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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 15 aprile 2020

Sette anni in Tibet - Jean-Jacques Annaud

Avevo visto Sette anni in Tibet molti anni fa, e non lo rividi più, tanto che il blog era sprovvisto della sua recensione.
L’ho rivisto adesso, ed ecco dunque la sua recensione.

Il film è stato diretto da Jean-Jacques Annaud (Il nome della rosa, L’orso) nel 1997, e vede come protagonisti Brad Pitt (Fight ClubL'esercito delle dodici scimmieThe snatch - Lo strappoFuga dal mondo dei sogniBastardi senza gloriaIl curioso caso di Benjamin ButtonBurn after readingIntervista col vampiro) e David Thewlis (Harry Potter e il prigioniero di AzkabanHarry Potter e il Principe Mezzosangue, Stonehearst Asylum). Peraltro, esso tratteggia una storia vera, descritta nel romanzo autobiografico Sette anni in Tibet scritto da Heinrich Herrer, uno scalatore austriaco che ha vissuto una vita incredibile: campione di sci, campione di golf, scalatore, avventuriero, precettore del Dalai Lama, scrittore di successo e altro ancora. 

Ecco la trama di Sette anni in Tibet: siamo nel 1939 e l’abilità da scalatore di Heinrich Herrer, austriaco, viene sfruttata dal Partito Nazista tedesco con fini propagandistici. Egli, nonostante abbia una moglie in attesa di un bambino, va a tentare la scalata del monte Nanga Parbat, la nona vetta più alta del mondo, nella catena himalayana. Senonché la missione, capitanata da Peter Aufschnaiter, va male, e va ancora peggio nel momento in cui i due uomini vengono arrestati da guardie inglesi in quanto, dopo la dichiarazione di guerra tra Germania e Inghilterra, improvvisamente essi assumono lo status di nemici in terra nemica.
In qualche modo riescono a evadere dal campo di prigionia, e si dirigono verso il Tibet, che allora non solo era una nazione indipendente, ma era anche chiuso agli stranieri (di lì a poco è stato “aperto” dai cinesi: com’è paradossale la vita… ma forse neanche tanto). 
Non solo i due riescono ad entrarvi, ma si sistemano persino, e anzi Heinrich Herrer diventerà amico intimo del Dalai Lama, allora ragazzino di tredici-quattordici anni.

Ecco il mio commento al film: Sette anni in Tibet è un bellissimo spettacolo anche solo per i paesaggi naturali, tra montagne innevate e vallate, senza contare monasteri, costumi e colori asiatici e tibetani.
Come sempre è bello anche vedere diverse etnie e diversi stili di vita, elemento che è centrale nella produzione di Annaud, la quale, pur in relativamente pochi film, si è mossa tra Francia e Canada, Italia e Grecia, Tibet e Arabia, Cina e Indocina.

Purtroppo, però, pur con tale capacità di viaggio, si nota un certo euroamericanocentrismo di fondo, in omaggio alla cultura occidentale: i tedeschi sono cattivi e sporchi, gli austriaci se ne dissociano apertamente (dimenticando che il protagonista del film è stato membro delle SS, così come delle SA prima di esse), gli inglesi e gli americani sono i buoni, e miracolosamente nel Tibet del 1940 gli indigeni locali in buona parte parlano inglese, chi poco e chi addirittura fluentemente… incredibile.
Ma fa niente; prima o poi ci arriveremo.

Secondo commento al film: qualcuno consiglia Sette anni in Tibet come film “spirituale”, forse perché ambientato in Tibet, dimenticando che la spiritualità è questione di consapevolezza interiore e non di luogo esteriore, o forse perché c’è il Dalai Lama, dimenticando che il Dalai Lama è un capo di stato e un capo di religione, ma non un maestro, di cui per l’appunto non ha la consapevolezza, né adesso da grande né tantomeno allora da piccolo.

Per contenuti evolutivo-esistenziali, dunque, rivolgetevi altrove.
Viceversa, per assistere a una storia spettacolare, scenografica, drammatica e intensa, siete nel posto giusto.

Termino la recensione con alcune frasi estratte dal film… ahimé, le uniche di un certo spessore in circa due ore e dieci di film.

“Questa è una grande differenza tra la nostra civiltà e la vostra: voi ammirate l’uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita; mentre noi ammiriamo l’uomo che abbandona il suo ego.”

“Dimmi cosa ti piace delle montagne.”
“Mi piace l’assoluta semplicità: quando sei in scalata la tua mente è sgombra, libera da qualsiasi confusione. Sei concentrato, e ad un tratto la luce diventa più nitida, i suoni sono più ricchi, e tu sei invaso dalla profonda e potente presenza della vita.”

“I tibetani dicono che un nemico è un grande maestro, perché solo un nemico ti aiuta ad addestrare la pazienza e la compassione.”

Fosco Del Nero



Titolo: Sette anni in Tibet (Seven years in Tibet).
Genere: storico, azione, fantastico, drammatico, guerra.
Regista: Jean-Jacques Annaud.
Attori: Brad Pitt, David Thewlis, Dorjee Tsering, BD Wong, Mako, Danny Denzongpa, Victor Wong, Ingeborga Dapkunaite, Jamyang Jamtsho Wangchuk, Lhakpa Tsamchoe, Jetsun Pema, Ama Ashe Dongtse.
Anno: 1997.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


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