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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 30 luglio 2014

Passepartout - Lorenzo Buscaino

Non molto tempo fa avevo pubblicato la recensione di un mediometraggio a bassissimo budget prodotto da alcuni ragazzi italiani, in primis il regista Lorenzo Buscaino: il film s’intitolava La mano infernale ed era un horror, per quanto “addolcito” dal basso budget e quindi dall’assenza di effetti speciali, dagli accenti umbri dei protagonisti e da un tono di fondo non dico da commedia, ma comunque da film grottesco.

Questo senso del grottesco è aumentato di volume nel successivo film di Buscaino e soci, Passepartout, che oltre ad aver aumentato il minutaggio ai 90 minuti, ha virato anche come genere, essendo un mix tra la fantascienza e la commedia, per quanto non manchino anche qui delle venature orririfiche, anche se marginali.

Ecco la trama del film: i due fratelli Manuel (Eros Bosi) e Andy (Andrea Buscaino, fratello del regista), di ritorno da una sfortunata partita di poker, vedono precipitare un ufo e trovano tra le sue macerie Vegar (Elisa Rosati), che si dà il caso essere una pericolosa criminale scappata da un carcere di massima sicurezza e che è inseguita da Stargot (ancora Andrea Buscaino), agente del suddetto carcere, il quale viene dapprima ostacolato e poi aiutato dal detective privato Claudio (Pierluigi Stentella).

Se La mano infernale si era guadagnato un 5.5 soprattutto per la passione di coloro che lo avevano realizzato, praticamente senza alcun budget e con tanta buona volontà, pur alle prese con evidenti limiti di ogni genere (attori non professionisti, assenza di effetti speciali, etc), Passepartout sale a un meritevolissimo 6.5.
Se è vero che alcuni problemi vi sono ancora, è anche vero che qualcosa è stato affinato: la recitazione è mediamente migliorata, la colonna sonora è inaspettatamente buona, pur con qualche caduta di gusto e un volume a tratti troppo alto rispetto alle voci, i dialoghi sono più briosi con una vena di grottesco a tratti molto piacevole, e alcuni momenti sono davvero divertenti (per esempio, le citazioni di Man in black o di Taxi driver).

E se alcuni elementi stonano parecchio, come gli alieni con accento umbro (…), alcune altre cose controbilanciano, come ad esempio il riuscito personaggio di Claudio, oppure il simpatico trucco-maschera di Stargot.

Sono presenti persino alcuni effetti speciali nonché scene di lotta, entrambi i fattori certamente non entusiasmanti, ma comunque superpositivi tenendo conto che si tratta di un film amatoriale praticamente privo di budget.

Insomma, l’idea di fondo è semplice e per certi versi banale, come semplici sono anche alcune direzioni prese dalla storia, ma il risultato finale di Passepartout è gradevole, tanto che me lo sono visto dritto filato con curiosità e divertimento.

In conclusione, complimenti a Lorenzo Buscaino, Eros Bosi, Andrea Buscaino e compagnia bella, e in bocca al lupo per i prossimi lavori.

Fosco Del Nero



Titolo: Passepartout.
Genere: fantascienza, commedia, grottesco.
Regista: Lorenzo Buscaino.
Attori: Andrea Buscaino, Eros Bosi, Elisa Rosati, Pierluigi Stentella.
Anno: 2013.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 28 luglio 2014

Blue Jasmine - Woody Allen

Ho visto pressoché tutti i film di Woody Allen, della cui filmografia più risalente sono un fan sfegatato… mentre al contrario i film più recenti mi hanno spesso deluso per il semplice fatto che il regista americano si è snaturato, virando decisamente come genere e stile.

Ad ogni modo, ecco la lista dei film dell’ormai vetusto Allen che ho recensito sul sito, in ordine cronologico di recensione e con relativo voto tra parentesi: Manhattan (7.5), Scoop (6.5), Amore e guerra (8.5), Sogni e delitti (5.5), Match point (6), Crimini e misfatti (6.5), La dea dell’amore (8), Vicky Cristina Barcelona (7), Anything else (7.5), Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (6), Tutti dicono I love you (6), Basta che funzioni (7.5), Io e Annie (7), Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (5.5), Harry a pezzi (7), Il dittatore dello stato libero di Bananas (6.5), La maledizione dello scorpione di giada (8), Hannah e le sue sorelle (6.5), La rosa purpurea del Cairo (6), Prendi i soldi e scappa (7.5), Ombre e nebbia (6.5), Il dormiglione (8).
E ci aggiungo anche Provaci ancora, Sam (7.5), da Allen non diretto, ma scritto e interpretato.

E inoltre seguiranno a breve gli ultimi rimanenti, visto che ho deciso di finire l'opera: Stardust memories (7.5), Broadway Danny Rose (7), Celebrity (6), Criminali da strapazzo (5), Che fai, rubi? (6.5), Una commedia sexy in una notte di mezza estate (7), Hollywood ending (8), Don’t drink the water (7.5), Interiors (4.5), Alice (5), Radio days (6.5), Misterioso omicidio a Manhattan (7), Midnight in Paris (8.5), Melinda e Melinda (7), Mariti e mogli (6), Pallottole su Broadway (6.5), Zelig (7).

