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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 27 maggio 2013

Porgi l’altra guancia - Franco Rossi

Fin da quando ero bambino sono sempre stato un fan di Bud Spencer e Terence Hill, tanto che i loro film, perlomeno alcuni, me li sarò visti nel corso degli anni almeno una decina di volte.

I miei preferiti in assoluto sono I due superpiedi quasi piatti, Nati con la camicia, Pari e dispari, Chi trova un amico trova un tesoro, e a seguire Altrimenti ci arrabbiamo! e Non c’è due senza quattro, che infatti ho già recensito nel blog.

Mi sono sempre piaciuti meno, invece, i loro film western (Lo chiamavano Trinità e successivi), o quelli esotici tra banane e signorotti locali (Io sto con gli ippopotami e simili).

Difatti, credo che avessi visto il film recensito quest’oggi solo una volta, molti anni fa: parlo di Porgi l’altra guancia, film del 1974 diretto da Franco Rossi (che non è uno dei loro registi tipici, ossia Enzo Barboni e Sergio Corbucci), film che ha segnato, insieme a Più forte, ragazzi!, il passaggio per la coppia dal genere western al genere esotico-avventura.

Ecco in sintesi la trama di Porgi l’altra guancia: siamo nel 1890, e due missionari, Padre Pedro e Padre G, lavorano in una missione cristiana in un’isola dell’America Centrale.
Il loro stile missionario, tuttavia, improntato all’uguaglianza e al rispetto delle specificità indigene, non piace per nulla né al governatore locale, il Marchese Gonzaga, né ai piani alti della chiesa, che al contrario appoggia l’imperante sfruttamento degli abitanti del luogo, ancora trattati alla stregua di schiavi.
Da qui, tutta una serie di scontri… e di scazzottate, ovviamente.

Anche se, a onor del vero, Porgi l’altra guancia si presenta, anche per i temi delicati (razzismo, missioni, religione), un poco più riflessivo degli altri film del duo Bud Spencer e Terence Hill. Anche se a dire il vero Bud e Terence, con la loro fisicità e il loro dinamismo, non si prestavano molto ad interpretare sacerdoti, specie se in mezzo ci si mettono scazzottate e grandi mangiate (oddio, non che i veri sacerdoti...).
A mio avviso, tuttavia, il fatto che vi siano più spunti “morali” non bilancia la minor qualità complessiva, specie negli spunti comici, che poi sono l’essenza dei film del duo più famoso del cinema italiano.
Altri elementi moderatamente negativi: Porgi l’altra guancia si distingue per alcuni stacchi di regia poco efficaci, nonché per la quasi totale assenza di una colonna sonora, in altri film di Bud & Terence invece grande punto di forza. In positivo, invece, il film propone una certa ricchezza di ironia.

Insomma, Porgi l’altra guancia non è tra i miei preferiti, ma senza dubbio nel corso degli anni avrà avuto e avrà tuttora i suoi estimatori. Nel complesso, è un buon film, che vale la pena rivedere ogni tanto… anche se più raramente di altri film del mitico duo.

Nel caso, buona visione. 

Fosco Del Nero



Titolo: Porgi l’altra guancia. 
Genere: avventura, comico. 
Regista: Franco Rossi. 
Attori: Bud Spencer, Terence Hill, Jean-Pierre Aumont, Lorenzo Piani, Jacques Herlin, Robert Loggia.
Anno: 1974. 
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui

lunedì 20 maggio 2013

L’armata Brancaleone - Mauro Monicelli

Non avevo mai visto L’armata Brancaleone, storico film di Mario Monicelli del 1966, bensì avevo visto diverse volte il suo seguito, Brancaleone alle crociate.

Prima o poi dovevo però vedere anche il primo film, ed ecco qua la recensione relativa.

Lo schema è il medesimo, per la serie “squadra che vince non si tocca”, e vede un gruppo di pellegrini girovagare in cerca di avventure, capitanati da Brancaleone da Norcia, cavaliere erede di una famiglia nobile, ma decaduta, e infatti tanto spiantato quanto colori che gli faranno da scudieri e compagni d’arme (compagni d’arme si fa per dire).

