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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 25 ottobre 2023

Midnight mass - Mike Flanagan

Midnight mass è stata una lietissima sorpresa.
Se è vero che, da un lato, la serie mi era stata consigliata, è pur vero che non mi sarei atteso un gioiellino di tale valore… nonostante le solite tendenze propagandistiche che Netflix mette sempre nei suoi programmi, quando molto e quando poco; e nonostante l’elevato livello di violenza, su esseri umani e su animali.

Si tratta di una miniserie, dal momento che è composta da sette episodi, pensata e conclusa in tal modo: finalmente, verrebbe da dire, dopo tante serie lanciate per una stagione senza sapere se sarebbero state rinnovate e in che modo eventualmente sarebbero proseguite.
In questo caso l’ideatore, Mike Flanagan (di cui ho già recensito un film: il valido Oculus - Il riflesso del male) ha pensato e realizzato un prodotto completo.

Il genere di Midnight mass sarebbe l’horror, inframmezzato a temi esistenziali, per quanto più orientati alla religione in senso basso piuttosto che alla spiritualità in senso alto.

Ecco la trama di Midnight mass: Riley torna, dopo un assenza di molti anni, nell’isola natia di Crockett, una piccola isola contenente un piccolo villaggio di pescatori e poco altro. A tenerlo lontano, prima i suoi sogni di carriera e poi un brutto incidente automobilistico culminato in quattro anni di carcere per omicidio.
Il ragazzo non è tuttavia l’unico nuovo arrivo:  Padre Paul giunge sull’isola per sostituire momentaneamente, nella gestione della parrocchia di Saint Patrick, l’anziano Monsignor Pruitt, recatosi in Terra Santa in pellegrinaggio.
In attesa del ritorno del monsignore, il più giovane sacerdote si dimostra volenteroso e carismatico, e attrae un sempre maggiore numero di fedeli, anche per via di alcuni segni che scuotono la fede degli isolani, compreso un miracolo, col quale il sacerdote pare guarire la giovane Leeza, una ragazza bloccata sulla sedia a rotelle.
Tuttavia, non è tutto così semplice e lindo, e gli abitanti del villaggio saranno costretti ad affrontare molti cambiamenti.

Il tema centrale di Midnight mass è evidentemente la fede, intesa sia in senso basso, come fanatismo e ottusità (per esempio la perpetua Bev), sia in senso più alto, come aiuto e ispirazione (per esempio Padre Paul, interpretato in modo fantastico da Hamish Linklater). In ciò, la questione è molto chiara… e la forbice molto, molto larga.

La componente spirituale vera e propria, tuttavia, scarseggia… ed è normale che manchi se chi produce una certa opera non vi è immerso egli stesso. È il medesimo discorso di altre serie televisive che teoricamene avrebbero voluto affrontare il tema, ma che di fatto non lo hanno affrontato, perché realizzate dal punto di vista dell’essere umano comune. Penso per esempio a Messiah, a Nine perfect strangers, a Enlightened: che la scusa fosse la religione o la ricerca interiore, tutte quante non facevano altro che mostrare la coscienza di chi le aveva prodotte… com’è ovvio che sia, visto che la creatura è sempre frutto del creatore. Ciò al di là della qualità "cinematografica" del prodotto, che è un'altra faccenda.

Tra le quattro, tuttavia, Midnight mass ha qualcosa in più delle altre citate, visto che in alcuni punti espone principi evolutivi di valore, pur se immersi in molto altro (come detto, fanatismo, dogmatismo, ottava bassa della religione, Vangeli interpretati a proprio uso e consumo). Una serie tv che, viceversa, pur non affrontando esplicitamente temi spirituali, propone molto contenuti evolutivi è Dark, se qualcuno fosse interessato.

Midnight mass, peraltro, introduce il tema dei presunti angeli del Vecchio Testamento, mischiandolo col sangue e col vampirismo… certamente non una novità per le produzioni Netflix.
A proposito di Vecchio Testamento e cattolicesimo, senza dubbio la serie si può apprezzare maggiormente se si hanno delle basi conoscitive cattoliche: gli stessi titoli degli episodi, per fare un esempio, si rifanno ai libri della Bibbia, la quale è continuamente citata anche in corso d’opera (in modi e secondo livelli assai differenti, peraltro).

