In quest’ultimo periodo mi sono guardato un po’ di film d’animazione, tra Si alza il vento e Principessa Mononoke di Miyazaki, Frankenweenie di Tim Burton, L’ultimo unicorno del duo Jules Bass-Arthur Rankin Jr. e Paranorman dell’altro due Chris Butler-Sam Fell.
Il successivo è stato James e la pesca gigante, diretto da Henry Selick, il regista del capolavoro Nightmare before Christmas, peraltro scritto e prodotto dallo stesso Tim Burton, o del quasi altrettanto bello Coraline e la porta magica (nel senso che Nightmare è quasi impareggiabile, ma Coraline ci si avvicina).
Il pedigree di James e la pesca gigante è ulteriormente aumentato dal fatto di essere tratto da un libro di Roald Dahl, il celebre autore per l’infanzia, dai cui libri sono stati estratti altri film, come Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, Fantastic Mr. Fox o Il mio amico gigante.
Quanto al film, è realizzato con la tecnica dello stop motion, la stessa utilizzata dalla combriccola di Tim Burton, Sam Fell, e dello stesso Henry Selick, vero e proprio marchio di fabbrica.
Tra l’altro, si tratta di una storia cui è stato accostato il primo libro di Harry Potter, ossia Harry Potter e la pietra filosofale, che ne avrebbe preso alcuni elementi di fondo: il bambino protagonista che è rimasto orfano dei bravi genitori e che è finito da perfidi zii (zie in questo caso), e che viene a contatto con la magia… anche se poi le somiglianze si fermano qui… beh, a parte il cognome del bambino, giacché Potter e Trotter si somigliano abbastanza.
Ma vediamo più da vicino la trama di James e la pesca gigante: James Henry Trotter vive felicemente coni genitori, i quali però a un certo punto muoiono, uccisi da un misterioso rinoceronte azzurro gigante. Il piccolo finisce allora da due sue zie, Stecco e Spugna, che lo trattano come un servo, costringendolo ai lavori più umili e pesanti.
Fino a che, un bel giorno, il bambino incontra un signore strano, che gli consegna una scatola piena di “lingue di coccodrillo magiche”, che in qualche modo imprevisto gli cambieranno la vita.
Dapprima generando una pesca gigante nel giardino della casa delle zie (anche se chiamarlo giardino è esagerato, visto il grigio e lo squallore circostante), e poi trasformando lo stesso James in un cartone animato-stop motion, grande tanto quanto dei piccoli animali, che infatti conosce presto: un ragno, una cavalletta, un millepiedi, un verme, una lucciola e una coccinella.
I sette diventano subito amici per la pelle, e progettano di arrivare a New York, città dei sogni di James, utilizzando proprio la pesca gigante come mezzo di trasporto.
Il genere è evidentemente un fantasy-fantastico, e particolarmente orientato all’infanzia, tanto che l’elemento della commedia è prevalente, unitamente anche a una componente musicale…
… tuttavia, James e la pesca gigante non coglie nel segno: le canzoni non sono memorabili, la storia è sì fantasiosa, ma molto leggerina, i personaggi principali non impressionano, e i dialoghi neppure. Quanto all’aspetto visivo, è a tratti piacevole, ma in altre circostanze poco convincente, specie nel passaggio tra recitazione reale e stop motion, e viceversa.
E dire che il film segue di tre anni il ben più bello Nightmare before Christmas, sul quale avrebbe dovuto dunque avere un certo vantaggio tecnologico.
Ma a dire il vero sembra più vecchio, e come detto la trama non coinvolge mai, e anzi ogni tanto annoia anche.
Insomma, se le premesse erano buone, anzi ottime, il risultato finale è stato mediocre. Peccato.
Il successivo è stato James e la pesca gigante, diretto da Henry Selick, il regista del capolavoro Nightmare before Christmas, peraltro scritto e prodotto dallo stesso Tim Burton, o del quasi altrettanto bello Coraline e la porta magica (nel senso che Nightmare è quasi impareggiabile, ma Coraline ci si avvicina).
Il pedigree di James e la pesca gigante è ulteriormente aumentato dal fatto di essere tratto da un libro di Roald Dahl, il celebre autore per l’infanzia, dai cui libri sono stati estratti altri film, come Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, Fantastic Mr. Fox o Il mio amico gigante.
Quanto al film, è realizzato con la tecnica dello stop motion, la stessa utilizzata dalla combriccola di Tim Burton, Sam Fell, e dello stesso Henry Selick, vero e proprio marchio di fabbrica.
Tra l’altro, si tratta di una storia cui è stato accostato il primo libro di Harry Potter, ossia Harry Potter e la pietra filosofale, che ne avrebbe preso alcuni elementi di fondo: il bambino protagonista che è rimasto orfano dei bravi genitori e che è finito da perfidi zii (zie in questo caso), e che viene a contatto con la magia… anche se poi le somiglianze si fermano qui… beh, a parte il cognome del bambino, giacché Potter e Trotter si somigliano abbastanza.
Ma vediamo più da vicino la trama di James e la pesca gigante: James Henry Trotter vive felicemente coni genitori, i quali però a un certo punto muoiono, uccisi da un misterioso rinoceronte azzurro gigante. Il piccolo finisce allora da due sue zie, Stecco e Spugna, che lo trattano come un servo, costringendolo ai lavori più umili e pesanti.
Fino a che, un bel giorno, il bambino incontra un signore strano, che gli consegna una scatola piena di “lingue di coccodrillo magiche”, che in qualche modo imprevisto gli cambieranno la vita.
Dapprima generando una pesca gigante nel giardino della casa delle zie (anche se chiamarlo giardino è esagerato, visto il grigio e lo squallore circostante), e poi trasformando lo stesso James in un cartone animato-stop motion, grande tanto quanto dei piccoli animali, che infatti conosce presto: un ragno, una cavalletta, un millepiedi, un verme, una lucciola e una coccinella.
I sette diventano subito amici per la pelle, e progettano di arrivare a New York, città dei sogni di James, utilizzando proprio la pesca gigante come mezzo di trasporto.
Il genere è evidentemente un fantasy-fantastico, e particolarmente orientato all’infanzia, tanto che l’elemento della commedia è prevalente, unitamente anche a una componente musicale…
… tuttavia, James e la pesca gigante non coglie nel segno: le canzoni non sono memorabili, la storia è sì fantasiosa, ma molto leggerina, i personaggi principali non impressionano, e i dialoghi neppure. Quanto all’aspetto visivo, è a tratti piacevole, ma in altre circostanze poco convincente, specie nel passaggio tra recitazione reale e stop motion, e viceversa.
E dire che il film segue di tre anni il ben più bello Nightmare before Christmas, sul quale avrebbe dovuto dunque avere un certo vantaggio tecnologico.
Ma a dire il vero sembra più vecchio, e come detto la trama non coinvolge mai, e anzi ogni tanto annoia anche.
Insomma, se le premesse erano buone, anzi ottime, il risultato finale è stato mediocre. Peccato.
Fosco Del Nero
Titolo: James e la pesca gigante (James and the giant peach).
Genere: animazione, fantastico, fantasy, commedia, musicale.
Regista: Henry Selick.
Anno: 1996.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.