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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 22 novembre 2016

Todo modo - Elio Petri

Quest’oggi recensisco un film davvero bizzarro, che non conoscevo neanche di nome e che onestamente non avrei pensato potesse essere stato prodotto dall’Italia di allora: siamo nel 1976 e il film in questione è Todo modo, diretto da Elio Petri (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso), famoso per i suoi film impegnati dal contenuto socio-politico.

Dicevo che non avrei mai pensato che fosse stato diretto un film di tal genere in quegli anni (ispirato all'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia) giacché esso, pur non riferendosi ufficialmente a personaggi reali della scena politica italiana di allora, sostanzialmente ne mette alcuni su schermo (MoroAndreotti, Fanfani, etc), e con commistioni allora probabilmente assai coraggiose…
… per quanto poi il tempo abbia mostrato che nel film c’era più verità di quanta se ne poteva immaginare (o dichiarare) allora.

Il film peraltro è assolutamente poco noto per due motivi: un mese dopo la sua uscita fu ritirato-sequestrato, mentre due anni dopo avvenne il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro, anticipato in modo inquietante da questo film, dal momento che essenzialmente Moro è il personaggio centrale della pellicola, cosa che di fatto ha posto nel dimenticatoio Todo modo… film che inoltre ha preceduto il fenomeno di "Mani pulite" del 1992 e degli anni seguenti, nonché messo l’indice sulle segrete correnti di potere in Italia, tra il mondo politico, il mondo economico e il mondo religioso.

Ma andiamo a vedere la trama del film in grande sintesi: mentre in tutto lo stato dilaga una pericolosa epidemia (affrontata con la vaccinazione obbligatoria nazionale…), un nutrito gruppo di uomini di potere (politici, banchieri, industriali, affaristi, giornalisti...), si riunisce nell’albergo-eremo di Zafer, una sorta di comunità spirituale gesuita (…) diretta dal carismatico Don Gaetano (Marcello Mastroianni, eccellente nell'interpretazione), con lo scopo da un lato di mondarsi dai peccati commessi tramite i cosiddetti “esercizi spirituali” di Ignazio di Loyola, e dall’altro di decidere la nuova direzione del paese (…).
A tale consesso partecipano gli uomini più influenti in assoluto nella nazione, tra cui un importante uomo politico da tutti chiamato “il Presidente” (un incredibile Gian Maria Volonté: si dice che per il ruolo studiò talmente tanto Aldo Moro che i primi giorni di riprese furono scartati perché egli era persino troppo simile al politico salentino).
Tra gli altri personaggi, si segnalano il politico Voltrani (un imprevedibile Ciccio Ingrassia), la moglie del “Presidente” Giacinta (Mariangela Melato), il vicequestore Scalambri (un Renato Salvatori piuttosto appesantito rispetto a Poveri ma belli).

Per la cronaca, il film inizia con queste precise parole... anche se poi ci si rifugia nell'eremo dove è ambientato e il contesto sociale generale praticamente viene ignorato: 
"Attenzione, attenzione, a tutti i cittadini, attenzione: l'epidemia continua a mietere vittime tra la popolazione del proprio paese. L'unico modo per combattere l'epidemia è la vaccinazione obbligatoria. Tutti i cittadini di tutte le età sono tenuti a presentarsi per la vaccinazione contro l'epidemia presso i centri appositamente istituiti dalla Croce Rossa per la campagna antiepidemica".

Chi non è a digiuno di letture di genere “cospirazionistico” già sarà saltato sulla sedia a sentir nominare insieme epidemie, vaccinazione obbligatoria, gesuiti, e ovviamente la commistione tra la politica e la religione all’interno della quale si decidono le sorti di una nazione… e ancora non ho parlato di statue “curiose”, di dipinti con divinità con le corna, di volti di mostri, di omosessualità latente sparsa un po’ ovunque, del continuo riferimento al colore rosa, nonché dell’onnipresenza dell’elemento video il quale, ovviamente a scopo “didattico e di comunicazione”, trasmette di continuo notizie, recitazioni e immagini varie, a volte anch'esse inquietanti. 
Persino la locandina del film, che apparentemente non c'entra nulla con i suoi contenuti giacché non viene tagliata a pezzi nessuna donna (d'altronde, questo è un film al maschile, proprio come gli ambienti religiosi e di potere dell'epoca), lascia intendere ciò che si affronterà in esso: lo smembramento dell'essere umano e della società umana, completamente dominata da tali poteri nascosti (e da poteri ancora più nascosti che hanno facoltà di vita e di morte rimanendo celati e impuniti).