Lasciando perdere i temi, e andando sulla sostanza, Midnight mass è un prodotto eccellente: nel cast, nella recitazione, nella scenografia, nella sceneggiatura, in quel poco di effetti speciali utilizzati… ma soprattutto nell’atmosfera che crea, dall’inizio alla fine.

Ne approfitto per citare un monologo interessante in senso esistenziale… probabilmente l’unico discorso lungo che travalica l’aspetto religioso per confluire nello spirituale. Questo pezzo, in effetti, è molto bello e, pur se in chiusura, eleva il tono “interiore” del prodotto, il quale comunque era già meritevole di suo per il suo valore filmico, diciamo così.

“È questo il vero problema di tutta la faccenda: la parola “me”.
Non è quella la parola: non è giusto, non lo è. Già, non lo è.
Come ho fatto a dimenticarlo? Quando l’ho dimenticato?
Il corpo si ferma, una cellula alla volta, ma il cervello continua a sparare tutti quei neuroni. Sono piccoli fulmini, fuochi d’artificio all’interno, e temevo di disperarmi o di provare paura, ma non mi sento affatto così, neanche un po’. Sono troppo occupata: sono troppo occupata al momento a ricordare. Ma certo, ricordo che ciascun atomo del mio corpo fu forgiato in una stella. Questa materia, questo corpo è per lo più spazio vuoto, dopo tutto, e la materia solida è solo energia che vibra molto lentamente. Non c’è alcun me, non c’è mai stato.
Gli elettroni del mio corpo si mescolano e ballano con gli elettroni del terreno sotto di me e dell’aria che io non respiro più. E poi ricordo che non c’è un punto dove tutto questo finisce e io inizio. Mi ricordo che sono energia, niente ricordi, niente me. Il mio nome, la personalità, le scelte, è venuto tutto dopo di me. Io esistevo prima ed esisterò anche dopo. Tutto il resto sono immagini, raccolte lungo la strada, sogni effimeni, piccoli, stampati sul tessuto del mio cervello morente. E io sono il fulinne che salta nel mezzo, sono l’energia che alimenta i neuroni… e sto ritornando. Attraverso il ricordo, sto tornando a casa. È come una gocciolina d’acqua che ricade nell’oceano, di cui è sempre stata una parte. Tutte le cose, una parte. Tutti noi, una parte. Tu, io e la mia bambina e mia madre e mio padre, ogni persona mai esistita, ogni pianta, ogni animale, ogni atomo, ogni stella, ogni galassia, tutto quanto. 
Ci sono più galassie nel’universo che granelli di sabbia in spiaggia, ed è questo che tutti noi intendiamo quando diciamo “Dio”, l’unico, il cosmo e i suoi sogni infiniti. Noi siamo quel cosmo che sogna sé stesso. È un semplice sogno che credo sia la mia vita ogni volta, ma me lo dimentico, puntualmente. Dimentico sempre i miei sogni.
Ma adesso, in questo secondo, nel momento preciso, nell’istante in cui ricordo, riesco a comprendere immediatamente tutto: non esiste il tempo, non esiste la morte, la vita è un sogno, è un desiderio, espresso di continuo, senza sosta, in continuazione, ancora e ancora, per l’eternità. E io sono tutto questo: sono ogni cosa, sono tutto.
Io sono quello che sono.”

Oltre a questo, mi sono segnato alcune citazioni brevi.

"Esiste una bussola morale dentro ognuno di noi che punta dritta al Nord, allo Spirito Santo: la coscienza."

"È una guerra, e ci saranno anche delle perdite.
Noi dobbiamo essere soldati."

"Il Vangelo di nostro Signore, benché sia pieno di orrore, è tuttavia santo, a motivo della meta cui ci conduce.
Quello che è un giorno orribile diventa santo per via di dove conduce."

"Non dobbiamo più avere paura: mai più."

"Sono cose che non si possono cambiare, e dobbiamo accettarle con estrema serenità: entrambi e adesso."

