Slide # 1

Slide 1

Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

Slide # 2

Slide 2

L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

Slide # 3

Slide 3

Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

Slide # 4

Slide 4

Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

Slide # 5

Slide 5

Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

domenica 28 febbraio 2010

500 giorni insieme - Marc Webb

La recensione odierna è relativa a un film di un paio di anni fa, che ha avuto un discreto riscontro, ma non tanto da salire agli onori della cronaca: parlo di 500 giorni insieme, film diretto Marc Webb e uscito nei cinema nel 2007.

Il primo appunto è sul regista, al suo esordio nel lungometraggio dopo una carriera come regista di videoclip musicali, cosa che si avverte chiaramente nell’impronta del film, da un lato per via della ricca colonna sonora, che anzi costituisce una parte importante della trama del film stesso, nonché per lo stile del montaggio, decisamente dinamico, fresco e originale.

Come è originale l’impronta data alla trama, col film che intanto comincia subito con un sorriso (per via di una dedica molto particolare), e che prosegue poi per spezzoni non lineari, il cui posizionamento temporale all’interno dei 500 giorni raccontati è annunciato da un numero di inizio scena. Già in questo metodo narrativo si vede notevole inventiva.

Ecco la sintesi della trama di 500 giorni insieme: Tom (Joseph Gordon-Levitt: alla fine ho realizzato che era il ragazzino della serie tv Una famiglia del terzo tipo, che poi da grande ha avuto una buona carriera, tra Inception, Looper, Sin City - Una donna per cui uccidere ed altri film) è un ragazzo romantico e timido. Laureatosi come architetto, si è poi messo a lavorare come realizzatore di biglietti d'auguri.
Ed è proprio a lavoro che egli conosce Sole (Summer nella versione originale, col dualismo di nomi che passa dunque da Summer-Autumn a Sole-Luna, perdendo qualcosa in termini di consequenzialità ma guadagnandone in termini di dualità) una ragazza sveglia e fuori dalle righe (evidentemente il ruolo di ragazza bizzarra calza a pennello a Zooey Deschanel, visto che le è stato proposto anche in Yes man, Guida galattica per autostoppisti, Un ponte per Terabithia, etc), di cui si innamora quasi subito, essendo peraltro almeno in parte corrisposto.
In parte perché in realtà Sole è una ragazza moderna, poco attratta da matrimonio e coppia fissa e più invece dalla libertà e dal divertimento.

La voce fuori campo avvisa fin da subito che non si tratta di una storia d’amore… e in effetti a fine film si scoprirà che era proprio così, col film che, comunque, assume il sapore di una storia di evoluzione personale
Quella di Tom, visto che la telecamera segue il suo punto di vista, anche se il personaggio evolutivamente più maturo è proprio quello di Sole, per quanto venga un po' visto come il "cattivo sentimentale" della situazione. 

Dietro la patina vivace ed effervescente della pellicola vi sono diversi insegnamenti: essere fedeli a se stessi, seguire i propri sogni, il momento presente, spontaneità e scelte di vita, attaccamento e non attaccamento, indipendenza e bisogno, aspettative e leggerezza, coincidenze e destino.
Insomma, mica poco per una commediola patinata.

500 giorni insieme mi è piaciuto davvero tanto: è pervaso da un umorismo vivace e divertente, presenta dei bei personaggi (Tom e Sole, ma anche Rachel, interpretata dalla promettente Chloe Moretzla di lui sorellina, ragazzina matura oltre ogni dire per la sua età, sorta di voce del buon senso), racconta una storia intrigante e con dei contenuti importanti

Se ci aggiungiamo anche regia e montaggio originali, nonché, come detto, la colonna sonora curata, abbiamo il risultato finale di un film molto ben curato e assai efficace: davvero un’ottima commedia, impreziosita in modo particolare da alcune scene, come il musical ballato o come il montaggio doppio di una scena (da un lato la realtà e dall'altro le aspettative, e il confronto è assai educativo dal momento che illustra con chiarezza quando nasce il dramma umano).

