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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

venerdì 29 gennaio 2010

Benvenuti a Zombieland - Ruben Fleischer

La recensione di quest’oggi è dedicata a un film che mi ha suggerito una mia amica e che peraltro non è ancora uscito in Italia, essendo stato girato e proposto negli Usa nel 2009: parlo di Benvenuti a Zombieland (il titolo originale è semplicemente Zombieland).

Si tratta, come intuibile dal nome, di un film sugli zombie, e precisamente di un film comico sugli zombie, dunque una sorta di parodia del genere, più o meno nello stile del precedente L'alba dei morti dementi.

Si tratta inoltre di una delle sorprese del 2009, col film che ha fatto registrare il pienone in America e che si appresta ad invadere le sale del cinema del resto del mondo… con l’Italia, come spesso accade, in ultima fila, visto che per il Belpaese si parla del maggio 2010.

Tuttavia, io che ho poca pazienza me lo sono visto subito, ovviamente in lingua originale (e ovviamente coi sottotitoli).

Ecco in breve la trama di Benvenuti a Zombieland: Columbus (Jesse Eisenberg; The social networkTo Rome with love, Roger Dodger) è uno studente americano tutto teoria e niente pratica. 
Passa il suo tempo tra studio e videogiochi, mentre nel settore ragazze e vita reale scarseggia un poco. La sua già scarsa predisposizione alle pubbliche relazioni subisce un ulteriore scossone dal fatto che…
…. un bel giorno un virus si diffonde in tutto il mondo e quasi tutti diventano degli zombie cannibali.

Sta di fatto che lui è uno dei pochi sopravvissuti grazie alla scrupolosa osservanza di un carnet di regole ferree, che la voce narrante, che poi è lui stesso, comincia da subito ad enumerare, aiutata in tal senso anche dalla grafica (durante tutto il film, ogni volta che una delle suddette regole auree viene praticata, appare una scritta che la enuncia, trovata assai efficace).
Ben presto egli incontra Tallahassee (Woody Harrelson; Hunger games, A scanner darkly), un uomo decisamente più macho di lui, e decisamente più armato, mentre il successivo incontro sarà quello con le sorelle Wichita (Emma Stone; Birdman, The help) e Little Rock (Abigail Breslin; Little Miss Sunshine, Ender's game), giovani ma assai sveglie... pure troppo.

Nel film compare in una piccola parte anche Bill Murray (Ghostbusters, Ricomincio da capo, Sos fantasmi).

Benvenuti a Zombieland mi è piaciuto parecchio: è un film originale e travolgente fin da subito.
L’umorismo la fa da padrone, e trova una sua efficiente pratica tanto nelle scene prettamente visive (per esempio la regola numero uno), quanto nei dialoghi.
I personaggi sono pochi, ma ben caratterizzati, col loro scarso numero bilanciato dall’elevato numero delle location utilizzate.

Da aggiungere, anche se suppongo non ce ne sia bisogno, l’elevato livello di splatter, col sangue che scorre a fiumi, anche se, data la natura palesemente demenziale del film, è difficile prenderlo sul serio.

Insomma, Benvenuti a Zombieland è un eccellente film comico, di cui non a caso è stato già programmato il sequel.
Tenetelo presente se andrete al cinema a maggio, o viceversa (se come me avete poca pazienza) per una visione in lingua originale.

Fosco Del Nero



Titolo: Benvenuti a Zombieland (Zombieland).
Genere: commedia, comico, splatter.
Regista: Ruben Fleischer.
Attori: Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Emma Stone, Abigail Breslin, Bill Murray, Amber Heard.
Anno: 2009.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 27 gennaio 2010

Una moglie bellissima - Leonardo Pieraccioni

Finora nel sito ho recensito solo un film di Leonardo Pieraccioni, ossia Ti amo in tutte le lingue del mondo, il mio preferito del regista toscano.

Oggi arriva il secondo, che tuttavia non è il recente Io e Marilyn (quello magari arriva tra poco), bensì la penultima fatica di Pieraccioni, ossia Una moglie bellissima, che al tempo avevo visto al cinema e che tuttavia mi aveva lasciato un poco perplesso.