Media voto molto alta per il buon Woody, dunque, abbassata solo dai suoi ultimi film, tra cui spiccano un paio di lievi insufficienze.
Purtroppo, con il film di oggi, Blue Jasmine, arriva un’insufficienza grave.

Il film vede come protagonisti Cate Blanchett (The gift – Il donoLe avventure acquatiche di Steve Zissou, Il signore degli anelli - Le due torri, Elizabeth), Alec Baldwin (Beetlejuice - Spiritello porcello, Una donna in carriera, Una vedova allegra... ma non troppo) e Sally Hawkins (già intravista in Sogni e delitti).

Ed ecco la trama del film, che peraltro si svolge secondo due linee temporali parallele, tra presente e passato: Jasmine, il cui vero nome è Jeannette, ha appena divorziato da Al, con cui viveva felicemente New York fino a che non ha scoperto che lui era un traditore e un truffatore, cosa che tra l’altro l’ha ridotta in povertà da ricchissima che era.
La giovane donna chiede rifugio alla sorella Ginger, che vive a San Francisco e che è rispetto a lei molto diversa, decisamente più popolana e semplice, anche nel gusto per gli uomini: il suo attuale fidanzato, Chili, ben esemplifica la lontananza tra le due.

Il problema di Jasmine non è solo l’inaspettata indigenza, ma anche una forte difficoltà a vivere il presente, con tanto di turbe mentali vere e proprie…

Purtroppo man mano Woody Allen ha snaturato se stesso. Per carità, libero di farlo, ma i fasti dei vari Manhattan, Amore e guerra, La dea dell’amore, Il dormiglione, etc, sono ben lontani, sia nello stile ma anche nella qualità, e non esito ad affermare che se i suoi film ricevono ancora consensi e premi è perché c’è il suo nome nei titoli… fossero stati diretti da un pinco pallino qualunque, dubito che avrebbero ricevuto i medesimi consensi della “critica”.

In Blue Jasmine non c’è neanche una virgola dell’ironia, della brillantezza e delle trovate dei suoi film migliori, ma ci sono solo tristezza e problemi psichiatrici… che evidentemente sono gli argomenti su cui ha deciso di dirigersi.

E probabilmente non è un caso che, tra i suoi ultimi film, quello più brillante, Basta che funzioni, è stato sì diretto di recente, ma su una vecchia sceneggiatura. Anche se, a dire il vero, anche Midnight in Paris aveva una certa brillantezza e originalità.

Peccato che ogni tanto ci infili film come Blue Jasmine, a mio avviso in assoluto il più pesante e meno interessante dei suoi film.

Fosco Del Nero



Titolo: Blue Jasmine (Blue Jasmine).
Genere: drammatico, sentimentale.
Regista: Woody Allen.
Attori: Cate Blanchett, Alec Baldwin, Sally Hawkins, Bobby Cannavale, Louis C.K., Andrew Dice Clay, Peter Sarsgaard, Michael Stuhlbarg, Max Casella.
Anno: 2013.
Voto: 4.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 24 luglio 2014

Limitless - Neil Burger

Il film recensito questa volta nel blog è decisamente particolare, visto che non corrisponde a un genere preciso, ma mescola parecchio: parlo di Limitless, film girato nel 2011 da Neil Burger, e con protagonista Bradley Cooper (ossia il protagonista del campione d’incassi Una notte da leoni nonché dell'ancora migliore Il lato positivo).
Il film è tratto dal romanzo di Alan Glynn Territori oscuri

Dicevo del genere meticcio: a tratti c’è un tono da commedia, c’è un tono (e avvenimenti) da film drammatico, c’è un contenuto psicologico ma anche scene d’azione e thriller, peraltro con un ingrediente semi-fantastico di fondo, quello di una droga quasi magica, l’NZT-48, capace di potenziare letteralmente le persone.

Ma andiamo alla trama di Limitless: Eddie Morra è quasi alla frutta. Scrittore semi-fallito, è in bolletta ed è appena stato lasciato dalla fidanzata Lindy, che viceversa è una donna in carriera.
Un giorno egli incontra per caso Vernon, il fratello poco raccomandabile della sua ex moglie Melissa. Il tipo, per tirarlo su di morale, gli offre una pasticca di NZT-48, una sorta di droga psicotropa capace di espandere enormemente il campo di coscienza e il livello di intelligenza della persona, facendola accedere al potenziale cerebrale inutilizzato.
Diventa così facilissimo cogliere e interpretare i dettagli, imparare nuove lingue, padroneggiare argomenti complessi, e ovviamente far colpo sulla gente. 

