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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 30 luglio 2012

Il giro del mondo in ottanta giorni - Michael Anderson

Il giro del mondo in ottanta giorni è un film storico, un po’ perché ormai assai vetusto (è datato 1956), un po’ perché a suo tempo fece incetta di premi e riconoscimenti (vinse cinque Oscar e due Golden Globe, per esempio).

Tra l’altro, è un film pieno di cameo di personaggi famosi, tra Frank Sinatra, Marlene Dietrich, Buster Keaton, etc.

I protagonisti sono invece David Niven, Cantinflas e Shirley MacLaine. La terza fa praticamente da contorno, mentre i primi due costituiscono rispettivamente il gentiluomo avventuriero Phileas Fogg e il suo servitore Passepartout (che si rivolge al primo con un anacronistico e ormai stonatissimo “padrone”). Tra l’altro, David Niven è il protagonista di Casino Royale, folle e divertentissimo film del 1967 che ho recensito tempo addietro.

Ma veniamo alla trama de Il giro del mondo in ottanta giorni, che ovviamente è la trasposizione cinematografica dell’arcinoto e omonimo romanzo di Jules Verne (1872): Phileas Fogg è un gentleman inglese, socio del Reform Club, nel quale, un giorno, si lancia in un’ardita scommessa (ardita per quei tempi, ovviamente): compiere il giro dell’intero globo in 80 giorni.
Posta in palio: 20.000 sterline, cifra considerevole per l’epoca, un vero e proprio patrimonio.
Egli partirà col suo nuovo servitore-maggiordomo, Passepartout, e aumenterà il suo entourage per via della principessa indiana Aouda nonché del detective Fix, che peraltro lo segue per arrestarlo, una volta tornati in su territorio britannico, per via di un’accusa di rapina in banca.

Il film in sé ha pochi contenuti, se non nessuno oltre quello della scommessa, e in sostanza è la scusa per trasporre su schermo una storia avventurosa e dinamica, ricca di cambiamenti scenografici: si passa così dalla Spagna dei torero all’India dei sacrifici umani, dai risciò cinesi ai viaggi in nave o in mongolfiera, in un turbinio di sfondi paesaggistici e umani e in una vera e propria corsa contro il tempo…

Come detto, Il giro del mondo in ottanta giorni non mi ha fatto impazzire, e anzi per certi versi l’ho trovato ingenuo e scontato.
Oltre agli scenari del viaggio non c’è nulla, ma tanto vale allora guardarsi un documentario di viaggio. Se volete guardarvi una commedia degli anni "50 o "60, vi consiglio piuttosto il già citato Casino royale, Operazione sottoveste, Hollywood party, o anche il non troppo dissimile (ma un poco migliore a mio avviso) La grande corsa.

Fosco Del Nero



Titolo: Il giro del mondo in ottanta giorni (Around the world in 80 days).
Genere: avventura, commedia.
Regista: Michael Anderson.
Attori: David Niven, Cantinflas, Robert Newton, Shirley MacLaine, Charles Boyer, Noel Coward, Cedric Hardwicke, Finlay Currie.
Anno: 1956.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 23 luglio 2012

Into the wild - Nelle terre selvagge - Sean Penn

Into the wild - Nelle terre selvagge è un film girato da Sean Penn nel 2007, dopo un lungo corteggiamento al romanzo da cui è stato tratto, Nelle terre estreme, scritto da Jon Krakauer e ispirato alla vera storia di Christopher McCandless.

Christopher è un giovane della West Virginia il quale, per un senso di rifiuto verso i suoi genitori e la società consumistica in cui è immerso, subito dopo gli studi, parte per girare il continente americano, dopo aver praticamente fatto terra bruciata dietro di sé: tutti i suoi risparmi dati in beneficenza, nessun recapito dato ai parenti e partito di punto in bianco verso il nulla (o il tutto, dipende dai punti di vista) della natura.

Nel suo girovagare per Stati Uniti e Messico, il giovane, che per la sua avventura sceglie lo pseudonimo di Alexander Supertramp, vive in molti luoghi, conosce molte persone, spesso viaggiatori come lui, effettua saltuariamente qualche lavoretto per procurarsi gli strumenti che gli servono.
Aiutato in questo anche dalle persone che conosce lungo il cammino: gli hippie Jan e Rainey, sorta di nuovi genitori del ragazzo; Wayne Westerberg, un agricoltore con qualche problema con la giustizia; Tracy, una giovane cantautrice (interpretata dall’ora famosa Kristen Stewart, protagonista di Twilight) che si innamorerà di lui; Ron, un anziano reduce della guerra che si affezionerà anch’egli al ragazzo.

