Mi perdonino i registi, i fratelli Manetti, per la valutazione insufficiente assegnata al loro film, ma tant’è: ho gradito davvero poco L’arrivo di Wang, che peraltro non mi ricordo nemmeno perché mi fossi segnato… forse per la trama di genere fantascientifico, comprensiva di un lungo interrogatorio di un alieno, per quanto, nei fatti, tutto sia andato in una direzione davvero poco qualitativa.
Ma andiamo con ordine: il film è stato prodotto nel 2011 ed è evidentemente un film a basso budget; gli ambienti utilizzati sono pochi, gli attori impiegati sono pochi e di valore certamente non eccelso, la trama a conti fatti risulta risibile.
Ecco, per l’appunto, la trama sommaria de L’arrivo di Wang: Gaia Aloisi è una traduttrice italiano-cinese che vive a Roma… e che viene ingaggiata d’urgenza per un lavoro definito come molto urgente e riservato, tanto che la ragazza viene trasportata sul posto interessato con gli occhi bendati. Si parla di servizi segreti, e ipoteticamente di qualche politico, militare o importante personaggio cinese… invece si viene ben presto a scoprire che si tratta di un alieno, il quale ha studiato il cinese in quanto lingua più parlata sulla Terra.
A seguire, la ragazza tradurrà l’interrogatorio all’alieno, chiamato Wang, da parte di Curti, il quale si rivela sgradevole e impositivo a più riprese, fino a utilizzare la tortura, con grande sdegno della giovane donna.
Che l’alieno parli in cinese mandarino, perché dagli studi fatti sul pianeta Terra la sua razza è venuta a sapere che si tratta della lingua più parlata sulla Terra è il primo elemento poco credibile della storia, che già la mina fortemente alla base: una razza intelligente avrebbe scelto l’inglese come lingua più utile, e certamente non sarebbe scesa a Roma con il cinese come unico linguaggio terrestre a disposizione.
In verità, un altro elemento poco credibile lo aveva preceduto: la ragazza si era fatta condurre, da degli estranei dall’aria poco raccomandabile, in un posto non menzionato, bendata, senza che nessuno sapesse dove stata andando. Una persona normale difficilmente accetterebbe.
La cosa peggiore, però, è proprio l’interrogatorio di Wang, su cui si basa il grosso del film: ripetitivo, poco credibile e talmente ridicolo da pensare che il prodotto sia orientato in senso umoristico.
A essere onesti, anche le fattezze dell’alieno sono un poco umoristiche, per dir così.
Per non parlare della frase che conclude il film, con l’alieno che dice alla donna: “Sei proprio una cretina”. L’impressione è che lo stesse dicendo più che altro allo spettatore che aveva guardato il film sino alla fine.
Nel mezzo del film, peraltro, dieci minuti di fastidioso allarme, il cui intento era probabilmente aumentare la tensione scenica, ma che a conti fatti risulta solo fastidioso (tanto che dopo un po’ ho abbassato il volume).
Insomma, va bene il basso budget, va bene la carenza degli effetti speciali, ma qua il problema è proprio la mancanza di idee intelligenti e di valore… che il film sia italiano o meno.
Fosco Del Nero
Titolo: L’arrivo di Wang.
Genere: fantascienza, drammatico.
Regista: Manetti Bros.
Attori: Ennio Fantastichini, Francesca Cuttica, Juliet Esey Joseph, Antonello Morroni, Li Yong, Jader Giraldi, Rodolfo Baldini, Furio Ferrari, Angelo Nicotra, Massimo Triggiani.
Anno: 2011.
Voto: 3.
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