Impressionato dagli effetti straordinari della pastiglia, Eddie va a cercare Vernon per averne dell’altra, ma lo trova ucciso nel suo appartamento, messo a soqquadro da chi cercava evidentemente qualcosa… senza averlo trovato, però, cosa in cui invece riesce Eddie, che se ne va via con tante nuove pastigliette, e con un programma ambizioso in mente.
Tuttavia, il giovane uomo non è l’unico che sta cercando l’ NZT-48… 

Limitless si fa seguire che è un piacere, ed è interessante in tutte le sue componenti: quella “visionaria”, quella relazionale, quella affaristica, risultando sempre ben bilanciato.

Bradley Cooper, protagonista quasi unico della vicenda, dovendo spartire lo schermo solo con la bella Abbie Cornish e col navigato Robert De Niro, risulta eccellente, ma d’altronde non è una novità.

Il film inoltre sembra avere anche qualche contenuto di tipo esistenziale (stato di presenza, espansione e consapevolezza), cosa che certamente è apprezzabile, anche se alla fine a farla da padrone è l’elemento action-thriller, col sentimentale che è viceversa il contorno.

Limitless, peraltro, comincia dal termine, e poi va indietro nel tempo per spiegare come si è arrivati fino a lì… con lo spettatore che nel frattempo se ne era dimenticato.

Nel complesso, Limitless è un film che certamente merita la visione e che credo sia impossibile che annoi lo spettatore.
C’è qualche scena forte (mani mozzate, gente che beve sangue, spilloni negli occhi, etc), è vero, ma passa in secondo piano dietro la vivacità di tutta la sceneggiatura.

Nel caso, buona visione.

Propongo una frase che riassume l'intera storia: il protagonista la pone soprattutto sul piano intellettuale... ma io la riferisco soprattutto al piano coscienziale.

"Prima ero cieco, ora vedevo."

Fosco Del Nero



Titolo: Limitless (Limitless).
Genere: psicologico, drammatico, commedia, azione.
Regista: Neil Burger.
Attori: Bradley Cooper, Abbie Cornish, Robert De Niro, Anna Friel, Andrew Howard, Johnny Whitworth, Tomas Arana, Robert John Burke.
Anno: 2011.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 21 luglio 2014

Mister hula hoop - Joel Coen, Ethan Coen

Fino a poco tempo fa avevo visto un solo film dei fratelli Coen, sarebbe a dire il mitico Il grande Lebowski.
Pensando che, essendomi piaciuto molto quello, probabilmente mi sarebbero piaciuti anche gli altri film dei due fratelli, mi sono visto in rapida successione: Fargo (piaciuto), Burn after reading - A prova di spia (appena sufficiente), Fratello, dove sei? (capolavoro), Arizona junior (non molto riuscito), A serious man (non molto riuscito).

Oggi arrivo a quota otto con Mister hula hoop, film scritto nel 1994 dai fratelli Coen e da Sam Raimi… e quest’ultimo cosa si nota nel senso del grottesco di tutto il film, nonché in una particina affidata a Bruce Campbell, il protagonista de La casa, La casa 2, La casa 3 – L’armata delle tenebre.

Ma i protagonisti principali del film sono Tim Robbins (La vita segreta delle parole, Allucinazione perversaLe ali della libertà), Jennifer Jason Leigh (Existenz, America oggi, Mrs. Parker e il circolo vizioso) e Paul Newman (La gatta sul tetto che scotta, Exodus, Lo spaccone).

Ed ecco la trama sintetica di Mister hula hoop: Norville Barnes è un giovane di belle speranze che si trasferisce da Mance a New York nel 1958.
L’unico lavoro che trova è come addetto alla posta delle industrie Hudsucker, lavoro che si dimostrerà subito duro ma che gli darà un’opportunità inaspettata: dopo il suicidio del presidente della compagnia, il suo vice, Sid Mussburger, come parte di un’operazione di aggiotaggio finalizzata all’acquisto delle azioni dell’azienda a bassissimo prezzo, nomina presidente proprio lui, ritenendolo un idiota.
Lo ritiene tale anche Amy Archer, giornalista rampante che lo avvicina fingendosi una sua compaesana e facendosi assumere come segretaria, per spiarlo dall’interno.
Il giovane ha però un asso nella manica: l’idea dell’hula hoop.

Il film è palesemente grottesco fin dal suo avvio, accennando a un’America tanto industriosa quanto burocratica e spietata.
Il tutto è volutamente forzato, recitazione degli attori compresa… beh, a meno che Jennifer Jason Leigh in quel periodo non soffrisse di forti tic compulsivi alle braccia.

Ci sarebbero anche trovate brillanti e momenti divertenti, ma il tutto sparisce nel senso di vacuità e di freddezza del film, che sovrasta tutto il resto.

Paradossalmente, proprio il più costoso dei film dei fratelli Coen rischia di essere quello meno riuscito e quello più distante dal loro stile… anche se, comunque, qualcosa di buono c’è: se ci si avvicina a Mister hula hoop in modo disincantato e senza aspettarsi troppo, lo si apprezzerà di più.

