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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 2 giugno 2020

Il violinista sul tetto - Norman Jewison

Del regista Norman Jewison finora avevo recensito un solo film, I soldi degli altri, uno dei suoi film minori.
Oggi arriva invece la recensione di uno dei film per cui è più famoso: Il violinista sul tetto (altri suoi film importanti sono Rollerball, Jesus Christ Superstar, La calda notte dell'ispettore Tibbs, Agnese di Dio).

Ecco la trama del film de Il violinista sul tetto: siamo all’inizio del ventesimo secolo, in Ucraina, allora parte dell’impero dello Zar russo, in un villaggio chiamato Anatevka, e seguiamo le vicende del contadino-allevatore ebreo Tevye e della sua famiglia. 
Da un lato lui e sua moglie Golde non hanno nessun figlio maschio e ben cinque figlie femmine, di cui tre da maritare, cosa che in tempo di pace è l’argomento principale di discussione, tra pretendenti e sensali; dall’altro lato si sentono voci di repressioni ai danni degli ebrei, cosa che agita la comunità locale, altrimenti ben integrata col resto della popolazione cristiana.

Il commento sul film non può che cominciare dal titolo: il “violinista sul tetto”, scena con cui peraltro il film si apre, è il simbolo di una situazione di vita in cui si continua a vivere e ad essere felici per quanto si può, ma al contempo si è consci di vivere in equilibrio precario: dal tetto si potrebbe cadere, e comunque si dà per scontato che entro breve tempo si smetterà di suonare e si scenderà dal tetto, come purtroppo dovranno fare tutti i protagonisti della storia… che comunque nel mentre non rinunciano al loro umorismo tipicamente ebreo, che probabilmente è stato sviluppato in migliaia di anni di oppressioni e problemi sociali.

Il film si contraddistingue per due cose: la prima è che si tratta di un musical vero e proprio, con tanti intermezzi musicali, e pure di eccellente qualità. Anche se fa sorridere che degli ebrei che vivono nell’Impero Russo cantino in inglese… ma tant’è, sono esigenze di spettacolo.

La seconda cosa particolare del film è che ogni tanto si ferma tutto, tranne il protagonista Tevye, il quale parla da solo, riflette su quanto appena successo, guarda la telecamera, e spesso in quelle pause prende delle decisioni importanti. 

Il film si trova in equilibrio anche da un altro punto di vista: è una storia di mezzo tra la tradizione e il nuovo che avanza: da un lato abbiamo le tradizioni di un popolo e di una religione, nonché il ruolo ancora fortemente decisionale del pater familias, per non parlare di usi e costumi locali, che, per dirne una, non permettevano che un ragazzo e una ragazza ballassero insieme; dall’altro lato abbiamo il progresso sociale e culturale, nonché i sommovimenti politici, cosa che porterà conseguenze da ogni punto di vista: repressioni, incarceramenti, nuove prospettive sociali, etc.
Questo cambiamento dalla tradizione al nuovo che avanza sarà da alcuni rifiutato, da alcuni accettato solo in parte, e da altri ancora abbracciato nella sua totalità.

Il violinista sul tetto è un gran film, c’è poco da dire: la sceneggiatura è bella, l’ambientazione è bella, la colonna sonora è bella, i dialoghi sono ispirati e credibili, la recitazione all’altezza, e pure i costumi fanno la loro parte.
Inoltre il film ha un suo valore storico nel testimoniare quanto successo da qualche parte… sia in quel luogo e in quel tempo, sia in tanti altri luoghi e tempi e a popoli differenti.
D’altronde, il film non ha ricevuto tanti premi per puro caso: otto tra premi e nomination agli Oscar, quattro ai Golden Globes, tre ai Bafta, ma anche David di Donatello, Satellite Award e altri riconoscimenti.

Una curiosità: ho guardato Il violinista sul tetto dopo che l’ho sentito citato nella sit-com Big Bang theory… e me lo sono visto dal momento che era uno dei pochi film in essa citati che non conoscevo, mentre praticamente tutto il resto lo conoscevo e apprezzavo già.

Fosco Del Nero



Titolo: Il violinista sul tetto (Fiddler on the roof).
Genere: commedia, musicale.
Regista: Norman Jewison.
Attori: Topol, Norma Crane, Leonard Frey, Molly Picon, Paul Mann, Rosalind Harris, Michele Marsh, Neva Small, Paul Michael Glaser, Ray Lovelock, Elaine Edwards, Candy Bonstein, Shimen Ruskin.
Anno: 1971.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.


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