Difatti, lo trovai decente, ma non del livello umoristico di Ti amo in tutte le lingue del mondoIl ciclone, Il pesce innamorato, Il paradiso all’improvviso.
Ho voluto dunque rivederlo a distanza di tempo per vedere se il parere di allora avrebbe trovato conferma.

L’ha trovata.

Il film si lascia guardare e strappa molti sorrisi, ma, alla fin fine, non mostra nulla di nuovo, riprendendo alcuni spunti di film precedenti (la moglie infedele di Ti amo in tutte le lingue del mondo, l’evento esterno che porta scompiglio de Il ciclone, etc), affiancati al solito umorismo pieraccionesco.

Che a me piace, intendiamoci, e difatti, tra Ceccherini, Papaleo, Guccini e gli stessi Pieraccioni e Torrisi, si ride abbastanza spesso, cosa che difatti salva il film dal giudizio negativo.

Ma ecco la trama di Una moglie bellissima: Mariano e Miranda sono una coppia affiatata, fin dalla loro giovane età.
Essi condividono sia le origini, sotto forma di un piccolo paesino toscano, sia il lavoro, sotto forma di bancone ortofrutticolo al mercato.
Un bel giorno, un avvenente fotografo (sotto forma di Gabriel Garko) arriva nella loro vita e spariglia le carte in tavola: 50.000 euro per un calendario sexy della bella Miranda…

Una moglie bellissima, forse, avrebbe anche pretese satiriche su morale, sentimenti e società (in tal senso, curiosa la scenetta degli abitanti delle Seychelles che si sbellicano dal ridere per le tasse e le leggi italiane), ma in definitiva rimane una commediola con qualche buono spunto, ma non particolarmente originale.

Fosco Del Nero

p.s. Citazione: "Voi non state ballando; voi state perdendo la dignità".



Titolo: Una moglie bellissima (Una moglie bellissima).
Genere: commedia, sentimentale.
Regista: Leonardo Pieraccioni.
Attori: Leonardo Pieraccioni, Laura Torrisi, Massimo Ceccherini, Rocco Papaleo, Gabriel Garko, Francesco Guccini, Tony Sperandeo, Alessandro Paci, Carlo Pistarino, Chiara Francini, Paolo Lombardi, Luis Molteni.
Anno: 2007.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 20 gennaio 2010

Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro - Nick Park, Steve Box

Altro film di animazione proposto su Cinema e film, e non una produzione qualunque, visto che non si tratta di niente di meno di un premio Oscar, e segnatamente il premio Oscar per l’animazione nel 2006: parlo di Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro.

Si tratta di un film realizzato con la tecnica dello stop motion, degli stessi autori di Galline in fuga.
Sostanzialmente, il film si situa a metà tra commedia e film fantastico.

Ecco la trama di Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro: Wallace e Gromit, il primo un brillante inventore e il secondo il suo fedele assistente cane, sono una sorta di disinfestatori di conigli… ma dei disinfestatori gentili, tanto da raccogliere i simpatici animaletti e custodirli e sfamarli in uno scantinato sotto casa loro.

In tal senso, si contrappongono decisamente allo stile interventista di Lord Victor Quartermaine, signorotto altolocato dai modi assai più spicci, il quale non perde occasione per mettersi in mostra di fronte alla ricca Lady Campanula Tottington, nobildonna appassionata di verdure e ortaggi.

Come praticamente tutta la cittadinanza, se è vero che l’evento più atteso dell’anno è proprio il Festival dell'Ortaggio Gigante, messo in dubbio però prima dai simpatici ma fastidiosi coniglietti, e poi da una creatura gigante e paurosa… chi risolverà la situazione?

Dico subito una cosa: da buon appassionato di film d’animazione, tanto occidentali quanto orientali (tra i primi cito i bellissimi Nightmare before Christmas e Azur e Asmar, e tra i secondi gli altrettanto belli La città incantata e Nausicaa della valle del vento), sono abituato a prodotti eccellenti, per cui non basta mettermi sotto il naso un buon film di animazione perché lo ritenga degno di Oscar e premi vari.

Tale è Wallace & Gromit: un buon film d’animazione, fresco e divertente, ma non certo un capolavoro... al contrario di quelli citati nella precedente parentesi.