Il gruppo è diretto al castello di Aurocastro, in Puglia, forte di una pergamena firmata dall’imperatore Ottone I che concede al possessore della stessa tutti i diritti sopra il suddetto castello e feudo annesso.

Quel che Brancaleone non sa è che la suddetta pergamena, offertagli dalla scalcinata compagnia, formata da Abacuc, Pecoro, Taccone e Mangold, è stata in realtà rubata a un cavaliere.

Al gruppo si aggiungerà poi Teofilatto dei Leonzi, nobile bizantino ripudiato dalla sua famiglia (non una grave perdita, vedendo di che gente si tratta).

L’armata Brancaleone è dunque un’avventura picaresca, che mischia facezie a cose serie, tra cui morte, peste, guerra, etc, che si lascia vedere volentieri, e che si mantiente per tutta la sua durata godibile e vivace.

Grazie non tanto a una trama sopraffina, quanto alla geniale trovata di fondo, ossia di utilizzare per i dialoghi un misto di latino medievale (un poco bucolico) e di italiano prevolgare, col mix che dunque è da un lato comprensibile, ma dall’altro originale ed esotico.

Altra caratteristica del film: è tutto al maschile, con la donna che è relegata al solo ruolo di oggetto sessuale… pericoloso, dato il comportamento di Matelda e delle poche altre partecipanti.

L’armata Brancaleone, nonostante la sua età, mantiene ancora la sua freschezza, essendo uno di quei casi in cui il tempo ha confermato quanto di buono ottenuto in passato in termini di premi e di gradimento al cinema.

Anche se, ad essere onesto, preferisco nettamente Brancaleone alle crociate, tuttavia non ancora recensito sul blog (mentre se vi interessa trovate un altro bel film di Mario Monicelli: Cari fottutissimi amici).
Buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: L’armata Brancaleone.
Genere: avventura.
Regista: Mauro Monicelli.
Attori: Vittorio Gassman, Gian Maria Volonté, Enrico Maria Salerno, Catherine Spaak, Maria Grazia Buccella, Barbara Steele, Carlo Pisacane, Folco Lulli, Fulvia Franco, Luis Induni, Ugo Fangareggi, Pippo Starnazza.
Anno: 1966.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

martedì 14 maggio 2013

Le avventure di Tintin - Il segreto dell’unicorno - Steven Spielberg

L’ultimo film che ho visto è Le avventure di Tintin - Il segreto dell’unicorno.

Si tratta di un film d’animazione (tecnica mista) del 2011 diretto da un pezzo grosso come Steven Spielberg (Incontri ravvicinati del terzo tipo, Ai confini dela realtà, ET, Lo squalo, Indiana Jones, Jurassic Park, Hook, Schindler’s list, etc etc) e prodotto da un altro pezzo grosso come Peter Jackson (il regista de Il signore degli anelli, per chi non se lo ricordasse).

Qua su Cinema e film, tuttavia, i nomi altisonanti contano veramente poco, e lo stesso incassi al cinema, premi vinti et similia.

Difatti, conta solo una cosa: la qualità del film. Laddove con qualità si intende la bellezza del progetto che vi sta dietro e la sua realizzazione concreta.

Ebbene, sul secondo punto Le avventure di Tintin - Il segreto dell’unicorno è veramente ineccepibile: la realizzazione dei paesaggi è talmente bella che a volte ci si dimentica di star guardando un film d’animazione, anche se poi le caratterizzazioni dei personaggi, molto fumettose e variopinte, riportano lo spettatore alla realtà.

E, sfortunatamente, si tratta di una realtà piuttosto mediocre in quanto a sceneggiatura, a dialoghi e in generale ad arguzia, tanto che Le avventure di Tintin sembra un film rivolto a un pubblico assolutamente giovanile, magari portato più ad ammirare le meraviglie tecniche dell’animazione e meno a prestare attenzione a dialoghi e originalità del prodotto.

Tutto si svolge su binari piuttosto banali, per quanto l’avventura del giornalista Tin Tin e del Capitano Haddock si rivela comunque vivace, impreziosita peraltro da alcune scene d’azione memorabili, come quella di inseguimento incrociato, per le strade di un paese del Marocco, tra Tin Tin, il fedele cane Milù, il cattivo Ivanovich Sakharine e la sua aquila ladra.

