Pacifim rim mi ha davvero stupito: difatti, stupisce come Guillermo Del Toro, il regista di opere belle e poetiche come Il labirinto del fauno, di grande atmosfera come La spina del diavolo o Crimson Peak (certamente non dei capolavori, ma prodotti la cui ambientazione generale è stata ben curata), vivaci e brillanti come Hellboy, possa aver prodotto un film così piatto, banale e adolescenziale.
"Adolescenziale" è probabilmente il termine che meglio caratterizza Pacifim rim: trama banalissima, personaggi stereotipati all’inverosimile, dialoghi ugualmente piatti e scontati… il tutto accompagnato da una mole enorme di azione, da una mole enorme di effetti speciali e dai modellini di mostri e robot resi su scala gigante in stile Godzilla.
Uno spettacolo davvero ingeneroso per il resto della carriera di regista di Del Toro… e spero che The shape of water, che ho in programma di guardare, sia di pasta ben diversa.
In effetti, mi sono accostato a Pacifim rim per la firma del regista, che mi induceva a pensare che non si trattasse di un blockbuster d’azione come poteva far sembrare la trama, nonché nella speranza che il tutto fosse più d’effetto e meno pacchiano (non so, qualcosa tipo Cloverfield)… speranze vane, purtroppo.
Detto questo, andiamo a vedere la trama di Pacifim rim: nel 2013 si apre una breccia sul fondale dell’Oceano Pacifico e da essa iniziano a fuoriuscire dei giganteschi mostri, che attaccano le città provocando distruzione e morte.
Tale breccia è una sorta di portale dimensionale, e gli stati terrestri sono costretti ad affrontare il pericolo: lo fanno costruendo giganti robot, chiamati "jaegers", controllati da umani particolarmente dotati, costruendo enormi mura e in altri modi ancora.
È guerra aperta, e i mostri, detti "kaiju", divengono sempre più grossi e forti.
Saranno ovviamente i protagonisti Raleigh Becket e Mako Mori a risolvere la situazione perigliosa.
Molto ho già detto, e qua aggiungo dell’altro: il cast è tanto banale quanto trama e dialoghi, e anzi viene il dubbio che il tutto sia stato volontario, specialmente da parte di un regista altrimenti attento all’originalità, e che anzi della particolarità ha fatto il suo marchio di fabbrica, a cominciare dai protagonisti dei suoi film (si pensi a Hellboy o a Crimson Peak, pur non i suoi migliori film).
Forse l’unico personaggio che spicca è un po’ è quello interpretato da Ron Perlman, che ogni volta che lo vedo mi ricorda due film: Il nome della rosa e La città dei bambini perduti… due film alquanto diversi tra di loro, che hanno però in comune il fatto d'esser stati ambo girati da registi francesi.
Per il resto Pacifim rim si rivela di una banalità sconcertante, godibile forse solo da parte del grosso pubblico adolescenziale (grosso non perché siano tanti gli adolescenti anagrafici, ma perché son tanti gli adolescenti interiori) e dagli appassionati di mecha e mostri giganti.
Se il film ha riscontrato in me un gradimento bassissimo, ho però notato al suo interno una frase molto bella, che propongo come ultimo dettaglio della recensione.
“Non impantanarti in un ricordo.
Stai con me, rimani nel presente.”
Fosco Del Nero
Titolo: Pacifim rim (Pacifim rim).
Genere: fantascienza, azione.
Regista: Guillermo Del Toro.
Attori: Charlie Hunnam, Idris Elba, Rinko Kikuchi, Charlie Day, Ron Perlman, Robert Kazinsky, Max Martini, Clifton Collins Jr., Burn Gorman, Diego Klattenhoff, Robert Maillet, Jake Goodman, Larry Joe Campbell.
Anno: 2013.
Voto: 4.
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