Ragazzo che, tuttavia, non si ferma da nessuna parte, alla ricerca del suo sogno e in fuga dal tormento del suo passato (riproposto sotto forma di flashback durante l'arco di tutto il film). In effetti, Christopher-Alexander non è dipinto tanto come un idealista alla ricerca dell’eden perfetto o di esperienze capaci di espandere la sua coscienza, ma come un’anima tormentata che fugge da qualcosa, e che perdonerà ciò da cui è fuggito solo negli ultimi istanti della sua vita.

La voce narrante del film è quella di Carine (Jena Malone; Donnie Darko, Sucker punch, Hunger games 2 - La ragazza di fuoco), sorella di Chris, che accompagna lo spettatore nei vari momenti della vita del fratello, suddivisa in cinque parti tra l’infanzia e l’ultimo periodo in Alaska.

Into the wild - Nelle terre selvagge in sostanza è un road movie che inneggia alla libertà, alla semplicità e all’anticonformismo, e che in questo senso ha avuto un grande successo soprattutto presso il pubblico giovanile (su Facebook a un certo punto era pieno di "Supertramp"... ma immagino solo su Facebook).
Film e attore principale (Emile Hirsch; Speed racer, Venuto al mondo), inoltre, hanno ricevuto anche dei premi dalla critica… ma anche delle critiche, legate soprattutto alle scene di uccisioni e smembramenti di animali (che la produzione ha dapprima definito finti, oppure trovati già morti, per poi divagare).

Oltre a questo punto, emerge inevitabile anche una domanda (che chi non ha ancora visto il film e lo vuol vedere farebbe meglio a non leggere): ha senso rifiutare la società in toto, specie se la destinazione è una morte di stenti ad appena 24 anni? Ma soprattutto ha senso andare a vivere nella natura in uno dei suoi luoghi meno ospitali e più impervi, quando invece il corpo umano è fatto per vivere nei climi caldi temperati e tropicali, dove peraltro c'è cibo naturale e adatto al corpo umano in abbondanza, mentre nei luoghi freddi bisogna per forza uccidere animali per trovare qualcosa da mangiare? E il rispetto per la vita, propria e delle altre creature, dov'è?

Lo stesso Christopher McCandless-Alexander Supertramp, pur non pentendosi della sua scelta, si accorge alla fine che “happiness is only real when shared”, ossia che la felicità è vera solo se condivisa, e che dunque, a suo dire, non ha senso cercarla nelle cose materiali o negli eventi in sé, ma solo nell’incontro con gli altri.

Punti di vista, e scelte di vita, visto che vi è anche chi pensa che l’unico posto in cui trovare la felicità sia dentro se stessi, e quindi nemmeno nell’incontro con gli altri come arriva a pensare il protagonista di Into the wild , il quale peraltro giunge al suo epilogo solitario dopo una vita sì all'insegna della libertà, ma anche motivata da una fuga da qualcosa e da un senso di carenza onnipervadente, ciò che è quel che lo spinge a cercare... e a cercare fuori, peraltro, ossia nel posto sbagliato, anche se pure il fuori può aiutare.

Comunque, alla fine della fiera, Into the wild - Nelle terre selvagge è un film che ho gradito nel suo incedere, nonostante le varie criticità indicate, compreso il finale... il quale pare dimostrare il fallimento piuttosto che il successo della scelta di vita del giovane, e quindi per converso la negazione di quanto proposto nel film.

Ma, anche questa, è una considerazione personale, e come sempre basta prendere dalle cose ciò che è bello e ispirante e depositare ciò che è difficile nel cassetto di quello che è servito per arrivare a un certo punto e per imparare qualcosa.

In conclusione, seguono alcune frasi estratte dal film.

"Così ora, dopo due anni di cammino, arriva l'ultima e più grande avventura. L'apogeo della battaglia per uccidere il falso essere interiore suggella vittoriosamente la rivoluzione spirituale. "

"Non mi servono i soldi; rendono le persone prudenti."

"Puoi fare tutto, puoi andare dappertutto."

"I soldi, il potere, sono illusioni.
E' già tutto quassù."

"Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila."

"L'essenza dello spirito dell'uomo sta nelle nuove esperienze."

"Ti sbagli se pensi che le gioie della vita vengano soprattutto dai rapporti con le persone.
Dio ha messo la felicità dappertutto, è ovunque: in tutto ciò di cui possiamo fare esperienza... abbiamo solo bisogno di cambiare il modo in cui guardiamo le cose."

"Quando si perdona si ama, e quando si ama la luce di Dio scende su di noi."