E che dire della bellezza delle ultime scene, in cui Tom passa in un attimo dal bisogno-dipendenza all’amore incondizionato… ed è proprio in quel momento che guarisce se stesso e dà una svolta positiva alla sua vita.
Sintetizzata da questo dialogo, che poi è quello che chiude il film (e nel quale si parla di angeli, a proposito di evoluzione interiore).
"- Ho la sensazione di averti già visto.
- A me non sembra.
- Capiti mai dalle parti di Angelus Plaza?
- Come no, altroché se ci capito: è il mio posto preferito.
- È lì che ti ho visto, ne sono sicura.
- Veramente?
- Sì
- Io invece non ti ho vista.
- Forse non ti guardavi intorno."

Giacché ci sono, aggiunto un altro paio di frasi del film.

"Destino e casualità in realtà coincidono."

"Non posso farti promesse.
Nessuno può farlo."

In conclusione, 500 giorni insieme è promosso a pieni voti e superconsigliato.

Fosco Del Nero



Titolo: 500 giorni insieme (500 days of summer).
Genere: commedia, sentimentale.
Regista: Marc Webb.
Attori: Zooey Deschanel, Joseph Gordon-Levitt, Clark Gregg, Minka Kelly, Matthew Gray Gubler, Rachel Boston, Geoffrey Arend, Chloe Moretz, George Romero, Ian Reed Kesler, Darryl Alan Reed.
Anno: 2009.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 24 febbraio 2010

May - Lucky McKee

La recensione di quest’oggi è dedicata a un film che vi consiglio di non guardare.

E con questo direi che ho mandato all’aria svariati principi di scrittura efficace.
Ma la sintesi è importante, per cui…

Per coloro che volessero tuttavia conoscere i motivi della mia opinione, la recensione continua, e segnatamente partendo dal resoconto sommario della trama di May, il film di oggi.

May è una bambina sfortunata: è nata fortemente strabica da un occhio ed è costretta alternativamente a portare o una benda antiestetica o degli occhialoni correttivi.
Alla sfortuna alla nascita si unisce anche l’eccellente talento pedagogico della mamma, che, a dispetto di un tono dolce, sembra che faccia di tutto per farla sentire inadeguata, diversa e incapace.

Tra una cosa e l’altra, dunque, la bambina cresce un poco deviata, cosa evidente quando la si ritrova ragazza: timida, imbranata, impiegata presso una clinica operatoria per animali (e le piace molto operarli, squartarli, etc), senza mai un ragazzo e perennemente delusa.

La sua unica amica è una bambola, che sua madre le regalò quando era bambina, come sempre col suo magico tocco educativo:
- “Se non riesci ad avere amici, inventateli”.
- “Non puoi toccarla perché lei è speciale e rischi di rovinarla, quindi lasciala dentro la teca”.

Sta di fatto che un bel giorno May si innamora di un bel ragazzo, e tenta di conquistarlo, naturalmente in modo goffo…

Ora, io adoro i personaggi bislacchi e i film fuori dalle righe , e al contrario odio la banalità.
Tuttavia, un personaggio bislacco finisce di essermi simpatico quando uccide gatti, squarta bambole e persone, prende la gente a forbiciate in faccia, conserva in casa i cadaveri delle persone che ha ucciso, etc.

May sta sospeso tra la commedia sentimentale, lo splatter, il drammatico-psicologico, non riuscendo però a eccellere in nessuno dei tre campi.

Peccato, però, perché le premesse del personaggio sui generis non erano male, ma il film poi risulta noioso e prevedibile, quasi una sorta di elenco scontato di uccisioni e stranezze.

Il mio voto è 4, e il mio consiglio di usare meglio il vostro tempo.
Qualora tuttavia decidiate di guardarlo, fatemi sapere se vi è piaciuto o meno.

Fosco Del Nero



Titolo: May (May).
Genere: drammatico, psicologico, sentimentale.
Regista: Lucky McKee.
Attori: Angela Bettis, Anna Faris, Jeremy Sisto, James Duval, Nichole Hiltz, Kevin Gage, Merle Kennedy.
Anno: 2002.
Voto: 4.
Dove lo trovi: qui.

domenica 21 febbraio 2010

The mentalist - Bruno Heller

Oggi vi presento una serie tv che mi era stata consigliata tempo fa, e di cui mi sono deciso a guardare il primo episodio solo di recente… guardando poi anche tutti gli altri finora trasmessi.