A proposito di ciò, e degli avvenimenti pubblici, il Presidente a un certo punto dice: "I fatti avvenuti negli ultimi dieci anni nel nostro paese hanno mai avuto una spiegazione plausibile, secondo lei?". A confermare che le decisioni venivano, e vengono, prese al di fuori dei contesti pubblici, secondo quanto deciso in altre sedi, non certamente quelle politiche... e spesso senza un senso logico (i tempi contemporanei sono l'ennesima riprova di tale fenomeno).
Vien detta anche questa frase, che pare anch’essa alludere a tale concetto, per quanto tra le righe: “Spero non mi darà il dolore di dirmi che c’è ancora uno Stato”.

In effetti, dettaglio più dettaglio meno, l’intero film sa molto di torbido, di lascivo e per l’appunto di inquietante. Non a caso va a finire in sangue e delitti, che sanno molto di omicidi rituali, anch'essi in pieno stile massonico-occulto, persino da contrappasso dantesco-punitivo (ovviamente qua si parla della massoneria "cattiva", non di quella "buona" che ha lo scopo di elevare l'uomo e la società umana, o di quella "neutra", per modo di dire, che ha come unico scopo lo svago o il farsi vicendevoli favori).

Formalmente Todo modo parla di politica e della Democrazia Cristiana al potere in quei tempi, ma in un senso più sotterraneo sembra che parli dell'élite occulta, della massoneria (la quale non a caso è citata), della commistione tra potere temporale e riti magici.

Alcune frasi lasciano pensare a significati meno socio-politici e più esistenziali-sottili, come quando si parla del dualismo degli opposti, o come nelle frasi seguenti, interessanti e didattiche per quanto assai caricate a livello emotivo.

"Piangete, siete morti senza saperlo."

"L’inferno è qui vicino, è sotto terra, ad un passo, ci siamo dentro."

"Dall'espiazione non si può fuggire."

"Il peccato non esiste se non c'è il potere ad esercitarlo.
Voi avete il potere."

"Ora ritiratevi, meditate su questo tema nel chiuso delle vostre stanze, nell'intimo delle vostre coscienze: uno sarà preso, l'altro sarà lasciato. Dove ci sarà un cadavere, là si raduneranno le aquile."

"Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendigli duri gli orecchi, chiudigli gli occhi, in modo che non possa vedere con i suoi occhi, né udire con i suoi orecchi."

"Il peccato degli uomini del potere è degno dell'inferno più d'ogni altro."

"Se gli esercizi spirituali sono condotti bene, qualcosa succede sempre."

"Siamo morti che seppelliscono morti."

"Che cos'è la volontà divina? Non è anima e non è mente, non è immaginazione né opinione, né ragione né pensiero, non è numero, ordini, grandezza, piccolezza, uguaglianza, disuguaglianza, non è viva e non è vita, non è spazio, materia, scienza, non è bontà, né malvagità, non è tenebre né luce, non è errore né verità."

"Bisogna aspettare che tutto si compia."

"Descendamus ut ascendamus."

A parte tale elemento, che può interessare o meno, Todo modo (titolo che deriva dalla frase di Ignazio di Loyola “Todo modo para buscar la voluntad divina”, ossia “Ogni mezzo per cercare la volontà divina”) è un film pesantemente drammatico, persino più drammatico nei suoi contenuti emotivi che non in quelli delittuosi e sanguinolenti, il quale non offre niente di lieve ma al contrario solo pesantezza, tristezza e mal di vivere.

Val la pena guardarlo solo come testimonianza di quanto riportato in recensione, nonché per alcune grandi interpretazioni (grandi e grottesche a dir poco)… ma se ciò non vi interessa potete farne a meno.

Due curiosità: la prima è che le musiche sono di Ennio Morricone, altro fattore meritorio; la seconda è che il regista è morto prematuramente pochi anni dopo il film... secondo alcuni a causa proprio dell'opera in questione. Curiosamente, nella trama dell'ultimo film di Petri un uomo che lavora per la televisione italiana riceve minacce di morte da alcuni sicari e poi viene effettivamente ucciso. Probabilmente ai registi non porta troppo bene trattare di poteri nascosti: vedasi anche il caso di Stanley Kubrick, morto anche lui prematuramente subito dopo aver diretto Eyes wide shut.

Fosco Del Nero



Titolo: Todo modo.
Genere: drammatico, giallo, grottesco.
Regista: Elio Petri.
Attori: Gian Maria Volonté, Marcello Mastroianni, Ciccio Ingrassia, Franco Citti, Michel Piccoli, Mariangela Melato, Renato Salvatori, Tino Scotti, Giulio Donnini, Cesare Gelli.
Anno: 1976.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

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