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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 3 luglio 2019

Steamboy - Katsuhiro Otomo

Katsuhiro Otomo è un nome certamente noto tra gli appassionati di animazione giapponese, giacché egli è il regista dello storico Akira, film del 1988 che ha segnato la storia dell’animazione nipponica e mondiale.
Successivamente, Otomo si è dedicato soprattutto alla sceneggiature, o alla supervisione dei vari lavori, lasciando però la regia a qualcun altro: è stato così per esempio per Perfect blue o per Metropolis, mentre con Steamboy, assai più recente essendo datato 2004, egli è tornato a curare sia sceneggiatura che regia.
Con risultati altalenanti, dobbiamo dire.

Come prima cosa, cominciamo dalla trama: siamo nel 1866, in Europa, e precisamente nell’Inghilterra vittoriana, per quanto una sua versione alternativa, tutta immersa nella ricerca scientifica, nella sperimentazione tecnica, in macchine, locomotive e vapore… come testimonia il titolo stesso del film, che poi sarebbe anche il cognome del protagonista centrale della storia, e anzi dei tre protagonisti della storia: il nonno, il padre e il ragazzo Steam (da cui Steamboy, per l’appunto), con la parola inglese “steam” che vuol dire “vapore”.

I primi due sono importanti ricercatori e inventori, mentre il terzo, il ragazzo, non lo è ancora ma è sulla buona strada, e mastica e intuisce quel che basta.
Il problema è che non si tratta di una famiglia molto unita, per usare un eufemismo: nonno e padre non ci sono, sempre via a studiare e ricercare, e  il ragazzo cresce con la madre e la sorella… fino a che non riceve alcune visite inaspettate, tra cui quella dello stesso nonno Lloud, il quale gli dice che il padre Eddie è morto, e che gli rivela profondi e insanabili divergenze tra i due. Il nonno, difatti, vedeva la scienza in modo più teorico e conoscitivo, mentre il padre in modo assai più pragmatico, tanto da essersi messo a lavorare per la Fondazione Ohara, che produce e vende armi tecnologiche a qualunque offerente del mondo. 
Ray, il figlio-nipote, il "ragazzo-vapore", dovrà capire velocemente cosa succede, quale parte ha più ragione dell’altra, e chi merita più degli altri la sfera meccanica costruita dai suoi predecessori, e che in pratica ha “ereditato”.

Il commento di Steamboy è assai facile: il film è tecnicamente molto bello, a tratti prezioso, con fondali e animazioni curatissime. L’incipit peraltro è interessante e accattivante. 
Tuttavia, il film si perde in se stesso e, dopo un’ora di buon interesse, nella seconda ora diviene una sequela quasi ininterrotta di azione, sparatorie, esplosioni, inseguimenti, combattimenti… sfociando persino nel ridicolo con gli effetti della Torre Steam.

Ora, se considerate che personalmente non amo né l’azione fine a se stessa, né i contesti troppo meccanici e tecnologici (cosa che poi era stata il motivo per cui ho tardato così tanto a vedere il film), avrete come risultato il fatto che non ho gradito troppo Steamboy, che per quanto mi riguarda non raggiunge nemmeno la sufficienza, nonostante la mole di lavoro tecnico che propone, e nonostante tenti anche di dare un sottofondo educativo all’opera, accennando, anche se in modo un po’ goffo, ai limiti della scienza, a quale è il suo scopo e a dove si dovrebbe fermare.

Insomma, Steamboy è un film un po’ freddino, troppo movimentato e tecnologico, e con contenuti non particolarmente profondi, e nemmeno brillante nei dialoghi.

Fosco Del Nero



Titolo: Steamboy (Steamboy).
Genere: animazione, anime, fantascienza, drammatico, commedia.
Regista: Katsuhiro Otomo.
Anno: 2004.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.


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