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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 20 agosto 2024

Una questione d'onore - Luigi Zampa

Mi pare d’essere arrivato a Una questione d'onore, controverso film del 1966, attraverso la filmografia del regista Luigi Zampa, recensito per via di alcuni suoi classici: Il vigileLadro lui, ladra lei e Anni ruggenti.

Se i film precedenti si presentavano tutti come commedie vivaci e divertenti, Una questione d'onore ha una matrice diversa, che a suo tempo ha fatto scalpore e che ha offeso molte persone, specialmente coloro che abitavano nella terra in cui era ambientato, ossia la Sardegna… tanto che fu sequestrato dal Tribunale di Cagliari. 

Certamente non si trattava della Sardegna di oggi, fatta di villaggi turistici, spiagge e città ormai moderne, ma nemmeno della Sardegna di allora, visto che è stata fatta la scelta di mischiare l’ambientazione sarda con tradizioni e usanze che in Sardegna non ci sono mai state… tanto che viene fuori un curioso misto tra Sardegna e Sicilia, in cui di realistico in verità non c’è praticamente niente, compresi strani rituali femminili con donne a seno nudo.

Fatta tale introduzione, veniamo alla trama del film, che presenta come suo attore principale Ugo Tognazzi (un attore di grido per l’epoca… ma che come sardo è davvero poco realistico a livello vocale): Efisio Mulas è un brav’uomo che vive di lavoretti vari e che non può accostarsi a nessuna donna poiché è stato accusato di aver deflorato Domenicangela Piras e costretto dai suoi quattro nerboruti fratelli ad aspettare ch’essa esca dal carcere in cui era finita proprio per una violenza ai danni di Efisio. 

La storia dei due s’intreccia con la faida familiare tra le due famiglie Sanna e Porcu, le quali si uccidono da generazioni e che vantano tanto omicidi quanto latitanti nel Supramonte, dove sono costretti a nascondersi coloro che vengono condannati per qualche reato.

Abbiamo quindi faide, delitti d’onore, cornuti e tradimenti (veri o presunti), latitanza… e i carabinieri (questi non sardi) a gestire (malamente) il tutto.
In effetti, il film non è molto elogiativo di nessuna delle categorie coinvolte: la popolazione sarda, le usanze siciliane, i carabinieri piemontesi o emiliani.

Messe da parte tali criticità culturali, il film non è malaccio: si fa seguire ed è sufficientemente interessante, per quanto sia davvero molto forzato in vari punti, compreso il finale privo di senso… almeno per chi non vive in una cultura di quel tipo (ma probabilmente lo sarebbe anche per coloro che vi fossero nati). 

Ma la cosa più bizzarra del film, torno a dire, è che è stato messo Ugo Tognazzi a fare la parte di un sardo, senza che sia stato doppiato: l’accento non è neanche lontanamente vicino a quello che sarebbe servito… ma d’altronde, hanno inventato le usanze, per cui nulla di strano che si siano inventati anche l’accento.

Una questione d'onore, alla fine della fiera, è interessante come spaccato storico, più registico che popolare, e non disdegna qualche momento umoristico.

Fosco Del Nero



Titolo: Una questione d'onore.
Genere: drammatico.
Regista: Luigi Zampa.
Attori: Ugo Tognazzi, Franco Fabrizi, Nicoletta Machiavelli, Leopoldo Trieste, Bernard Blier, Sandro Merli, Tecla Scarano, Pasquale Cennamo, Lino Coletta, Lucien Raimbourg, Franco Bucceri, Franco Gulà, Armando Malpede, Giuseppe Grasso, Ermelinda De Felice,
Anno: 1966.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 14 agosto 2024

Tremila anni di attesa - George Miller II

Nel presentare il film Tremila anni di attesa, partiamo da due dati statistici.

Il primo: Tremila anni di attesa è il terzo film che recensisco nel blog del regista George Miller II, dopo Le streghe di Eastwick ed Happy Feet… anche se andrebbe detto che Miller ha costruito la sua lunga carriere nel cinema sulla saga di Mad Max (che però non ho mai visto).

Il secondo: Tilda Swinton, l’attrice protagonista, pur non essendo un’attrice di prima fascia, ha probabilmente (lei o il suo agente) una particolare attenzione per i film in cui lavora, giacché ha partecipato, per quanto solitamente come co-protagonista e non come personaggio principale, a film come The beach, OrlandoIl leone, la strega e l'armadioIl curioso caso di Benjamin ButtonDoctor Strange, ConstantineSolo gli amanti sopravvivono, The zero theoremSnowpiercer… tutti film particolari e validi, ognuno a modo suo.