Parlo di The mentalist, serie ideata da Bruno Heller e in onda a partire dal 2008, con la seconda stagione che è cominciata da poco negli Usa dopo il buon successo della prima.

Ma ecco in breve la trama di The mentalist: Patrick Jane (Simon Baker) è consulente presso il California Bureau of Investigation, laddove aiuta la squadra di Teresa Lisbon (di cui fanno parte Wayne Rigsby, Kimball Cho e Grace Van Pel) nella risoluzione delle indagini utilizzando il suo raro talento di “mentalista”.

Laddove con mentalista si intende una persona particolarmente osservatrice e attenta ai dettagli, nonché portata per questioni psicologiche e intrapersonali, col livello generale di osservazione e di intuizione che potrebbe persino essere scambiato per chiaroveggenza…

… e difatti Patrick Jane in passato ha finto di essere un medium, andando poi a sbattere contro John il Rosso, un serial killer che ha massacrato la sua famiglia (moglie e figlioletta) per vendetta.

Nonostante i temi siano seri, dall’omicidio al ricatto, dal suicidio alla pazzia, The mentalist mantiene prevalentemente un’aria da commedia, e brillante persino, con l’umorismo dello stesso Jane a farla da padrone e ad alleggerire il tutto.

La prima stagione, composta da ventitre episodi, si fa seguire bene, sempre interessante e appassionante, con trama e personaggi altrettanto validi.
Difatti, oltre a Patrick Jane, anche gli altri personaggi principali sono ben caratterizzati, come molti secondari, a partire da assassini e pazzoidi, a loro volta interessanti.

Non a caso, me la sono veramente divorata… e se seguite il sito sapete che qua fioccano le insufficienze, e che, in particolare per le serie televisive, spesso mi fermo al primo episodio non ritenendole meritevoli di procedere oltre.

Il mio consiglio dunque è quello di dargli una chance: se siete appassionati di investigazioni e se avete uno spiccato senso dell’umorismo, The mentalist non potrà non piacervi.

Fosco Del Nero



Titolo: The mentalist (The mentalist).
Genere: serie tv, psicologia, thriller, commedia, drammatico.
Ideatore: Bruno Heller.
Attori: Simon Baker, Robin Tunney, Tim Kang, Owain Yeoman, Amanda Righetti.
Anno: 2008-in corso.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 19 febbraio 2010

La coniglietta di casa - Fred Wolf

Oggi recensisco un film che contraddice in modo palese il mio principio di scelta per film e libri (che uso più per i libri, a dire il vero, posto che si fa in fretta a vedere un film, mentre un libro ti porta via più tempo), basato sostanzialmente sulla qualità conosciuta o sulla fama di chi lo produce.

L’unico motivo di scelta de La coniglietta di casa (titolo che ho trovato in qualche elenco di film su internet), difatti, consisteva nel fatto che in esso recitava Anna Faris, un’attrice che mi è molto simpatica e che mi aveva fatto ridere non poco in film come Scary movie 3 (e in effetti essa si è specializzata nei film comico-demenziali).

A parte questo, onestamente mi aspettavo pochino dal suddetto film, e difatti pochino ho avuto.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla trama de La coniglietta di casa: Anna Faris è Shelley, coniglietta storica della Playboy Mansion, la grande e lussuosa villa di Hugh Hefner, per l’appunto il magnate della nota rivista sexy.

Un bel giorno, però, Shelley riceve una lettera dello stesso Hugh, che la invita a lasciare la casa; la bionda, che sognava la sua prima copertina da playmate, passa così dalle stelle alle stalle.

La ragazza, tuttavia, di animo assai positivo, cerca subito una nuova sistemazione, e si accaserà al club femminile Alpha Zeta, che sta giustappunto cercando qualcuno capace di risollevarne le sorti…

La coniglietta di casa è un film comico, e anzi spesso demenziale, e questo è ok, non è una vergogna.
Anzi, esistono film comico-demenziali di grande qualità, come, secondo me, lo stesso Scary movie 3 o lo spassosissimo Fatti, strafatti e strafighe.

Il problema di questo film è che gli skatch sono spesso scontati e poco divertenti, e che non vi sono praticamente contenuti ad eccezione di qualche banale luogo comune, assai prevedibile ex ante.
Inoltre, la gran parte dei personaggi protagonisti (le ragazze del club, sostanzialmente) risulta imbarazzante sulle prime, e poco credibile sulle seconde, per via di una trasformazione troppo repentina.

