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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 26 dicembre 2023

M’ama non m’ama - Lætitia Colombani

M’ama non m’ama è il settimo film con Audrey Tautou che vedo dopo, nell’ordine: Il favoloso mondo di AmelieUna lunga domenica di passioniIl codice da Vinci, Angeli e demoni, L’appartamento spagnolo e Ti va di pagare?.

Esclusi i due film tratti dai romanzi di Dan Brown (che peraltro non mi sono piaciuti), tutti gli altri sono commedie sentimentali, pur se mimetizzate in vario modo… spesso, tramite dei personaggi originali e fuori dalle righe.

M’ama non m’ama, nei suoi novanta minuti, rispetta la tradizione e la porta all’estremo, dal momento che il personaggio interpretato da Audrey Tatout, impegnato anch’esso in una trama sentimentale, è parecchio fuori dalle righe.

Ecco la trama sommaria di M’ama non m’ama, film diretto da Lætitia Colombani nel 2002: Angélique, una giovane studentessa di Belle Arti, si innamora di Loic Le Garrec, un cardiologo più grande di lei e già sposato… in procinto di lasciare sua moglie, dice la ragazza all’amica Héloïse… mentre l’amico David, innamorato di lei, la guarda da lontano, impotente.

Fin qui, parrebbe proprio la trama di una storia sentimentale, con amori, amicizie, matrimoni, un qualche tipo di triangolo, etc.
Tuttavia, M’ama non m’ama non è quel che sembra… a cominciare dal titolo.

Non dirò di più sulla storia per non rovinare la visione a chi non avesse ancora visto il film, limitandomi a evidenziare che la storia viene raccontata dapprima dal punto di vista della ragazza e dopo dal punto di vista dell’uomo: due punti di vista alquanto diversi!

In generale, pur non amando drammi, questioni psicologiche e pesantezze varie, ho gradito discretamente M’ama non m’ama: la trama è originale, i personaggi ben caratterizzati e l’incedere della storia vivace.

Detto questo, i miei film preferiti della Tatou rimangono di gran lunga Il favoloso mondo di Amelie e Una lunga domenica di passioni, che adoro letteralmente. 
Al terzo posto, potrei mettere l’ultimo film che avevo visto prima di questo, ossia Ti va di pagare?. Tutti ormai film di un paio di decenni fa… perché il tempo scorre inesorabile.

Fosco Del Nero



Titolo: M’ama non m’ama (À la folie... pas du tout).
Genere: drammatico, psicologico, sentimentale.
Regista: Lætitia Colombani.
Attori: Audrey Tautou, Samuel Le Bihan, Isabelle Carré, Sophie Guillemin: Héloïse, Clément Sibony, Élodie Navarre, Éric Savin, Vania Vilers, Nathalie Krebs.
Anno: 2002.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.



martedì 19 dicembre 2023

Poveri ma belli - Dino Risi

Ho sempre amato Poveri ma belli, il film di Dino Risi del 1956, un po’ perché divertente, un po’ perché leggero, senza contare i tre personaggi messi su schermo, Romolo, Salvatore e Giovanna, cui ci si affeziona in breve tempo e che si vorrebbe continuare a seguire, anche oltre i 100 minuti del film.

Questa è forse la terza volta che lo vedo, ma il film non era ancora su Cinema e film perché evidentemente non lo avevo ancora rivisto una volta aperto il blog.
In compenso, nel blog vi erano altri due film di Dino Risi, due classici: Il sorpasso (altro film memorabile) e L’ombrellone (che invece non mi è piaciuto).

Andiamo alla trama di Poveri ma belli: Romolo e Salvatore sono due amici d’infanzia, ora poco più che ventenni, i quali ancora abitano accanto, in due famiglie che ugualmente si conoscono da decenni e che sono intrecciate in vario modo: per esempio, nell’amicizia tra le rispettive sorelle minori Marisa e Annamaria… le quali nutrono delle mire per i ragazzi in questione.

