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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 5 marzo 2019

Le chat du rabbin - Joann Sfar, Antoine Delesvaux

Come sempre o quasi, la scuola francese di animazione non tradisce le attese, e Le chat du rabbin è l’ennesima conferma.

“Tradisce le attese” per modo di dire: non sapevo niente del film in questione, se non che fosse un film d’animazione francese, come suggerisce il titolo, e basta: niente su trama, ambientazione, realizzazione.

Partiamo dunque dalle basi: si tratta della conversione filmica dell’omonima serie a fumetti disegnata dal francese Joann Sfar, che peraltro è anche uno dei registi di questo film insieme ad Antoine Delesvaux, nomi che mi erano entrambi sconosciuti.

Ecco la trama di Le chat du rabbin: siamo all'inizio del XX secolo, e precisamente ad Algeri, in Algeria. Conosciamo subito il rabbino Sfar e sua figlia Zlabya, nonché qualche altro personaggio minore, come un’amica di Zlabya o il suo gatto… il quale diviene rapidamente il personaggio centrale quando comincia a parlare, per lo stupore del rabbino e di sua figlia.
E, giacché la prima cosa che dice è una bugia, il rabbino si mette subito in testa di allontanarlo dalla figlia, verso cui è molto protettivo, onde evitare che abbia una cattiva influenza su di lei. Di più: inizia a insegnargli la legge ebraica, affinché divenga un gatto più onesto.
Il gatto, dal canto suo, vuole molto bene alla sua padroncina, per cui farebbe di tutto per tornare da lei. Anzi, addirittura il gatto preme per essere un ebreo vero e proprio e avere il suo bar mitzvah, ma il rabbino del rabbino si rifiuta categoricamente, iniziando una sorta di disquisizione dottrinale col gatto.

Le chat du rabbin, si sarà capito, è un film piuttosto surreale e grottesco, e non fa niente per diminuire tale sensazione, anzi l’accresce a furia di personaggi un po’ bislacchi: rabbini ebrei, guerrieri, mistici sufi, pittori russi, locandiere africane, principi musulmani e via discorrendo, col tutto che assume i contorni di una sorta di affresco culturale… e surreale, come si diceva.

Affresco assai gradevole, anche per via del tratto visivo ben disegnato, assai lontano, come spesso capita con la scuola d’animazione francese, dall’animazione iper-tecnologica statunitense e più vicino invece al fumetto e al disegno. 

Tra la piacevolezza del disegno, la simpatia del gatto, la bizzarria di ambientazione e sceneggiatura, Le chat du rabbin finisce per essere un film d’animazione davvero carino e certamente meritevole di visione… che non manca peraltro di porre delle domande ironiche su credenze e religioni varie.

Fosco Del Nero



Titolo: Le chat du rabbin (Le chat du rabbin).
Genere: commedia, animazione.
Regista: Joann Sfar, Antoine Delesvaux.
Anno: 2011.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


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