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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 13 luglio 2021

L’uomo nell’alto castello - Frank Spotnitz

La presente recensione è dedicata alla serie televisiva The man in the high castle - L’uomo nell’alto castello, ideata da Frank Spotnitz e soprattutto tratta da un romanzo di Philip K. Dick, ossia La svastica sul sole, scritto nel 1962.

Pur conoscendo bene la figura di Dick, non ho letto molti suoi libri, ma solamente un paio: di preciso, Noi marziani e La penultima verità… nemmeno i suoi testi più importanti, che viceversa sono Ubik, Il cacciatore di androidi, Le tre stimmate di Palmer Eldritch e lo stesso La svastica sul sole.

In compenso, ho visto quasi tutte le conversioni cinematografiche dei suoi romanzi: Atto di forzaA scanner darkly - Un oscuro scrutareI guardiani del destinoMinority reportPaycheckBlade runnerTotal recallScreamers - Urla dallo spazioImpostor.

Passando da Dick alla sua opera, e quindi alla serie tv che da essa è tratta, pur con le solite libertà che si prendono gli sceneggiatori, diciamo come prima cosa che si tratta di una storia di genere ucronico, ossia della descrizione di un mondo alternativo come sarebbe stato se a un certo bivio della storia si fosse andati nell’altra direzione: segnatamente, nella Seconda Guerra Mondiale non vincono gli Alleati, ma le potenze dell'Asse (curiosamente, l’Italia non è mai menzionata, mentre in un’ipotetica vittoria nazista sarebbe lecito ipotizzare un’Italia ancora alleata e che non avesse vissuto la resistenza, l'invasione e il cambio di rotta governativo).
In verità l’asse nippo-germanico ha vinto talmente tanto bene che gli Stati Uniti sono stati cancellati e suddivisi in tre zone: una grande zona orientale governata dai nazisti; una zona occidentale costiera assegnata ai giapponesi e una zona di mezzo definita come “zona neutrale”. Siamo nel 1962, quindi quasi due decenni dopo la fine della guerra (ammesso che tale guerra alternativa sia terminata nello stesso anno di quella reale, cosa che non mi ricordo se nella serie viene precisata), e qua si gioca l’equilibrio del mondo (ovviamente negli USA, e dove altrimenti?), con i tedeschi che da un lato governano con pugno di ferro, tanto in Europa quanto in America (a proposito, anche il Sud America è suddiviso secondo zone di influenza) e che dall’altro lato iniziano a sentire come scomoda la vicinanza del vecchio alleato giapponese, che una frangia dei nazisti vorrebbe spazzar via, approfittando di una netta superiorità tecnologica.
I discorsi sulla tecnologia però lasciano il tempo che trovano nel momento in cui si scopre che esistono dei mondi paralleli, che alcune persone sono in grado di varcare e da cui sono stati portati in questo mondo dei filmati nei quali a vincere non sono stati i Nazisti, ma gli Alleati; tali filmati vengono fatti girare per risollevare il morale dei popoli sottomessi e rinfocolare la resistenza.

I protagonisti della storia sono Juliana Crain e il fidanzato Frank Frink, americani della zona giapponese, John Smith e Joe Blake, ugualmente americani ma facenti parte dell’esercito nazista a oriente, il Ministro Tagomi e l’Ispettore Kido, del governo giapponese nella costa ovest, e tanti altri personaggi più o meno secondari, compreso l’Uomo nell’alto castello, collezionista di film “alternativi” e importante riferimento della resistenza, che i Nazisti stanno cercando disperatamente di trovare ed eliminare.

Preciso ora una cosa: fino ad ora sono uscite tre stagioni, con la ventura quarta che dovrebbe essere l’ultima; la mia recensione si basa dunque sulle prime tre stagioni, a esclusione della quarta.

L’uomo nell’alto castello è un’opera di ottimo valore: la sceneggiatura, per quanto modificata, è firmata da Philip Dick, il che è una garanzia; scenografia e fotografia sono ottimi, cast e recitazione di alto profilo, c’è dinamismo e varietà, per quanto si ha, come quasi sempre con le trasposizioni filmiche dei romanzi, la sensazione che il tutto vada un po’ troppo velocemente. 
La serie peraltro, pur introducendo tanti spunti, e uno spunto di fondo dal potenziale narrativo quasi illimitato, non fa – almeno per ora – l’errore di partire per la tangente e affastellare troppo materiale, né quello di allungare troppo il brodo, errore che hanno commesso serie tv famose e apprezzate le quali, proprio per rimanere più a lungo in onda, hanno raschiato il fondo e diminuito drasticamente la loro qualità media con quinte, seste, settime e ottave stagioni di basso livello. Penso a Heroes, a esempio, ma anche a Fringe… mentre, curiosamente, ad altre serie promettentissime come Flash forward o The event non è stato permesso di continuare oltre alla prima stagione (anche se il delitto dei delitti per quanto mi riguarda si è avuto con Wonderfalls, serie comunque di tutt’altro genere).

L’uomo nell’alto castello, non so se per il contributo diretto di Dick o se per qualcosa aggiuntovi dai suoi creatori, contiene anche alcuni spunti interessanti dal punto di vista esistenziale, soprattutto sul versante Giappone/I Ching/Tao, etc. Ma anche, per converso, sul versante tedesco (propaganda, riscrittura della storia… ovviamente cose negative).

Propongo due citazioni, esempio dell’una e dell’altra cosa.

“Mi perdoni, ma mi chiedevo se ha voglia di stare qui, o se lei in realtà non è mai da nessuna parte… solo perché sarebbe triste, capisce?”
“No, mi spieghi.”
“Se la sua mente è sempre altrove, in un certo senso allora non vive mai nulla realmente. Nulla è mai reale.”

“Anno zero, un esperimento. Un nuovo inizio, una nuova America.”
“Qual è lo scopo dell’esperimento?”
“Privare la gente della coscienza nazionale, diluire la loro fierezza, non insegnarne la storia.”

E con questo la recensione de L’uomo nell’alto castello è terminata… in attesa dell’ultima stagione, che si spera sia all’altezza delle precedenti, se non addirittura migliore.

Fosco Del Nero



Titolo: L’uomo nell’alto castello (The man in the high castle).
Genere: serie tv, fantascienza, drammatico, sentimentale.
Creatore: Frank Spotnitz.
Attori: Alexa Davalos, Rupert Evans, Rufus Sewell, Luke Kleintank, DJ Qualls, Joel de la Fuente, Cary-Hiroyuki Tagawa, Chelah Horsdal, Brennan Brown, Bella Heathcote, 
Anno: 2015-in corso.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui



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