Nirvana è uno di quei rari casi di film italiani originali e innovativi… tanto che non ha avuto praticamente seguito, nonostante il buon successo sia di pubblico che di critica, e nonostante l’essere diventato in relativamente pochi anni una sorta di film culto di fantascienza.
In cabina di regia c’è Gabriele Salvatores (Marrakech express, Puerto escondido, Denti), mentre davanti alla camera da presa una buona parte degli attori o personaggi italiani più in voga all’epoca, da Diego Abatantuono a Stefania Rocca, dal sempre bravissimo Sergio Rubini ad Amanda Sandrelli, passando per Claudio Bisio, Ugo Conti, Paolo Rossi, Luisa Corna, Silvio Orlando, Bebo Storti, etc, seppur questi altri in ruoli minori.
Anche se le star del film sono straniere: l’“immortale” Christopher Lambert (Highlander, Subway) ed Emmanuelle Seigner (moglie del regista Roman Polanski, che l’ha diretta in vari film tra cui La nona porta).
Tuttavia, anche se i nomi più famosi a livello internazionale sono stranieri, i due attori che più mi sono piaciuti nel film sono Sergio Rubini e Stefania Rocca… mentre il personaggio di Diego Abatantuono fa una gran tenerezza.
Ma andiamo al film, datato 1997: in un prossimo futuro, c’è una grande metropoli, con varie periferie fortemente ghettizzate: Marrakech, Shangai Town, Bombay.
Un uomo, Jimi, programmatore di videogiochi della Okosama Star, si trova alle prese con due casi, che si intersecheranno. Da un lato un virus che colpisce il videogioco che ha appena creato e che a giorni sarà immesso nel mercato mondiale, Nirvana, il cui protagonista, Solo, a causa del suddetto virus acquisisce coscienza di sé e capisce di essere solamente un file all’interno di un gioco (il che analogicamente simboleggia la condizione dell'uomo comune, che a un certo momento aumenta la sua consapevolezza, prende coscienza di sé e si rende conto che la realtà che credeva solida e tangibile non lo è così tanto). Dall’altro la ricerca dell’ex compagna Lisa, che ha amato tanto ma che tempo prima se n’era andata all’improvviso e senza motivo.
Un uomo, Jimi, programmatore di videogiochi della Okosama Star, si trova alle prese con due casi, che si intersecheranno. Da un lato un virus che colpisce il videogioco che ha appena creato e che a giorni sarà immesso nel mercato mondiale, Nirvana, il cui protagonista, Solo, a causa del suddetto virus acquisisce coscienza di sé e capisce di essere solamente un file all’interno di un gioco (il che analogicamente simboleggia la condizione dell'uomo comune, che a un certo momento aumenta la sua consapevolezza, prende coscienza di sé e si rende conto che la realtà che credeva solida e tangibile non lo è così tanto). Dall’altro la ricerca dell’ex compagna Lisa, che ha amato tanto ma che tempo prima se n’era andata all’improvviso e senza motivo.
Tali ricerche porteranno Jimi a conoscere prima Joystick e poi Naima, esperti di hackeraggio, oltre che vari altri personaggi secondari.
Nirvana, come tutti i film o libri di un certo spessore, ha diversi livelli di lettura: può essere guardato come un film di fantascienza con una storia vivace e originale. Oppure si possono osservare i temi che tratta: i livelli di coscienza, la separazione tra realtà e finzione, tra veglia e sonno, i ricordi e il momento presente.
In effetti, in Nirvana c’è parecchio su cui riflettere, che Gabriele Salvatores ce lo abbia messo in modo calcolato o sulla “semplice” scia di un’ispirazione dell'esistenza.
Tanto che il film ricorda grandi film del genere fantascienza-cyberpunk, come Blade runner e Strange days, per certi versi lo stesso Matrix, o Il tredicesimo piano ed Existenz (questi ultimi tre usciti dopo), e in generale scrittori del settore come Philip Dick o William Gibson.
Preciso tra l’altro che avevo già visto Nirvana da ragazzino-adolescente, e mi piacque anche all’epoca, anche se, ovviamente, lo vidi in modo più semplice, da appassionato di tematiche fantastiche, ma non ancora da appassionato di tematiche esoteriche… ammesso che vi sia molta differenza tra le due cose.
Ad ogni modo, come dico sempre, il tempo non intacca un prodotto di buona fattura, e Nirvana è uno di questi buoni prodotti.
Chiudo la recensione con alcune citazioni tratte dal film, dal sapore evidentemente esistenziale (ancora una volta: che siano state messe apposta oppure no).
"L'amore è ben altro che amore e dipendenza.
Ad ogni modo, come dico sempre, il tempo non intacca un prodotto di buona fattura, e Nirvana è uno di questi buoni prodotti.
