Fino a poco tempo fa avevo visto un solo film dei fratelli Coen, sarebbe a dire il mitico Il grande Lebowski.
Pensando che, essendomi piaciuto molto quello, probabilmente mi sarebbero piaciuti anche gli altri film dei due fratelli, mi sono visto in rapida successione: Fargo (piaciuto), Burn after reading - A prova di spia (appena sufficiente), Fratello, dove sei? (capolavoro), Arizona junior (non molto riuscito), A serious man (non molto riuscito).
Oggi arrivo a quota otto con Mister hula hoop, film scritto nel 1994 dai fratelli Coen e da Sam Raimi… e quest’ultimo cosa si nota nel senso del grottesco di tutto il film, nonché in una particina affidata a Bruce Campbell, il protagonista de La casa, La casa 2, La casa 3 – L’armata delle tenebre.
Ma i protagonisti principali del film sono Tim Robbins (La vita segreta delle parole, Allucinazione perversa, Le ali della libertà), Jennifer Jason Leigh (Existenz, America oggi, Mrs. Parker e il circolo vizioso) e Paul Newman (La gatta sul tetto che scotta, Exodus, Lo spaccone).
Ed ecco la trama sintetica di Mister hula hoop: Norville Barnes è un giovane di belle speranze che si trasferisce da Mance a New York nel 1958.
L’unico lavoro che trova è come addetto alla posta delle industrie Hudsucker, lavoro che si dimostrerà subito duro ma che gli darà un’opportunità inaspettata: dopo il suicidio del presidente della compagnia, il suo vice, Sid Mussburger, come parte di un’operazione di aggiotaggio finalizzata all’acquisto delle azioni dell’azienda a bassissimo prezzo, nomina presidente proprio lui, ritenendolo un idiota.
Lo ritiene tale anche Amy Archer, giornalista rampante che lo avvicina fingendosi una sua compaesana e facendosi assumere come segretaria, per spiarlo dall’interno.
Il giovane ha però un asso nella manica: l’idea dell’hula hoop.
Il film è palesemente grottesco fin dal suo avvio, accennando a un’America tanto industriosa quanto burocratica e spietata.
Il tutto è volutamente forzato, recitazione degli attori compresa… beh, a meno che Jennifer Jason Leigh in quel periodo non soffrisse di forti tic compulsivi alle braccia.
Ci sarebbero anche trovate brillanti e momenti divertenti, ma il tutto sparisce nel senso di vacuità e di freddezza del film, che sovrasta tutto il resto.
Paradossalmente, proprio il più costoso dei film dei fratelli Coen rischia di essere quello meno riuscito e quello più distante dal loro stile… anche se, comunque, qualcosa di buono c’è: se ci si avvicina a Mister hula hoop in modo disincantato e senza aspettarsi troppo, lo si apprezzerà di più.
Pensando che, essendomi piaciuto molto quello, probabilmente mi sarebbero piaciuti anche gli altri film dei due fratelli, mi sono visto in rapida successione: Fargo (piaciuto), Burn after reading - A prova di spia (appena sufficiente), Fratello, dove sei? (capolavoro), Arizona junior (non molto riuscito), A serious man (non molto riuscito).
Oggi arrivo a quota otto con Mister hula hoop, film scritto nel 1994 dai fratelli Coen e da Sam Raimi… e quest’ultimo cosa si nota nel senso del grottesco di tutto il film, nonché in una particina affidata a Bruce Campbell, il protagonista de La casa, La casa 2, La casa 3 – L’armata delle tenebre.
Ma i protagonisti principali del film sono Tim Robbins (La vita segreta delle parole, Allucinazione perversa, Le ali della libertà), Jennifer Jason Leigh (Existenz, America oggi, Mrs. Parker e il circolo vizioso) e Paul Newman (La gatta sul tetto che scotta, Exodus, Lo spaccone).
Ed ecco la trama sintetica di Mister hula hoop: Norville Barnes è un giovane di belle speranze che si trasferisce da Mance a New York nel 1958.
L’unico lavoro che trova è come addetto alla posta delle industrie Hudsucker, lavoro che si dimostrerà subito duro ma che gli darà un’opportunità inaspettata: dopo il suicidio del presidente della compagnia, il suo vice, Sid Mussburger, come parte di un’operazione di aggiotaggio finalizzata all’acquisto delle azioni dell’azienda a bassissimo prezzo, nomina presidente proprio lui, ritenendolo un idiota.
Lo ritiene tale anche Amy Archer, giornalista rampante che lo avvicina fingendosi una sua compaesana e facendosi assumere come segretaria, per spiarlo dall’interno.
Il giovane ha però un asso nella manica: l’idea dell’hula hoop.
Il film è palesemente grottesco fin dal suo avvio, accennando a un’America tanto industriosa quanto burocratica e spietata.
Il tutto è volutamente forzato, recitazione degli attori compresa… beh, a meno che Jennifer Jason Leigh in quel periodo non soffrisse di forti tic compulsivi alle braccia.
Ci sarebbero anche trovate brillanti e momenti divertenti, ma il tutto sparisce nel senso di vacuità e di freddezza del film, che sovrasta tutto il resto.
Paradossalmente, proprio il più costoso dei film dei fratelli Coen rischia di essere quello meno riuscito e quello più distante dal loro stile… anche se, comunque, qualcosa di buono c’è: se ci si avvicina a Mister hula hoop in modo disincantato e senza aspettarsi troppo, lo si apprezzerà di più.
Fosco Del Nero
Titolo: Mister hula hoop (The hudsucker proxy).
Genere: commedia, grottesco.
Regista: Joel Coen, Ethan Coen.
Attori: Tim Robbins, Jennifer Jason Leigh, Paul Newman, Bruce Campbell, Charles Durning, John Mahoney, Steve Buscemi, Mary Gallagher.
Anno: 1994.
Voto: 5.
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