Il presente è un film che diverte, che si fa seguire, che è ricco di citazioni (tra le altre, a Tremors, Un lupo mannaro americano a Londra, Hulk, King Kong, Jurassic Park), ma che certamente non è un caposaldo del cinema.

La cosa più curiosa del film, peraltro, è uno strano contrasto interno, una sorta di indecisione su quale sia il suo vero target: tecnicamente, difatti, il film è una commedia innocua e fantasiosa, un vero e proprio film per famiglie, eppure ogni tanto fa capolino tra i suoi dialoghi un humor decisamente british, il quale, tra l’altro, ha numerosi riferimenti sessuali (assai facili peraltro con un argomento centrale come gli ortaggi), fatto piuttosto sorprendente dato il tipo di film.

Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro è un buon film, dunque, che dunque potrebbe piacere tanto agli amanti di azione e gag visive, molto ben presenti nel film, tanto agli amanti dell’umorismo britannico e intellettualoide.

Fosco Del Nero

p.s. Citazione: 
"- Baciate il mio bambino!
- Baciate la mia patata!
- Baciate il mio carciofo!"



Titolo: Wallace e Gromit - La maledizione del coniglio mannaro (Wallace & Gromit - The curse of the were rabbit).
Genere: animazione, commedia, umoristico, fantastico.
Regista: Nick Park, Steve Box.
Anno: 2005.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

sabato 16 gennaio 2010

Piccoli tradimenti - Pascal Bonitzer

Il film recensito oggi è certamente uno di quei film che alcuni definirebbero d’autore, o comunque di nicchia, visto il genere, i suoi interpreti principali e il suo stile: parlo di Piccoli tradimenti, girato nel 2003 da Pascal Bonitzer e con interpreti principali Daniel Auteuil e Kristin Scott Thomas.

Peraltro, esattamente due dei protagonisti della divertente pellicola di Francis Veber Una top model nel mio letto, in cui Daniel Auteuil interpretava un burbero e cinico miliardario e Kristin Scott Thomas la sua arguta moglie.

Tutto un altro genere rispetto a questo Piccoli tradimenti, storia drammatica e sentimentale.

In essa, il protagonista è Bruno (Daniel Auteuil) un giornalista comunista con una moglie coetanea e un’amante giovanissima (la bellissima e pluripremiata Ludivine Sagnier, già vista in 8 donne e un mistero e Swimming pool), che accetta l’invito di uno zio e si reca in vacanza in un paesino di montagna sopra Grenoble.

Bruno è una sorta di peter pan dei sentimenti: privo di legami, và dove gli sembra meglio andare in base all’impulso del momento, e questo nonostante provi disinteresse o persino disprezzo per l’attraente donna di turno, adulta o ragazzina che sia.

A tenergli testa, in pratica, è solo Nathalie (Kristin Scott Thomas), donna come lui intelligente, acuta e disillusa, passata attraverso diverse esperienze di vita (tra le altre cose, attuale moglie dell’ex amante, nientemeno che il secondo marito di sua madre).

In buona sostanza, il film si regge tutto sul motteggio tra i due, spesso efficace e arguto, anche se tanto sofisticato quanto spesso triste e deprimente.

In mezzo a tale traiettoria, diversi altri personaggi, in definitiva secondari… anche se anche i personaggi secondari possono incidere sulla trama principale, come si vedrà a fine storia…

Piccoli tradimenti è un film che non può piacere a molti: non piacerà senza dubbio agli amanti dei film d’azione, non piacerà a chi vuole vedere gli attori soliti noti, non piacerà a chi vuole una storia svagata e leggera, non piacerà a chi preferisce dialoghi semplici e scorrevoli.

Bene, a chi potrebbe piacere allora?
Inoltre, a te è piaciuto?

La risposta alla seconda domanda è: così così.
Ne ho apprezzato soprattutto i dialoghi e le provocazioni verbali, anche se alla fine ho concluso che era un film di cui si poteva benissimo fare a meno, da cui il voto sufficiente ma non positivo.

La risposta alla prima domanda invece è: provate a vedere Piccoli tradimenti voi stessi, ammesso che non apparteniate ad una delle categorie su indicate, nel qual caso temo che stareste perdendo il vostro tempo.