Alla fine della fiera, il film produce solo tre effetti positivi:
- strappa qualche sorriso, anche se troppo pochi,
- mostra diverse belle ragazze,
- genera simpatia per il personaggio di Shelley, tanto ingenua e semplice quanto positiva e generosa.

E, peraltro, è proprio il personaggio di Shelley a rimanere più impresso de La coniglietta di casa, salvando il film da un misero 4 e portandolo a un meno catastrofico 5.
Comunque troppo poco…

Fosco Del Nero



Titolo: La coniglietta di casa (The house bunny).
Genere: demenziale, comico, commedia.
Regista: Fred Wolf.
Attori: Anna Faris, Colin Hanks, Emma Stone, Katharine McPhee, Kat Dennings, Beverly D'Angelo, Lauryn Hill, Rumer Willis, Kiely Williams.
Anno: 2008.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 17 febbraio 2010

Paranormal activity - Oren Peli

Ecco uno dei due film del momento (l’altro ovviamente è Avatar, che però non ho ancora visto): l’horror Paranormal activity, pellicola a basso costo, appena 15.000 dollari, e ad altissimi incassi, oltre 150 milioni di dollari… un bilancio decisamente non male.

Segnatamente, Paranormal activity è stato al centro di numerose polemiche di diverso segno: c’è stato chi lo ha giudicato troppo forte e violento per consentirne la visione ai minorenni, chi al contrario lo ha ritenuto ridicolo, chi lo ha giudicato un mero fenomeno di marketing… e a quanto pare c’è anche chi durante o dopo la visione è stato preda di malori…

Se avete dato un’occhiata al voto, avrete già visto un giudizio positivo, che ora andrò a motivare.

Dico subito, giusto per chiarezza, che ho visto la versione americana del film di 97 minuti, e non quella andata in onda nei cinema italiani, più corta di parecchi minuti e con un finale differente.
Peraltro, i finali del film non sono uno o due, ma addirittura tre: forse regista e produttori erano molto indecisi… o forse intendevano incoraggiare anche la vendita del dvd, che per l’appunto contiene uno dei tre finali.

Ad ogni modo, la versione che ho visto io è un buon film horror, che genera tensione per larga parte della sua durata e paura in alcuni frangenti finali.

Il regista Oren Peli (nella cui abitazione il film è stato girato in appena dieci giorni) strizza evidentemente l’occhio a due classici dell’orrore del passato, peraltro assai diversi tra loro per tematica e stile.

Uno è chiaramente L’esorcista: Paranormal activity ha la sua stessa evoluzione, con la storia che passa lentamente e ritmicamente da un contesto familiare tranquillo e quotidiano a una possessione demoniaca sfrenata e con epilogo drammatico.
Inoltre, in una delle scene tagliate nella versione “italiana” è mostrata proprio la scena di un esorcismo.

L’altro riferimento è, altrettanto chiaramente, The blair witch project, sia per la tecnica filmica della telecamera a mano, sia per il progetto low budget sapientemente amplificato a livello di marketing.
E, aggiungerebbero i maligni, anche per il fatto che ambo i film “promettono” molto, ma poi fanno vedere molto poco…

Ad ogni modo, ecco la trama di Paranormal activity: Katie e Micah sono una giovane coppia, e vivono in una villetta suburbana, nella quale fin da subito iniziano a manifestarsi strani episodi: oggetti che si spostano, rumori notturni, etc.

Tanto che il ragazzo, dopo aver saputo che anche nella casa natale di Katie era successo qualcosa di anomalo, culminato poi in un incendio devastante, decide di piazzare una telecamera in camera da letto.
Va da sé che l’apparecchio registrerà diversi fenomeni bizzarri, in una sorta di escalation di paura.

Come detto, considero Paranormal activity, al di là di battage pubblicitario e dei tagli nelle varie versioni, un buon film per il semplice fatto che in esso la tensione monta lentamente ma inesorabilmente, coinvolgendo lo spettatore fino al finale…

… beh, fino a uno dei tre finali, a dire il vero.