"Qualcosa è iniziato a cambiare in te: era come se fossi andato a dormire.
È come se il tuo corpo agisse su volere di qualcun altro. "

"È una di quelle cose che non si possono cambiare: accettala con serenità e con grazia."

"La trasformazione finale non sarà vostra, a meno che non lasciate morire il vostro corpo mortale, in modo che il vostro corpo divino possa risvegliarsi."

"Un momento di fede: è questo il prezzo che Dio ci chiede.
Solo un  momento di coraggio."

"Sento che tutto quello che sta accadendo è una questione di fede, non di scienza."

"Forse è davvero  un sogno... ma se lo è lo stiamo facendo tutti insieme."

Nella serie sono citati anche molti passi dei Vangeli di grande valore evolutivo, per quanto spesso interpretati in modo manipolatorio e grossolano, a un'ottava alquanto bassa (com'è buona parte dell'opera, valore cinematografico a parte), per cui evito di citarli.

Fosco Del Nero



Titolo: Midnight mass.
Genere: serie tv, horror, esistenziale.
Ideatore: Mike Flanagan.  
Attori: Kate Siegel, Zach Gilford, Kristin Lehman, Samantha Sloyan, Igby Rigney, Hamish Linklater, Henry Thomas, Annabeth Gish, Alex Essoe, Rahul Kohli, Michael Trucco.
Anno: 2021.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 17 ottobre 2023

Dirk Gently - Agenzia di Investigazione Olistica - Max Landis

Avendo saputo che era stata realizzata una serie tv basata sulla serie di romanzi di Dirk Gently, scritti da Douglas Adams, celeberrimo autore della Guida Galattica per gli autostoppisti, non ci è voluto molto perché me la guardassi, ed ecco così la recensione di Dirk Gently - Agenzia di Investigazione Olistica, serie ideata da Max Landis.

La serie in questione è relativamente breve, componendosi solamente di due stagioni, per un totale di diciotto episodi, di circa 45-50 minuti cadauno.
Gli anni di produzione sono il 2016 e il 2017 e tra i protagonisti spicca Elijah Wood, l’immortale Frodo de Il signore degli anelli (che ho apprezzato anche in Ogni cosa è illuminata, Sin City e Oxford murders).

Ecco la trama sommaria dell’opera, ispirata ai tre romanzi originari ma in verità non esecutrice specificamente di nessuno di essi: Dirk Gently è un investigatore olistico, ossia un investigatore che non cerca indizi e correlazioni razionali, come avviene di solito, bensì si affida alla connessione di tutte le cose, alle sincronicità e all’intuizione.
La frase “Ogni cosa è collegata” è il motto dell’opera, evidentemente ripresa dagli ambienti spirituali, pur se in chiave certamente più ludica che non didattica.

Nella sua investigazione alquanto originale, Dirk si imbatte in  Todd Brotzman, che diventerà il suo assistente, nonché in svariati altri personaggi: l’aspirante agente governativa Farah Black (che infatti è nera: molto intuitivo e olistico), l’assassina esistenziale Bart Curlish, la sorella di Todd Amanda, anch’essa dotata di strane caratteristiche/poteri… per non parlare del Trio Chiassoso o di tutti i personaggi che giungono nella seconda stagione, per metà ambientata in un mondo fantasy.

Ma di mezzo c’è davvero di tutto, pur in uno spazio narrativo abbastanza contenuto: diciamo in generale che il grosso delle serie tv si trascina per stagioni e stagioni pur con una piccola percentuale degli elementi e degli spunti di Dirk Gently - Agenzia di Investigazione Olistica… il quale forse commette l’errore opposto, quello di sovrabbondare in uno spazio/tempo ristretto.

Quanto alla chiarezza, leggo che erano poco lineari i romanzi originari, e in ciò la serie derivata è coerente con il prodotto di partenza.

Altro elemento negativo: la serie tv si inchina all'agenda mondialista su più fronti, per quanto in modo più leggero rispetto ad altre serie (e infatti è una produzione Netflix, ossia il braccio armato nell'intrattenimento): coppie inter-razziali (=immigrazione incontrollata), omosessualità, materialismo, totale assenza di spiritualità (qua almeno c'è qualche accenno di intuizione e interconnessione, seppur si rimane sempre sul mentale).

