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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 16 dicembre 2015

Melancholia - Lars von Trier

Finora avevo visto un solo film di Lars von Trier, ossia Dogville (ma prima dell’apertura del blog e dunque non c’è la recensione), il quale, pur non essendomi dispiaciuto, e anzi avendolo apprezzato molto come originalità della sceneggiatura e anche per il coraggio registico, non mi aveva esaltato, essenzialmente perché il regista tendeva ad essere un po’ troppo drammatico e pesante per i miei gusti.

Non lo avevo più calcolato, dunque, nonostante alcuni film che avevano fatto scalpore come Antichrist, fino a Melancholia, guardato di recente perché, sempre di recente, avevo visto un film con un elemento di trama molto simile, per quanto con progressi completamente differenti (Another Earth).
L’elemento in questione era il fatto che veniva scoperto un nuovo pianeta e che esso avvicinava lentamente alla Terra, tanto da divenire sempre più grande nel cielo.

Giacché ho accennato a tale elemento, passiamo subito alla trama di Melancholia, film che è diviso in due parti, intitolate ciascuna col nome delle due protagoniste, Justine e Claire, due sorelle.

Nella prima parte si assiste al matrimonio di Justine (Kirsten Dunst; Intervista col vampiroJumanjiSpider-ManIl giardino delle vergini suicide), il quale sulle prime appare sfarzoso e radioso, salvo poi scoprire che la giovane donna tende decisamente alla depressione, tanto da mandare letteralmente all’aria il matrimonio e il ricevimento ancora prima che sia finito, nonostante gli sforzi della sorella Claire (Charlotte Gainsbourg; L'arte del sognoJane EyreNymphomaniac) e del cognato John (Kiefer Sutherland; Dark City, Stand by meRiflessi di pauraLinea mortale).

Nella seconda parte del film i tre, insieme al figlio della coppia Leo, passano alcuni giorni nella ricca tenuta di campagna di John, assistendo ai movimenti del pianeta Melancholia, ora ben visibile in cielo. John peraltro è un astronomo dilettante, e cerca di tranquillizzare sua moglie sul fatto che il pianeta nuovo venuto non colpirà la Terra.

Ancor prima di tali due parti, abbiamo un prologo introduttivo di ben otto minuti, modellato sulla musica wagneriana di Tristano e Isotta e su alcune immagini e scene di una bellezza quasi sconvolgente, che peraltro vengono riprese dal finale, che illustra quanto avvenuto e che in tale sede non anticipo.

Dico solo che, mentre nella prima parte del film è Justine a sembrare depressa e squilibrata, con la sorella Claire che tenta di sostenerla, nella seconda i ruoli si invertono ed è il personaggio di Kirsten Dunst a incoraggiare quello di Charlotte Gainsbourg, finalmente illustrando coi fatti come mai il nipotino, pur nel bel mezzo della di lei depressione, continuava a chiamarla Zietta Spezzacciaio, accennando quindi a una qualche forza della donna.

Melancholia è una coproduzione tra Danimarca, Germania, Francia, Svezia e anche Italia, e in effetti rivela numerosi volti, figli probabilmente di tante culture.
In esso spuntano anche delle comparsate celebri, come Charlotte Rampling (Zardoz, Stardust memories, Babylon A.D.) e Udo Kier (Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!, BladeAce Ventura - L’acchiappanimali, L’ombra del vampiro).

Ora veniamo al mio commento sul film: per la quasi totalità del film, soprattutto la sua prima parte, mi sono annoiato terribilmente, tanto che già mi ero segnato il nome di Lars von Trier sulla lista dei cattivi, quelli di cui non avrei dovuto mai più vedere un film, però…

… però la seconda parte del film, pur in una simile lentezza generale, accompagna lo spettatore alla bellezza del finale, con il quale in retrospettiva si valuta diversamente anche il prologo, per la meraviglia che è.

A ciò è utile anche l’ottima interpretazione di Kirsten Dunst, che non a caso ha ricevuto dei premi per tale film, ma il film in generale ha riscosso un discreto successo presso la critica, seppur incassi assolutamente mediocri al botteghino (appena 20 milioni di euro guadagnati in tutto il mondo)… cosa peraltro attendibile per un regista di nicchia come Lars von Trier, il quale comunque, pur tra lentezza e depressione, ha saputo metter su parecchia bellezza, visiva e uditiva, e anche caratteriale, e non è poco.

Peccato che per apprezzare pochi minuti di bellezza ci si debba sorbire due ore e passa di film pesante e deprimente, tanto che la valutazione finale sta a metà strada tra questi due fattori.

Fosco Del Nero



Titolo: Melancholia (Melancholia).
Genere: drammatico, fantastico, psicologico.
Regista: Lars von Trier.
Attori: Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland, Charlotte Rampling, Alexander Skarsgård, Stellan Skarsgård, Udo Kier, John Hurt, Brady Corbet.
Anno: 2011.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

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