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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 20 luglio 2021

Sayat nova - Il colore del melograno - Sergej Iosifovič Paradžanov

Quest’oggi vi propongo un prodotto davvero particolare, perlomeno per la concezione occidentale cinematografica: Sayat nova - Il colore del melograno, film realizzato nel 1968 da Sergej Iosifovic Paradzanov, regista russo di genitori armeni, nato tuttavia in Georgia.

Insomma, la sua cultura d’origine più che russa è caucasica, e difatti il film non sa affatto di Mosca (la quale anzi ostacolò in molti modi l’attività del regista, ritenuto sovversivo e sottoposto persino a processo), ma  delle contrade armene, e difatti Il colore del melograno è una biografia, per quanto non convenzionale, del poeta armeno Sayat Nova, vissuto nel Settecento e passato tra corti regali e monasteri.

Dico che si tratta di una biografia non convenzionale, perché il film stesso è, dal punto di vista classico, non convenzionale e, anzi, non è cinema come lo si concepisce normalmente.
Se tradizionalmente il film è visto come un romanzo, e infatti racconta trame e dialoghi, Il colore del melograno non è in tal senso un romanzo, ma una poesia: non racconta con eventi, personaggi e dialoghi, ma con immagini, colori, forme e suoni.
Il massimo che vi si può trovare, in tal senso, sono i vari ambienti nei quali il poeta ha vissuto: il paese dell'infanzia, le corti, il monastero, etc.

Se non c'è una vera e propria storia, non c'è un vero e proprio cast: si dica solo che l'attrice Sofiko Chiaureli ha interpretato sei ruoli diversi, sia maschili che femminili.

Tutto il film, piuttosto breve con i suoi 74 minuti circa, è composto così da una serie di inquadrature assai curate e studiate, dal sapore immaginifico e surreale, quando non simbolico, intervallate da alcune schermate riportanti delle scritte, o parole recitate a voce, quasi sempre connesse alla Bibbia.

Qua veniamo al motivo per cui ho guardato Sayat nova - Il colore del melograno, che non è quello artistico e nemmeno quello biografico, ma quello esistenziale. In questo senso il film si rivela ricco e interessante, non fosse altro perché propone alcuni passi significativi dei Vangeli, e altro ancora, affiancandovi come detto molte scene suggestive, a metà tra poesia, bellezza e introspezione interiore.
Peraltro, per rimanere in tema evolutivo, molte scene, in cui sono presenti movimenti ritmici ripetuti, ricordano le danze sacre di Gurdjieff: armeno anche lui, e probabilmente la cosa non è un caso.

Chi è interessato dunque a una di queste due cose, contenuti esistenziali e bellezza visiva, ne Il colore del melograno troverà pane per i suoi denti, mentre chi cerca un film tradizionale è meglio che si diriga altrove.

Chiudo la recensione di Sayat nova - Il colore del melograno con le citazioni che mi sono segnato, Vangeli compresi. Vi risparmio invece la descrizione di alcuni riferimenti biblici come l’uomo e la donna che si uniscono in  matrimonio, le cento pecore in una chiesa o l’asino che gira intorno alla mola.

“L’uomo e la sua anima sono sofferenza.”

“Poi Dio disse: ‘Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che si trova su tutta la Terra, e ogni albero in cui è il frutto, che produce il seme. Saranno il vostro cibo’”.

“Dovete conservare con cura i libri e leggere, perché i libri sono la vita e l’anima.
Se non ci fossero i libri, il mondo sarebbe ignoranza.
Leggete ad alta voce al popolo per il suo bene, perché certa gente non può leggere e scrivere.”

“Noi cerchiamo noi stessi l'uno nell'altro.”

“Io cerco un tesoro sempre più grande.”

“In questa vita così bella solo a me è riservata la sofferenza.
Perché deve essere così?”

“Vai e cerca il tuo rifugio dell’amore.”
“Visiterò tutti i monasteri uno ad uno.”

“Salvami, Signore, dagli uomini malvagi. Fanno acuta la loro lingua come quella di un serpente. Veleno di aspide sta sotto le loro labbra.
Proteggimi dagli uomini di violenza. Essi tramano sventura nel loro cuore, scatenano guerre ogni giorno.
Salvami, Signore, dalle mani degli empi, proteggimi dai violenti. Essi tramano per far vacillare i miei piedi.
Hanno teso lacci per me i superbi, hanno teso funi come rete. Hanno collocato insidie per me sul ciglio della strada.
Signore, tu sei il mio Dio, ascolta la mia supplica. Signore, mia forza di salvezza, tu hai coperto il mio capo il giorno della battaglia.”

“Va’, ascoltati dentro. Va’, e conserva sempre la tua vittoria e la tua bontà, che rimanga con te in eterno.
Ascoltati dentro. Vai, vai.”

“Sento il richiamo della speranza e del ritorno, ma sono stanco.
Chi ha ricoperto questa terra antica e stanca di tanta tristezza?”

“Il mondo è una finestra.”

“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, dimora solo.
Se invece muore produce molto frutto.”

“Chi mi vuol servire mi segua, e dove sono io là sarà anche il mio servo.
Chi mi serve il Padre lo onorerà.”

In conclusione, un ultimo appunto: lo so, in tanti non sono ancora arrivati alla compassione e immagino che decenni e secoli fa la l'umanità fosse messa ancora peggio, ma non posso non evidenziare in negativo le scene in cui vengono sgozzati dei montoni come animali sacrificali… e questo un paio di minuti dopo che si chiedeva al Signore "protezione contro gli uomini malvagi" e subito prima che si consigliasse di “conservare sempre la propria bontà”. La cosa è doppiamente curiosa poiché, tra le altre citazioni bibliche, vi è anche quella in cui Dio impone all'essere umano un'alimentazione vegetale.
Prima o poi ci si arriverà, come si è arrivati a discernere giustizia e ingiustizia su questioni come i genocidi, la schiavitù, l'anima della donna, lo sfruttamento sessuale, etc… in realtà, in tanti stanno ancora lavorando su questi punti, per cui l'amore per gli animali per una certa fetta dell'umanità è una questione ancora prematura.

Fosco Del Nero



Titolo: Il colore del melograno (Sayat nova).
Genere: biografia, religioso, esistenziale.
Regista:  Sergej Iosifovič Paradžanov.
Attori: Sofiko Chiaureli, 
Anno: 1968.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.



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