Qualche punto tuttavia mi ha lasciato perplesso per la sua poca coerenza interna: dalla quasi totale assenza di amici della coppia (qualche conoscente o parente avrebbe potuto andare a stare da loro, stanti quelle stranezze, o i due avrebbero potuto andare da altri) alla stupidità gestionale della situazione (si muovono le porte di notte? Ci sono impronte bianche in camera da letto? Le tavole ouija si incendiano da sole? Quando eri piccola uno spirito ha infestato casa tua, che poi è bruciata misteriosamente? C’è una tua foto bruciacchiata nella soffitta che nemmeno sapevamo di avere? Ma perché chiamare un consulente o chicchessia, facciamo tutto da soli s soprattutto rimaniamo da soli di notte, e persino con le porte spalancate!), al fatto che Micah rimane nella casa tra la ventesima notte e la ventunesima dopo tutto quello che era successo (solo perché la sua ragazza in evidente stato di catalessi gli ha detto che era tutto ok...).

Detto questo, il film è comunque buono, a mio avviso, e questo con tutti e tre i finali, anche se il mio preferito è quello del cadavere scaraventato.

Buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Paranormal activity (Paranormal activity).
Genere: horror.
Regista: Oren Peli.
Attori: Katie Featherston, Micah Sloat, Amber Armstrong, Michael Bayouth, Mark Fredrichs.
Anno: 1997.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 14 febbraio 2010

Neon Genesis Evangelion - You are not alone - Hideaki Anno

Nuova recensione di un anime, e stavolta di un intero film, per quanto di un film tratto da un manga, e a sua volta parte di una miniserie di lungometraggi animati: parlo di Neon Genesis Evangelion - You are not alone, primo di quattro film diretti da Hideaki Anno, reprise del notissimo manga omonimo, Neon Genesis Evangelion, per l’appunto.

Premetto che ho letto il suddetto manga, e che quindi conoscevo già in partenza tutta la storia, della quale, in sintesi, il film Neon Genesis Evangelion - You are not alone riprende i primi episodi.
Dunque, non tutti gli eventi e non tutti i personaggi dell’universo di Neon Genesis Evangelion sono presenti in questa versione filmica.

Ecco in breve la trama, per coloro che non conoscessero l’opera: in un prossimo futuro l’esistenza dell’intero genere umano è minacciata dalla venuta degli Angeli, entità enormi e potentissime dalla grande forza devastante… forza che usano senza scrupoli.
Tanto che l’umanità è costretta a difendersi costruendo città semi-sotterranee ed elaborando a sua volta delle entità semi-viventi, gli Eva, capaci di rivaleggiare in potenza con gli Angeli (e costruite proprio sulla base della struttura di una di esse).
Tali specie di robot esigono però un pilota, e segnatamente un pilota con una particolare connessione psichica con esse.
Il caso ha voluto che fosse adatto a tale mansione proprio Shinji Ikari, il figlio di Gendo Ikari, a capo del Nerv, l’ente preposto alla lotta contro gli Angeli.

A completare il quadro umano dei principali protagonisti, la bella Misato Katsuragi, membro del Nerv che di fatto farà da tutor a Shinji (il quale ha un pessimo rapporto col padre; anzi, un non-rapporto, per meglio dire), e Rei Ayanami, l’altro pilota degli Eva, ragazza a dir poco silente e misteriosa.

Neon Genesis Evangelion - You are not alone ha avuto un grande successo nella proiezione nei cinema giapponesi, cosa non sorprendente dato il riferimento alla serie culto (in Giappone manga e anime sono dei veri e propri fenomeni, capaci di numeri e di incassi da capogiro, nonché di riscuotere un interesse che qua da noi è assimilabile probabilmente al solo calcio), tuttavia non mi è piaciuto molto.

Ecco i motivi di ciò:
- la realizzazione tecnica non è certamente notevole (molto meno attraente di altri prodotti recenti, come 5 centimeters per second o I racconti di Terramare),
- molti passaggi del manga mancano, tanto che lo spettatore ignaro del fumetto rimarrebbe probabilmente perplesso su quanto accade (per esempio, la relazione Gendo-Shinji in questo film praticamente non è spiegata),
- il tutto ha un’aria molto fredda e distante, e non coinvolge lo spettatore.