Fosco Del Nero



Titolo: Piccoli tradimenti (Petites coupures).
Genere: drammatico, sentimentale.
Regista: Pascal Bonitzer.
Attori: Daniel Auteuil, Kristin Scott Thomas, Ludivine Sagnier, Emmanuelle Devos.
Anno: 2003.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 13 gennaio 2010

Valzer con Bashir - Ari Folman

Anche oggi presento un film di animazione, per quanto particolare da quelli che lo hanno preceduto (per esempio I figli della pioggia, Azur e Asmar, Coraline e la porta magica).

Intanto, non è di genere fantastico, e anzi il suo argomento è una cosa tristemente molto pratica: la guerra.

Segnatamente, la guerra in Libano dei primi anni 80: il film si chiama Valzer con Bashir, è una coproduzione di vari paesi, è stato diretto da Ari Folman e ha ottenuto svariati riconoscimenti a livello di premi vinti o anche solo nomination.

Il titolo si riferisce da un lato alla “danza”, con mitragliatrice in mano e sotto il fuoco dei proiettili nemici, di un soldato israeliano in una strada di Beirut; e dall’altro lato a Bashir Gemayel, politico libanese ucciso nel 1982.

Ecco in breve la trama di Valzer con Bashir: un amico di Ari Folman, ossia il reale regista del film, una sera in un bar gli rivela un suo sogno frequente: ventisei cani inferociti corrono a perdifiato lungo le strade di una città, fino a fermarsi sotto la sua finestra, laddove iniziano a ringhiare guardando verso di lui.

Sa che sono ventisei perché, durante la suddetta guerra, dal momento che egli aveva manifestato ritrosia nell’uccidere persone, gli era stato affidato il compito di uccidere i cani che incontravano durante le loro incursioni notturne, i quali altrimenti avrebbero iniziato ad abbaiare, attirando così le attenzioni dei nemici.

Per l’appunto, egli ne aveva uccisi ventisei.

A questo punto, Folman si rende conto di non avere ricordi di quanto successe durante la guerra, e in particolare durante il massacro dei campi di Sabra e Chatila, e dunque parte alla ricerca dei suoi commilitoni, che avrebbero dunque potuto ricordagli gli eventi.

Valzer con Bashir non ha un tono accusatorio nei confronti di Tizio o Caio (della suddetta strage era stato accusato, tanto di decisionalità tanto di disinteresse l’attuale ministro israeliano Ariel Sharon), ma ha viceversa uno stile documentaristico-psicologico.

Ciò che se ne deduce è il concetto di una guerra decisa dai piani alti, ma fatta dai piani bassi, secondo centri concentrici di conoscenza.
Sul campo, a uccidere e ad essere uccisi, c’erano però ragazzini di 18 o 20 anni, ignari di cosa succedeva e spesso anche di dove erano.

Il messaggio è chiaro: la guerra è una cosa stupida, e porta solo dolore, ad ambo le parti.
Valzer con Bashir peraltro termina con immagini reali di repertorio, assai crude e certamente non divertenti.
Quelle immagini, però, dovrebbero farle vedere a chi decide le guerre, non a noi persone qualunque, che già sappiamo che la guerra è male.

Lo strumento con cui tale messaggio è portato è un film di animazione dalla grafica scarna e dal ritmo lento, per l’appunto più orientato al dialogo e all’introspezione che non al coinvolgimento dello spettatore.

Sono sincero: se il messaggio è ovviamente condivisibile, il film in realtà è piuttosto noioso, da cui il mio voto negativo.
A mio avviso, difatti, non basta un argomento impegnato perché un certo prodotto sia di qualità, e per l’appunto qua si valuta il film come espressione della creatività umana, non come libro di testo o come documentario.

Fosco Del Nero



Titolo: Valzer con Bashir (Waltz with Bashir).
Genere: animazione, guerra, drammatico.
Regista: Ari Folman.
Attori: Ari Folman, Mickey Leon, Ori Sivan, Yehezkel Lazarov, Ronny Dayag, Shmuel Frenkel, Dror Harazi, Ron Ben-Yishai, Gaetano Varcasia, Massimo Rossi, Franco Mannella, Angelo Maggi, Gianni Bersanetti, Pasquale Anselmo.
Anno: 2008.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 10 gennaio 2010

Una sposa per due - Henry Levin

Dopo essermi dedicato negli ultimi tempi praticamente solo a film di animazione e a serie tv, torno a recensire un film d’annata, e per la precisione un film del 1962: Una sposa per due.