Fosco Del Nero



Titolo: Into the wild - Nelle terre selvagge (Into the wild).
Genere: drammatico, avventura.
Regista: Sean Penn.
Attori: Emile Hirsch, Jena Malone, William Hurt, Marcia Gay Harden, Brian Dierker, Kristen Stewart, Catherine Keener, Jim Gallien, Vince Vaughn, Hal Holbrook.
Anno: 2007.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 16 luglio 2012

Rocknrolla - Guy Ritchie

Rocknrolla era l’unico film che mi mancava della (non troppo ricca) filmografia di Guy Ritchie, il regista inglese la cui carriera era cominciata in modo scintillante con due capolavori di ritmo e ironia come Lock & stock e The snatch, ma che poi si era impantanata nella mediocrità con modeste prove quali Travolti dal destino e Revolver, fino ai recentissimi e vivaci  Sherlock Holmes e Sherlock Holmes - Gioco di ombre.

Rocknrolla si pone tre anni dopo Revolver, col quale il regista cercava di tornare alla sua ispirazione originale e, rispettando perfettamente questo andamento ciclico, mostra un Guy Ritchie decisamente più in forma che nei due film precedenti, sebbene non al livello dei primi due in assoluto.

È il film della ripresa, comunque, del ritorno a una qualità apprezzabile, in cui il canovaccio di Lock and stock viene rispolverato per dar vita a un nuovo thriller pieno di personaggi e dagli intrecci fittissimi.

Non vi sono tuttavia gli attori feticcio delle prime produzioni, nemmeno il tanto affezionato Jason Statham, ma il problema del film non è questo (i grandi nomi servono solo al pubblico distratto… e peraltro Guy Ritchie non utilizzava grandissimi nomi), quanto un ritmo meno incalzante di Lock and stock e The snatch, unito a dei dialoghi e dei personaggi meno riusciti.

Se la sceneggiatura di fondo non è malaccio, tuttavia non è stata realizzata al meglio, o almeno questa è la mia impressione. Il ritmo debole di tutto il film (non inesistente, intendiamoci, solo non trascinante) si unisce a un finale ugualmente debole e deludente, che limita la valutazione di Rocknrolla, che comunque è un film globalmente godibile, alla mera sufficienza.
Che forse sarebbe una più che sufficienza per qualche altro regista; Guy Ritchie, tuttavia, sconta il fatto che so che può fare di più, come ha dimostrato anche il successivo Sherlock Holmes.

In conclusione, un accenno alla trama: un miliardario-gangstar russo, Uri Omovich, si reca a Londra per un affare di molti milioni di sterline. Dietro al quale si nascondono truffe e contro truffe, in una sorta di matrioska della criminalità. Tra i protagonisti principali, i tre amici Mr. One Two, Bob il bello e Mumbles, la contabile Stella, il boss locale Lenny col suo sgherro Archy, la rockstar Johnny Quid.

In attesa di nuovi capolavori, continuerò a riguardarmi Lock and stock - Pazzi scatenati e The snatch - Lo strappo.

Fosco Del Nero



Titolo: Rocknrolla (Rocknrolla).
Genere: commedia, thriller, azione.
Regista: Guy Ritchie.
Attori: Gerard Butler, Tom Hardy, Thandie Newton, Mark Strong, Tom Wilkinson, Idris Elba, Karel Roden, Toby Kebbell, Jeremy Piven, Ludacris, Jimi Mistry, Jamie Campbell Bower, Gemma Arterton.
Anno: 2008.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 9 luglio 2012

Palla da golf - Harold Ramis

Palla da golf è stato una grossa delusione.
Intendiamoci, non che mi aspettassi una colonna della storia del cinema, trattandosi di una commedia leggera, però, contando i nomi in campo, pensavo decisamente a qualcosa di meglio.

Alla regia, infatti, c’era Harold Ramis, uno degli attori di Ghostbusters, nonché regista del bellissimo Ricomincio da capo, mentre davanti la macchina da presa c’era Bill Murray, altro acchiappafantasmi, nonché protagonista dello stesso Ricomincio da capo, e di altri film di valore (SOS fantasmi, Lost in translation, Tutte le manie di Bob, etc).
Tutti film con un sottofondo da commedia, ma in qualche modo originali e interessanti.

Invece, Palla da golf è semplicemente un film comico, e peraltro assai pacchiano, pieno zeppo di gag visive e verbali di basso livello.

Lo stesso Bill Murray è limitato a una parte di contorno, e pure il suo personaggio non è affatto riuscito.

Curiosamente, in questo film l’attore avrà a che fare con una marmotta proprio come in uno dei capolavori della sua carriera, il già menzionato Ricomincio da capo.

In sintesi, Palla da golf è la storia di un caddy di un centro sportivo americano, Ty Webb, che rincorrendo il desiderio di vincere una borsa di studio partecipa al torneo del centro, e inoltre cerca di “affiliarsi” a qualche pezzo grosso, in primis il proprietario del centro.

Intorno a lui, una selva di personaggi di varia caratura: altri caddy, miliardari in vacanza, ragazze, giardinieri, i quali tutti vanno a comporre un mosaico poco organico nel suo insieme, in cui purtroppo anche le singole parti sono di bassa qualità: i personaggi sono poco più che macchiette, se non proprio fastidiosi, i dialoghi sono insulsi… e il film è tutto qui: niente trovate interessanti, niente personaggi ben riusciti.