Chiudo la recensione con alcune citazioni tratte dal film, dal sapore evidentemente esistenziale (ancora una volta: che siano state messe apposta oppure no).
"L'amore è ben altro che amore e dipendenza.
L'amore è amore e basta; non devi aspettarti niente in cambio."
"Inutile negarlo: mi ero perso.
Adesso sto scivolando."
"Non abbiamo ancora iniziato a volare."
"Non so cosa ci faccio qui.
Non so neanche chi sono io.
Non mi ricordo niente."
"Solo adesso comincio a chiedermi chi sono."
"Tutto questo è già successo."
"La vita che ti sei scelto... chi ti dice che sia vera?
Guardati intorno: avrai sicuramente un sacco di belle cose, una bella casa... ma se tutto quello che vedi non esistesse?"
"Sai qual è l'unica cosa che non posso fare qui dentro?
Smettere di giocare."
"Se riesci a smettere di giocare vuol dire che sei libero."
"Forse quello di cui ho bisogno è essere costretta a tenere gli occhi aperti."
Tutto quello che ci circonda non esiste.
Zio Nicola, la pizza, il vino, la casa, sono un'illusione. Noi due siamo personaggi di un gioco."
"A volte penso che sarebbe bello sciogliermi nell'acqua, sparire lentamente in questo tepore. Un giorno arriverai, vedrai la vasca piena d'acqua, toglierai il tappo e l'acqua scorrerà via nel fondo... e io con lei."
"Ci vuole uno con un livello di coscienza superiore."
"Noi siamo parte di un gioco.
C'è gente che ci prova gusto a farci andare l'uno contro l'altro: si divertono con noi."
"Vuoi dire che continuate a farlo sognare?"
"Tu sei quello che mangi."
"Devi essere come l'acqua, che arriva e si adatta alle cose. Ma poi prende e scivola via."
"Devi cercare di creare il vuoto dentro di te.
La devi finire di pensare.
Svuota la testa dai pensieri."
"Forse qualcosa o qualcuno mi aveva davvero condotto per mano in questa storia.
Forse qualcuno aveva deciso fin dall'inizio.
Bisognava chiudere un cerchio."
"Quando mi cancelli cosa divento?"
"Un fiocco di neve che non cade in nessun posto."
Altri dettagli: uno dei protagonisti si chiama "Solo", come è solo chi percorre il cammino della consapevolezza (ma anche come uno dei protagonisti di Guerre stellari, la nota saga fantascientifica sulla "forza"), che culmina per l'appunto nel nirvana, mentre un altro protagonista si chiama "Joystick", e richiama per l'ennesima volta nel film il concetto del gioco (e la dualità tra realtà e finzione).
Viene mostrato un unico documento identificativo contenente: nome e cognome, carta d'identità, conto corrente, tessera sanitaria e le eventuali limitazioni imposte alla persona.
Ancora: a un certo punto viene aperta una porta su tre meditanti... con le mascherine sul volto (senza che vi sia un motivo apparente per la cosa).
Un'ultima considerazione, assai concreta. In un certo momento Solo cerca di convincere Maria che le loro esistenze sono illusorie: in verità, gliene fornisce una prova inoppugnabile. La donna, tuttavia, rifiuta la rivelazione, preferendo continuare a portare avanti la sua vita ingannevole: questo episodio simboleggia la condizione psichica dei più, i quali preferiscono continuare a dormire... e addirittura se la prendono con chi cerca di risvegliarli.
Ecco il dialogo tra i due.
"Chi mi dice che quello che ho visto è vero?"
"È tutto vero, Maria. È la tua vita che è falsa."
"Perché mi fai questo? Lasciami stare, ti prego."
Viceversa, Solo riesce a ottenere di essere cancellato: l’ego illusorio viene cancellato, e difatti alla fine del film i due protagonisti dicono che “Abbiamo vinto”. La vittoria si ottiene con la sparizione dell’ego/personalità/maschera. Oppure quando la personalità, pur non ancora svanita, riesce a smettere di giocare: in questo caso, come dice il film, essa è diventata libera, per quanto ancora immersa nel mondo di sogno.
Maya da un lato e nirvana dall’altro, per l’appunto.
Fosco Del Nero
Titolo: Nirvana (Nirvana).
Genere: fantastico, fantascienza, surreale.
Regista: Gabriele Salvatores.
Attori: Christopher Lambert, Sergio Rubini, Stefania Rocca, Amanda Sandrelli, Diego Abatantuono, Emmanuelle Seigner, Haruhiko Yamanouchi, Silvio Orlando, Antonio Catania, Claudio Bisio, Paolo Rossi, Ugo Conti.
Anno: 1997.
Voto: 8.
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