I due, tuttavia, guardano le loro coetanee più che le quindicenni, e s’invaghiscono entrambi di Giovanna, procace e sveglia giovane che aiuta il padre nella bottega da sarto.
Pur essendo Romolo e Salvatore amici stretti, scatterà una sorta di gara a chi riuscirà a conquistare la bella Giovanna… cosa in cui, in qualche modo, riusciranno entrambi, pur con i limiti del caso.
Parallelamente, si parla anche di lavoro, denaro e progetti per la vita (anche se si parla soprattutto di svago).

Nel mentre, scorre sullo sfondo la Roma di quei tempi, fatta di palazzi storici, palazzi popolari, piazze, strade poco trafficate, bande di giovani e serate danzanti sulle terrazze.

In effetti, Poveri ma belli è bello sia come storia, sia come paesaggio storico e umano.

Se ho già visto varie volte Poveri ma belli, ora che ci penso non credo di avere mai visto i sue due seguiti, ossia Belle ma poverePoveri milionari… magari rimedierò prossimamente.

Parimenti, non ho mai incontrato i tre attori protagonisti, con l’eccezione di una piccola parte riservata a Renato Salvatori, allora più grande d'età, nell’inquietante Todo modo.

Fosco Del Nero



Titolo: Poveri ma belli.
Genere: commedia.
Regista: Dino Risi.
Attori: Maurizio Arena, Renato Salvatori, Marisa Allasio, Memmo Carotenuto, Virgilio Riento, Lorella De Luca, Mario Carotenuto, Alessandra Panaro, Rossella Como, Ettore Manni, Gildo Bocci, Mimmo Poli, Nino Vingelli.
Anno: 1956. 
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 12 dicembre 2023

The colour of magic - Vadim Jean

Avevo già visto due miniserie televisive ricavate dai romanzi di Terry Pratchett, ossia Going postal e Hogfather, che avevo trovato molto gradevoli (la prima più della seconda).
Mi mancava tuttavia la miniserie più vecchia, quella che aveva iniziato il “trittico”, ossia The colour of magic, basata non a caso sui primi due romanzi del Ciclo del Mondo del Discol colore della magia e La luce fantastica (che ho letto ormai tanti anni fa).

La miniserie in questione, in pratica, si compone di due film, ed è stata girata nel 2008.
Nel cast, alcuni nomi noti: Sean Astin (I Goonies, Il signore degli anelli, Stranger things), Tim Curry (The Rocky horror picture show, Moonacre - I segreti dell’ultima luna, It) e Jeremy Irons (Mission, Io ballo da sola, Inseparabili)… anche se il protagonista principale è David Jason, attore comico presente anche in Hogfather.

Ecco la trama di The colour of magic: il turista Twoflowers (Duefiori nella versione italiana) un dì sbarca ad Ankh-Morpork, importante città del Mondo del Disco, detto così perché effettivamente di forma discoidale, retto da quattro elefanti giganti a loro volta retti da una tartaruga ancora più gigante, coi bordi che tracimano acqua nel vasto cosmo.
Ingenuo e del tutto ignaro della pericolosità della città in questione, il giovane uomo viene subito adocchiato da alcuni malintenzionati… tra cui il mago fallito Rincewind (Scuotivento, nell’edizione italiana dei romanzi), al quale tuttavia viene assegnata la missione, da nientemeno che il Patrizio di Ankh-Morpork, di fare da guida a Twoflowers fino alla fine del suo viaggio, affinché egli non solo ne esca vivo, ma spenda poi buone parole sulla città suddetta.
Senonché di mezzo ci si mettono, oltre ai malintenzionati di cui sopra, anche guerrieri, maghi, libri magici (l’Octavo) e una grande stella che si sta pericolosamente avvicinando a vista d’occhio al Mondo del Disco.
E non abbiamo ancora citato il bagaglio-baule magico di Twoflowers, che da un lato è pieno di oro ma che dall’altro è capace di divorare le persone intere.

The colour of magic è un po’ più naif delle due miniserie che l’hanno seguito, specialmente di Going postal, la terza… forse perché si trattava di una sorta di primo esperimento basato sulla conversione dei romanzi di Pratchett. In tal senso, noto un miglioramento graduale della qualità dalla prima alla terza.

