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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 18 giugno 2024

Usagi drop - Kanta Kamei

Mi ero segnato da un po’ di tempo la serie Usagi drop, una breve serie anime datata 2011, che a suo tempo avevo visto segnalata online come prodotto di buon valore.

Lo è, per certi versi, a cominciare dalla sigla d’apertura, molto stilosa nella grafica e molto orecchiabile nella parte audio… forse, a dirla tutta, si tratta dell’elemento di maggior pregio di  Usagi drop.
Anche la sigla di chiusura, differente, è caruccia.

Da segnalare che, dopo la sigla di chiusura, ogni episodio propone una scena finale, cosa che costringe a vedersi ogni volta anche la seconda sigla… oppure a saltarla manualmente, secondo preferenza.

Quanto al genere, si tratta di una serie tendente alla commedia, pur se affronta il tema serissimo dei genitori single, pur facendolo da un punto di partenza alquanto originale. 

Ecco la trama sommaria di Usagi drop: un dì, Daikichi, trent’enne che vive in città, si reca nella casa di campagna del nonno, appena morto a circa ottant’anni. Che muoia un ottantenne non è una cosa insolita… mentre è insolito che lasci una figlia piccola di 7 anni: Rin, figlia dell’anziano uomo e della sua amante-badante, una giovane donna che sparisce ben presto abbandonando la figlioletta, che peraltro non sapeva nemmeno che la donna fosse sua madre.

L’evento pone in grave imbarazzo il resto della famiglia, che vorrebbe disfarsi della piccola mandandola in qualche istituto, sino a che proprio Daikichi decide di prenderla a vivere con sé, con ciò modificando di netto la sua vita come orari, impegni e conoscenze.
Finirà per familiarizzare con altri genitori single (per quanto single per motivi più classici: dal divorzio alla morte del coniuge), anch’essi impegnati nel difficile compito di conciliare lavoro, bambino e vita personale. 

La serie si compone di undici episodi di circa 22-23 minuti circa ciascuno.

Il tratto grafico è gradevole, tra disegni a mano e acquerelli, mentre il comparto audio è buono, tra musiche e voci. A proposito delle voci, il prodotto non è mai stato importato in Italia, per cui è disponibile solo tramite sottotitoli realizzati da appassionati (non professionisti, quindi).

Usagi drop è un prodotto gradevole: tra la sigla d’avvio molto ben fatta (video e audio) e i due personaggi principali, non si fa fatica a provare simpatia per tutto quanto… tuttavia è ben lontano dall’essere un prodotto memorabile.
Si limita a eseguire un buon compitino evidenziando la questione e le sue problematiche, e poi finisce lì, senza nemmeno avviare sottotracce o giungere a un qualche tipo di conclusione quantomeno parziale (come avrebbe potuto essere, per esempio, una storia d’amore andata a buon fine).

Pazienza, prendiamo quello che c’è.

Fosco Del Nero



Titolo: Usagi drop (Usagi doroppu).
Genere: anime, serie tv.
Regista: Kanta Kamei.
Anno: 2011. 
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.



martedì 11 giugno 2024

Un amore senza tempo - Steven Moffat

Non ricordo come mai mi fossi segnato la serie tv Un amore senza tempo: forse per il genere fantastico, legato ai viaggi nel tempo… forse per la presenza come attrice principale di Rose Leslie, già apprezzata ne Il trono di spade e in Downton Abbey (per quanto in ruoli secondari in ambo i casi)… forse per l’essere assai corta, giacché la serie è stata cancellata dopo la prima stagione, peraltro piuttosto breve con i suoi sei episodi.

Veniamo alle origini di Un amore senza tempo: si tratta di una serie televisiva anglo-statunitense basata su un romanzo precedente: La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger. Si può dunque ipotizzare che si basi su una sceneggiatura solida, com’è (quasi) sempre quando film o serie tv sono basate su prodotti letterari e non avviate sul momento.

Ecco la trama sommaria, ch’è piuttosto originale, occorre dirlo, nonostante il tema dei viaggi nel tempo sia piuttosto inflazionato: Henry DeTamble viaggia nel tempo sin da quando è un adolescente, pur se involontariamente… egli finisce, infatti, in contesti a forte vissuto emotivo, indipendentemente dalla sua volontà e dai suoi desideri. È così costretto a rivivere numerose volte determinate scene, da tante angolazioni, come quella in cui, da bambino, ha assistito alla morte della madre in un terribile incidente stradale.

Per fortuna non tutti i viaggi sono così drammatici: spesso egli è mandato dalla sua futura moglie, Clare Abshire, che visita sin da quando essa era bambina… tanto che la cosa è divenuta per i due un appuntamento fisso. 

Dal punto di vista di Clare, della Clare bambina, quell’uomo maturo era sia il suo segreto, giacché non poteva raccontare a nessuno delle sue apparizioni e sparizioni, sia il suo primo e unico amore, giacché di fatto se n’era invaghita sin da piccola, sapendo che a un certo punto lo avrebbe incontrato nella realtà, al di fuori dei viaggi nel tempo, e che ne sarebbe divenuta moglie.

Il problema è che, quando lo incontra, incontra la sua versione giovane e immatura, tanto che tra i due è subito maretta, pur sapendo entrambi (la ragazza perché lo sa sin da bambina e il ragazzo perché viene informato della cosa al primo incontro) quale sarà il loro destino, ossia il matrimonio e una lunga e felice vita insieme.

