Pur essendo da sempre appassionato di commedie e comicità, e non a caso fin da ragazzino grande fruitore di sit-com, non ho mai avuto tendenza verso il cinema demenziale, perché normalmente esso si dirige verso stupidità e volgarità.
Vi sono tuttavia delle eccezioni, legate non tanto al genere, quanto all’animo con cui un prodotto viene realizzato: una di queste è il film Fatti, strafatti e strafighe, che adoro letteralmente e che ho visto numerose volte, trovandolo sempre divertente e delizioso. Stupido e insensato, naturalmente, ma stupidamente delizioso.
A distanza di molto tempo ho voluto così dare una chance ad American trip, l’unico altro film diretto dal medesimo regista, Danny Leiner… che a quanto pare con i due suddetti film non ha avuto molto successo.
Questo suo secondo e ultimo lavoro tuttavia a una prima occhiata mi sembrava pendere dal lato più pacchiano della demenzialità… ma non avendo altri pretendenti a disposizione mi sono adattato.
Ecco la tram di American trip (da non confondere con Road trip, film giovanile anch’esso semi-demenziale): Harold Lee (il bravo John Cho, già visto nella serie televisiva Flashforward, in Solaris e negli ultimi film di Star trek) e Kumar Patel (Kal Penn, lui a me sconosciuto) sono due coinquilini e amici con una passione in comune: la marijuana. Tuttavia, i due son molto diversi caratterialmente: il primo è più posato, lavora in banca, è riservato e timido con le ragazze, mentre il secondo è irresponsabile e disinvolto.
Una sera, proprio mentre stanno fumando dell’erba, vedono in tv la pubblicità di un fast food, tale White Castle, e desiderano in modo spasmodico andarci. Si mettono così in macchina, non sapendo che quello sarà il viaggio più folle della loro vita.
E anche della vita degli spettatori, molto probabilmente.
American trip in effetti non risparmia nulla, o quasi nulla, al suo spettatore, rivelandosi esattamente quel che mi aspettavo: un prodotto meno elegante e pulito di Fatti, strafatti e strafighe, che aveva una sua bellezza sia visiva sia scenica ma anche interiore, ma che comunque si presenta rutilante e dinamico, letteralmente stracolmo di personaggi bizzarri o inquietanti… o entrambe le cose assieme. In questo non lascia tregua a chi lo guarda, anche in scene apparentemente trascurabili, come il vecchio uomo anziano che in una sala d’attesa cerca di sfiorare il mignolo di uno dei due protagonisti, sedutogli accanto. E vi risparmio la descrizione del personaggio di Agonia, che da solo giustifica qualcosa, ma non so bene se la visione o la non visione del film, ma che in ogni caso rimarrà impresso nella vostra memoria.
American trip rispetto al suo predecessore risulta molto più popolare e rozzo, in ogni senso, comprese regia e fotografia, non so se per scelta o per minor fortuna nelle riprese… tuttavia, mentre Fatti, strafatti e strafighe è finito lì, American trip ha avuto ben due seguiti, seppur non diretti da Danny Leiner.
Io avrei fatto il contrario, ma pazienza.
Due curiosità: nel film c’è un cameo di Neil Patrick Harris, attore non tanto noto in Italia ma molto popolare in America, protagonista di film come Starship Troopers - Fanteria dello spazio o di serie tv come How I met your mother, nei panni di sé stesso; c’è inoltre in una piccola parte Eddie Kaye Thomas, ossia uno dei protagonisti di American pie, mentre in Fatti e strafatti e strafighe c’era invece Seann William Scott, altro protagonista di American pie, a conferma del genere demenziale dei suddetti film.
Buon viaggio nel caso… e state attenti ad Agonia.
Fosco Del Nero
Titolo: American trip - Il primo viaggio non si scorda mai (Harold & Kumar go to White Castle).
Genere: comico, demenziale.
Regista: Danny Leiner.
Attori: John Cho, Kal Penn, Paula Garcés, Neil Patrick Harris, David Krumholtz, Eddie Kaye Thomas, Christopher Meloni, Fred Willard, Sandy Jobin-Bevans, Ethan Embry, Anthony Anderson.
Anno: 2004.
Voto: 6.5.
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