Passiamo ora alla trama sommaria di Tremila anni di attesa, film di genere fantasy con orientamento sentimentale: Alithea Binnie è una studiosa di letteratura antica… la quale ogni tanto vive allucinazioni relative ai protagonisti della letteratura in questione.
Durante un viaggio a Istanbul, nel Gran Bazar acquista una boccetta che si rivela essere l’ultima dimora di un antico genio, genericamente chiamato Djinn (parola araba che indica spiriti e geni di sorta), il quale le offre i canonici tre desideri e, su richiesta della donna, le racconta come è finito per tremila anni dentro quella boccetta, in paziente attesa che qualcuno lo ritrovasse.

Nel (lunghissimo) racconto finiscono sultani, figli di sultani, amanti di sultani, nonché amanti del genio, intessendo una sorta di arazzo multiforme e multicolore, assai godibile nei suoi vari aneddoti.

Anche se, purtroppo, va detto che nel mezzo ci finisce anche un po’ di propaganda mondialista, tra bavagli-mascherine, unioni inter-razziali, androginia e qualche altro pezzo forte della suddetta manipolazione collettiva. Per ora questo passa il convento. 

Altro elemento potenzialmente negativo: chi ama le storie lineari, senza deviazioni di sorta dal plot di fondo, faticherà a seguire tutto quanto, dal momento che i cambi di scena e di personaggi sono tanti e notevoli... e che di fatto quasi non c'è una storia principale.

Per quanto mi riguarda, Tremila anni di attesa, nella sua parte eminentemente cinematografica, si dimostra davvero ben fatto e interessante… anche se un po’ banale e facilone nel finale, largamente prevedibile. Del film vanno lasciati da parte i contorni per godersi il viaggio e i suoi colori.

Fosco Del Nero




Titolo: Tremila anni di attesa (Three thousand years of longing).
Genere: fantasy, sentimentale.
Regista: George Miller II.
Attori: Tilda Swinton, Idris Elba, David Collins, Alyla Browne, Angie Tricker, Kaan Guldur, Hayley Gia Hughes, Jason Jago, Aiden Mckenzie, James Dobbins Jones.
Anno: 2022.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui



martedì 6 agosto 2024

Romuald & Juliette - Coline Serreau

Mi sono visto Romuald & Juliette andando a ritroso nella filmografia di Coline Serreau, regista di cui avevo già visto e apprezzato Il pianeta verdeLa crisi! e Chaos (in questo ordine di visione e di gradimento).

La presenza nel cast di Daniel Auteuil, a sua volto apprezzato in alcuni film (per esempio Le placard - L’apparenza ingannaUna top model nel mio lettoN - Io e Napoleone) ha contribuito alla mia scelta.

La quale, tuttavia, devo dirlo con un certo rammarico, si è rivelata non ottimale: Romuald & Juliette è un film ben lontano dall’ispirazione delle opere migliori della Serreau, e che anzi è molto “facile” da un certo punto di vista, per non dire proprio assurdo (molto più assurdo de Il pianeta verde, che è un film di genere fantastico ma che propone molta verità e molto buon senso).

Passiamo alla trama di Romuald & Juliette: siamo a Parigi e seguiamo in parallelo le storie di un personaggio importante, Romuald Blindet, un affascinante giovane uomo a capo di una grossa azienda che produce yogurt, e di un personaggio assai meno importante, Juliette, un donnone di colore che fa le pulizie nell’azienda in questione e che cresce cinque figli avuti da cinque mariti diversi. 

L’azienda si rivela essere un covo di intrighi di vario tipo e la donna si ritrova inavvertitamente a venire a conoscenza di alcuni segreti, che rivelerà all’uomo aiutandolo nelle sue difficoltà; tra i due nascerà quindi una sorta di amicizia che travalicherà sia i confini dei ruoli sociali (padrone-servo) sia i confini razziali di allora (bianco-nera).

Romuald & Juliette è mal costruito: le questioni aziendali sanno di artefatto, il tono vorrebbe forse essere da commedia ma il film non risulta né divertente né interessante, il rapporto tra i due protagonisti è tra i meno probabili e  credibili che abbia mai visto in un film… e ormai di film ne ho visti tanti.

Forse la regista voleva risultare educativa (giacché solitamente è questo il suo intento) sia in senso razziale che in senso sociale, ma l’opera non raggiunge il suo obiettivo semplicemente perché è grossolana: non fa ridere, non fa riflettere e sembra proprio mal assemblata. Il suo essere “facilona”, nello svolgersi degli eventi, peggiora ulteriormente le cose, cosa che rende Romuald & Juliette per distanza il peggior film di Coline Serreau che ho visto finora.

Fosco Del Nero



Titolo: Romuald & Juliette (Romuald et Juliette).
Genere: commedia, sentimentale.
Regista: Coline Serreau.
Attori: Daniel Auteuil, Firmine Richard, Maxime Leroux, Isabelle Carré, Pierre Vernier, Catherine Salviat, Gilles Cohen, Jacques Poitrenaud, Gilles Privat, Muriel Combeau, Nicolas Serreau.
Anno: 1989.
Voto: 4.5.
Dove lo trovi: qui.



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