Ma, come detto, il film non lesina bellezza visiva.

Peccato che ad essa e ad alcuni premi che la sontuosità dell’opera le ha fatto guadagnare (diverse nomination tra Oscar, Globe, Bafta) non si sia affiancata una sceneggiatura e dei dialoghi più sofisticati e importanti.

Ad ogni modo, ora sapete cosa aspettarvi da Le avventure di Tintin - Il segreto dell’unicorno: qualora desideriate un bello spettacolo per gli occhi e un’avventura vivace anche se non molto originale il film potrebbe fare al caso vostro.

Fosco Del Nero



Titolo: Le avventure di Tintin - Il segreto dell’unicorno (The adventures of Tintin).
Genere: animazione, avventura, commedia.
Regista: Steven Spielberg.
Attori: Jamie Bell, Daniel Craig, Andy Serkis, Nick Frost, Simon Pegg, Gad Elmaleh, Sebastian Roché, Toby Jones, Mackenzie Crook.
Anno: 2011.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 6 maggio 2013

Matrix revolutions - Andy e Larry Wachowski

Rivisti e recensiti Matrix e Matrix reloaded, non poteva mancare anche Matrix revolutions, tanto più che questo terzo film della saga in realtà è più il secondo tempo del secondo film, che difatti si era interrotto bruscamente.

Se il primo Matrix è un capolavoro di atmosfera e di simbolismo, e ad essi unisce effetti speciali, ritmo e azione, il secondo film aveva abbondato soprattutto di questi ultimi elementi, perdendo l’elemento simbolico-esoterico del primo film, o comunque riducendolo grandemente.

Scadendo inoltre in scene piuttosto banali o pacchiane, come quella del Merovingio e della moglie (interpretata da Monica Bellucci, presente anche in questo terzo film), o del combattimento con centinaia di Agenti Smith.

Matrix revolutions sfortunatamente continua sulla falsariga del secondo episodio, e anzi lo sublima, con le riprese della battaglia, molto fisica e molto poco simbolica, tra le macchine e la città di Zion sotto attacco. 

Quanto ai contenuti, come detto l’impressione è che fosse stato detto tutto nel primo Matrix, tanto che i due successivi, oltre a effetti speciali e azione, hanno veramente poco da proporre da un punto di vista simbolico-filosofico-esistenziale (nel primo film invece dialoghi e dettagli visivi avevano una loro enorme profondità), anche se qualcosa di valore c'è anche in questo terzo episodio, come mostrano le seguenti frasi estrapolate dal film (in parte eco di quanto già esposto nei primi due film).

"Mio padre dice che ti sei perso.
Ti sei perso?"
(ciò in un "luogo di mezzo" tra una realtà e l'altra, in stile purgatorio, e infatti, a rappresentare la situazione di transito, c'è lo scenario di una metropolitana con i treni che passano)

"Non c'è azione senza conseguenze."

"Non si sfugge alle leggi naturali dell'universo.
Dove qualcuno vede coincidenza, io vendo conseguenza."

"I biscotti, come ogni cosa, richiedono amore."

"Il potere dell'eletto trascende questo mondo.
E' un potere enorme, che si estende da qui al luogo dal quale egli proviene: la Sorgente."

"In un modo o nell'altro, questa guerra avrà termine."

"Al mondo tutto quello che ha un inizio ha anche una fine."

"Se io non sono io, allora chi sono mai?"

"Luce ovunque, come se tutto fosse fatto di luce."

"Durerà finché durerà."

A proposito di simbolismi, persino eccessivo quello di Neo, già terzo membro della trinità composta dal “padre” Morpheus e dalla “madonna-amante” Trinity, nonché l’eletto, il messia atteso da tanto tempo, che nel primo film resuscita dopo esser morto, nel secondo riporta in vita l’amante, e infine nel terzo si sacrifica per il bene dell’umanità intera morendo al suo posto… e in posizione da crocifisso. Insomma, forse un pochetto eccessivo.

C'è un altro elemento interessante, forse l'unico che darebbe un senso a questo terzo film: mentre nel primo episodio l'eletto acquisiva poteri nel mondo virtuale della matrice e nel secondo mostrava la maestria acquisita, nel terzo film egli trasferisce i suoi poteri nel mondo della materia.