Fosco Del Nero



Titolo: Mister hula hoop (The hudsucker proxy).
Genere: commedia, grottesco.
Regista: Joel Coen, Ethan Coen.
Attori: Tim Robbins, Jennifer Jason Leigh, Paul Newman, Bruce Campbell, Charles Durning, John Mahoney, Steve Buscemi, Mary Gallagher.
Anno: 1994.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 17 luglio 2014

Le donne del 6° piano - Philippe Le Guay

Adoro l’umorismo e la leggerezza delle commedie francese, e ugualmente adoro l’energia e la vitalità delle attrici spagnole… non potevo dunque non adorare anche Le donne del 6° piano, film diretto nel 2011 da Philippe Le Guay che mescola questi due elementi.

E li colloca nella Parigi del 1960, allorquando era di moda per le famiglie bene della capitale francese avere una domestica spagnola.

A codesta moda si adeguano anche Jean-Louis Joubert e sua moglie Suzanne, prendendo la giovane María Gonzalez al posto della più navigata Germaine, dimissionaria per via dei continui litigi con la padrona di casa. 

Tuttavia, Maria costituirà una vera e propria rivoluzione per la famiglia Joubert, e non tanto per i due figli adolescenti, assolutamente ai margini della storia, ma proprio per la coppia.

Jean-Louis, infatti, si avvicinerà sempre di più al mondo finora sconosciuto della donne domestiche spagnole, le quali peraltro vivevano tutte nel sesto piano del palazzo, ciascuna in una piccola camera e in condizioni generali piuttosto disagevoli… cosa cui cercherà di porre rimedio lo stesso uomo una volta accortosi della loro situazione, e al contempo della loro fierezza e coraggio, visto che spesso venivano da vissuti personali difficili o tristi, un po’ per via del franchismo in Spagna e un po’ per la povertà personale. 

In questo movimento di avvicinamento al mondo spagnolo, Jean-Louis si avvicinerà man mano anche alla bella Maria (la bellissima Natalia Verbeke, sorta di nuova Penelope Cruz, anche se non proprio spagnola, come tradisce il cognome stesso), cosa che comporterà ulteriori complicazioni al suo menage familiare già compromesso nei suoi equilibri.

Le donne del 6° piano è un film irresistibile, una di quelle sorprese che ti fanno ringraziare di avere trovate: la sceneggiatura è tutto sommato semplice, e certamente il film non si contraddistingue per dialoghi complessi o umorismo raffinato, ma, molto semplicemente, il film ha un’energia dolce e tenera, ma da un certo punto di vista anche forte e vitale.

Il mix di leggerezza francese e di vitalità spagnola, poi, per me è davvero fantastico.

In questo senso, Le donne del 6° piano mi ha ricordato da un lato i film divertentissimi di Francis Veber (ma questo è decisamente meno umoristico) e dall’altro lato i film di Pedro Almodovar (grazie ancher alla presenza di Carmen Maura e Lola Dueñas, entrambi presenti nell’indimenticabile Volver).

Insomma, la mia valutazione de Le donne del 6° piano è ottima: il film ha vita, colore e divertimento… nulla di che da un certo punto di vista, ma sono proprio le cose semplici ad essere le più belle.

Fosco Del Nero



Titolo: Le donne del 6° piano (Les femmes du 6e étage).
Genere: commedia, sentimentale.
Regista: Philippe Le Guay.
Attori: Fabrice Luchini, Sandrine Kiberlain, Natalia Verbeke, Carmen Maura, Lola Dueñas, Berta Ojea, Nuria Solé, Concha Galán, Marie-Armelle Deguy, Muriel Solvay.
Anno: 2011.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 14 luglio 2014

Le avventure acquatiche di Steve Zissou - Wes Anderson

Ultimamente praticamente sto alternando film dei fratelli Coen a film di Wes Anderson, con piccole aggiunte extra. 
Ebbene, oggi è il turno di Wes Anderson e del suo film del 2004 Le avventure acquatiche di Steve Zissou.

Le avventure acquatiche di Steve Zissou è il quinto film di Wes Anderson che recensisco nel blog, dopo l’ispiratissimo (e di buon successo) I Tenenbaum, il piacevole e originale (non che gli altri non lo siano) Il treno per Darjeeling, l’incompiuto (almeno a mio avviso) Rushmore, e il brillante (e curiosissimo) Fantastic Mr. Fox.

Media volto decisamente buona per Wes Anderson e la sua gang, con gli attori che sono quasi sempre gli stessi e che si alternano nei vari ruoli.

