli attori protagonisti.

    Devo dire invece che, sempre rimanendo in tema Gabriele Salvatores, sono tra i fan dello sperimentale Nirvana, che tuttavia a molti non è piaciuto (unico comun denominatore tra tutti i film: la presenza di Diego Abatantuono).

    Buona visione.

    Fosco Del Nero



    Titolo: Puerto Escondido (Puerto Escondido).
    Genere: commedia.
    Regista: Gabriele Salvatores.
    Attori: Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Valeria Golino, Renato Carpentieri, Antonio Catania, Ugo Conti, Fabrizio Bentivoglio.
    Anno: 1992.
    Voto: 7.
    Dove lo trovi: qui.

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