In questo senso, mi risulta inspiegabile come il film sia stato piazzato in alcune classifiche delle migliori commedie americane di sempre.
O forse il doppiaggio italiano è stato talmente tanto pessimo da stravolgere le battute e la qualità originaria del film… anche se personalmente ne dubito.

In ogni caso, di mio vi sconsiglio di guardare Palla da golf.

Fosco Del Nero



Titolo: Palla da golf (Caddyshack).
Genere: comico.
Regista: Harold Ramis.
Attori: Bill Murray, Chevy Chase, Rodney Dangerfield, Ted Knight,Michael O'Keefe, Sarah Holcomb, Scott Colomby, Cindy Morgan, Dan Resin, Henry Wilcoxon, Jack Black.
Anno: 1980.
Voto: 4.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 2 luglio 2012

I pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma - Gore Verbinski

I pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma segue a distanza di tre anni il grande successo La maledizione della prima luna, che tanto successo aveva riscosso presso pubblico e anche critica, facendo incetta di nomination nei vari premi.

Lo schema è rimasto lo stesso, con tanto di regista e attori protagonisti: a dirigere, difatti, c’è sempre Gore Verbinski (che ancora prima che con I pirati dei Caraibi aveva raggiunto la fama con l’horror The ring), e a recitare c’è sempre il trittico di punta Johnny Depp-Keira Knightley-Orlando Bloom nei panni, rispettivamente, del funambolico pirata Jack Sparrow, della giovane aristocratica Elizabeth Swann e dell’audace fabbro Will Turner.

Cambia però lo spauracchio di turno, da ambo i lati.
Sul versante della marina inglese a dare fastidio al trio non è più il Commodoro Norrington, ma Lord Beckett, mentre sul versante piratesco il cattivo non è più Capitan Barbossa, ma Davy Jones, mitico pirata a capo dell’Olandese Volante.
Da un lato e dall’altro, inoltre, vi è un patto da rispettare per salvaguardare la propria libertà.

A costo di andare controcorrente, devo dire che questo secondo film della saga de I pirati dei Caraibi mi ha lasciato un po’ perplesso. Certamente, è un film di livello, con una lavorazione importante alle spalle e degli attori parimenti importanti a interpretarlo, tuttavia sa molto di già visto.
Personalmente, difatti, sono abbastanza critico nei confronti dei secondi episodi che non manifestano nulla di nuovo rispetto ai loro predecessori, e questo, purtroppo, è proprio il caso de La maledizione del forziere fantasma, in cui ci sono i medesimi protagonisti (e questo passi, anche se autori e registi coraggiosi hanno il fegato di cambiare qualcosa anche a livello di “ingredienti”), la solita maledizione di fondo, un tesoro nascosto da trovare, i soliti cattivi bruttini.

Insomma, in due ore e mezza di film si poteva e si doveva metter dentro qualcosa di nuovo oltre che le numerose scene d’azione (e di mio penso che al cinema l’azione piace tanto a quelli che non capiscono i contenuti o l’ironia) e qualche flirt tra Sparrow ed Elizabeth (da notare che, a quanto si dice, Keira Knightley per partecipare al secondo episodio aveva posto la condizione che in esso vi fosse un bacio con Johnny Depp).

Come il primo episodio, peraltro, anche questo secondo abbonda di citazioni (il libro di Robert Louis Stevenson L'isola del tesoro, il videogioco Monkey Island, etc), nonchè di riferimenti a La maledizione della prima luna.

Chiudo con tre dettagli curiosi.
Primo dettaglio: è la prima volta in carriera che Johnny Depp ha interpretato per due volte lo stesso personaggio, tanto ama Jack Sparrow (e si vede che lo calza in maniera ispirata).
Secondo dettaglio: memorabile la scena del combattimento sulla ruota del mulino, e in particolare lo sguardo sbigottito di chi vede passare il mulino!
Terzo dettaglio: La maledizione del forziere fantasma ha avuto incassi record in tutto il mondo, tanto da essare risultato il terzo film ad aver superato il miliardo di dollari di incassi al botteghino (attualmente dieci film sono riusciti in questa impresa… anche se ovviamente occorrerebbe tarare la classifica sull’andamento dei prezzi d’ingresso).

Fosco Del Nero



Titolo: I pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma (Pirates of the Caribbean: the curse of the ghost).
Genere: fantastico, commedia.
Regista: Gore Verbinski.
Attori: Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Geoffrey Rush, Jack Davenport, Jonathan Pryce, Bill Nighy, Stellan Skarsgard, Kevin McNally, Geoffrey Rus.
Anno: 2006.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

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