Le avventure acquatiche di Steve Zissou, in particolare, è quasi un bis de I Tennbaum, vista la compresenza di Bill Murray (Ghostbusters, Ricomincio da capo, Osmosis Jones, Sos fantasmi), Owen Wilson (Haunting – Presenze, 2 single a nozze, ZoolanderStarsky & Hutch) e Anjelica Huston (La famiglia Addams, La famiglia Addams 2, L'onore dei Prizzi, Crimini e misfatti) a cui si aggiungono tra i protagonisti Cate Blanchett (The gift – Il dono, Elizabeth, Il signore degli anelli, Blue Jasmine) e Jeff Goldblum (La mosca, Jurassic ParkIndependence Day).

Se il cast è molto simile, e ricchissimo, è viceversa assai diversa la storia: Steve Zissou è un uomo di mare, che ha messo su, anche grazie alle fortune familiari della moglie Eleanor, una nave e un team interamente dedito alla vita di mare e ai reportage filmico-documentaristici che ne derivano.
Tuttavia, l’ultimo successo al cinema è molto lontano, tanto che Steve inizia ad avere problemi di finanziamenti… per risolvere i quali pensa di dare la caccia al rarissimo squalo giaguaro che nell’ultima missione ha divorato un suo amico e collaboratore.
Di quest’avventura farà parte anche Ned, che forse è un figlio avuto tanti anni prima da Steve da una relazione occasionale.

Le avventure acquatiche di Steve Zissou mantiene in pieno le promesse di Wes Anderson, che sono, in sintesi, una caratterizzazione dei personaggi surreale, una trama ugualmente surreale, e un umorismo situazionale molto british, certamente ben lontano dai canoni del cinema americano… e infatti i suoi non sono mai film di cassetta o di grande successo al botteghino.

Curiosa la colonna sonora, con un membro dell’equipaggio di Steve che canta in portoghese alcuni spezzoni di canzoni di David Bowie e di altri cantanti.

Nel complesso, Le avventure acquatiche di Steve Zissou è un film che intrattiene bene, cosa non scontata data la durata di quasi due ore, e che, tra personaggi bislacchi e scenografie inusuali (navi a più piani e dai locali improbabili, isole con alberghi disabitati, strani fondali marini, etc), riesce a lasciare un sapore gradevole… 

… perlomeno, allo spettatore che non odia lo stile bizzarro e l’ironia sottile del regista statunitense.

Nel caso, buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Le avventure acquatiche di Steve Zissou (The life aquatic with Steve Zissou).
Genere: commedia, surreale, avventura.
Regista: Wes Anderson.
Attori: Bill Murray, Owen Wilson, Cate Blanchett, Anjelica Huston, Willem Dafoe, Jeff Goldblum, Michael Gambon, Noah Taylor, Bud Cort, Seu Jorge.
Anno: 2004.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 11 luglio 2014

I heart huckabees - Le strane coincidenze della vita - David O. Russell

Tempo fa avevo intravisto in tv, per caso, alcune scene del film I heart huckabees - Le strane coincidenze della vita.
Dal momento che mi ispirava, mi ero segnato il nome con l’intenzione di vedermelo successivamente, cosa che ho fatto.

Come sempre, l’intuizione non sbaglia… o comunque sbaglia molto meno di quando prendiamo le decisioni con la mente e la razionalità: I heart huckabees - Le strane coincidenze della vita si è rivelato un film scintillante, dalla sceneggiatura vivacissima, dal cast eccellente e dai significati profondissimi.

Tanto profondi che sono nascosti sotto il primo velo di intellettualismo psicologico, che è solo il primo livello del film, il più superficiale.

Anzi, forse il secondo, visto che il primo livello d’attenzione è il cast davvero stellare: il protagonista principale è Jason Schwartzman (uno dei cocchi di Wes Anderson: Rushmore, Il treno per il Darjeeling, Moonrise kingdom - Una fuga d'amore), cui si affiancano in rapida serie Jude Law (ExistenzSleuth - Gli insospettabiliAlfieGattacaCloserSherlock Holmes) e Dustin Hoffman (Tootsie, IshtarIl laureato, Rainman, Hook), poi Lily Tomlin (Faccia a facciaNashville, America oggi, Radio America) e Mark Wahlberg (Boogie nights - L'altra Hollywood, E venne il giorno, Planet of the apes, The italian job) e, per non farsi mancare niente, anche Naomi Watts (Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, La promessa dell'assassino, Il velo dipinto, Mulholland DriveThe ring) e Isabelle Huppert (8 donne e un misteroLa pianista, Violette Nozière, Un affare di donne).
Inoltre, nel film compare in un cameo la cantante Shania Twain.

