Il libro della vita - The book of life è stato proprio una bella sorpresa, davvero inaspettata.
Vi sono arrivato per caso, credo per via di qualche citazione trovata in rete, ed è stato davvero un ottimo caso.
Il regista di questo brillante film d’animazione è tale Jorge R. Gutierrez, che non avevo mai sentito e che difatti non aveva mai diretto alcun film.
Più facile invece ricordarsi del produttore Guillermo del Toro, regista di buoni film come Il labirinto del fauno, La spina del diavolo o Hellboy, nonché produttore di film altrettanto buoni come Le 5 leggende, The orphanage, Kung fu Panda 2.
La cosa curiosa delle produzioni di Guillermo del Toro è che spesso oscillano tra l’horror, il grottesco e il prodotto per l’infanzia, con percentuali varie da caso a caso.
Ne Il libro della vita le percentuali sono così suddivise: prodotto per l’infanzia 50% e grottesco 50%, senza horror…
… anche se a dirla tutta il film prende le mosse dal mito messicano del “Giorno dei Morti”, sorta di Halloween in salsa messicana, il quale non a caso si tiene tra l’1 e il 2 novembre, e difatti nel film è pieno di morti e fantasmi vari.
Vi sono arrivato per caso, credo per via di qualche citazione trovata in rete, ed è stato davvero un ottimo caso.
Il regista di questo brillante film d’animazione è tale Jorge R. Gutierrez, che non avevo mai sentito e che difatti non aveva mai diretto alcun film.
Più facile invece ricordarsi del produttore Guillermo del Toro, regista di buoni film come Il labirinto del fauno, La spina del diavolo o Hellboy, nonché produttore di film altrettanto buoni come Le 5 leggende, The orphanage, Kung fu Panda 2.
La cosa curiosa delle produzioni di Guillermo del Toro è che spesso oscillano tra l’horror, il grottesco e il prodotto per l’infanzia, con percentuali varie da caso a caso.
Ne Il libro della vita le percentuali sono così suddivise: prodotto per l’infanzia 50% e grottesco 50%, senza horror…
… anche se a dirla tutta il film prende le mosse dal mito messicano del “Giorno dei Morti”, sorta di Halloween in salsa messicana, il quale non a caso si tiene tra l’1 e il 2 novembre, e difatti nel film è pieno di morti e fantasmi vari.
Da sottolineare anche la componente musicale del film, discretamente importante e di buona fattura.
Andiamo dunque a tratteggiare in grande sintesi la trama de Il libro della vita - The book of life: la cornice della storia è data da una visita al museo da parte di alcuni ragazzini un po’ vivaci, presi in cura da una guida che, in alternativa alla solita visita del museo, racconta loro la storia del giorno dei morti messicano.
Il tutto inizia nell’antica città di San Angel, un tempo al centro del Messico: in essa vivevano i piccoli Joaquín Mondragon, figlio di un famoso guerriero, Manolo Sanchez, rampollo di una famiglia di toreri, e Maria Posada, figlia del generale della città. I due ragazzini già da piccoli sono invaghiti della bella Maria, ma la rivedranno solo da grandi, una volta che lei tornerà dal collegio in cui l’aveva mandata suo padre a seguito dell’ennesima sua intemperanza.
Maria torna ancora più bella di prima, ancora più ambita dai due eroi… e per una certa coincidenza la cosa sarà oggetto di una scommessa tra la Muerte, sovrana della Terra dei Ricordati, e Xibalba, sovrano della Terra dei Dimenticati: se Maria sposerà Joaquin vincerà la scommessa Xibalba, mentre se sposerà Manolo vincerà la Muerte.
Inizia da qui un rutilante rincorrersi di avvenimenti, tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi.
Comun denominatore tra i due mondi: il colore. I paesaggi, ma anche i personaggi, sono tratteggiati in modo davvero pittoresco e bello, tanto da fare de Il libro della vita un’esperienza cinematografica più unica che rara.