In definitiva, è vero che You are not alone è solo il primo di quattro film, ma al secondo episodio neanche ci si arriva se il primo non invoglia.

E, a mio avviso, in questo film d’animazione manca quasi del tutto quella tensione e quella drammaticità di cui il manga originale è viceversa pervaso.
Rimangono, a questo punto, solo la furente lotta con gli Angeli e le inesplicate incomprensioni di Shinji con Gendo, Rei e Misato.

Troppo poco.

Fosco Del Neo



Titolo: Neon Genesis Evangelion - You are not alone (Evangerion Shin Gekijōban: Jo).
Genere: anime, animazione, fantastico, fantascienza, drammatico.
Regista: Hideaki Anno.
Anno: 2007.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 12 febbraio 2010

Tell me you love me - Il sesso, la vita

La recensione di oggi è dedicata a un’altra serie tv, decisamente particolare tanto per il suo argomento centrale quanto per il suo stile esecutivo… e che peraltro non mi è piaciuta molto e di cui difatti, come in altri casi (True blood, Dollhouse, Boston legal), ho visionato solo il primo episodio, quello cui dunque si riferisce questo articolo.

Parlo di Tell me you love me - Il sesso, la vita, serie americana che ha esordito nel 2007, suscitando da subito un certo scalpore per via della sua tematica nonché del modo esplicito in cui l’ha affrontata.
Parliamo ovviamente di sesso e affini.

La serie, dopo la prima stagione, si era conquistata i galloni della seconda, ma di fatto ha poi chiuso i battenti nel 2008 per mancanza di idee su come farla evolvere (fatto certamente raro in un periodo in cui il successo viene cavalcato ad ogni costo, anche in caso di mancanza assoluta di idee e di contenuti).

Tell me you love me narra le vicende di tre diverse coppie, tutte in crisi, per quanto in modi diversi: Katie e David, Jamie e Hugo, Carolyn e Palek.
Tanto che tutte e tre le coppie finiscono per rivolgersi alla sessuologa May Foster, la quale, a sua volta, ha qualche problemi di coppia col marito…

La serie, oltre che per l’argomento decisamente audace, peraltro trattato in modo schietto e diretto, con tanto di scene piuttosto chiare ed esplicite, si caratterizza anche per uno stile registico particolare, dal sapore quasi documentaristico: non ci sono titoli di testa o logo, non c’è un’introduzione agli episodi, non c’è colonna sonora, le riprese sono fatte con telecamera a mano.

Ovviamente, come per il tema portante, può piacere o meno, questione di gusti.

A me, devo dire la verità, non è piaciuto molto, e difatti non ne ho continuato la visione: non è appassionante, non è divertente, non è esteticamente notevole.
Ok, ilprodotto affronta con piglio deciso e sicuro un argomento scottante e spesso tabù, ma questo a mio avviso non basta per fare di una serie televisiva una serie che vale la pena di seguire.

Se vi va, provate a dare un’occhiata al primo episodio per vedere se, al contrario, Tell me you love me a voi va a genio.
Il mio voto è comunque un 5.

Fosco Del Nero



Titolo: Tell me you love me - Il sesso, la vita (Tell me you love me).
Genere: serie tv, psicologia, sentimentale, drammatico.
Ideatore: Cynthia Mort.
Attori: Sonya Walger, Jane Alexander, Michelle Borth, Tim DeKay, Luke Kirby, Adam Scott, David Selby, Katharine Towne, Ally Walker.
Anno: 2007-2008.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 10 febbraio 2010

L’ala o la coscia - Claude Zidi

Altro film francese discretamente risalente, dopo il divertente Le folli avventure di Rabbi Jacob: stavolta è il turno di L'ala o la coscia (L’aile ou la cuisse), film decisamente poco noto (per non dire sconosciuto) in Italia.
Difatti, l’ho guardato in lingua originale, aiutato dai sottotitoli.

Peraltro, un punto in comune tra i due film è la presenza di Louis de Funès, attore ugualmente poco conosciuto qua da noi ma assai noto nella madrepatria, specialmente per la sua vivacissima caratterizzazione dei personaggi.

