Non avevo mai visto il classico Ladri di biciclette, girato da Vittorio De Sica nel 1948 sulla base dell’omonimo romanzo di Luigi Bartolini… per cui ho pensato di rimediare ora, ad appena 75 anni di distanza dall’uscita del film.
De Sica non solo lo diresse, ma lo produsse e lo sceneggiò in parte.
Leggo online che Ladri di biciclette, alla sua uscita, ebbe un pessimo riscontro in Italia, un ottimo successo in Francia e una valutazione da parte della critica internazionale altalenante a seconda della prospettiva con cui il film veniva inquadrato: realismo, miseria e povertà, ingiustizia, amore familiare e poesia e via discorrendo.
Di mio, non ho alcun riferimento politologico-sociale, né alcun obbligo “dottrinale”, per cui valuterò il film, banalmente, secondo il metro della bellezza che propone.
Prima di tutto, accenniamo la trama: nel secondo dopoguerra, Antonio Ricci è un povero disoccupato che ha tuttavia la fortuna di ottenere un lavoro pubblico come “attacchino di manifesti pubblicitari”, lavoro per il quale è obbligatorio il possesso di una bicicletta, al fine di potersi muovere per Roma. L’uomo l’aveva impegnata, per poter dare da mangiare alla sua famiglia, ma la riscatta impegnando a sua volta lenzuola e asciugamani.
Inizia così a lavorare, ma purtroppo la bicicletta gli viene rubata il primo giorno di lavoro, mandando nel panico lui e la sua famiglia. Si rivolge alla polizia e a un compagno di partito, ma senza esito; si mette a cercarla lui stesso, insieme al figlio Bruno, in rioni disagiati dove il ladro potrebbe vivere o venderla in qualche mercatino… ed effettivamente riesce a trovare il ladro.
Essenzialmente, Ladri di biciclette è un film drammatico che mostra la povertà, economica e culturale, dell’Italia successiva alla Seconda Guerra Mondiale, e particolarmente della sua capitale.
Oltre alla povertà e al dramma, abbiamo ingiustizia e dolore: non è propriamente il mio menu preferito, da cui la valutazione insufficiente assegnata al film… che sarà neorealista finché si vuole, ma rimane un prodotto deprimente.
Peraltro, il film è stato girato perlopiù con attori non professionisti, fatto largamente evidente.
Non mi spiego la grande fama del film, se non per il solito finto intellettualismo che elogia mode e tendenze di qualche tipo. Al tempo, evidentemente, erano quelle della miseria e del degrado.
Al degrado di partenza si aggiunge anche il pessimo esempio del padre di famiglia che diventa ladro a sua volta, e di fronte a suo figlio.
Ognuno ha i suoi gusti e a ognuno il suo pane.
Fosco Del Nero
Titolo: Ladri di biciclette.
Genere: drammatico.
Regista: Vittorio De Sica.
Attori: Lamberto Maggiorani, Lianella Carell, Elena Altieri, Enzo Staiola, Vittorio Antonucci, Memmo Carotenuto, Gino Saltamerenda, Giulio Chiari, Mario Meniconi, Ida Bracci Dorati, Fausto Guerzoni, Carlo Jachino, Sergio Leone.
Anno: 1948.
Voto: 5.
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