In tale contesto, la trama quasi passa in secondo piano, anche se pur’essa si fa notare per la sua vivacità, facendo davvero onore al “giorno dei morti”. Almeno, credo, ma quantomeno ne fa una pubblicità davvero accattivante.
In pratica siamo di fronte a un Nightmare before Christmas dai tratti ispanico-messicani, il quale, oltre alla bellezza visiva, alla vivacità della trama e a qualche personaggio interessante, propone anche dei temi importanti: il coraggio, il cammino individuale, la determinazione, l’amore, il perdono. Nonché qualche altro elemento singolare: per esempio una curiosa trinità (energia maschile, energia femminile e sorta di entità divina neutra) o il simbolo del cuore alato (che peraltro deriva proprio dall’unione dell’energia femminile e di quella maschile).
Insomma, c’è tanto ne Il libro della vita, tanto che ve ne consiglio la visione.
Andiamo dunque a tratteggiare in grande sintesi la trama de Il libro della vita - The book of life: la cornice della storia è data da una visita al museo da parte di alcuni ragazzini un po’ vivaci, presi in cura da una guida che, in alternativa alla solita visita del museo, racconta loro la storia del giorno dei morti messicano.
Il tutto inizia nell’antica città di San Angel, un tempo al centro del Messico: in essa vivevano i piccoli Joaquín Mondragon, figlio di un famoso guerriero, Manolo Sanchez, rampollo di una famiglia di toreri, e Maria Posada, figlia del generale della città. I due ragazzini già da piccoli sono invaghiti della bella Maria, ma la rivedranno solo da grandi, una volta che lei tornerà dal collegio in cui l’aveva mandata suo padre a seguito dell’ennesima sua intemperanza.
Maria torna ancora più bella di prima, ancora più ambita dai due eroi… e per una certa coincidenza la cosa sarà oggetto di una scommessa tra la Muerte, sovrana della Terra dei Ricordati, e Xibalba, sovrano della Terra dei Dimenticati: se Maria sposerà Joaquin vincerà la scommessa Xibalba, mentre se sposerà Manolo vincerà la Muerte.
Inizia da qui un rutilante rincorrersi di avvenimenti, tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi.
Comun denominatore tra i due mondi: il colore. I paesaggi, ma anche i personaggi, sono tratteggiati in modo davvero pittoresco e bello, tanto da fare de Il libro della vita un’esperienza cinematografica più unica che rara.
In tale contesto, la trama quasi passa in secondo piano, anche se pur’essa si fa notare per la sua vivacità, facendo davvero onore al “giorno dei morti”. Almeno, credo, ma quantomeno ne fa una pubblicità davvero accattivante.
In pratica siamo di fronte a un Nightmare before Christmas dai tratti ispanico-messicani, il quale, oltre alla bellezza visiva, alla vivacità della trama e a qualche personaggio interessante, propone anche dei temi importanti: il coraggio, il cammino individuale, la determinazione, l’amore, il perdono. Nonché qualche altro elemento singolare: per esempio una curiosa trinità (energia maschile, energia femminile e sorta di entità divina neutra) o il simbolo del cuore alato (che peraltro deriva proprio dall’unione dell’energia femminile e di quella maschile).
Insomma, c’è tanto ne Il libro della vita, tanto che ve ne consiglio la visione.
E vi lascio con alcune citazioni, anch’esse “interessanti”:
“Chiunque può morire. Questi ragazzi avranno il coraggio di vivere.”
“Scrivetevi una storia vostra.”
“Segui semplicemente il tuo cuore.”
“Che importa dove andrai, tu mi ritroverai sempre lì.”
Fosco Del Nero
Titolo: Il libro della vita (Book of life).
Genere: animazione, fantastico, commedia, avventura, musicale.
Regista: Jorge R. Gutierrez.
Anno: 2014.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.