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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

domenica 4 maggio 2008

I racconti di Terramare - Goro Miyazaki

Lo avevo promesso, ed ecco qui la recensione de I racconti di Terramare di Miyazaki junior.

Prima di tutto, un breve cenno storico introduttivo. Negli anni "80 Hayao Miyazaki chiese a Ursula Le Guin, la scrittrice autrice dei romanzi da cui è stata tratta l'opera (il ciclo di Earthsea), di poterla adattare in versione animata; al tempo, però, il regista nipponico non era ancora un pezzo grosso e la scrittrice rifiutò.

Anni più tardi, dopo che Miyazaki divenne noto anche al di fuori dei confini del Sol Levante, con fama e apprezzamenti sempre crescenti, Ursula Le Guin ci ripensò e stavolta fu lei a proporgli la cosa. Ma il regista era impegnato allora con Il castello errante di Howl e non poté accettare.
A questo punto, prese la palla al balzo Goro, ossia Miyazaki junior, incaricandosi lui della realizzazione de I racconti di Terramare.

Concludiamo il tutto dicendo che Miyazaki senior era contrario che il figlio accettasse il lavoro, considerandolo non ancora maturo per dirigere un film d'animazione, che l'opera finale non ha riscosso il gradimento della scrittrice, né è stata particolarmente apprezzata dalla critica, mentre al botteghino il successo è stato discreto.

Ora, giacché il paragone col padre è inevitabile, e infatti molti hanno detto che il figlio si è limitato a scimmiottarlo, vediamo i punti in comune con le opere di Miyazaki senior.

A dispetto di tale voce comune, non sono poi tanti: vi è la sceneggiatura fantasy (ma il 98% dei film d'animazione è di tipo fantastico), i protagonisti ragazzini (idem come sopra), l'importanza attribuita al nome personale (similmente a La città incantata, ma magari questo è un concetto tipico orientale, o forse era presente anche nei libri della Le Guin, che io già conoscevo di fama ma che non ho letto), il messaggio ecologista.

Dei quattro, solo l'ultimo punto pare in stretta connessione con il lavoro del padre. Ed è un punto ben presente anche nel lavoro del figlio: i numerosi paesaggi bucolici, la condanna della droga, il rifiuto della vita eterna, le critiche alla schiavitù e alla caccia alle streghe, paiono tutti elementi inseribili nel filone ecologico, laddove l'ecologia è sia fisica sia mentale.

Adesso veniamo al film in sé.
I racconti di Terramare inizia subito con un momento di tensione: una nave sorpresa durante una tempesta e due draghi che lottano tra di loro. Questo è un punto in contraddizione con i lavori di Hayao Miyazaki, i quali partono sempre da momenti rassicuranti e sereni.
Subito dopo si passa a un regno e al suo palazzo reale, e si viene a conoscere uno dei protagonisti, Arren, il principe. Non vi dico che succede, naturalmente, limitandomi a valutare l'opera.

La quale colpisce da subito per la bellezza grafica: è una produzione Studio Ghibli, e si vede, con i paesaggi e i colori che ammaliano lo sguardo. Anzi, questa è forse una delle produzioni più belle in assoluto dal punto di vista visivo.

In particolare, l'ambientazione della città di Hort è meravigliosa e multiforme, con il suo sembrare un meticcio storico (sembra una città medievale mediterranea, con i suoi archi e i suoi palazzi di stile romano, le sue colonne e le sue fontane di reminiscenza greca, ma anche con il suo mercato che pare il Gran Bazar di Istanbul... senza contare l'accompagnamento musicale dall'aria scozzese.).

Quindi, i disegni sono bellissimi.
Quanto al ritmo?

Quello è piuttosto blando, e potrebbe far storcere il naso a chi pretende azione su azione.
La storia è comunque coinvolgente e si fa seguire bene sino alla fine.
Quindi un ottimo prodotto?

Ottimo no, ed ecco i suoi difetti.
La figura del protagonista andava tratteggiata meglio, e in quasi due ore di film il tempo c'era: in particolare, il momento del patricidio appare del tutto slegato dal resto, così come appare poco chiaro il turbamento interiore, in realtà una vera e propria scissione della personalità, giacché in grande sintesi la trama affronta la questione dell'ego e dei suoi attaccamenti.