Protagonista la graziosa e affascinante Sandra Dee.

Come per altri casi (Brigitte Bardot in Un’adorabile idiota, Stefania Sandrelli in Io la conoscevo bene, Catherine Deneuve in La mia droga si chiama Julie, Stella Stevens in Una fidanzata per papà, la stessa Sandra Dee in Come sposare una figlia), anche stavolta sono rimasto colpito da una bellezza del passato, non a caso celebre, per quanto praticamente sconosciuta alle ultime due generazioni (io difatti la conoscevo solo di nome, e da un testo del musical Grease): parlo per l'appunto di Sandra Dee, protagonista assoluta di questo film accanto a Bobby Darin, suo marito tanto nella pellicola quanto nella realtà.

Ecco la trama di Una sposa per due: Chantal Stacy è una giovane ragazza figlia di una donna francese e di un uomo statunitense.
Desideri e consigli dei due sono assai diversi: la madre le suggerisce come sedurre gli uomini, mentre il padre vorrebbe vederla accasata al più presto.

Chantal individua allora un candidato ideale, tale Eugene Wrigh, di professione fotografo, uomo che ha ereditato almeno in padre la natura libertina del padre.

Il corteggiamento, comunque, ha buon fine, e i due si sposano… però subito dopo Chantal si accorge che il marito le rivolge meno attenzioni di prima, e inizia così ad applicare un bizzarro consiglio della madre…

Sostanzialmente, Una sposa per due è una commedia, e nel dettaglio una commedia degli equivoci, peraltro molto limitata dal punto di vista del numero di protagonisti e delle location.

Tale scarsità numerica tuttavia non inficia la gradevolezza e il valore del film, che mantiene le sue promesse di commedia piacevole e ironica, assai lontana dalla comicità pacchiana delle produzioni odierne (americane o italiane che siano, il dato è tristemente frequente), e viceversa dotata di uno stile e di una classe ormai, ahimè, spariti.

Va da sé che è una questione di gusti: di mio, apprezzo molto film come Una sposa per due, Scandalo a Filadelfia, Operazione sottoveste, Hollywood party, solo per citare alcuni di quelli che sono passati in questo sito.

Qualora anche voi gradiste film che puntano sul dialogo e sull’ironia, probabilmente anche questo vi piacerà; se, viceversa, siete più orientati verso generi d’azione, o comunque verso un tipo di comicità più visiva e pratica (diciamo così), allora Una sposa per due non è il prodotto che fa per voi.

Fosco Del Nero



Titolo: Una sposa per due (If a man answers).
Genere: commedia, sentimentale.
Regista: Henry Levin.
Attori: Sandra Dee, Bobby Darin, Micheline Presle, John Lund, Cesar Romero, Stefanie Powers, Christopher Knight, Ted Thorpe.
Anno: 1962.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 8 gennaio 2010

Renaissance - Christian Volckman

Nuova recensione dedicata a un film di animazione, anch’esso, come capitato per i bellissimi I figli della pioggia e Azur e Asmar, di produzione francese: Renaissance.
Anche in questo caso si tratta di un prodotto di qualità?

Sì e no.

Sì per la sua originalità, col film che peraltro ha ricevuto anche dei premi.
E no per alcuni difetti di caratterizzazione, dai personaggi alla trama.

Ma andiamo con ordine: siamo nella Parigi del 2054, come presumibile una città molto tecnologica.
Anche troppo, visto che pare che tutto sia sorvegliato e ripreso, configurando in tal senso un mondo sulla falsariga del Grande Fratello di Orwell.

Un bel giorno, la bella e intelligente Ilona Tasuiev viene rapita.
Nessuno tuttavia chiede un riscatto per la promettente scienziata, tanto che Avalon, la società per cui lavora, chiede l’intervento di Barthélémy Karas, un detective noto tanto per i suoi mezzi bruschi, quanto per la sua percentuale di successo.

Da qui prende le mosse il tutto.
Tutto che si configura come una sinergia di storia di spionaggio, thriller, storia d’amore e di fantascienza.

Renaissance è realizzato con una tecnica grafica basata sulla renderizzazione della recitazione di attori in carne ossa, col prodotto finale che risulta parecchio strano, e, a mio avviso, poco godibile.