Complessivamente, ho gradito Dirk Gently - Agenzia di Investigazione Olistica: è brillante, ben recitato, pieno di spunti, divertente e intelligente, dotato di un eloquio molto ricercato (che al pubblico più terra terra certamente non piacerà). Non c’è la profondità del capolavoro, ma c’è comunque molto; certamente quanto basta per una valutazione positiva e il consiglio di dare un’occhiata alla serie (quella del 2016-2017, non quella precedente, che non ho mai visto).

Fosco Del Nero



Titolo: Dirk Gently - Agenzia di Investigazione Olistica (Dirk Gently's Holistic Detective Agency).
Genere: commedia, drammatico, sentimentale.
Ideatore: Max Landis.
Attori: Samuel Barnett, Elijah Wood, Hannah Marks, Jade Eshete, Mpho Koaho, Dustin Milligan, Fiona Dourif, Osric Chau, Michael Eklund, Zak Santiago, Viv Leacock, Amanda Walsh, Izzie Steele, Neil Brown Jr.
Anno: 2016-2017. 
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.



martedì 10 ottobre 2023

In guerra per amore - Pierfrancesco Diliberto

In guerra per amore è il secondo film di Pierfrancesco Diliberto che vedo, dopo E noi come stronzi rimanemmo a guardare, e l’ho visto per l’appunto dopo aver gradito il primo film, interessante sia come prodotto d'intrattenimento che come contenuti.

Al di là dell’aspetto cinematografico, E noi come stronzi rimanemmo a guardare aveva tutti i crismi di film di denuncia sociale, con tanto di elementi distopici legati all’eccessiva espansione della tecnologia e della limitazione delle possibilità e delle libertà personali… nonostante le apparenze teoriche.

Dal canto suo, In guerra per amore, pur essendo completamente differente come ambientazione e come genere, propone un canovaccio simile, nel senso che anche qui vi è un elemento di denuncia, e anche in questo caso è una denuncia “facile”, ossia di facile presa sulla massa: gli statunitensi, nel momento di lasciare la Sicilia dopo esservi sbarcati durante la Seconda Guerra Mondiale, la lasciano in mano ai mafiosi, ai quali in precedenza si erano rivolti in ottica anti-fascista.

Ecco la trama sommaria di In guerra per amore: Arturo Giammarresi (lo stesso Pierfrancesco Diliberto,) è un palermitano emigrato negli USA e che lavora come cameriere in un ristorante di italiani. È innamorato di Flora (Miriam Leone), la quale lo ricambia ma è stata promessa dallo zio al figlio del boss mafioso Don Tano, con grande sgomento dei due ragazzi.
Lei allora suggerisce a lui di recarsi sino in Sicilia a chiedere la mano direttamente al padre… senonché in Sicilia c’è la guerra in corso. 

Arturo tiene così tanto alla sua innamorata che si arruola e va effettivamente in Sicilia, alla ricerca del padre di Flora nel paese di Crisafullo. Concentrato com’è sul suo dramma personale, non si rende conto del dramma collettivo in corso: l’esercito fascista è in rotta, gli americani hanno chiesto aiuto ai mafiosi e, dopo averlo ricevuto, li ricompensano con posti di potere.
Tra gli altri personaggi, da citare il tenente Philip Catelli (Andrea Di Stefano).

Ho gradito abbastanza In guerra per amore: il tono è da commedia, pur se racconta di eventi e situazioni assai difficili (bombardamenti, guerra, mafia, assassinii, etc). 
Oltre al tono gradevole, ha il merito di evidenziare una questione di cui la storia si è in buona parte dimenticata… e che ha lasciato in Sicilia, ma probabilmente in tutta Italia, una situazione problematica a livello di “stato nello stato”.