Detto dei protagonisti, andiamo alla trama: Albert Markovski (Jason Schwartzman) è un giovane dagli ideali elevati, che si sta battendo per una causa ecologista con la sua organizzazione, Open Spaces.
Brad Stand (Jude Law) è un po’ il suo opposto: avvocato brillante e con pochi scrupoli, è decisamente più interessato alla sua carriera che ai parchi e agli alberi, ma in qualche modo riesce a prendere il posto di Albert alla guida dell’organizzazione.
Nel frattempo Albert, deluso da tutto quanto, si era rivolto a due “detective esistenziali” per ottenere risposte alle sue domande interiori, in primis le coincidenze della vita, e per maturare la serenità che non ha mai avuto: i due, Bernard e Vivian Jaffe (Dustin Hoffman e Lily Tomlin), come da contratto si intrufoleranno nella vita di Albert… e poi anche di Brad, che li aveva utilizzati solo per i suoi scopi personali, ma che subirà gli effetti “esistenziali” della loro indagine, nella quale saranno coinvolti anche la fidanzata di Brad, Dawn (Naomi Watts), nonché l’alter ego di Albert secondo la visione dei due specialisti: un vigile del fuoco di nome Tommy (Mark Wahlberg).
Ma non è tutto, perché nei giochi entrerà anche Caterine Vauban (Isabelle Huppert), autrice francese ex allieva dei due detective, da loro separatasi per divergenze teoriche.

I heart huckabees - Le strane coincidenze della vita parte dalle beghe di potere dei protagonisti del film, vi aggiunge relazioni sentimentali e numerose gag, ma il nucleo vero e proprio sono i dialoghi e la visione dell’esistenza che offre… e che peraltro viene offerta non come verità calata dal cielo, ma come punto di vista, a cui viene abbinato anche il punto di vista opposto, quello dell’ex allieva francese, che concorda con la premessa di base dei due detective esistenziali, ossia che tutto è correlato con tutto, ma differisce in quanto al motivo di fondo: per i due tutto ha senso, mentre per la francese niente ha senso, con tanto di corollari semi-nichilisti.

Alle parole dei dialoghi, già interessanti di per sé stessi, il film affianca delle scene visive decisamente esplicative, tendenti a mostrare la connessione tra tutte le cose, che appaiono differenti solo per lo sguardo individuale (che dunque in tal senso è considerato uno sguardo difettoso, o comunque incompleto).
Come sempre, ognuno capirà al livello nel quale si trova, di mio segnalo che nel film si parla di unione del tutto, di sincronicità e coincidenze, di presenza, di unità e di molteplicità, di questioni energetiche e in generale di evoluzione personale…

… il tutto mascherato dietro al volto di una commedia brillante e surreale, la quale in definitiva ha più contenuti di quanto non lascerebbe intendere il tono leggero e scanzonato dell'opera. Infatti di contenuti ce ne sono parecchi, e mi premuro di riportarne una parte sotto forma di qualche frase particolarmente interessante.

"Nessuno sta come questa roccia sta.
Tu sei una roccia, roccia.
Questa roccia sta ed è.
Tu ci indichi come qui si sta, ed è ciò che ci serve."

"Tutte le cose sono uguali pur essendo diverse."
"Esatto, ma la nostra percezione quotidiana lo dimentica. Per noi tutto è separato e stabilito. Io mi trovo qui e tu lì, ed è vero, ma non è tutta la verità, perché siamo tutti collegati. Quanto avrai chiaro tutto ciò ti rilasserai, perché tutto ciò che desideri o che vuoi diventare già ce l'hai e già o sei."

"Lo scopo di questo sacco è di aiutarti ad escludere le tue percezioni quotidiane, e di spingerti a rinunciare alla tua abituale identità, che secondo te ti tiene separato da tutto: questa stanza, questa strada, questa città, questo paese, questa economia, questa storia, questo pianeta, il tuo corpo, i tuoi sensi, il tuo lavoro, tutto ciò con cui tu ti identifichi."

"L'universo è una sfera infinita il cui centro è ovunque."

"Il senso di sé è un'illusione."

"Tutto è collegato, tutto è importante, non c'è un solo atomo nel nostro corpo che non sia stato forgiato nella fornace del sole."

"Non esiste una cosa che sei tu e una cosa che sono io.
Non esiste una cosa che è niente.
Non esiste l'altro nella matematica del molteplice.
Esiste solo l'universo."

"Se le forme di questo mondo muoiono, qual è più reale, il me che muore o il me che è infinito?"

"Posso fidarmi delle mie percezioni quotidiane o devo imparare a riconoscere altre realtà?"

"Il molteplice è ovunque, ecco perché è infinito."

"Non è chiaro dove finisce il mio naso e dove comincia lo spazio, perché sono uniti in effetti."

"La nostra vita è fatta di cose che non si vedono."

"È come essere qui, ma non esserci, per cui non sono qui. È come se fossi una roccia, o della muffa.
Io sono tutto quello che c'è qui intorno, per cui sono libero di esistere."
"Questa è la risposta: si tratta di essere così tutto il giorno, tutti i giorni."

"Niente va bene."
"Niente va bene, quindi tutto va bene."

"Che fai domani?"
"Pensavo di incatenarmi a un bulldozer. Vieni con me?"
"A che ora?"
"Una, una e un quarto."
"Devo portarmi le mie catene?"
"Come sempre."

