Spesso mi capita che non mi ricordi come mai mi ero segnato un film… e mi è capitato anche per Cuori in Atlantide, che comunque sono contento di essermi segnato e di essermi visto.
La storia di Cuori in Atlantide è tutto sommato semplice, anche se a suo modo è curiosa e presenta qualche elemento di originalità, se pure va detto che la bellezza del film non sta tanto in una qualche innovazione, quanto nel fattore emotivo che emana, che oscilla tra il dolce e il delicato, pur se in mezzo a tanti eventi difficili.
Ecco in grande sintesi la trama del film: Bobby Garfield (Anton Yelchin; Il luogo delle ombre, Star Trek, Star Trek - Into darkness, Star Trek beyond, Solo gli amanti sopravvivono) è un bambino-adolescente che vive solo con la madre, giacché il padre è morto quando lui aveva cinque anni, lasciando la famiglia in difficoltà economica, tanto che la donna deve lavorare e lui spesso deve badare da solo a se stesso o alla casa.
Per sbarcare il lunario più facilmente, il piano superiore della casa viene affittato, e il nuovo inquilino è uno strano signore, tale Ted Brautigan (Anthony Hopkins; Instinct - Istinto primordiale, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, La leggenda di Beowulf, Vi presento Joe Black, Il silenzio degli innocenti), il quale pare amar molto vivere in modo semplice e non vistoso… e in seguito Ted, che stringerà amicizia con lui, scoprirà il perché, e qua anticipo solo che di mezzo vi sono FBI e poteri esp, anche se tale elemento non è affatto centrale nel film, ma funge solo da contorno alla duplice storia affettiva tra Bobby e il suo primo amore Carol e lo stesso Bobby e Ted, che per un breve periodo in pratica funge da surrogato di padre.
In mezzo c’è anche la storia della madre di Bobby, donna ancora giovane e attraente, alle prese con problemi di soldi, di vanità, di uomini… e in definitiva il personaggio meno equilibrato del film.
Cuori in Atlantide non lesina difficoltà ai suoi protagonisti: il bambino che cresce senza un padre e che non può permettersi nemmeno una bicicletta, la donna che vorrebbe di più per se stessa e per suo figlio ma che si impelaga in situazioni difficili, l’uomo che fugge dal suo passato, e persino la bambina picchiata dal bullo del quartiere.
Nonostante tali scenari difficili, Cuori in Atlantide, che peraltro si apre con una scena del presente con Bobby uomo adulto e poi va indietro tramite un lungo flashback che in pratica dura quasi tutto il film, propone soprattutto la dolcezza del rapporto tra Bobby e i suoi due amici di allora, soprattutto la fidanzatina Carol, nonché quella del rapporto tra lo stesso Bobby e il bizzarro Ted, che con i suoi momenti di “visione” contribuisce peraltro a rendere il film più curioso e interessante.
In definitiva, Cuori in Atlantide è un film davvero ben realizzato, che con poco (non c’è dietro nulla di trascendentale) riesce comunque a offrire abbastanza, e che peraltro è impreziosito dalla recitazione di un grande attore come Anthony Hopkins… ma anche il piccolo Anton Yelchin si disimpegna bene, tanto che poi si è guadagnato numerosi film anche da grande, cosa affatto scontata per gli attori bambini, anche se purtroppo la sua promettente carriera è stata interrotta da una morte in giovane età.
Chiudo il film con alcune frasi di buon valore, la prima delle quali su quello che a ben vedere è l’elemento emotivo di fondo del film: il cambiamento e lo scorrere delle cose, ciò che poi è anche un insegnamento esistenziale di discreta portata.
"Chissà perché ci aspettiamo che le cose restino sempre le stesse.
Niente resta uguale."
"Siamo tutti prigionieri del tempo, ostaggi dell'eternità."
"I desideri non possono cambiare le cose."
"Siamo qui solo di passaggio."
Fosco Del Nero
Titolo: Cuori in Atlantide (Hearts in Atlantis).
Genere: drammatico, commedia.
Regista: Scott Hicks.
Attori: Anthony Hopkins, Hope Davis, David Morse, Anton Yelchin, Mika Boorem, Alan Tudyk, Will Rothhaar, Adam LeFevre, Celia Weston.
Anno: 2001.
Voto: 7.
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