In mezzo, alcuni personaggi secondari, non molti, e tanti incontri tra i vari Henry, più o meno giovane o vecchio: i paradossi spazio-temporali di Ritorno al futuro qua non sono nemmeno presi in esame… e i vari Henry, quello della linea temporale e il visitatore momentaneo, non solo possono incontrarsi, ma possono chiacchierare, aiutarsi, persino far sesso tra di loro (ennesima serie tv in cui viene inserito, a forza e in modo ridicolo, il tema omosessuale).

Questo spunto di fondo avrebbe potuto dare alla serie spunti quasi infiniti, e persino di gran valore psicologico, etico, relazionale, spirituale e quant’altro, ma purtroppo Un amore senza tempo rimane sul semplice, tendente al banale, se non proprio al pacchiano…

… non a caso ha chiuso i battenti dopo solo una stagione.
Forse, se gli sceneggiatori e i produttori si impegnassero di più nell’elaborare opere di valore, anziché portare avanti la solita propaganda mondialista-globalista (omosessualità, materialismo, mescolanza delle razze con sostituzione etnica, anti-spiritualismo, femminismo becero e ottuso, lotta al patriarcato da malati di mente, menu a base di insetti, etc), forse le loro serie tv sarebbero migliori, sarebbero più seguite e potrebbero andare avanti per più stagioni.

Se ne conoscete qualcuno, suggeriteglielo pure (anche se temo che non siano liberi di scegliere quali "contenuti" inserire nelle serie prodotte).

Fosco Del Nero



Titolo: Un amore senza tempo (The time traveler's wife).
Genere: serie tv, fantastico, sentimentale.
Ideatore: Steven Moffat.
Attori: Rose Leslie, Theo James, Everleigh McDonell, Caitlin Shorey, Peter Graham, Jason David.
Anno: 2022.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 5 giugno 2024

Chaos - Coline Serreau

Devo essere onesto: dopo aver letto la trama di Chaos, film francese del 2001, non lo avrei guardato… se non fosse che la regista era quella Coline Serreau che avevo molto apprezzato tra Il pianeta verde (capolavoro del genere) e La crisi! (interessante film serio-umoristico sulla società moderna).

A dire il vero, anche Chaos mischia tragedia e commedia… ma pende decisamente più sul primo versante, dati i temi che affronta, e in modo rude: prostituzione, sfruttamento, violenza fisica e morale, sottomissione delle donne nell’islam, degrado della società contemporanea, materialismo ed edonismo. Il programma è piuttosto ampio, occorre dire.

Passiamo alla trama di Chaos, film che vede come protagonisti Vincent Lindon (La crisi!, Il costo della vita, Il costo della vita), Catherine Frot (Lezioni di felicità, La cena dei cretini) e Rachida Brakni (quest’ultima mai vista): una sera/notte la coppia in crisi Paul-Hélène s’imbatte, in auto, in tre balordi che picchiano in malo modo una prostituta, lasciandola incosciente sul selciato nel momento in cui si sono accorti che vi era qualcuno nei paraggi.

La donna, nei giorni successivi, si sente in colpa per la mancanza di compassione dimostrata e va a trovare la ragazza in ospedale, finendo per assisterla persino più delle infermiere, avendo da un lato il marito e il figlio che si lamentano per il fatto che sta trascurando la casa e dall’altro i protettori della giovane, i quali evidentemente hanno ancora un conto aperto con lei, volendo ucciderla o rapirla.

Le cose andranno in modo imprevedibile su praticamente ogni versante, comprese le varie relazioni sentimentali del figlio Fabrice, sorta di Don Giovanni senza scrupoli (e anche senza ritegno… pur se i suoi colleghi coetanei non è che siano molto meglio).

Perché Chaos non mi è piaciuto molto?

Intanto, perché è davvero pesante.
In secondo luogo, perché in buona sostanza pare dichiarare che tutti gli uomini o sono violentatori o sono sfruttatori, mentre le donne sono buone e vittime… un modo di ragionare propagandistico che sta rovinando gli equilibri tra il maschile e il femminile (esattamente come desiderano certi poteri).
Infine, è davvero molto, molto fantasioso: la prostituta esperta di borsa (ma anche super-seduttrice, investigatrice e poliziotta) è praticamente ai limiti della narrativa fantastica.

Il pianeta verde e La crisi! erano ben più ispirati e puliti, come prodotti, e difatti hanno avuto un esito assai più fortunato, soprattutto il primo, divenuto una sorta di emblema del cinema spirituale.

Altro dettaglio, nemmeno tanto dettaglio: il film non mi è piaciuto nemmeno dal punto di vista meramente registico: la ripresa ravvicinata e manuale forse voleva rappresentare i ritmi frenetici e sconclusionati del grosso della popolazione occidentale moderna, ma, per quanto mi riguarda, è risultata solamente fastidiosa e antiestetica. 

Al prossimo lavoro di Coline Serreau… si spera migliore. 

Fosco Del Nero



Titolo: Chaos.
Genere: drammatico.
Regista: Coline Serreau.
Attori: Vincent Lindon, Catherine Frot, Rachida Brakni, Line Renaud, Aishwarya Rai Bachchan, Aurélien Wiik, Chloé Lambert, Wojciech Pszoniak. 
Anno: 2001.
Voto: 5. 
Dove lo trovi: qui



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