A parte codesti dettagli esoterico-religiosi, e sorvolando su alcuni altri elementi simbolici (alcuni inquietanti, peraltro), rimango sul pezzo centrale e mi ripeto: il primo Matrix avrebbe potuto e forse anche dovuto rimanere tale; non a caso questa non è un'opinione isolata.

Reloaded e Revolutions sono delle propaggini inutili o quasi, che possono essere guardate come film d’azione, e in tal senso sarebbero anche film di buona realizzazione, ma sapendo che si è lontani anni luce dal primo Matrix

Fosco Del Nero



Titolo: Matrix revolutions (Matrix revolutions).
Genere: fantascienza, azione. 
Regista: Andy e Larry Wachowski.
Attori: Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss, Laurence Fishburne, Hugo Weaving, Jada Pinkett Smith, Monica Bellucci, Lambert Wilson, Gina Torres, Mary Alice.
Anno: 2003.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 2 maggio 2013

Sucker punch - Zack Snyder

Sucker punch è il terzo film di Zack Snyder che passa su Cinema e film, e precisamente dopo Watchmen e Il regno di Ga’ Hoole - La leggenda dei guardiani, il primo film di fantascienza su supereroi e il secondo film di animazione fantasy.

Anche in questo caso siamo nel reame del fantastico, per quanto Sucker punch potrebbe essere interpretato interamente in chiave psicologica.

I numerosi inserti fantastico-surreali, tuttavia, non possono passare sotto silenzio, tanto che il film alla fine si fa ricordare soprattutto per i duelli con samurai giganti, con draghi, con robot, con eserciti di soldati pseudo-zombie, etc.

Il doppio filo conduttore mondo esteriore-mondo interiore (anzi, va detto che quest’ultimo si dirama in due filoni!) va avanti per tutto il film, fino al finale, triste come triste era stata tutta la storia fino a quel momento.

Inevitabile, peraltro, notare come si tratti di una storia tutta al femminile: le perseguitate e le eroine sono tutte donne, mentre gli uomini sono presenti solo in veste di tiranni o carcerieri o sfruttatori.

Andiamo dunque a dare un’occhiata alla trama di Sucker punch: Baby Doll (Emily Browning) è orfana di madre, ed, insieme alla sorella, l’ereditiera del di lei patrimonio. Senonché il cattivo patrigno uccide sua sorella piccola, e fa ricadere la colpa proprio su Baby Doll che, in pieni anni ''50, viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico.

Da qui si dipanano le vicende di Sucker punch, che sostanzialmente ha tre ambientazioni: la realtà del manicomio, che tuttavia si vede solo a inizio e a fine film, l’allegoria di una sorta di bordello privato in cui Baby Doll e altre ragazze intrattengono pubblico di alto borgo, e alcuni scenari fantastici, rappresentativi di alcune prove che Baby Doll e le sue amiche devono superare nel mondo immaginario del bordello.

Abbiamo dunque tre livelli di lettura, se vogliamo chiamarli così, col film che oscilla tra il film drammatico, il film psicologico, il film d’azione e il film fantastico, non trascurando di strizzare l’occhio all’horror, ai videogiochi e al mondo degli anime… e non a caso è stato scritto da Zack Snyder in collaborazione col giapponese Steve Shibuya.

Complessivamente, Sucker punch non è mi dispiaciuto affatto, anche se non ho amato molto la vena tragica che lo percorre dall’inizio alla fine. Ho comunque apprezzato la creatività e la verve del regista.

Un ultimo appunto: il film ha avuto un discreto successo, anche se in termini di soldi e di tempo è costato più di quanto non abbia fruttato, soprattutto per via di una ripresa molto travagliata e prolungata. 

Fosco Del Nero



Titolo: Sucker punch (Sucker punch).
Genere: fantastico, drammatico, psicologico.
Regista: Zack Snyder.
Attori: Emily Browning, Jena Malone, Abbie Cornish, Vanessa Hudgens, Carla Gugino, Jamie Chung, Jon Hamm, Scott Glenn, Vicky Lambert, Oscar Isaac.
Anno: 2011.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

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