Difatti, la scelta del bianco e nero è troppo forte e netta, forse per via dell’eliminazione dei grigi intermedi (dunque, davvero ci sono solo bianco e nero); tale fatto comporta difficoltà visive per lo spettatore, spesso impossibilitato a capire cosa succede o persino a riconoscere i personaggi in campo.

Veniamo poi ai personaggi stessi, veramente poco memorabili e caratterizzati in modo superficiale (non si va al di là del poliziotto duro, del boss mafioso con le mani in pasta, della bella scienziata talentuosa, etc).

Insomma, quello che probabilmente era il tentativo di realizzare un mondo assai cupo e di dare alla storia un’impronta dark secondo me non ha funzionato a dovere: esteticamente il film non risulta piacevole e a livello di trama manca il coinvolgimento dello spettatore.

Il risultato finale di Renaissance a mio avviso è la mediocrità piena.
Ma magari voi dategli una chance, specie se siete appassionati di film d'animazione; come detto, il film ha anche ricevuto dei premi, e magari è solo il mio gusto personale a non farmelo apprezzare.

Fosco Del Nero



Titolo: Renaissance (Renaissance).
Genere: animazione, drammatico, fantastico, thriller, fantascienza.
Regista: Christian Volckman.
Attori. Romola Garai, Robert Dauney, Daniel Craig, Patrick Floersheim, Catherine McCormack, Laura Blanc.
Anno: 2006.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 6 gennaio 2010

Guida galattica per autostoppisti - Alan J. W. Bell

Quest’oggi recensisco una serie tv, e non una serie tv recente, visto che la datazione risale al 1981.

Si tratta peraltro di una serie di cui ho già recensito il relativo film uscito nel 2005, nonché i romanzi originari, che a loro volta erano stati ispirati da una serie radiofonica: parlo di Guida galattica per autostoppisti, creata da Douglas Adams e qua diretta da Alan J.W. Bell.

Dopo essermi letto i libri e avere visto il film del 2005, ero un po’ in dubbio se visionare anche la vecchia serie tv; nonostante la mia grande passione per l’opera suddetta, avevo il timore di trovare tutto già scontato e sentito.

Beh, non è stato così, anche se la serie non mi ha soddisfatto appieno, da cui la valutazione discreta ma non ottima.

Per chi non sapesse di cosa si tratta, ecco in breve la trama di Guida galattica per autostoppisti: Arthur Dent se ne sta bello tranquillo a casa sua, in Inghilterra, quando si accorge che delle ruspe vogliono raderla al suolo.
Scopre poco dopo che là deve passare una superstrada, e che la sua casetta in campagna è di troppo.
Peraltro, i piani del progetto erano visibili da mesi nell’apposito ufficio, e ormai il tempo per opporsi era scaduto.

Pochi minuti dopo, lo attende un’altra rivelazione, probabilmente ancora più scioccante: il suo amico fraterno Ford Prefect non è un terrestre, ma un alieno nativo del sistema di Betelgeuse, in missione di studio sulla Terra.
Inoltre, la Terra stessa sarà distrutta da un’astronave dei burocrati Vogon

... in quanto è sulla traiettoria di una superstrada galattica, con il progetto esposto regolarmente nell’apposito ufficio di Alpha Centauri e coi tempi di opposizione ormai scaduti.

Ford e Arthur fanno appena in tempo a lasciare il pianeta tramite autostop, prima che esso venga distrutto in un attimo.

Questo è solo l’inizio di mille avventure, a dir poco bislacche e fuori di testa.
Bislacche e fuori di testa, ma pregne di un umorismo satirico assai pregnante e pungente, quindi con contenuti degni di nota: dunque non è solo “fantascienza d’avventura”.

Nella storia entreranno poi altri personaggi, da Zaphod Beeblebrox a Trillian McMillan, fino ai topi, ai delfini, al computer Pensiero Profondo, al robot Marvin, a Slartibartfast, etc.

La serie televisiva, composta di soli sei episodi, copre uno spazio narrativo superiore a quello del film, che si limita alla sintesi del primo romanzo (la serie intera è composta da cinque libri, invece).