Non è affatto spiegata inoltre la presenza dei draghi (ci si limita a dire che in origine gli uomini scelsero di vivere sulla terra e sul mare, mentre i draghi optarono per l'aria e il fuoco), né la tramutazione di uomini in draghi, appena accennata a fine film.

Forse non a caso, Ursula Le Guin non è rimasta soddisfatta di come i suoi romanzi siano stati trasposti ne I racconti di Terramare (nessuno nello specifico, a quanto ho letto, ma più che l'altro le atmosfere del mondo ed elementi sparsi dei primi romanzi della saga).

Come detto, non avendo letto i suddetti non posso effettuare un raffronto, e mi limito al solo prodotto di animazione, che è senza dubbio buono, nell'aspetto tecnico ma anche nel fascino generale, anche se forse non ha la profonda genialità dei capolavori di Hayao Miyazaki, come i film prima citati o La principessa Mononoke.

In chiusura, ecco alcune frasi del film, che ben illustrano i suoi contenuti di tipo esistenziale, tra ego e attaccamenti, fiducia e abbandono, cammino e flusso, paura e potere personale. Altri elementi presenti nel film sono le dualità opposte, la contrapposizione tra terra e cielo intesi come basso e alto, la consapevolezza e l'addormentamento, il percorso evolutivo personale.
Particolarmente evocative alcune scene, come quella del mago nero che si scioglie... ciò che è il destino di tutti gli ego: la differenza sta nel farlo consapevolmente, senza dolore e persino nella gioia, o inconsapevolmente, nella sofferenza e nel dramma.

"Sento che la luce si sta affievolendo."
"La luce?"
"Intendo la luce che mantiene l'equilibrio del mondo."

"Se non hai fissato la tua meta, che ne dici di venire insieme a me? 
Il nostro esserci incontrati qui non può essere solo una coincidenza."

"- Signore, dove ci stiamo dirigendo?
- Per il momento alla prossima città... però se ti stai riferendo alla mia meta, non la conosco neanche io."

"E le altre persone?"
"Ho sciolto i loro vincoli: il resto dipenderà da loro."

"Di qua e di là, ovunque il mondo si sta facendo instabile: l'equilibrio sta vacillando. Così come la luce del sole si affievolisce, anche le energie si stanno affievolendo."
"Anche la magia?"
"Esatto: proprio come se il sangue scorresse via dal nostro corpo."

"L'esistenza di cui è costituito questo mondo si regge su un equilibrio: il vento e il mare, la potenza della terra e della luce, la forza delle bestie e le verdi piante. Ogni cosa è fatta e agisce correttamente all'interno dell'equilibrio del tutto.
Tuttavia gli esseri umani hanno il potere di dominare sul mondo e persino gli uni sugli altri. Proprio per questo ciò che si debba fare per mantenere l'equilibrio lo dovremmo imparare molto molto bene. Facendo un uso ignorante di questo potere, l'equilibrio dei mondi si potrebbe incrinare."

"Poiché questa è la strada che io stesso ho scelto, farò tutto ciò che è in mio potere fare."

"Un tempo lui venne da me e mi condusse nella luce."
 
"Quella porta non deve venire aperta.
Coloro che dispongono del potere non devono errare nel modo di utilizzarlo."

"È proprio nel reiterarsi di morte e rinascita che stanno le fondamenta della vita. L'immortalità è una rinuncia alla vita. Rifiutare l'ineluttabilità della morte significa rifiutare la vita stessa. La condizione dell'uomo che un giorno giungerà alla propria morte è il meraviglioso dono che noi tutti abbiamo ricevuto dal cielo."

"Ciò che possiamo avere per noi sono tutte soltanto cose che un giorno dovremo perdere.
In questo sta il seme della sofferenza, ma anche un grande tesoro, e così pure la misericordia del Cielo."

