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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

venerdì 28 marzo 2014

Milarepa - Liliana Cavani

Da poco ho letto il libro Vita di Milarepa, traduzione del libro sulla vita del mistico indiano Milarepa scritto dal suo discepolo Rechung nel XII secolo.

Giacché c’ero, avendo saputo che vi era anche un film ispirato al suddetto libro, e peraltro un film italiano, me lo sono guardato.
Il film si intitola semplicemente Milarepa, ed è stato girato da Liliana Cavani nel 1974.
Va precisato, comunque, che il film è solamente ispirato al suddetto libro, ben lontano dall’essere una sua fedele trasposizione.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla trama-cornice: Leo è un giovane tibetologo italiano, che un giorno va a trovare il suo professore, Bennet, e sua moglie, con i quali c’è un rapporto di amicizia oltre che di studio. Tanto che i due lo invitano a partire per il Tibet con loro.

In macchina, però, i tre hanno un incidente piuttosto grave, tanto che la macchina esce di strada e finisce in un fossato.

A questo punto, con i protagonisti più o meno feriti, inizia il racconto di Leo, che si immedesima in Milarepa e racconta la sua vita così come descritta nella biografia citata prima, che Leo aveva appena tradotto.

Leo diviene quindi Milarepa, mentre il professor Bennet diviene il suo maestro Marpa, con la moglie del professore che diventa la moglie di Marpa.

Il film è al contempo fedele e non fedele alla biografia di Rechung.
È fedele nel senso che conserva la storia di fondo e le varie fasi della vita di Milarepa (la vita nel paese e i problemi con i parenti; l’apprendimento della magia nera; la ricerca della conoscenza e del divino). 
Non lo è nel senso che l’ambientazione è decisamente alla mano (riprese nelle montagne dell’Abruzzo con alcuni attori di etnia mongola misti ai tre protagonisti occidentali) e che il tutto è molto semplificato.

Manca inoltre, forse un po’ per carenza di tempo e forse per precisa scelta, la componente di ricerca e di elevazione spirituale, che nel libro è la nota di fondo e che nel film è invece praticamente assente.

Film che rappresentava un progetto originale e anche difficile, ma che non mi ha entusiasmato. 
Sono difatti dell’idea che se si intraprende un progetto-percorso, bisogna andare fino in fondo, al di là del target di pubblico… che forse era scarso all’epoca e che certamente pure oggi non incontrerebbe grandi incassi al botteghino, seppur vi è un maggior interesse per le tematiche spirituali.

Comunque, anche se non mi ha soddisfatto del tutto, ho apprezzato Milarepa per alcune cose, nonché per alcuni dialoghi (che però, anche se ispirati, parevano sempre slegati dal contesto).
In chiusura di recensione, ne cito uno: 
“Evocate il silenzio. Sopprimete ogni pensiero, ogni immagine che si affaccia alla vostra mente con un colpo netto, come si recide un giunco. Siate immobili, siate impassibili. Siate immobili, provate a non vedere con gli occhi e a a non udire con le orecchie. Siate immobili, giungerete a vedere senza occhi, a toccare senza mani, a giungere senza a camminare. Rare sono le parole che hanno potenza. Siete pieni di potenza voi stessi, eppure non lo sapete. L’ignoranza è la diga che tiene insieme il mondo; oltre questa diga non c’è né passato, né presente, né male, né bene. Evocate il silenzio, evocate il vuoto. Nella piccola cavità della mente c’è tutto l’universo. Per l’uomo ignorante la natura rimane cosa morta. Vi sto parlando attraverso il vento. Quello che dice “io sono bravo”, quello diventa bravo. Ma quello che adora una divinità e dice “quella divinità è in alto e io sono in basso”, questo proprio non sa niente.”

Nel caso, buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Milarepa (Milarepa).
Genere: spirituale.
Regista: Liliana Cavani.
Attori: Lajos Balázsovits, Paolo Bonacelli, Marisa Fabbri, George Wang, Marcella Michelangeli.
Anno: 1974.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

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