Kiki - Consegne a domicilio è l’ottavo film di Hayao Miyazaki che recensisco, dopo Nausicaa della valle del vento, La città incantata, Lupin III - Il castello di Cagliostro, Il castello errante di Howl, Porco Rosso e Ponyo sulla scogliera e Laputa - Castello nel cielo.
A cui poi vanno aggiunti I sospiri del mio cuore, Pom Poko e il recente Arrietty, da Miyazaki sceneggiati ma non diretti.
A cui poi vanno aggiunti I sospiri del mio cuore, Pom Poko e il recente Arrietty, da Miyazaki sceneggiati ma non diretti.
Pur trattandosi in tutti i casi di film notevoli, quando non di capolavori, confesso che ho un debole particolare per Kiki - Consegne a domicilio.
Adoro difatti ogni fotogramma, i magnifici colori, la delicatezza dei personaggi, le ambientazioni (sia la campagna che la città in cui viene a trovarsi la piccola Kiki), il gatto Jiji… insomma, tutto.
Adoro anche la storia al contempo leggera ma importante, che se da un lato può essere vista semplicemente come il periodo di noviziato delle giovani streghe, sorta di stage formativo, da un altro alto può (e dovrebbe) essere letta come una storia di formazione personale. Dietro la vicenda del viaggio della tredicenne, difatti, vi è una metafora della crescita, con tanto di responsabilità, di decisioni, di denaro, di compagnie umane, di perdita di senso dell’infanzia (non a caso probabilmente è stata scelta l’età adolescenziale del primo mestruo, anche tale accostamento al film può sembrare strano).
Ma andiamo subito a vedere la trama del film: Kiki è una giovane streghetta in un mondo che accetta tranquillamente la figura delle streghe, anche se sempre più rara. Come da tradizione, una volta raggiunti i tredici anni la ragazzina deve andar via di casa per un anno intero, scegliendo come destinazione una città in cui non vi sia già una strega e vivendo del suo lavoro…
… improvvisandolo, spesso, se nella giovane ancora non si è dispiegato un talento particolare (come gli unguenti di guarigione, gli incantesimi d’amore o la preveggenza).
Kiki, non sapendo fare nulla di particolare, sceglie di sfruttare la sua capacità di volare (ovviamente con la scopa!) per fare consegne a domicilio, attività che le procura da subito clienti, simpatie… ma anche quale problemuccio.
In questo periodo di noviziato Kiki conoscerà diverse persone: l'energica signora Osono, il socievole adolescente Tombo, l'elegante madame Ro-fujin, la vivace pittrice Barsa, etc, ma soprattutto dovrà superare la prima grande crisi della sua vita, che arriverà persino a influire sui suoi poteri...
... compresa la capacità di capire il suo irresistibile gatto Jiji. Questo elemento segna, a mio avviso, il punto di passaggio dall'infanzia e dalla sua innocenza a un'età più matura: la ragazza, che fino a quel momento aveva tranquillamente dialogato col gatto, d'improvviso non lo comprende più, sentendo il più canonico miagolio: l'infanzia è finita, e infatti l'evento accade proprio dopo che la ragazzina si è avvicinata a un mondo più maturo, relazioni interpersonali e lavorative comprese... il momento per certi versi è triste, ma è anche necessario nel percorso di crescita.
Ne approfitto per proporre giusto due frasi tratte dal film.
"Non attaccarti tanto all'esteriorità... a essere prezioso è l'animo."
"Il sangue della strega, il sangue del pittore, il sangue del fornaio... sono come dei poteri datici da Dio o chi per lui. Grazie ai quali si può anche soffrire, però."
Poco altro da dire su Kiki - Consegne a domicilio, se non che confermare che visivamente è spettacolare (l’ambientazione cittadina è stata modellata sulle coloratissime città svedesi), che emotivamente è caloroso come tutti i film di Hayao Miyazaki e che è un inno alla fantasia e alle possibilità della vita.
Fosco Del Nero
Titolo: Kiki consegne a domicilio (Majo no takkyubin).
Genere: anime, commedia, fantastico.
Regista: Hayao Miyazaki.
Anno: 1989.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.