Una lieta sorpresa dall'Oriente (dalla Corea, per la precisione), una delle tante che si hanno se si ha il coraggio di esplorarne la produzione visiva, film o anime che sia (non a caso il film è tratto proprio da un anime).
Comincerei la recensione di Old boy da quanto su esso detto da Quentin Tarantino (non l’ultimo arrivato, con i suoi Dal tramonto all’alba, Kill Bill, Le iene, Pulp fiction, Four rooms): “Il film che avrei voluto dirigere io”.
E così abbiamo già un indizio su che tipo di film aspettarci: un drammatico con discreti elementi pulp.
Si tratta, peraltro, del vincitore del Gran Premio della giuria a Cannes del 2004 (proprio con Tarantino come presidente di giuria).
Ok, veniamo alla trama del film: un uomo, Taesu, viene rapito e segregato in una camera per quindici anni, con il rapitore che nel mentre gli fornisce cibo e assistenza medica.
All’improvviso, Taesu viene liberato, con l’uomo che inizia a porsi inevitabili domande.
Chi lo ha imprigionato?
Perché?
Come mai poi è stato liberato, senza nemmeno una spiegazione?
Se vi immedesimate nella situazione, ne comprenderete facilmente il risvolto drammatico, nonché il carico di rabbia e rancore covato dall’uomo per tutto quel tempo, acuito peraltro dal fatto di essere stato accusato e condannato per l’omicidio della moglie, a causa di alcune schiaccianti prove artatamente poste nella scena del delitto… dal suo stesso rapitore forse?
La rabbia di Taesu trova un immediato compimento su chiunque si frapponga tra lui e la risoluzione di quel mistero; tra l’altro, in quei quindici anni di clausura l’uomo, un po’ per l’assenza di altri passatempi e un po’ per il desiderio della futura vendetta, si era duramente allenato nel combattimento, utilizzando come sparring partner nientemeno che il muro.
Ora unite gli ingredienti: ira, dolore, forza… aggiungetevi il desiderio di proteggere Mido, la ragazza che ha conosciuto appena trovatosi inaspettatamente libero… cosa ne viene fuori?
Esatto: molto sangue e altrettanto splatter.
Old boy, difatti, si presenta crudo e violento, per quanto, paradossalmente, la violenza che più urta non è quella fisica (combattimenti, denti estratti a viva forza, lingue tagliate, etc), ma quella morale, fatta di ricatti, vendette, minacce, omicidi e suicidi.
La trama è ricca e coinvolgente, con un colpo di scena finale a dir poco sorprendente, che da solo varrebbe la visione dell’intero film.
Il quale, peraltro, si distingue anche per un ottimo montaggio, per dei personaggi molto ben caratterizzati e per una bella colonna sonora.
E allora, se la visione di un po’ di sangue non vi spaventa, guardate Old boy senza riserve: di questo film vi ricorderete senz’altro.
Concludo con il trailer del film.
Fosco Del Nero
Titolo: Old boy (Old boy).
Genere: drammatico, surreale.
Regista: Chan-Wook Park.
Attori: Choi Min-Sik, Yoo Ji-Tae, Gang Hye-Jung, Chi Dae-Han, Oh Dal-Su, Lee Seung-Shin, Oh Gwang-Rok, Lee Dae-Yun.
Anno: 2003.
Voto: 8.
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