Ne L'ala o la coscia, egli interpreta Charles Duchemin, direttore della guida ai ristoranti francesi che porta proprio il suo cognome di famiglia.
Nell’azienda, peraltro, lavora anche il figlio Gérard, per quanto la passione di quest’ultimo sia ben diversa rispetto a quella del padre: il ragazzo difatti si diletta come clown da circo, fatto che piace assai poco al padre.

Ad ogni modo, i due vengono a trovarsi nella situazione di dover fronteggiare prima un tentativo di “spionaggio industriale” e poi persino un attentato da parte di Jacques Tricatel, acerrimo nemico di Duchemin senior in quanto re del fast food francese (i francesi, però, che non usano termini anglosassoni manco a pagarli, parlano di "pret à manger"), e come plausibile assai distante dai canoni estetico-gustativi del gourmet Duchemin.

Alla scorribanda dei Duchemin peraltro partecipa anche la giovane e affascinante segretaria interinale, Marguerite, che peraltro Duchemin senior userà per mantenere il figlio in azienda nonostante la sua sfrenata passione per il circo…

L'ala o la coscia non è un film malvagio, e si fa guardare tanto per la mimica irresistibile di Louis de Funès, quanto per la vivacità del tutto.
Certamente, tuttavia, non è un caposaldo del cinema, e, anzi, a mio avviso sta un paio di spanne al di sotto del più spassoso Le folli avventure di Rabbi Jacob.

Ad ogni modo, se per caso foste appassionati di commedie francesi (ammesso che ci sia qualcun altro oltre me e i francesi), magari dategli un’occhiata.

Fosco Del Nero



Titolo: L’ala o la coscia (L’aile ou la cuisse).
Genere: comico, commedia.
Regista: Claude Zidi.
Attori: Louis de Funès, Coluche, Julien Guiomar, Ann Zacharias, Daniel Langlet, Claude Gensac, Philippe Bouvard, Fernand Guiot, Vittorio Caprioli, Aurora Maris, Raymond Bussières, Gérard Boucaro.
Anno: 1976.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

domenica 7 febbraio 2010

Zombie strippers - Jay Lee

Di recente stavo cercando un film sugli zombie (un film comico, ossia Benvenuti a Zombieland) e per sbaglio ho trovato questo Zombie strippers.
E, con l’idea di abbassare decisamente il tono di questo blog, ho deciso di vederlo...

Partiamo dal genere: se Zombieland si presentava come una parodia dei film sugli zombie, Zombie strippers, come facilmente arguibile dal nome, coglie lo spunto dell’argomento zombie per coniugarlo a un altro argomento molto in voga tra i maschietti, ossia gli strip.

In tal senso, facile immaginare il tenore del film, di cui vi riporto la trama giusto per dovere di cronaca: in un prossimo futuro gli Usa sono in guerra con diverse nazioni, e per mantenere elevato il numero dei propri soldati hanno elaborato un virus che li resuscita dopo la morte.

Ovviamente l’esperimento va male, tanto che presto si arriva a scene in stile Resident Evil, con frotte di zombie affamati.

La somiglianza di Zombie strippers con Resident Evil però finisce qui, visto che un soldato morso pensa bene di scappare dal suo gruppo di riferimento, poscia che i morsi-contagiati venivano eseguiti all’istante (si prega di notare l’ardito uso del participio passato)…

… per finire poi in un club di spogliarelli, laddove, dopo essersi trasformato, morde e contagia la spogliarellista regina del locale (interpretata dall’ex pornostar Jenna Jameson), che a sua volta coinvolge altre ragazze del posto.

Il seguito del film, che poi è la buona sostanza del film stesso, è facile da immaginare, con le zombie-stripper che riscuotono un grande successo tra gli avventori del locale.

Zombie strippers è dunque un mix tra splatter, commedia e demenziale, col suo profilo che è basso e senza pretese.

Tuttavia, qualche sorriso lo strappa, anche per via di alcuni personaggi discretamente caratterizzati (per esempio il boss del club che intravede l’affare delle ragazze zombie, interpretato da Robert Englund, uno dei protagonisti del mitico Visitors).

Alla fine della fiera, comunque, i motivi per guardare Zombie strippers sono solo due: belle ragazze e tanto sangue.
Ergo, se siete fan delle une o dell’altro, accomodatevi pure: non troverete molto altro, ma in fin dei conti, data la piccola produzione e il soggetto altrettanto piccolo, a mio avviso avrebbe potuto andare anche peggio (da cui il 4.5 di voto e non il 3): il film non fa l’errore di prendersi troppo sul serio e la butta spesso sul ridere.