"Ciò che deve essere insieme alle tenebre è la luce stessa.
Ma questa luce vagando in cerca del suo corpo ha finito per diventare un'ombra."

"È proprio perché sappiamo che dobbiamo morire che la vita è così preziosa.
A farti paura non è l'idea della morte. Quel che ti fa paura è l'idea di vivere.
Dire di non voler morire subito o di non voler morire per l'eternità è la stessa cosa."

"Sei esattamente come me: anche tu distogliendo gli occhi dalla luce vedi soltanto le tenebre."

"Che l'ombra ritorni alle tenebre."

"Dimentichi che le altre persone sono il nostro prossimo."

"Non voglio. Non voglio scomparire."
"Rifiutando la morte tu stai rinunciando alla vita."

Molto significative anche alcune scene della storia: Sparviere che, tutto illuminato, fa irruzione e libera Arren e altri esseri umani fatti schiavi dai servitori del mago nero (una scena molto attuale, dato lo scontro di poteri in gioco a livello visibile e invisibile); l’addormentamento/inconsapevolezza di coloro che si sono fatti drogare (altro elemento molto attuale); Arren che scappa da un’ombra che si rivela essere la sua stessa ombra oscura (elemento ripreso dal primo romanzo della saga, Il mago, in cui però tale fatto occorre al giovare Sparviere); l’abbraccio tra Arren e il drago, come a certificare una riunione delle energie, un’integrità prima perduta e poi riacquisita; la fine dolorosa del mago nero e del suo ego.

ADDENDUM del 24/02/19: per la prima volta mi sono rivisto I racconti di Terramare dopo aver letto l'intera saga della Le Guin, da cui il film è tratto, e ora posso aggiungere qualcosa alla recensione originaria, che comunque lascio intatta perché sarà probabilmente utile a chi si accosterà al film senza aver prima letto i romanzi originari, come feci io al tempo.
Il film porta su schermo diversi elementi dei romanzi del Ciclo di Terramare: soprattutto il terzo ma con elementi del primo e del secondo. Forse proprio tale meticciamento non è piaciuto alla scrittrice... e in effetti devo dire che la saga letteraria è talmente bella e ispirata che meriterebbe un film per ogni libro.
Col senno di poi, devo dire comunque che il mio gradimento nei confronti de I racconti di Terramare è aumentato: visivamente il film è un incanto, e inoltre possiede contenuti esistenziali assenti negli altri film dello Studio Ghibli, Miyazaki senior compreso, che punta invece più su elementi naturalistici e sociali, seppure in salsa spesso fantastica.
Rimane il fatto che il film propone alcuni momenti che sembrano disconnessi dal resto del film e che comprenderà bene solo chi ha letto i romanzi, ciò che avrebbe potuto essere pensato meglio.
Nel complesso comunque I racconti di Terramare è un film d'animazione di grande spessore, bello in ogni senso, fuori e dentro.
Meravigliosa, e non c'è altra parola per definirla, è la scena del canto di Therru (in lingua originale, mentre l'inglese perde qualcosa), di cui ora vi propongo la traduzione, giacché anche il testo è bello e significativo:
"Sopra le nuvole, all'incalzare del vespro,
sempre solingo volando,
il falco di certo si sentirà triste,
Nel vento cessati anche i suoni,
quelle ali che hanno calcato il cielo
non possono trovare riposo.
A cosa comparare l'animo?
Questo animo simile a un falco.
A cosa comparare l'animo?
Una tristezza che pare come volteggiare nel cielo.
Un sentiero campestre senza ombra di uomo.
Percorrendolo insieme a me
anche tu di certo ti sentirai solo.
Sulla prateria dal mormorio degli insetti,
anche se siamo persone che seguono insieme il sentiero,
non c'è parola che venga pronunciata.
A cosa comparare l'animo?
Questo animo che segue il sentiero da solo.
A cosa comparare l'animo?
La solitudine dell'essere tutto solo."

Fosco Del Nero



Titolo: I racconti di Terramare (Gedo Senki).
Genere: anime, animazione, fantastico, fantasy.
Regista: Goro Miyazaki.
Anno: 2006.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

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