Nel complesso, ciò basta, dal mio punto di vista, per fare di I heart huckabees - Le strane coincidenze della vita un gran film, divertente e ispirato, con bravi attori e una sceneggiatura davvero interessante.

Fosco Del Nero



Titolo: I heart huckabees - Le strane coincidenze della vita (I heart huckabees).
Genere: commedia, surreale, psicologico.
Regista: David O. Russell.
Attori: Jason Schwartzman, Jude Law, Dustin Hoffman, Lily Tomlin, Mark Wahlberg, Naomi Watts, Isabelle Huppert, Said Taghmaoui, Jonah Hill, Isla Fisher, Richard Jenkins.
Anno: 2004.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 9 luglio 2014

Arizona junior - Joel Coen, Ethan Coen

Arizona junior è il sesto film che recensisco dei fratelli Joel Coen ed Ethan Coen, dopo, nell’ordine: Il grande Lebowski (piaciuto molto), Fargo (piaciuto abbastanza), Burn after reading (piaciuto non troppo), Fratello, dove sei? (piaciuto molto), A serious man (piaciuto poco).

Purtroppo questo appartiene al gruppo “piaciuto poco”… e avevo qualche dubbio che sarebbe stato così data la presenza in esso come attore protagonista di Nicolas Cage, attore a dir poco mediocre la cui carriera, comunque mediocre, si spiega solo grazie alle sue parentele e amicizie.

A completare il cast, la brava Holly Hunter e il bravo John Goodman (non tanto “bravo” in questo film, comunque), che peraltro i fratelli Coen piazzano volentieri nei loro film.

Ecco la trama di Arizona junior: Herbert McDunnough è un incallito criminale da due soldi, che finisce dentro e fuori di galera con grande facilità, tanto da intrecciare nei suoi andirivieni una simpatia con Edwina, poliziotta addetta alle foto segnaletiche.

Dopo l’ultima uscita dal carcere, Herbert decide di mettere la testa a posto e chiede a Edwina di sposarlo, con i due che mettono su un’improbabile famiglia, che diviene ancora più improbabile allorquando, mettendo da parte i propositi di legalità, i due decidono di rapire uno dei cinque gemelli di Nathan Arizona, noto magnate dei mobili.

Inizia da qui una serie di azioni e reazioni a catena, tra polizia, amici evasi, datori di lavoro invadenti, etc, che metteranno Herbert sempre di più nei guai.

Arizona junior è considerato uno dei film meno brillanti dei fratelli Coen, e a ragione.
Detto che si parte dal surreale, col criminale che sposa la poliziotta che vuole una famiglia stabile, e che si prosegue sempre sulla falsariga della bizzarria, il film regala molte scene simpatiche e divertenti, talmente strampalate che spesso sembra di essere fuori copione, come se sceneggiatura e trama fossero messe da parte… o come se fossero la scusa per girare le suddette scene strampalate.

Alcune davvero simpatiche e facili alla memoria, come l’inseguimento-sparatoria multiplo, o come varie scene con il neonato co-protagonista, col tutto che però sembra essere più un gioco di stile che non un film vero e proprio, figuriamoci poi un film memorabile come Il grande Lebowski o Fratello, dove sei?, per citare due film degli stessi fratelli Coen.

Insomma, Arizona junior non è il miglior rappresentante tra le creazioni dei registi fratelli, ma comunque potrebbe raggiungere lo scopo di sorridere per una serata coloro che desiderassero vedere un film di mero svago.

Fosco Del Nero



Titolo: Arizona junior (Raising Arizona).
Genere: commedia, drammatico.
Regista: Joel Coen, Ethan Coen.
Attori: Nicolas Cage, Holly Hunter, Trey Wilson, John Goodman, William Forsythe, Frances McDormand.
Anno: 1987.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 7 luglio 2014

Il negoziatore - F. Gary Gray

L’ultimo film che ho visto è un film del 1999, e precisamente Il negoziatore.
Non mi ricordo perché me lo ero segnato, ma probabilmente era per la presenza in esso di Kevin Spacey, attore protagonista di molti film interessanti e dai risvolti profondi, come American beautyK-Pax - Da un altro mondoThe big kahunaUn sogno per domaniL’uomo che fissa le capre e altri ancora. 
L’altro protagonista, invece, il principale a dire il vero, è Samuel L. Jackson (protagonista invece di film tendenzialmente più d’azione, come il recente e di successo Django unchained).

Ebbene, tra i due generi Il negoziatore è del secondo: niente contenuti particolari, ma una sceneggiatura serratissima con una suspence che non molla di un centimetro dall’inizio alla fine del film, cosa rara.

In effetti, se i thriller non sono certo il mio genere preferito, Il negoziatore l’ho visto più che volentieri, e anzi, a dirla tutta, è uno di quei film da cui non riesci a staccarti fino a che non vedi la fine.

Fine che, così come peraltro tutta l’evoluzione del film, si mantiene incerta sino all’ultimo… letteralmente sino all’ultimo, altra cosa rara nel mondo del cinema.