La parte che ho gradito di meno, esterna al film, è che non c’è bisogno di tornare sino al 1943 per vedere che vi sono dei poteri che stanno lavorando contro gli italiani e contro l’umanità in generale, e che sono poteri che hanno in mano le reti televisive e il cinema stesso. 
Sarebbe assai più utile, dunque, se Pierfrancesco Diliberto, anziché concentrarsi sul passato o sul futuro, facesse un film (questo assai meno “facile”) sulla perdita di sovranità del popolo italiano, sull’illusorietà dei suoi governi nazionali, sull’egemonia internazionale e sovranazionale di certi gruppi di potere, sull’assenza di libertà di parola, sulla censura di televisioni, radio e social, sulla discriminazione sociale e lavorativa legata a questioni di scelte salutistiche, sulla questione del signoraggio e del debito pubblico . Su questi temi, molto più contemporanei e importanti e decisivi per il popolo italiano, temo che Pif non farà mai un film.

Pazienza, ci accontentiamo di questi discreti prodotti “facili”, come In guerra per amore.

Fosco Del Nero



Titolo: In guerra per amore.
Genere: commedia, sentimentale.
Regista: Pierfrancesco Diliberto
Attori:  Pierfrancesco Diliberto, Andrea Di Stefano, Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Miriam Leone, Samuele Segreto, Stella Egitto, Antonello Puglisi, Vincent Riotta, Maurizio Marchetti. 
Anno: 2016. 
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 3 ottobre 2023

28 giorni dopo - Danny Boyle

Avevo guardato 28 giorni dopo solamente una volta, una ventina di anni fa, ossia quando uscì.
Essendomelo trovato davanti di recente, me lo sono riguardato per curiosità… anche per vedere se il film era invecchiato bene come altri film di Danny Boyle (The beach, Trainspotting... mentre del regista mi erano piaciuti meno Piccoli omicidi tra amici, SunshineThe millionaire).

Ripassiamo la trama di 28 giorni dopo, tutto sommato semplice (a suo tempo, discretamente originale, mentre poi il canovaccio è stato letteralmente inflazionato): un ragazzo si sveglia in un reparto di ospedale, dove era stato ricoverato per un incidente automobilistico, e trova una Londra deserta, nella quale le uniche forme di vita, se così si può dire, sono degli esseri umani tramutati in zombi.

Tutto è accaduto per via di alcune sperimentazioni su scimpanzé, le quali, unitamente a una missione di liberazione delle suddette cavie da laboratorio, ha provocato la diffusione del virus zombizzante. Il risultato è che il virus si diffonde rapidamente (sangue, morsi, saliva, qualunque punto d’ingresso nel corpo è utile al contagio) e agisce in 10-20 secondi (davvero rapido: più rapido della televisione e dei telegiornali, che richiedono invece dei mesi interi).

Così, Jim va in giro, dapprima alla ricerca di cibo e di oggetti utili, e poi alla ricerca dei suoi genitori, aiutato in ciò dalle uniche due persone vive che trova: Mark e Selena. Se una delle due farà una brutta fine, altri due personaggi si uniranno al gruppo: Frank e Hannah, padre e figlia, sopravvissuti in cima a un alto palazzo.
I quattro si metteranno in marcia seguendo le indicazioni di un messaggio radio, che promette salvezza, protezione e cura contro il virus.

28 giorni dopo, col senno di poi, è un film piuttosto semplice: lineare ma efficace.
Registicamente non convince del tutto, per le inquadrature e per i colori, ma probabilmente non è nato né come prodotto estetico né come film d’autore, per cui va bene comunque.

È interessante più la prima parte, quella nella Londra deserta, che la seconda, quella tra i militari. Anzi, quest’ultima risulta discretamente ridicola nelle motivazioni di fondo.

Il film si conquista comunque una sufficiente stretta, anche per il suo essere stato anticipatore del filone zombie, che avrebbe di lì a breve imperversato nei film e nelle serie tv.

Fosco Del Nero



Titolo: 28 giorni dopo (28 days later).
Genere: fantascienza, horror, drammatico.
Regista: Danny Boyle.
Attori: Cillian Murphy, Christopher Eccleston, Naomie Harris, Brendan Gleeson, Ricci Harnett.
Anno: 2002.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.



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