
Mi sono accostato a Dililì a Parigi per via del regista: quel Michel Ocelot già autore di capolavori (o quasi) come Kirikù e la strega Karabà e Azur e Asmar: sapevo dunque già in partenza cosa attendermi, sia a livello di grafica, sia livello di contenuti.In effetti, Dililì a Parigi in qualche frangente ha ricordato ambo i film citati, pur avendo una storia tutta sua.Eccola: siamo alla fine dell’Ottocento a Parigi, dove la piccola Dililì lavora in una sorta di ricostruzione di un villaggio canaco nella capitale francese. Essendo meticcia, mezzo francese e mezzo canaca (i canachi sono gli indigeni della Nuova Caledonia), viene vista...