Fosco Del Nero



Titolo: Zombie strippers (Zombie strippers).
Genere: demenziale, splatter.
Regista: Jay Lee.
Attori: Jenna Jameson, Robert Englund, Roxy Saint, Joey Medina, Penny Drake, Jennifer Holland, John Hawkes, Jeannette Sousa.
Anno: 2008.
Voto: 4.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 3 febbraio 2010

Flashforward - Brannon Braga, David S. Goyer

Quest’oggi recensisco una serie tv che ho visto di recente e che mi è piaciuta veramente tanto: Flashforward.

Non a caso, ho visto tutte le puntate andate in onda qua in Italia, con la serie che per ora ha visto la sola prima stagione, già andata in onda interamente negli Usa e composta di 24 episodi.

L’idea di base è veramente geniale (ispirata al romanzo Avanti nel tempo di Robert J. Sawyer): un bel giorno, tutte le persone del mondo svengono per poco più di due minuti.
Questo basta, come facile immaginare, per causare un ingente numero di disastri, dagli incidenti automobilistici a quelli aerei, dalla gente che muore annegata alle persone che cadono da una grande altezza.

Perché questa cosa è successa a tutta l’umanità?

Non si sa, però si scoprono presto alcune cose:
- ciascuna persona ha visto una scena del suo futuro da lì a qualche mese, con le visioni che corrispondono al 100% per tutte le persone (ossia, se io ho visto te, tu hai visto me),
- qualcuno non ha visto niente, e la cosa non è un buon segno,
- in realtà, non proprio tutti sono svenuti…

Da qui tutta una serie di domande e di dubbi, che coinvolgono chiunque, ma soprattutto una squadra speciale della polizia federale di Los Angeles, che costituisce un apposito gruppo di indagine.

Le domande centrali sono:
- chi o cosa ha causato il flash forward?
- quello che si è visto è davvero il proprio futuro?
- se sì, è inevitabile o lo si può cambiare?

I protagonisti principali della storia, molto densa di eventi e personaggi, sono:
- Mark Benford, agente federale coinvolto nel gruppo di indagine sul flashforward,
- Olivia Benford, moglie di Mark nonché chirurgo pediatrico,
- Bryce Varley, giovane medico tirocinante con Olivia,
- Demetri Noh, partner di Mark nell’FBI,
- Lloyd Simcoe, padre del piccolo Dylan, paziente di Olivia, nonché brillante scienziato… e amante nella visione di Olivia stessa,
- Nicole Kirby, babysitter in casa Benford per il piccolo Charlie.
Da citare la presenza nel cast di due degli attori di Lost, ossia Sonya Walger (Penny) e Dominic Monaghan (Charlie).

La serie televisiva è curatissima, tanto nella trama, quanto nell’estetica di scenografia, fotografia e montaggio, e tiene veramente vivo l’interesse dello spettatore, muovendosi peraltro non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri luoghi, come Giappone, Somalia o Afghanistan, per quanto in misura marginale.

Non è un caso, dunque, che della serie siano già state messe in conto tre stagioni minimo, col numero che potrebbe aumentare in caso di grande successo.

Il mio consiglio è quello di vedervi Flashforward, almeno per le prime puntate, per poi vedere se fa al caso vostro. Quantomeno originalità e suspense sono assicurati, fattori che vanno assolutamente premiati.

Fosco Del Nero

Aggiornamento della recensione: nonostante le premesse iniziali, la serie è stata sospesa dopo la sola prima stagione, che un qualche finale, per quanto molto interlocutorio. Peccato.



Titolo: Flashforward (Flashforward).
Genere: serie tv, fantastico, psicologico, sentimentale, thriller.
Ideatore: Brannon Braga, David S. Goyer.
Attori: Joseph Fiennes, John Cho, Sonya Walger, Jack Davenport, Zachary Knighton, Peyton List, Brían F. O'Byrne, Courtney B. Vance, Christine Woods, Dominic Monaghan.
Anno: 2009-in corso.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

Il mondo dall'altra parte