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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

giovedì 14 maggio 2015

Gravity - Alfonso Cuaròn

Gravity è stato certamente uno dei titoli di maggior effetto e impatto degli ultimi anni, a cominciare dal ricco budget (si pensi che alla sola Sandra Bullock sono andati 70 milioni di dollari tra cachet e partecipazioni agli utili), per proseguire con la scenografia spaziale, davvero spettacolare, per concludere con l’incetta di nomination e premi fatta agli Oscar, Golden Globe, Bafta, etc etc. 

Spettacolari anche gli incassi al cinema, in tutto circa 280 milioni di dollari, segnale di un complessivo ottimo gradimento del film, tanto presso il pubblico quanto presso la critica.

Andrò quindi un poco controcorrente con la mia valutazione sufficiente o poco più: l’aspetto positivo è legato alla bellezza visiva del film, nonché alla spettacolarità di molte scene. Anche la regia è di valore, e d’altronde dietro la macchina da presa c’è Alfonso Cuaròn (Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Y tu mama también).
Davanti alla macchina, invece, ci sono Sandra Bullock (Crash - Contatto fisicoUn amore tutto suoThe blind sideDemolition menSpeed) e George Clooney (Dal tramonto all’alba, L’uomo che fissa le capre, Burn after reading - A prova di spia, Fratello, dove sei?, Ocean's eleven), due big di Holllywood.

E, visto che ci siano, accenniamo brevemente alla trama: la dottoressa Ryan Stone sta affrontando la sua prima missione spaziale, ed è impegnata in una manutenzione, quando la squadra comandata dall’astronauta Matt Kowalsky, alla sua ultima missione prima della pensione, riceve una pessima notizia da Houston: un missile russo (certo che proprio non ce la fanno ad evitare nazionalismi e manipolazioni mediatiche…) ha colpito un satellite in disuso e ciò causerà un’onda di detriti proprio sullo Space Shuttle Explorer su cui stavano lavorando.
Da qui, inizia una sorta di epopea ad alta tensione, che in realtà dura poco ma che, non lasciando nessuna tregua ai protagonisti (e nemmeno agli spettatori), risulterà davvero ansiogena.

E questo è il secondo connotato del film, dopo l’alta spettacolarità di cui abbiamo già detto: il film è altamente ansiogeno, sia per il suo stile action, sia per l’ambientazione dello spazio, nonché il senso di impotenza che invade la protagonista Ryan Stone e di conseguenza chi la guarda.

Il terzo connotato del film, purtroppo, sono dei dialoghi (o dei monologhi) un po’ troppo faciloni, e anzi a tratti assai pacchiani, ciò che mi ha impedito di assegnare all’opera una valutazione maggiore. 

Gravity in realtà è stato criticato anche per la fortissima improbabilità di quanto avviene nello spazio vicino alla Terra, dove per l’appunto vi sono i satelliti, cosa che ho supposto io stesso durante la visione del film e di cui ho trovato conferma in seguito, ma l’elemento che mi ha parzialmente deluso non è questo, giacché alla fine lo si guarda quasi come un film di fantascienza, ma proprio certi dialoghi e certe reazioni emotive tra il grossolano e il superficiale (e non mi riferisco al personaggio guascone di George Clooney, ma al personaggio hollywoodian-popolare di Sandra Bullock).

Ad ogni modo, Gravity è un film che merita di esser visto anche solo per la sua altissima spettacolarità e bellezza visiva.

Fosco Del Nero



Titolo: Gravity (Gravity).
Genere: drammatico, psicologico.
Regista: Alfonso Cuaròn.
Attori: Sandra Bullock, George Clooney.
Anno: 2013.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

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