The colour of magic, pur caruccio e variopinto, non va del tutto a segno: intrattiene e mostra frizzi e lazzi, ma non ha il carisma di Going postal, che lo surclassa dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi e dei dialoghi.
Hogfather rimane a mezza via: meglio come casting rispetto alla prima miniserie, ma più confuso e meno preciso rispetto alla terza.

Ad ogni modo, son contento di essermi visto anche The colour of magic… e se vi sarà qualche altra conversione visiva dei romanzi di Terry Pratchett, certamente la vedrò.

Fosco Del Nero



Titolo: The colour of magic.
Genere: fantasy, commedia, serie tv.
Regista: Vadim Jean
Attori: David Jason, Sean Astin, Tim Curry, Jeremy Irons, Brian Cox, James Cosmo,  Janet Suzman, David Bradley, Nigel Planer, Stephen Marcus, Laura Haddock, Liz May Brice, Karen David, Geoffrey Hutchings, Marnix van Den Broeke, Nicholas Tennant,
Anno: 2008.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui



martedì 5 dicembre 2023

Ladri di biciclette - Vittorio De Sica

Non avevo mai visto il classico Ladri di biciclette, girato da Vittorio De Sica nel 1948 sulla base dell’omonimo romanzo di Luigi Bartolini… per cui ho pensato di rimediare ora, ad appena 75 anni di distanza dall’uscita del film.

De Sica non solo lo diresse, ma lo produsse e lo sceneggiò in parte.

Leggo online che Ladri di biciclette, alla sua uscita, ebbe un pessimo riscontro in Italia, un ottimo successo in Francia e una valutazione da parte della critica internazionale altalenante a seconda della prospettiva con cui il film veniva inquadrato: realismo, miseria e povertà, ingiustizia, amore familiare e poesia e via discorrendo.

Di mio, non ho alcun riferimento politologico-sociale, né alcun obbligo “dottrinale”, per cui valuterò il film, banalmente, secondo il metro della bellezza che propone.

Prima di tutto, accenniamo la trama: nel secondo dopoguerra, Antonio Ricci è un povero disoccupato che ha tuttavia la fortuna di ottenere un lavoro pubblico come “attacchino di manifesti pubblicitari”, lavoro per il quale è obbligatorio il possesso di una bicicletta, al fine di potersi muovere per Roma. L’uomo l’aveva impegnata, per poter dare da mangiare alla sua famiglia, ma la riscatta impegnando a sua volta lenzuola e asciugamani.
Inizia così a lavorare, ma purtroppo la bicicletta gli viene rubata il primo giorno di lavoro, mandando nel panico lui e la sua famiglia. Si rivolge alla polizia e a un compagno di partito, ma senza esito; si mette a cercarla lui stesso, insieme al figlio Bruno, in rioni disagiati dove il ladro potrebbe vivere o venderla in qualche mercatino… ed effettivamente riesce a trovare il ladro.

Essenzialmente, Ladri di biciclette è un film drammatico che mostra la povertà, economica e culturale, dell’Italia successiva alla Seconda Guerra Mondiale, e particolarmente della sua capitale.
Oltre alla povertà e al dramma, abbiamo ingiustizia e dolore: non è propriamente il mio menu preferito, da cui la valutazione insufficiente assegnata al film… che sarà neorealista finché si vuole, ma rimane un prodotto deprimente.

Peraltro, il film è stato girato perlopiù con attori non professionisti, fatto largamente evidente.

Non mi spiego la grande fama del film, se non per il solito finto intellettualismo che elogia mode e tendenze di qualche tipo. Al tempo, evidentemente, erano quelle della miseria e del degrado.
Al degrado di partenza si aggiunge anche il pessimo esempio del padre di famiglia che diventa ladro a sua volta, e di fronte a suo figlio.

Ognuno ha i suoi gusti e a ognuno il suo pane.

Fosco Del Nero



Titolo: Ladri di biciclette.
Genere: drammatico.
Regista: Vittorio De Sica.
Attori: Lamberto Maggiorani, Lianella Carell, Elena Altieri, Enzo Staiola, Vittorio Antonucci, Memmo Carotenuto, Gino Saltamerenda, Giulio Chiari, Mario Meniconi, Ida Bracci Dorati, Fausto Guerzoni, Carlo Jachino, Sergio Leone.
Anno: 1948.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.



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