Tuttavia, se devo essere sincero, ho trovato più efficace il film rispetto a questa serie tv, tanto nella caratterizzazione dei personaggi (Zaphod Beeblebrox e Trillian McMillan sono molto più riusciti nel film), quanto nella scenografia.

Ugualmente sardonico ed efficace invece lo humor, tipicamente inglese (tipo di umorismo che a me piace molto, ma che magari potrebbe piacere meno ad altri).

Insomma, anche la serie merita di essere vista, anche se personalmente consiglio più romanzi e film.

Fosco Del Nero



Titolo: Guida galattica per autostoppisti (The hitchhiker's guide to the galaxy).
Genere: serie tv, fantastico, umorismo.
Ideatore: Alan J.W. Bell.
Attori: Simon Jones, Mark Wing-Davey, David Dixon, Sandra Dickinson, David Learner.
Anno: 1981.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

domenica 3 gennaio 2010

Harry Potter e il Principe Mezzosangue - David Yates

È curioso notare come i libri e i film di Harry Potter abbiano regolarmente polverizzato record su record di vendite e incasso, oltre che notare quanto gli eroi della Rowling siano ormai entrati nell’immaginario collettivo.

Anche l’ultimo film prodotto, Harry Potter e il Principe Mezzosangue, ha macinato spettatori su spettatori, nonché soldi su soldi, affidato come il precedente Harry Potter e l’Ordine della Fenice al regista David Yates, che era riuscito col precedente film a dare una decisa svolta di stile e di genere alle pellicole potteriane, portandole a un livello decisamente più drammatico, introducendo anche degli elementi prettamente orrorifici.

Sfortunatamente, l’esito positivo non si è ripetuto stavolta, col risultato di aver generato un film veramente poco efficace, carente da molti punti di vista.

La prima cosa che colpisce di Harry Potter e il Principe Mezzosangue è l’atmosfera generale della storia, veramente scialba; in tal senso, probabilmente va espressa una critica più allo scenografo che non al regista (anche se alla fine è il regista il responsabile artistico), reo di aver messo su delle location poco evocative, banali, prive di colore e di immaginazione.

Secondo punto: paiono meno coinvolgenti anche i dialoghi, con il film che non regge certo il passo del libro, viceversa avvincente.

Ancora, è impressionante la poca cura con cui sono state dipinte le relazioni umane che andavano maturando durante la storia, e che invece costituivano una parte decisamente pregnante del libro.
Si pensi al triangolo Ron-Lavanda-Hermione, che nel film è ridotto ad alcuni episodi da macchietta, o all’amore che cresce tra Harry e Ginny, nel film appena accennato, e peraltro in modo scialbo, mentre nel libro era letteralmente intenso e commovente: non è una perdita da poco.

Forse il regista ha inteso effettuare una sinergia tra gravità degli eventi (Voldemort e i suoi Mangiamorte al loro apice) e vissuto comune adolescenziale, ma il mix non è riuscito particolarmente bene, e anzi suona strano da parte dello stesso regista che aveva fatto fare un salto anagrafico ai film del piccolo maghetto inglese.
O forse, più semplicemente, Yates se l'è cavata bene nel precedente episodio, caratterizzato dal ritorno di Voldemort e da molta azione, mentre questo episodio, viceversa più incentrato sulle relazioni interpersonali, ha evidenziato i limiti del regista, bravo con le scene drammatiche ma decisamente meno bravo con rapporti umani e umorismo.

Persino il personaggio di Silente è veramente poco valorizzato e, tanto all’inizio della storia (la mano nera) quanto alla sua fine (l’agguato dei Mangiamorte a Hogwarts), non riceve il carisma che meriterebbe.

Inoltre, non è stato illustrato in maniera sufficiente il discorso degli horcrux.

Certo, riportare un libro di 700 pagine piuttosto ricche in un solo film, per quanto in un film di due ore e venti, non è semplicissimo…

… però è pure vero che alcuni episodi precedenti, come per esempio Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, o Harry Potter e il calice di fuoco, pur avendo avuto di fronte il medesimo problema e avendo inevitabilmente trascurato alcuni spunti a favore di altri, erano riusciti a mantenere inalterata la magia e l’atmosfera del romanzo originario, cosa in cui, ahimé, Harry Potter e il Principe Mezzosangue ha decisamente fallito, tralasciando inoltre troppe cose importanti, tanto che alcune cose del film sarebbero proprio incomprensibili senza aver prima letto il libro.

