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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 14 febbraio 2011

Cous cous - Abdellatif Kechiche

Nuova proposta su Cinema e film, anch’essa relativa a un film poco commerciale e anzi di nicchia (gli ultimi quattro film recensiti sono stati Vai e vivrai di Radu Mihaileanu, Il grande sonno di Howard Hawks, Ma che sei tutta matta? di Howard Zieff e Sogni di Akira Kurosawa): stavolta l’indice punta su Cous cous, film del 2007 di Abdellatif Kechiche.

Come era stato nel caso del precedente La schivata, il regista tunisino si dedica all’integrazione arabo-francese, e in particolare stavolta si reca a Sète, porto vicino Marsiglia, per raccontarci la vita di Slimane, un sessantenne di origine araba che lavora al porto come manovale e riparatore di barche.

Il suo lavoro è però meno apprezzato del passato, perché reso più lento e meno efficiente dalla vecchiaia, e la minaccia di licenziamento lo farà intraprendere una nuova sfida: l’apertura di una barca-ristorante ormeggiata al molo.

Avventura complicata su due versanti: da un lato l’ostica burocrazia francese, dall’altro le sue due famiglie, visto che la cuoca del ristorante sarebbe la sua ex moglie, mentre la sua più vicina collaboratrice la figlia della sua attuale compagna… e le tensioni non tardano a manifestarsi.

Sostanzialmente Cous cous di Abdellatif Kechiche ha due focus: il primo è la povera e difficile realtà dagli arabo-maghrebini in Francia, mentre il secondo i rapporti personali dei protagonisti (non solo di Slimane, ma anche di figli e parenti vari).

In tale quadro, emergono soprattutto le difficoltà della vita, col film che è veramente poco gioioso e che, peraltro, ci mostra donne molto più forti ed energiche degli uomini, al contrario dipinti come deboli e/o viziosi.

Il tono del film si mantiene sempre sul drammatico, e anzi il finale lascia parecchio amaro in bocca, nonostante l’inattesa danza del ventre che certifica, casomai qualcuno non se ne fosse accorto nelle due ore e mezza precedenti, il primato di Rym (Hafsia Herzi, attrice che certamente farà strada) come personaggio centrale del film.

Anzi, senza il duetto Rym-Slimane probabilmente Cous cous sarebbe rimasto quello che è per tutto il resto della pellicola, ossia un film noioso e un po’ troppo sguaiato.
Ma anche così, non assurge certamente a storia di grandi e indimenticabili contenuti, a mio avviso interessante solo per lo scorcio che ci offre della vita di quelle parti e per un paio di personaggi interessanti.

Parere mio, ovviamente, evidentemente non condiviso da chi gli ha fatto vincere il Leone d’argento a Venezia (va da sé, il secondo premio più importante dopo il Leone d’oro).
Guardatelo magari se amate i drammi oppure le ambientazioni popolari di quei luoghi.

Fosco Del Nero



Titolo: Cous cous (La graine et le mulet).
Genere: drammatico.
Regista: Abdellatif Kechiche.
Attori: Habib Boufares, Hafsia Herzi, Bouraouïa Marzouk, Alice Houri, Faridah Benkhetache, Abdelhamid Aktouche, Cyril Favre, Leila D'Issernio, Olivier Loustau, Sami Zitouni, Sabrina Ouazani, Bruno Lochet.
Anno: 2007.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.

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