Ma andiamo a vedere la trama in grande sintesi: Danny Roman è il miglior negoziatore di Chicago, tanto che è chiamato per tutti i sequestri, data la sua grande abilità tanto nel parlare, quanto nel progettare strategie utili a fare in modo che nessuno venga ucciso.

Un bel giorno, però, la sua vita viene scossa: il suo partner viene brutalmente ucciso, e alcuni documenti sembrano incastrarlo.
Nel momento in cui tutto sembra contro di lui, e il suo stesso avvocato gli consiglia di patteggiare, Danny si rifiuta di cedere, e da negoziatore diviene sequestratore, costretto a usare le sue abilità al contrario… costringendo a sua volta i suoi ex colleghi di polizia, tra cui vi è anche chi sta cercando di incastrarlo, a cercare di neutralizzarlo.

Il negoziatore ha ottenuto incassi scarsi incassi nel mondo, ed è un peccato, visto che si tratta di un thriller veramente ben congegnato, che non concede tregua né al suo protagonista, né al suo spettatore. 

Niente contenuti “particolari” alla Kevin Spacey, dunque, ma un ottimo drammatico-thriller, con le due ottime interpretazioni dei due protagonisti, il cui valore di attori peraltro non lo si scopre certo ora.

Nel caso, buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Il negoziatore (The negotiator).
Genere: drammatico, thriller, psicologico.
Regista: F. Gary Gray.
Attori: Samuel L. Jackson, J.T. Walsh, Kevin Spacey, David Morse, Ron Rifkin, Paul Giamatti, Tom Bower, Dean Norris.
Anno: 1998.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 2 luglio 2014

Fantastic Mr. Fox - Wes Anderson

Fantastic Mr. Fox è il quarto film di Wes Anderson che recensisco nel blog, dopo I Tenenbaum (molto bello), Il treno per Darjeeling (bello) e Rushmore (meno bello, ma comunque curioso).

Al di là del gusto individuale, che può far apprezzare molto o poco il regista, oppure più un certo film piuttosto che un altro, una cosa non si può non riconoscere a Wes Anderson, ossia una certa originalità, un certo gusto per il surreale e il grottesco, che ondeggia a metà strada tra commedia e dramma.

In effetti, i film del regista americano hanno sempre un sapore agrodolce: più commedie, non nascondono tuttavia i problemi della vita, e spesso si tratta di problemi impegnativi, come matrimoni falliti, genitori assenti, paranoie caratteriali, etc.

Un’altra cosa che caratterizza in modo grandioso praticamente tutti i film di Anderson è il cast di attori, visto che quasi sempre ci troviamo a che fare con Bill Murray, Luke Wilson, Owen Wilson, Jason Schwartzman, in questo caso “arrotondati” con George Clooney, Willem Dafoe e Adrien Brody… oltre che da Jarvis Cocker, che non è un attore, ma un noto cantante britannico (dei Pulp), che ogni tanto evidentemente si presta al mondo del cinema, data la sua partecipazione anche a uno dei film di Harry Potter.

Tuttavia, stavolta si tratta di partecipazioni vocali, visto che Fantastic Mr. Fox è un film d’animazione, realizzato nel 2009 con la tecnica dello stop motion, tratto dal romanzo di Roald Dahl Furbo, il signor Volpe e vincitore di svariati premi cinematografici.

Difatti, Fantastic Mr. Fox è un ottimo prodotto, vivace, accattivante e molto ben curato, nonostante non possa vantare certamente una sceneggiatura strepitosa o i dialoghi più ispiranti mai sentiti.

Ad ogni modo, la mano di Wes Anderson si vede, con i personaggi che hanno tutti una caratterizzazione efficace e col film che ha una sua vivacità di fondo.

Il film peraltro ha la particolarità di essere suddiviso in capitoli, cosa che probabilmente è ripresa dal libro e che per l’appunto dà un tagliospiccatamente narrativo alla storia.

Ecco in breve la trama: Mr. Fox è una volpe molto dotata, marito di Felicity e padre di Ash, che tuttavia è geloso di Kristofferson, cugino che sembra destare l’apprezzamento del padre molto più di lui.

Lo stesso Fox, peraltro, ha i suoi problemi da risolvere, e in particolare una certa tendenza all’avventura e al furto di pollame, cosa che lo mette in guerra aperta con i maggiori allevatori della zona, le famiglie Boggins, Bunce e Bean
Il tutto assume contorni, oltre che vivaci e surreali, anche divertenti e certamente originali, dal momento che a memoria non mi ricordo alcun film che somigli a questo.

E, lo ripeto in conclusione, Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson non è a mio avviso un capolavoro, ma un ottimo prodotto certamente sì, che val la pena di vedere non fosse altro per la sua particolarità.

Fosco Del Nero



Titolo: Fantastic Mr. Fox (Fantastic Mr. Fox).
Genere: animazione, commedia.
Regista: Wes Anderson.
Anno: 2009.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

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