In tal senso, secondo me, la Warner Bros avrebbe decisamente fatto meglio ad assegnare l’ultimo episodio a uno dei registi precedenti, come Alfonso Cuaròn o Mike Newell.

Fosco Del Nero


ADDENDUM del 25/08/20: come nel caso dei precedenti film, riprendo la recensione senza alterarla ma aggiungendovi una postilla a fine testo, evidenziando gli elementi esistenzialmente più interessanti del film.
Il film inizia col mondo dei babbani che è sconvolto da eventi per loro inspiegabili, causati dai maghi Mangiamorte. Questo è esattamente quel che capita nella realtà: quando una persona non conosce le leggi dell'esistenza, e dunque non conosce in che realtà vive (i babbani), viene sconvolta a più riprese... proprio perché non sa cosa succede, e di conseguenza è preda di rabbia, giudizio, paura, etc.
I maghi si sanno spiegare le cose, i babbani invece no... e in ciò possono persino giungere a impazzire.

Silente appare a Harry nello sfondo della metropolitana. Dietro di lui c'è un cartello pubblicitario che dice "divine magic", ossia "magia divina", e subito sopra si vede la scritta "man", ossia "uomo".
Questo è un messaggio spirituale: l'essere umano fa parte della magia divina, laddove la magia consiste nella conoscenza e nell'uso delle leggi esistenziali e del percorso spirituale.
E' la stessa cosa che si diceva prima, ma dall'altro lato, quello della conoscenza: l'essere umano che conosce è in grado di comprendere la natura divino-spirituale del mondo; quelli che invece non sanno niente sono i babbani.

Silente dice: "Ogni giorno, ogni ora, in questo istante, magari, forze oscure tentano di penetrare nelle mura di questo castello. Alla fine la difesa più grande siete voi.".
Questo è un concetto centrale nella scienza esoterica: noi siamo il castello, e le nostre energia sono l'aura che ci protegge... o che attira a noi le forze oscure. Aivanhov batteva molto su questo tasto.

Man mano che procede la storia, spariscono persone, e altre vengono rapite e torturate: nel film accade per la malvagità di Voldemort... ma in realtà questo accade in ogni regime totalitario, o poco prima che esso si instauri.
Un monito da tenere sempre presente.

Un insegnante della scuola dice: "Non c'è luce senza oscurità. Personalmente io lotto sempre per vivere nella luce".
Questa è la scelta di fondo che ognuno deve fare... il paradosso è che, nella storia del film, l'insegnante in questione ha traballato, dimostrando non troppo coraggio, perlomeno sulle prima.
Dopo, invece, la scelta la fa e si schiera effettivamente dal lato della luce.

Vien detto anche: "Uccidere fa a brandelli l'anima: è una violazione della natura":.
Questo concetto va applicato a ogni ambito della vita: vita umana, vita animale, vita vegetale e natura tutta.
Da un lato ci sono vita, rispetto e compassione; dall'altro lato ci sono morte, sfruttamento e crudeltà. In verità, questa è la stessa scelta di prima, tra luce e tenebre. Che ognuno scelga.

Silente a un certo punto dice al suo allievo prediletto Harry: "Fidati di me. Fidati di me".
La fiducia, l'abbandono, la resa, è un punto centrale nel percorso spirituale-evolutivo.

Altro elemento di valore presente nel film: il sacrificio di Silente. Lui è il più grande, ma non ambisce ad abusare del suo potere; anzi, si sacrifica, a livello di salute e della stessa vita.
Il sacrificio è l'ultimo dono del maestro che mette il suo sapere e la sua saggezza a disposizione degli altri. Non a caso il sacrificio è divenuto l'emblema del più famoso maestro spirituale di tutti i tempi.



Titolo: Harry Potter e il Principe Mezzosangue (Harry Potter and the Half-Blood Prince.).
Genere: fantasy, drammatico.
Regista: David Yates.
Attori: Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Alan Rickman, Michael Gambon, Helena Bonham Carter, Jim Broadbent, David Thewlis, Julie Walters, Mark Williams, Katie Leung.
Anno: 2009.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

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