Con La rosa purpurea del Cairo siamo arrivati a quota venti.
Sono tanti, difatti, i film di Woody Allen che fino ad ora ho recensito su Cinema e film.
Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, dato cotal numero, ma sono un grande fan di Woody Allen, specialmente di quello prima maniera, che ha sfornato capolavori dell’ironia e della psicologia come Il dormiglione, Manhattan, Amore e guerra, Provaci ancora, Sam, seguiti poi da altri capolavori anni più tardi: La maledizione dello scorpione di giada, Anything else, La dea dell’amore, etc.
La rosa purpurea del Cairo si situa a metà strada, temporalmente parlando, essendo datato 1985, ma al tempo rappresentò un’eccezione, visto che si trattò del secondo film di Allen senza lui stesso come attore.
Davanti alla macchina da presa, invece, l’ex compagna Mia Farrow (Zelig, Hannah e le sue sorelle, Crimini e misfatti, diretta dallo stesso Woody Allen… ma come non ricordarla nell’horror Rosemary's baby?) e Jeff Daniels (Scemo e più scemo, ma soprattutto il bellissimo Pleasantville).
Ecco in breve la trama de La rosa purpurea del Cairo, decisamente originale: Cecilia è una donna sognatrice e un po’ debole, continuamente vessata dal marito Monk, che peraltro dipende economicamente da lei, visto che non lavora da parecchio tempo… e sembra non avere alcune intenzione di riprendere a farlo.
L’unico svago di Cecilia è il cinema, tanto che la donna si rivede in continuazione gli stessi film.
La programmazione del cinema del suo paese prevede La rosa purpurea del Cairo e, nell’ennesima volta che lei lo vede, uno degli personaggi della storia, tale Tom Baxter, si gira da lei e le fa: “Perbacco, deve piacerti molto questo film!”.
Subito dopo, esce dallo schermo e va a conoscere Cecilia, iniziando una bizzarra relazione con lei, e procurando non pochi grattacapi tanto al gestore del cinema, quanto alla casa produttrice, timorosa di dover gestire un folle.
Se le premesse de La rosa purpurea del Cairo sono da film surreale, e la firma di Woody Allen farebbe pensare a una commedia brillante, la storia sembra presentare in realtà più i contorni di un film sentimental-drammatico.
Intendiamoci, vi sono alcune delle tipiche battute fulminanti di Woody Allen, ma questo in media è meno divertente degli altri film del regista americano, un po’ per il volto drammatico di Mia Farrow (un’attrice che mi mette tristezza solo a guardarla), un po’ per come evolve la storia, finale compreso.
Il film comunque ha il merito di portare avanti con grande leggerezza un’idea interessante, e forse non a caso ha riscosso un certo gradimento, nonché qualche nomination e premi sparsi tra Oscar, Golden Globes, etc.
I miei film preferiti di Woody Allen sono quelli citati in apertura, ciononostante anche questo La rosa purpurea del Cairo, pur non tra i miei favoriti, merita di essere visto perlomeno una volta perlomeno per l’idea di fondo.
Fosco Del Nero
Titolo: La rosa purpurea del Cairo (The purple rose of Cairo).
Genere: commedia, sentimentale, drammatico, surreale.Regista: Woody Allen.
Attori: Mia Farrow, Jeff Daniels, Danny Aiello, Dianne Wiest, Paul Herman, Edward Herrmann.
Anno: 1985.
Voto: 6.
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